30 dicembre 2011

Rapporto di Lettura 2011

Non sono un recensore di libri, sono un lettore e come tale ho i miei gusti, tra l'altro, mutevoli nel tempo.
L'elenco che segue, per questi motivi, non può considerarsi una classifica, semmai, più propriamente, un rapporto di lettura.
Le votazioni (espresse in Carver) sono il frutto del mio personalissimo gradimento.

Vi invito quindi a considerare con le dovute molle i voti che, comunque, mi va di affibbiare.
Magari qualche spunto, quello sì, si può trarre.
In sintesi il 2011 si chiude con 3 capolavori, tanti libri sopra la sufficienza (considerate che quasi sempre gli insufficienti li abbandono prima, cosicché non arrivano a figurare in nessun rapporto di lettura), e alcune inevitabili delusioni.


Olive Kitteridge - Elizabeth Strout (3,4)
Un personaggio speciale, Olive, che veleggia lontano dagli stereotipi letterari, un personaggio nel quale non ti va d'immedesimarti e che ti offre una visione asciutta del suo mondo, un mondo vero.

Senza Luce - Luigi Bernardi (2,6)
Una bella idea, sviluppata con stile e senza fronzoli.

Aria Sottile - Jon Krakauer (3,6)
Per un appassionato come me della letteratura di genere, un testo da divorare. Un documento appassionante.

XY - Sandro Veronesi (1)
Una delusione. Un libro ben scritto, frutto anche di ottima documentazione su alcuni dei temi trattati. E basta. Proprio basta. Trama e epilogo inaccettabili per un lettore. Un libro che elude furbescamente le regole più banali della scrittura. "Niente trucchi da quattro soldi" tuonava Carver, lo sento che si rivolta. Un romanzo che mai nessun editore avrebbe accettato da un esordiente, e questo per me è motivo sufficiente per considerare tempo perso le ore dedicategli.

Che tu sia per me il coltello - David Grossman (3,2)
Il libro più sottolineato dell'anno. Sviluppa una situazione non originalissima (scambio epistolare) in modo ricercato e con una scrittura affascinante. Siete innamorati (ma davvero!)? È la lettura che fa per voi.

Flemma - Antonio Paolacci (2,5)
Un romanzo d'esordio di spessore. Una scrittura fin troppo ricca lo appesantisce un po', per il resto è perfetto.
Crea suspance e non lascia dubbi antipatici al lettore. Ti fa capire alcune situazioni ed evoluzioni della trama senza esporle direttamente e questo è un merito. Sempre se le capisci.

Niente da Capire - Luigi Bernardi (2,9)
È una raccolta di racconti incentrati sul personaggio di Antonia Monanni, un magistrato molto umano. Alcuni dei racconti sono piccole perle che meriterebbero una votazione più alta.

Odore di chiuso - Marco Malvaldi (3)
Il modo in cui questo ragazzo scrive è un piacevolissimo cocktail giallo/ironico. Farà strada, tanta.

Hanno tutti ragione - Paolo Sorrentino (3,5)
Ho già parlato di questo romanzo che secondo me ha una prima parte straordinaria da un punto di vista narrativo (con una prefazione da 4,5), ma poi si perde in una serie di personaggi tutti troppo sovrapponibili.

Canale Mussolini - Antonio Pennacchi (4,2)
Un capolavoro. È una vera forza questo romanzo. Storia vera sullo sfondo, ne senti l'odore e il sapore, personaggi superbamente descritti. Alla fine, la sensazione che ti lascia è che vorresti averlo scritto tu. Maledeto Pennacchi e maledeti i Zorzi vila.

La vita agra - Luciano Bianciardi (2,2)
Un libro amaro, uno spaccato duro e alquanto deprimente. Non ero nel momento giusto per sorbirmelo.

La biblioteca dei morti – Glenn Cooper (1,8)
Intendiamoci è un libro che può piacere e che, comunque, si legge d'un fiato, volendo. Ma anche no. Penso che a vent'anni (i miei vent'anni) mi sarebbe piaciuto parecchio, ma adesso non è più uno stile che mi si confà. Molto mestiere, ecco... ricorda Dan Brown. Ah, e poi c'è un episodio fondamentale della trama spiegato con sufficienza e non accettabile.

La briscola in cinque - Marco Malvaldi (2,4)
Una lettura leggera ma molto piacevole, si sorride, spesso anche si ride.
Il primo romanzo coi personaggi del BarLume, Ampelio & Co., tipi da conoscere.
Deludente la soluzione del giallo, a mio parere molto scontata.

Il gioco delle tre carte – Marco Malvaldi (2,8)
Ancora al BarLume, gli ingredienti sono gli stessi e il risultato più che sufficiente.

Momenti di trascurabile felicità - Francesco Piccolo (2,5)
Niente di che. Belle fotografie di vita vissuta, alcune situazioni anche esilaranti.
Una lettura semplice e nel complesso gradevole, del resto non penso che l'autore puntasse a qualcosa di diverso.

Pastorale americana - Philip Roth (4,3)
Un capolavoro. Non c'è molto da aggiungere. Un bel malloppo di pagine che si fanno ingoiare in fretta. Si parla de Lo Svedese, della sua vita, della sua famiglia, ma nulla è banale.
Il problema più grosso è che quando l'hai finito ne vorresti altre due o trecento pagine.

Le correzioni - Jonathan Franzen (4,4)
Un capolavoro. E non ve lo sto certo a dire io.
Franzen ha una capacità fuori dal comune di entrare dentro ai personaggi, ai loro pensieri, ai loro desideri, alle loro paure e descrive il tutto con maestria, dovizia di particolari e ricercatezza di lessico impareggiabili. E li distingue i personaggi, nettamente uno dall'altro, con le loro peculiarità e le loro anime. È una lettura che richiede attenzione e tempo (le 5 pagine a sera non vanno bene), altrimenti può tendere al pesante.

Lotta di classe - Ascanio Celestini (2,8)
Lo leggi e ti senti nelle orecchie la voce di Ascanio, questo ti aiuta anche un po'.
Storie amare ma con picchi gustosi d'ironia, come piace a me.

Burned children of America - AA.VV. (2)
Nel complesso deludente, contiene un racconto di DFW, l'ho preso in biblioteca solo per quello.

Una vita da lettore - Nick Hornby (n.v.)
Un ottimo stacco tra un romanzo e l'altro. Un lettore coi controfiocchi come Hornby può con venti righe di recensione prenderti a calci nel culo fino alla libreria più vicina per farti acquistare quello che lui decide. E io mi ci lascio pigliare, a calci.

Antologia lama e trama 2011 – AA.VV. (n.v.)
Mi sento di dare un voto (3) solo allo splendido racconto di Giampaolo Simi che apre la raccolta: The Winner Takes It All.

Sotto il crinale e altri racconti - Ernest Hemingway (3,5)
Non stiamo qui per divulgare il verbo. Hemingway è Hemingway, possiamo solo chinare il capo e godere dei suoi scritti.

Arrivederci amore, ciao
- Massimo Carlotto (3,2)
Una rivelazione. Titubavo, e invece meritava eccome. Storia a parte è la pulizia della scrittura (e i carveriani sanno di cosa parlo) il suo massimo pregio.
Dritti al punto, senza inutili orpelli. Prevedo di dedicarmi all'Alligatore nel 2012.

L'estate torbida - Carlo Lucarelli (2,6)
Avvenimenti vissuti da vicino dai miei vecchi e spesso sentiti in salse simili nei loro racconti.
Il giallo intreccia la storia in un canovaccio in cui Lucarelli è maestro.

Trilogia della città di K. - Agota Kristof (2,8)
Sulla scrittura niente da dire: un punto d'arrivo.
La trama mi ha lasciato non pochi dubbi e con la lettura della seconda e terza parte s'ingarbuglia forse un po' troppo. Almeno per me. Alla fine la sensazione è che non tutti i tasselli siano andati a posto. Affascinante la prima persona plurale scelta per narrare il primo episodio della trilogia.

La traccia dell'angelo - Stefano Benni (2,2)
Un libro poetico, troppo per il Furio di questo tralcio di vita, con una buona idea (peraltro non originale) sviluppata con esperienza.
È un regalo di mia nipote e l'ho letto su una copia autografata da Benni stesso, con dedica personalizzata e disegno di Lucio Lucertola (da Comici Spaventati Guerrieri).

Storia della mia gente - Edoardo Nesi (2,5)
Saggio amaro sulla crisi dell'industria tessile nel pratese.
Nesi e la sua famiglia avevano un'impresa e in quest'opera Edoardo ne racconta l'origine, l'ascesa e il declino. Alcuni sfiziosi aneddoti letterari impreziosiscono l'opera.

Mattatoio n. 5 - Kurt Vonnegut (2,9)
Un'opera difficile da classificare. È fantascienza reale. È realtà fantastica.
Prende spunto dalla sua vita, Vonnegut, dal bombardamento di Dresda della Seconda Guerra Mondiale, e viaggia libero, con Billy Pilgrim, nel tempo e nello spazio.
Fino a Tralfamadore. In certi spunti mi ha ricordato Salinger.

Volevo vivere per sempre - Sally Nicholls (2,3)
Un libro triste, si piange, da evitare se in depressione o in odore di.
La scrittura è forzatamente semplice (è il diario di un bambino), ma certe riflessioni appaiono eccessive per un bambino dell'età del protagonista.

Open - Andre Agassi (3,3)
Se amate il tennis Andre vi offre un esclusivo sguardo dall'interno, ma è gradevole comunque, seppure in certi tratti appare un po' forzato.
Da un punto di vista tennistico non è che sia di grande aiuto - Agassi odia il tennis! - ma ti spinge ad aggredire quella cazzo di pallina gialla, questo sì.

29 dicembre 2011

Il mio amico Guitar Jim

Nel sistema numerico decimale, il 100 è un numero tondo e come tale abbiamo una certa consuetudine a celebrarlo, anche se alla fine è una convenzione pura e semplice, del resto non lo sono anche i nostri onomastici, anniversari e compleanni?
Ragioniamo in base dieci perché il numero è legato al corpo dell'uomo, che probabilmente ha trovato il primo ausilio al far di conto proprio nelle dita delle sue mani. Come pare notò Aristotele, l’uso del sistema decimale non fu altro che il risultato del fatto anatomico accidentale che l'uomo è nato con dieci dita delle mani. Da qui anche la sconvolgente teoria che Aristotele potesse in realtà essere donna, altrimenti magari si ragionava in base undici.
Io avevo un collega, il Maestro, che era detto 8 e mezzo visto che, a causa d’un incidente, aveva perso un dito e mezzo. Riteniamoci fortunati che non abbiamo ereditato un sistema numerico ideato dal Maestro. Immaginatevi un po’ a fare i compiti di matematica dei vostri figli con un sistema numerico in base 8,5… roba da manicomio.
  • 100 come i passi che separano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti a Cinisi;
  • 100 come il primo numero di Zagor a colori: Il mio amico Guitar Jim;
  • 100 come gli anni di solitudine dei Buendía;
  • 100 come il primo numero di Alan Ford a colori: Le colline nere del Sud Dakota, dove compare per la prima volta il personaggio del pappagallo Clodoveo;
  • 100 come le botteghe di via Gioberti;
  • 100 come l’indice di gradimento che Enrico Maria Salerno aveva in famiglia e che si leggeva in alto a destra, sul televisore, quando entrava in cucina, perché possedeva una cucina Salvarani;
  • 1100100  come la sequenza binaria per dirlo;
  • 100 come i post che La Linea conta oggi.

27 dicembre 2011

Non di solo pane vive l'uomo

Ma anche di Panini.
L'album calciatori Panini 2011-2012 è in edicola. Il blister oltre all'album contiene 5 bustine e 6 figu omaggio spillate all'interno. Niente male.
Anche quest'anno farò la raccolta, della quale sono schiavo, quasi ininterrottamente, dal 1969.
Quanti sudati soldini ho convogliato verso la mitica casa editrice modenese lo sa Dio.
Certo qualche remora ce l'ho, o ce l'ho avuta, nel recarmi dal giornalaio per comprare i pacchi di figu, specie da quando la mia età appare più idonea ad occuparsi di robe serie... ma, si sa, bambini si nasce.
I figli sono stati per anni il mio alibi. Essendo maschi, i miei cuccioli, bastava portarseli dietro in edicola per salvaguardare la reputazione. Seppure, quando li avevo nel marsupio, l'edicolante uno sguardo compassionevole me lo rifilava.
Il trucco è mettere al mondo un figlio maschio ogni decina d'anni, così ti puoi occupare ogni anno della tua bella raccolta calciatori senza che nessuno ti scannagatti la minchia.
L'anno scorso comunque, stanco dei sotterfugi e delle menzogne e spinto da esempi importanti come Ricky Martin e Tiziano Ferro, ho portato avanti il mio personale outing.
In edicola chiedevo la mia dose e gentilmente mi porgevano 10 metadonici pacchetti di figu. E via andare.
I miei figli non hanno mai avuto un alto livello d'accesso all'album - salvo in alcune annate nelle quali ne hanno curato uno loro riempito per lo più con le doppie - perché attaccare una figurina è un'operazione delicata, di precisione. Non la puoi delegare manco alle piume delle tue piume.
È un lavoro da professionista. Serve vista buona, esperienza, mano ferma e molta calma, calma. La fretta t'ammazza proprio.
Ritrovarsi con una figurina storta, oppure appiccicata con una pieghetta, o magari attaccata nel posto sbagliato è un attimo.
Quindi, ogni tanto, sì ho delegato l'apertura delle bustine, ma sempre io ho attaccato, dopo aver messo in ordine le figu e scorrendo l'album da cima a fondo per sottoporlo alla minore usura possibile.
Da quest'anno ho ceduto il comando a mio figlio piccolo, con un gesto di fiducia immenso, Gli permetto di aprire le buste, sparpagliare le figu sul tavolo, prendere quelle che gli va e - rullo di tamburi - attaccarle come gli pare e come gli viene.
Oggi stesso, io ero di spalle perché non ce la facevo a guardare, l'ho sentito più volte mettere giù il calciatore di turno per poi staccarlo perché storto o spiegazzato e poi farlo di nuovo, con facili e immaginabili rischi per la figurina e per l'album.
Se non è amore questo!

E se sei interessato qui trovi dei Panini assortiti.

Read Only Memory - n. 3

Come funziona?
Prendete il libro o qualsiasi altra cosa stiate leggendo, cercate una frase che vi siete segnati oppure prendetene una a casaccio e trascrivetela in commento al post, indicando anche titolo dell'opera e autore.

No, non sto leggendo qualcosa di David Foster Wallace, nonostante la foto, ma ho appena terminato un libro di Edoardo Nesi.
Lo scrittore pratese è il traduttore di Infinite Jest e qui trovate un ricordo di Nesi davvero da non perdere su DFW.

Nesi conserva incorniciata una mail di risposta di DFW a una sua domanda sul romanzo (no, non vi dirò niente sul testo della mail), poi scrive:


Mi saluta con un Ciao seguito da un punto esclamativo, si firma e affida il foglietto alla nostra amica comune carissima (Martina Testa n.d.a.), e ogni volta che guardo il foglietto mi compiaccio sempre di quel punto esclamativo, cosa rara per lui, e lo immagino preda di uno dei suoi rarissimi momenti di serenità, DFW, a Capri, d'estate, davanti a un sole e a un mare che così belli non aveva mai visto, circondato di ammiratori entusiasti, ed è in questo mdo che mi sforzo sempre di ricordarlo, lo scrittore più straordinario che abbia mai letto e tradotto, il suicida che mi ha insegnato a vivere.

(Storia della mia gente - Edoardo Nesi)

25 dicembre 2011

La vita sognata

- Sì ma te... quali erano i tuoi sogni da bambino?
Ci ho dovuto pensare un po', ricordare di quando ci sdraiavamo sfiniti al campino dopo l'ennesima partita di calcio durata un pomeriggio intero e lì, recuperando un po' di fiato per tornare a casa, con gli occhi incastrati in una nuvola bianca sperduta, tiravamo fuori i nostri sogni dalle tasche. Quelli raggiungibili e quelli meno.
Volevo andare sulla Luna, cazzo, e ci volevo andare in giornata. Non c'era un bambino negli anni settanta che non voleva fare l'astronauta. Non c'era. E giustamente.
Volevo poi sposare la Veronica, ci potete scommettere che volevo sposarla. Non era un fidanzamento trentennale o una convivenza il mio obiettivo, volevo proprio portarla all'altare, punto e basta.
Sognavo poi di diventare uno sportivo professionista. Calciatore, sì, tennista o sciatore. Oppure atleta, sognavo di ripetere le gesta del Caballo, Alberto Juantorena, e di farlo alle Olimpiadi successive alle sue (Montreal '76).
Mi sarebbe piaciuto cantare, mettere su un complesso con quattro sfigati che suonavano per me visto che ero negato con gli strumenti, e io a fare la voce, il cantante solista. Ero però negato pure per quello.
Restando coi piedi più attaccati al terreno, volevo diventare un giornalista sportivo, un Paolo Rosi, un Adriano De Zan, un Guido Oddo.
E poi mi sarebbe piaciuto visitare l'Australia, ero rimasto affascinato dagli aborigeni e dai koala.
Guardandoci adesso, erano tutti sogni possibili. Certo, qualcuno più arduo, ma tutti possibili.
Oh, ne avessi beccato uno!

E tu, li hai acchiappati i tuoi sogni da bambino?

23 dicembre 2011

Odio - sinfonia n. 3

odio il Natale
odio il Natale coi parenti
odio i parenti a Natale
odio i parenti
odio i regali di Natale
odio il muschio di Natale
odio il muschio di Pasqua
odio il muschio sempre
odio le strippate di Natale
odio pandoro o panettone?
odio lo zucchero a velo
odio i canditi e l'uvetta
odio chi odia lo zucchero a velo
odio chi odia i canditi e l'uvetta
odio la messa di mezzanotte
odio le ceste di Natale piene di datteri
odio le ceste
odio i datteri
odio tutti i più buoni
odio il Natale
odio la spesa di Natale
odio i tuoi
odio le liste delle cose odiate a Natale
solo il silenzio di Santo Stefano sopporto
_________________________________

Odio: sinfonia n. 1 - sinfonia n, 2

Quello era il tempo

Avere avuto sui vent'anni all'inizio degli anni '70, quello era il tempo.
Chiaro che se tieni in considerazione la vecchiaia vorresti essere nato dopo: negli anni '80 magari, nel terzo millennio, oppure domattina. Ma cristallizzato in una bolla atemporale io, potendo, avrei scelto di nascere attorno al 1950.
Ve lo ricordate Mark Spitz, l'uomo che venne sommerso da una pioggia di medaglie d'oro e record del mondo alle Olimpiadi del 1972? Ventidue anni e, subito dopo, ritirato a godersi la vita. Quello era l'uomo.
Un mito. E che baffi! Già, forse sono proprio i baffi che vanno a incarnare il paradigma estetico di quegli anni.
I baffi di Mark Spitz.
I baffi di Freddy Mercury o quelli di Renatino Vallanzasca, i baffi di Andrzej Szarmach o quelli di mio cognato.
Perché al tempo in cui hanno cominciato a crescere i baffi a me, il vento era cambiato e andava di moda la faccia liscia. Quando poi è tornata in auge un po' di peluria in viso eravamo già catapultati negli anni '90 tra barbe incolte e pizzetti a pelo raso. Pure Mark Spitz s'è rasato, per dirne una.
In piscina o in sala da ballo, all'inizio degli anni '70 il baffo imperversava e io sto ancora aspettando che torni a far tendenza.
Che dopo arrivo.

20 dicembre 2011

Il mio Kindle amazon

Non ero così eccitato per un mio acquisto online da quando mi erano arrivate le 3 scatole da 20 bottiglie di Schlenkerla affumicata, con tanto di ringraziamenti da parte della famiglia Trum di Bamberg.
Oggi alle 21 è per me iniziata una nuova era, ho infatti aperto il pacco portato in mattinata da SDA contenente il MIO Kindle™ - l'ebook reader di Amazon.
Sgombro subito il campo da possibili equivoci, nel pacco c'erano anche 5 libri. Sia chiaro che non smetterò di acquistare libri. Ne comprerò meno, però, questo ci sta. Al tempo stesso ne leggerò di più, spero, e ciò basta per giustificare l'acquisto della macchinetta infernale.
È carino, molto. Maneggevole, leggerissimo.
L'ho messo in carica all'istante, l'ho configurato e c'ho sparato sopra alcuni pdf di classici ormai affrancati dai diritti d'autore.
Non è touch e non è corredato di birbonate iperhitech non ci sono APP da scaricare. Serve per leggere, senza schermo retroilluminato, con la tecnologia E Ink, pari pari a un libro. Ma non delle sue caratteristiche tecniche voglio parlare, quelle le trovate in ognidove.
Ho testato subito l'acquisto online di un ebook. Non senza qualche difficoltà (la ricerca non sono riuscito a capire come funziona, sempre che funzioni, ma immagino di sì) ho scorso un po' di pagine.
All'inizio ho cercato i racconti di Bernard Malamud perché quando una donna che scrive ti consiglia qualcosa da leggere ne vale sempre la pena. La ricerca però è stata vana, vedremo se si trovano ancora nella versione antidiluviana, quella cartacea. Tra le raccolte di racconti, però, ho trovato acquistabile l'antologia Lama Trama 2010 di AA.VV., dove un Autore Vario sono io e beh, pure se non me ne viene un barduino potete accattarvela da Amazon cristoddìo.
Poi m'è venuta un'ideuzza e ho ritentato una ricerca, "Roma": niente, nessuna corrispondenza trovata.
Mannaggia, decido allora di scorrere un po' di pagine saltando a piè pari i giorgifaletti gli errideluchi e soprattutto i federichimocci e m'imbatto incredibilmente nel romanzo a cui avevo deciso di riservare il mio battesimo dell'ebook:  Roma, Lato B del buon Claudio Delicato.
Seguo il suo blog (ciclofrenia) da diverso tempo e mi ero ripromesso alla prima occasione di leggerlo 'sto libro, alla fine sono andato oltre. Ho tirato giù il primo capitolo che quello te lo mandano aggratisse, me lo sono sparato in 5 minuti e poi ho incanalato 4,99 preziosi eurini nel buco siderale del web amazonico con la segreta speranza che qualcosa arrivi anche al ciclofrenico Claudio.
Insomma, ho saltato il fosso. Beh sì, un po' l'ho saltato dai.
Spero di non pentirmene e comunque a scaraventarlo fuor di finestra, il Kindle, è un attimo.
Per adesso, sento già di amarlo.

19 dicembre 2011

Babbi di tutto il mondo

La cinematografia mondiale fa la raccolta di pellicole dove un bambino recita a scuola, gioca la finale di campionato o magari ha il saggio di danza ma, immancabilmente, qualcuno dei suoi genitori - e 99 su cento è il padre - manca all'appello, a volte fa tardi e si perde tutto, oppure è ancora a lavoro e lo stanno probabilmente crocifiggendo in sala mensa.
Beh, basta.
È uno stralcio di storia scontato e ridicolo, non ha più pathos, non ha più niente, è solo una polpettina trita e ritrita, pure masticata, senza alcun sapore. Basta. Non c'è più nemmeno la storia, in effetti.
Babbi di tutto il mondo, vi prego, pigliatevi ferie, tornate in tempo con il volo da Miami, abbandonate la vostra amante nel motel e correte a quella cazzo di recita, a quella fottuta partita, a quel saggio in tutù. Lasciate tutto e andate a vedere il sangue del vostro sangue che si sbatte su quel palcoscenico.
Se tutti noi, nel mondo mondiale, riusciamo a non perderci più gli spettacoli dei nostri figli, la circostanza diventerà talmente irreale che più nessun sceneggiatore potrà permettersi d'inserirla in un copione senza essere preso a schiaffi.
Non dobbiamo farlo per quei bambini abbandonati sul palco dai loro padri degeneri, figuriamoci, ai piccoli magari fa pure bene: una bella delusione che li prepara alla vita. No, dobbiamo farlo per noi cinespettatori, per non sorbirsi mai più la manfrina dello spettacolino col papà assente. Mai più.
Se non succederà nella realtà non verrà replicato nei film, tutt'al più in qualche sparuta pellicola di fantascienza.
È la nostra unica speranza.
Avete mai visto film in cui si parla di neri sottodotati, di pulcini omofobi o di sorelle Carlucci iscritte al MENSA?
No, per forza.

18 dicembre 2011

Le Affinità Lettive

Quando due persone, A e B, vanno a vivere insieme unendo i loro patrimoni intellettuali, a casa di A, a casa di B, in affitto a casa di C, o in una casa magari di A e B, capita che nella libreria, così come nella discoteca, si vadano a formare coppie di due articoli uguali. Stessi libri o stessi dischi.
Questa clonazione materiale che sprigiona dal sentimento che unisce A e B è un fenomeno a cui prestare molta attenzione perché può essere spia di scenari futuri, di normalità, di battaglie di coppia o di sempiterna comunione di anima e di fisico.
Fateci caso ai libri che si sono duplicati sui vostri scaffali (più che ai dischi, secondo me) perché possono fornire preziose rivelazioni riguardo alle affinità sulle quali avete puntato, sulla loro solidità o sulla loro fatale precarietà.
La riflessione del resto nasce spontanea quando A apre lo scatolone coi libri di B.
- Ehi, anche tu hai letto Guida all'imbalsamazione dei ratti?
State tranquilli che si tratta proprio della vostra cazzo di anima gemella.
Chiaramente più il volume che raddoppia è strampalato o di nicchia e più acqua porta al mulino della vostra felicità di coppia e della vostra intimità.
Ma se volete fare una cosa buona, anche se meno facile, potete indagare e soffermarvi anche sui testi che vi sareste aspettati sbucassero dallo scatolone dei libri del vostro partner ma che, inspiegabilmente, pare non ci fossero.
Se cercate sullo scaffale della letteratura americana Vuoi star zitta per favore? ma rinvenite soltanto la vostra vecchia copia, allora conviene che ci pensiate. Riflettete sul fatto che la vostra probabile metà non ha sentito la necessità di acquistarlo. Magari indagate se l'ha letto perché preso in prestito in biblioteca o da un amico, anche se vale di meno perché, comunque, non l'avrà ritenuto un libro da possedere(*).
La teoria può essere applicata anche in un'ottica preventiva, quando A, ancora indeciso se andare a vivere assieme a B, sbircia nella libreria a casa di B alla ricerca del suo romanzo feticcio. Nel caso, sarà d'uopo accertarsi che il volume non sia stato acquistato dalla futura suocera, nonché mamma di B.

Per quanto mi riguarda i libri (antecedenti al 1998) che ci siamo ritrovati doppi sono:
  • Il Bar sotto il mare - Stefano Benni
  • È già mercoledì e io no - Alessandro Bergonzoni
  • L'Alchimista - Paulo Coelho
  • Madame Bovary - Gustave Flaubert
  • Rimini - Pier Vittorio Tondelli (da cui lo spunto per questo post, grazie Alligatore)

(*) - I libri da possedere sono quelli che dopo la lettura da biblioteca o da amico ci si sente di dover acquistare per averne una copia con noi.

16 dicembre 2011

Quelli che il blog

Quelli che scrivono dentro nei blog perché ci hanno figli da mantenere, oh yeah!
quelli che è meglio se ci hanno pure un altro lavoro
quelli che di questi non me ne perdo una
quelli che il post è bellissimo, oh yeah!
quelli che in certi momenti vorrebbero essere Robin
quelli che scrivono post brevi per non sporcare
quelli che sono su wordpress ma vogliono migrare su blogspot
quelli che sono su blogspot ma non lo sanno, oh yeah!
quelli che no commento di scambio
quelli che anonimo ha detto
quelli che adottano le parole
quelli che adottano un bimbo a distanza, oh yeah!
quelli che dovrebbero adottare le parole a distanza
quelli che aprono un blog e lo fanno a post
quelli che sono contro il captcha
quelli che sono contro il captcha ma fingono di essere a favore, oh yeah!
quelli che Warhol è un pretesto per celebrare Parola
quelli che i momenti di noia
quelli che la Cina non è vicina, è proprio qui
quelli che lavioli al vapole, oh yeah!
quelli che lo spread del bund della macchina del capo col chewingum®
quelli che questo post mi ha ricordato quando
quelli che l'album più bello di sempre è, oh yeah!
quelli che mille lame, ti dico c'erano mille lame
quelli che la moglie di Crozza
quelli che non sono bono a pubblicare commenti
quelli che guasi guasi è meglio così, oh yeah!
quelli che cazzara santa
quelli che hanno il mare dentro
quelli che viva la figa
quelli che ben gentili, oh yeah!
quelli che come stai? molto beige grazie
quelli che vorrei spezzare una lancia
quelli che ho visto quel filmato kristoddio
quelli che il conte, oh yeah!
quelli che mi ricordo, ma l'hanno letto su wiki
quelli che voi fate come cazzo vi pare
quelli che a Giovy bisogna abbassargli i chilometri se la vogliamo piazzare
quelli che criticate fabbiovolo solo per invidia, oh yeah!
quelli che Ryan Gosling è ritoccato col photoshop
quelli che Chi?
quelli che Quello di Drive
quelli che Ah ok, oh yeah.
quelli che le marchette al mio ego
quelli che maialino grugnino cerca paperina in intimo
quelli che non lascio mai un libro a mezzo
quelli che trovano i libri su un mezzo, pubblico, oh yeah!
quelli che su Scarlett si scrive sempre troppo poco
quelli che grazie dell'info
quelli che l'IBAN mio ce l'hai
quelli che grazie troppo buoni, oh yeah!
quelli che questo blog mi sta uccidendo
quelli che hanno cercato mille volte in gugòl "come inserire link"
quelli che commentano accazzo epperò l'è i' su' bello
quelli che vabbè
ooooooh yeah!
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Io e Enzo - Ho visto Jannacci dal vivo per la prima volta a Sesto Fiorentino nel 1980, ci sono andato con il Biffoli e la sua 126 bianca. Poi l'ho rivisto all'Apollo, al Palazzetto dello sport e al Metastasio di Prato pochi anni fa. Ho diversi suoi dischi tra cui Fotoricordo e Ci vuole orecchio, in vinile, Quando un musicista ride e Come gli aeroplani in CD originali + diverse raccolte di successi. Ho un prezioso VHS con due puntate trasmesse dalla RAI di una trasmissione dal titolo "Ci vuole orecchio" con memorabili improvvisazioni Jannacci/Bennato, Jannacci/Fo e Jannacci/Cochi e Renato.
Ho sentito dalla sua viva voce raccontare di quando si presentò per la prima volta in Rai con Il cane con i capelli.
Uno dei pezzi che più amo? Io e te.


15 dicembre 2011

Pollice verso - Pollice recto

È un post lungo, personale, probabilmente noioso per molti di voi (Giacomo a parte).
Siete fin d'ora esentati dal leggerlo, anche perché tra breve ve ne dovrò indicare pure un altro, per completezza d’informazione.
Se proprio volete dire la vostra, magari anche senza leggere, potete copiare e incollare una di queste frasi nei commenti, vi assicuro che sono attinenti al testo e non rischiate di fare la figura di quelli che non hanno letto il post.

Comments for dummies:
  • Poffarbacco, averlo saputo prima venivo anch’io.
  • Le cose andavano meglio prima che i continenti cominciassero a derivare.
  • Sei un adorabile pazzo =)
  • Vaffanculo te e to’ ma’
  • Bel post, ma ovviamente i miei son meglio.
  • Viva il captcha.
  • Se capita che vai all'Ikea mi prendi un'Expedit?
  • Così va la vita.
  • Il Turchino andrebbe buttato giù per davvero.
  • Forza viola.
  • Fabio Fazio a mister decaffeinato gli apre il cubo.
  • Sandra Bullock me la tromberei anch'io
  • Senza dubbio John Grady Cole
  • Lavioli al vapole
Fine della vostra possibilità di fuga, chi prosegue nella lettura lo fa a suo rischio e pericolo, di noia.

Il gladiatore si è battuto, con coraggio. È ferito ma vivo, per adesso.
Già perché sono a chiedere il vostro giudizio: sono a chiedervi di orientare il vostro pollice per salvarlo e affrancarlo da ogni colpa o per scaraventarlo nella polvere dell’umiliazione e della sconfitta.
I fatti. Il gladiatore in attesa di giudizio è Giacomo, mio fedele amico, padre di Elisa e maestro di vita, seppure più giovane di me.
Ha lottato strenuamente e questo potrebbe salvarlo dall’essere preso a calci nelle palle dal sottoscritto, ma poi, proprio quando stava per elevarsi al mio cospetto come un onnipotente dio capace di stupirmi e inzupparmi di sempiterna felicità, è inciampato, come un coglione qualunque.
Che devo fare? Non so se premiarlo per l’impegno o se colpirlo a ripetizione con il cric.
Il mito dei miti di me ragazzo è stato Gigi Riva e, come potete leggere qui, è andata che una sera quasi mi ci facevano parlare. Poi ho detto di lasciar perdere, ma mi era costato, oh se mi era costato! E Giacomo l'aveva capito.
Qualche settimana fa, scagnozzi del buon Giacomo sono tornati a mangiare al ristorante preferito dal vecchio Gigi e – udite udite! – gli hanno fatto leggere il post in cui parlavo di lui.
-       Svenimento n. 1 –
Lui ha detto che si è divertito (così riportano i presenti), alla fine ha chiesto il mio numero per chiamarmi.
-       Svenimento n. 2 –
Ora, i presenti lì, con i quali non ci conosciamo direttamente, hanno telefonato al buon Giacomo chiedendo che inviasse loro il numero del mio cellulare.
-       Svenimento n. 3 –
Lui, dice, l’ha fatto. Loro, dicono, non hanno ricevuto un cazzo. Niente proprio.
Ma si può? Dai, non è credibile. Non è che qualcuno s’ingolla gli SMS, diciamo che c’è stato un errore da parte di qualcuno.
L’errore, però, sembrava rimediabile perché i compari di Giacomo e Rombo di Tuono si sono dati appuntamento alla sera dopo. A quel punto il mio numero di telefono era nelle mani giuste ma il buon Gigi, e ne ha tutto il diritto, pur presentandosi a cena non era dell’umore giusto.
L’ultima possibilità sta in un ennesimo viaggio a Cagliari di Giacomo il quale si butta a pesce sul ristorante anche quella sera ma lo trova irrimediabilmente chiuso per lutto.
Così finisce la storia, Giacomo e i suoi sgherri hanno terminato la collaborazione con i colleghi di Cagliari e non ci torneranno. Gigi non ha e non avrà mai il mio numero di cellulare. Io ho perduto ogni possibilità di parlarci.
Ora immaginate il tutto traslato sulla vostra vita e sul vostro idolo dei dodici anni.
Io non ci sono stato bene, ecco.
Perché vi chiedo di valutare il comportamento del gladiatore Giacomo che, fin qui, parrebbe impeccabile?
Solo perché Giacomo a un certo punto non ce l’ha più fatta e mi ha confessato tutto con una dovizia di particolari che mi ha gettato nello sconforto (si fa pe’ dire).
Non sarebbe stato più giusto e più rispettoso nei miei riguardi tacere e portarsi il dannato segreto di Gigi nella tomba?
Mi ha ricordato il marito che torna a casa e dice alla moglie: cara, avrei voluto prenderti un mazzo di rose ma il fioraio aveva già chiuso. E statti zitto, no!
Dunque vi chiedo di assolvere o condannare il comportamento del tenero Giacomo. Avete la mia parola che rispetterò il giudizio che la maggioranza esprimerà mettendo in atto una vendetta crudele o riservandogli la completa assoluzione.
A voi il pollice!

13 dicembre 2011

Friends - La lista

Il telefilm Friends per me è un toccasana. Se sono giù, pesco un episodio a caso, se ce n’è proprio bisogno due, e me lo sparo. L’alternativa è Notting Hill con quel cazzone avariato di Hugh Grant.
Capisco che questa confessione non mi spalancherà le porte per l’olimpo del machismo, ma va bene anche così. D’altra parte potrei lavorare sul mio morale paracadutandomi da tremila metri, o scalando la parete Rupal del Nanga Parbat, ma sono rimedi più complicati, oltre a non essere d’immediata fruizione temporale.
Un episodio a cui siamo particolarmente affezionati (anche mia moglie è della partita) è quello in cui Rachel e Ross (Jennifer Aniston e David Schwimmer) si concedono, come coppia, dei rispettivi tradimenti ipotetici (ep. 305 - La cassetta della posta). In soldoni, entrambi hanno la facoltà di redigere una lista di nomi di personaggi famosi con i quali potrebbero andare a letto con il permesso esplicito del partner.
Ross la fa addirittura plastificare inserendo Uma Thurman, Elizabeth Hurley, Michelle Pfeiffer, Dorothy Hammel e, come quinto nome, Winona Ryder (star locale) al posto di Isabella Rossellini perché, lo consiglia Chandler, la Rossellini è troppo internazionale e non avrebbe la minima speranza d’incontrarla. Ovviamente al termine dell’episodio Isabella, quella vera, si presenta al Central Perk e Ross ha il suo bel daffare per spiegarle che le ha preferito un'altra... e poi...
Siamo seri, chi di noi si sentirebbe di precludere al suo amore di passare una notte, nella improbabilissima ipotesi che questo potesse realizzarsi, con Scarlett Johansson o con George Clooney, a seconda dei casi e dei gusti? Certo non io.
Tutta 'sta menata perché volevo pubblicizzare una mia lista che, per ovvie ragioni, non andrò in tipografia a plastificare, chissà mai passando gli anni cambiassero pure i miei gusti.
Ma è vera la teoria per cui i gusti cambiano ogni sette anni? Nel caso è adesso.
Regole: la lista va compilata con persone tendenzialmente famose, coi vips diciamo, è vietato cacciarci dentro la commessa del negozio di intimo, la farmacista del paese, la vicina di casa o la cognata. Vietato. E no, non ci sono eccezioni. Sì, a me mi potete considerare vips.
La compilazione della lista autorizza la nostra metà a fare altrettanto, le due liste dovranno essere in qualche modo pubbliche e condivise.
La lista purtroppo non è atemporale, potete inserire pure la Marilyn o la Mangano o la Hepburn (K. o A. fate vobis), ma sprecherete soltanto delle possibilità.
Ed ecco la mia, ovvero le cinque donne con cui mia moglie mi consentirebbe di farci robe. Si tratta di un elenco senza una priorità, non è necessaria.

Maria Grazia Cucinotta (è un mio obiettivo storico, mi rendo conto che potreste obiettare, ma c’è tutta una storia personale dietro per cui devo riservarle un posto)
Scarlett Johansson (eh sì, che so’ scemo? Non è che devo per forza fare il bastian contrario pure qui, equivarrebbe a tagliarsi le palle con il mestolo)
Sienna Miller (mi ha stregato la pubblicità di Boss, che devo fa'? Ma lo sapevate che stava per sposarsi con lo sciroccato attore che fa l’amico di Hugh Grant in Notting Hill, ma lui era troppo geloso, dice)
Laura Morante (non c’è niente da spiegare)
Concita de Gregorio (ancor meno).
Aspetto le vostre liste.

p.s. Vabbè, Ryan Gosling non ce lo metto, uffi.

12 dicembre 2011

Piselli nella potta

Come spesso capita, la domenica andiamo in centro. Firenze è di una bellezza straordinaria e non la scopro certo io. In questo periodo, quando non piove, la si apprezza ancora di più, con meno turisti a spasso. Va a finire che mangiamo imbucandoci in qualche bettola o ci facciamo un panino in giro, cercando di evitare i luoghi per soli giapponesi con la pizza alta come la fiorentina e viceversa.
Ieri abbiamo pranzato al Tripp&Zampa in via de’ Neri, un posto alla mano, carino.
Lampredotto, porchetta e Chianti.
Ma la notizia sfiziosa stava in una pietanza che ho notato solo uscendo e che poi, ripensandoci, mi ha costretto a tornare indietro per fotografarla, come potete vedere.
Già perché io la potta l’ho adottata, proprio come parola, e devo occuparmi della sua diffusione, vigilare sul suo corretto uso e incentivarne l’utilizzo (si parla sempre del lemma).
Il piatto gioca su un doppio senso di bassalega, forse, ma non inganna nessuno alla fine: di piselli (legumi) e di potta (della scrofa) si tratta, e del loro incontro in una terrina amalgamati in salsa.
Non sono in grado di esporre la ricetta perché non l’ho chiesta al titolare e anche perché mi suonerebbe strano pronunciare frasi del tipo “procuratevi 200 grammi di potta di maiala”, ma mi corre l’obbligo di segnalarla qualora qualcuno decida d’importarla e proporla sul suo territorio. Nel caso, prego di mantenere il nome originario della pietanza.
Una variazione sperimentabile prevederebbe le fave al posto dei piselli.

10 dicembre 2011

Gianni il cinese

Licenziato in tronco, questo è.
Alla MUG facevamo monitor di ultima generazione. Improvvisamente sono diventati di penultima generazione e dopo ancora di una generazione perduta nel Pleistocene o giù di lì. Erano quelli a cassettone, per intenderci, erano italiani, erano perfetti. Alla fine ingombranti.
I monitor piatti quando arrivarono sul mercato costavano troppo e il danno per noi non fu immediato. Certo erano strafighi e tutto il resto, ma all’inizio i nostri si vendevano ancora bene. Poi in azienda deliberarono di buttarsi sui nuovi modelli, ma la tecnologia per costruirli non ce l’avevamo mica. Allora li compravamo all’estero per piazzarli qua. E a molti di noi questa strategia ha portato dritto sull’avambraccio il tatuaggio con scritto esubero. Niente più straordinari, molta cassa integrazione e spirito di sacrificio a palate, questo ci chiedevano per la rinascita. Quella rinascita però s’è fermata a Taiwan.
Non l’ho manco aperta la lettera, mi son bastate le parole del capo del Personale.
-    Come si sarà certamente reso conto anche da solo…. Blabblà blabblablà blabblà.
Guardatevi attorno, è tutto un blabblà senza costrutto. In ginocchio non mi ci sono messo nemmeno alla messa di Natale, figuriamoci per un posto di lavoro di fatto evaporato da tempo.
Ho aspettato la mia ora, ho preso le mie cose, poche, e sono uscito da lì. Per sempre.
Non ho pranzato, ma adesso sento lo stomaco protestare per l’assenza di cibo. La fame arriva comunque. Il perdurare dei bisogni è in qualche modo consolatorio.
Mi fermo sulla via di casa in una specie di paninoteca, forse una friggitoria. C’è un cinese al bancone, salve, mi fa. Guardo al di là del vetro: tranci di pizza, panini, patate fritte, schiacciatine. Ordino un salsiccia e cipolla.
Leggo un cartello appeso accanto a un orologio barocco inchiodato sulle 19 e 20 minuti, c’è scritto “Cercasi aiuto in cucina”.
Il panino è sfizioso, soprattutto il pane molto ben lievitato e caldo di forno. Mangio con gusto e seguo vagamente le ordinazioni di un gruppo di ragazzini urlanti al banco, fanno razzia di patatine e pizza.
-    Cerchi sempre? – gli fo al cinese mentre con una mossa del capo indico il cartello.
-    Sì, sì. Per cucina.
Non ce l’ha la erre/elle cinese, la sua parlata ha un’inflessione buffa, tende al fiorentino, ma lo sfiora e basta, poi va per la sua strada.
-    E se vengo io?
-    Va bene.
Non mi guarda e non batte ciglio, la sua faccia resta impassibile come scolpita nella pietra.
-    Però non sono cinese.
-    Sì… ho notato.
Cala giù le chips dentro a dei coni di carta gialla costruiti all’istante con pochi e rapidi movimenti delle mani.
-    Quando si comincia?
-    Anche ora va bene.
Scuoto la testa piano in senso affermativo. Mando un messaggio a casa, faccio tardi, scrivo.
-    Io sono Chen, ma mi puoi chiamare Gianni.
-    Gianni andrà benone.
Continuo a dondolare la testa come un cretino, mastico e dondolo. Poi faccio per andare di là.
-    Finisci pure panino.
Ecco, magari sugli articoli c’è un po’ da lavorare.

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Questo testo partecipa all'EDS del ponte ideato e proposto dalla vulcanica mente de La Donna Camèl che, evidentemente, non aveva niente di meglio da fare in questo lungo weekend.

Altri racconti partecipanti:
Scrivere - di Lillina
La petite danseuse - di Dario 
La settima repubblica  - di Mai Maturo
Tronco lo spirito... - di La Carta 
Grande pino e terre rosse - di La donna Camèl

9 dicembre 2011

A domanda rispondi - n. 2

A me mi piace due per volta.
La crisi si fa sentire per tutti e i carichi di lavoro per i professionisti di Yahoo Answers sono diventati eccessivi. La Linea d'Hombre da sempre attenta alle questioni sociali, morali e a tutte le aggettivazioni in "ali", è chiamata a consolidare il rapporto di collaborazione con Yahoo e non si tira certo indietro.

Non mi si sincroniza piu l ipod nano ke devo fa?
Crescere.

Come crakkare AutoCad 2004?
Ehi ehi che stai dicendo? Cazzo, questo non è un problema mio! Ma mi stai chiamando da un telefono cellulare...? Io non ti conosco, chi parla? È uno scherzo, è uno scherzo?!

Amico di 23 anni regredito a 16 anni, che ne pensate?
In fondo ha perso solo un anno canino.

Lo sapete che non esiste nessuna specifica esenzione dall'Ici per la chiesa cattolica?
Brucerai nelle fiamme dell'inferno solo per averlo detto.

Salve ragazzi lunedi sera al grande fratello ho sentito una canzone davvero bella come sottofondo, nel servizio in cui armando dice a caterina che lavora di precisione e creatività e lei gli risponde: anch'io lavoro di precisione... la canzone dice più o meno nel ritornello ahahahahahah you and....we for me. Sono riuscita a decifrare solo questo, potete aiutarmi a capire che canzone è? grazie!
You and... we for me - di Suzi Quatro

Mi scrivete alcuni "aforismi" che riguardano questo Natale e il periodo che stiamo attraversando?
Questo Natale è il periodo che stiamo attraversando.

Sapete come si chiama il film che parla di due ragazze di cui una è in carrozzina, intraprendono un viaggio e alla fine trovano una statuetta di un gufo che va in pezzi. Al suo interno c'era una boccetta con tipo dei brillantini blu e se li cosparge sulle gambe pensando che potesse guarire dalla sua infermità ma compare un gufo. questo è tutto ciò che mi ricordo. mi potreste dire di che fil si tratta?
Dovevo andarmelo a vedere stasera, mi hai rovinato il weekend.

A che temperatura evapora l'alcool?
Se te lo bevi tutto, non lo sapremo mai.

Domanda sull'anello contraccettivo - Allora, io dovrei prendere la pillola per motivi di regolarità e mi hanno detto che potrei prendere anche l'anello. ora la mia domanda è: si può usare l'anello se si è vergini?
Gollum usava l'anello, ma forse era sagittario.

Guarnizione della testata da rifare? Potreste dirmi più o meno quanto può costare rifare la guarnizione della testata di una renault clio 2° serie?
Già hai avuto la fortuna che ti si è bruciata, non sfidarei la sorte rifacendola, ecco.

Ce un the sim per ps2 in cui si possono fare i figli?
No, se usi l'anello contraccettivo.

Aiuto!non riesco piu a vedere la tv? Sono nele marche.ho comprato temp fa un decoder,ma ancora non avevo bisogno.oggi quando acceso la tv ho visto che non si vede niente e accesso il decoder,ma niente!mi dice che non ha segnale,ma poi nella lista canali,non vedo canale 5 !il decoder e t-logic.aiutate mi!come faccio a vedere la tv?
Non esiste il segnale tivù nelle Marche. E non esistono le Marche.

Aiuto Urgentessimo PLEASE :(? Salve,ieri ho acquistato una cosa dal telefono con una sim senza soldi.Se non ci carico i soldi succederà qualcosa?
No, basta che restituisci la confezione integra di pillole.

Dolori al seno dopo quanti giorni? Ciao ragazzi sentite alla mia ragazza dovrebbe arrivare il ciclo il 12 di questo mese! mah non ha ancora dolori al seno... è normale?
Se non gli strizzi un po' di più le tette è normale. È normale pure che si trovi uno che lo fa, però.

Chi mi può suggerire alcune colonie in affitto per capodanno? Vorrei sapere se qualcuno può consigliarmi una colonia in montagna, come per esempio a corteno o a courmayeaur dove passare il capodanno...possibilmente a basso costo...anche per più persone! grazie
Una "colonia" a basso costo? E chi ti credi di essere, l'Inghilterra?

Film Jurassic park 4 si farà?
Speriamo di no, dai.

Qualche giorno fa ho provato a caricare dei dati sulla mia psp (dei dati di gioco cosi non dovevo fare tutti i livelli) non mi li facieva mettre qunidi ho cancellato tutti i dati salvati di gioco dal pc ma ad un certo punto mi dice spazio insufficente (anche se ho libero 2 GB) cosa devo fare??
Spegnere la play e comprarti una grammatica.


Ri-precisazione doverosa: le domande sono vere in ogni loro parte, non ci sono strafalcioni aggiunti e/o corretti ad arte.

7 dicembre 2011

A domanda rispondi

Con oggi La Linea d'Hombre inizia una collaborazione informale con Yahoo Answers.
Nel senso che diamo una mano rispondendo ad alcune domande realmente poste e ancora aperte.

Salve, vorrei sapere se...la pillola yasminelle fa ingrassare e aumentare il seno!
allora, nn vorrei ingrassare xk sarebbe un trauma, xk sn riuscita a dimagrire e nn vorrei riprendere peso...prima ero 1.50m x 62kg....adesso sn 1.57x 49kg....ho impiegato 4 anni x raggiungere q.sto peso!!
ho 17 anni e una 4^abbondante...e vorrei sapere se il seno potrebbe continuare a crescere con la pillola:):) grazie:)

Amore, vorrei saperlo anch'io, fatti viva tra un annetto e diamo un'occhiata.

Si avvicina Natale e nn so cosa fare al mio ragazzo... Ok i regali vengono dal cuore ( <3 )
Ma alcuni suggerimentiiiiii? GRAZIE 10 punti assicurati al migliore :)

Inizierei ingurgitando un secchio di pillole yasminelle, il ragazzo gradirà.

Ciao, ho comprato il proiettore pk 301 piko dell'optoma, l'ho installato su pc come dicono le istruzioni , ma nn riesco a proiettare i file k ho sul computer come faccio ?
Questa è facile: optoma lo dici a tu' sorella.

Bear Grylls non fa più le puntate? o le farà?
Le farà le farà, l'hanno visto a Montecarlo. (pure questa domanda è vera, ma l'ho ripresa solo per farvi conoscere il secondo uomo più coraggioso della terra: Bear Grylls. Il primo è il suo cameraman).

Vorrei un gioco per la wii in cui ci si muove e ci si diverte solo col telecomando!!?
No, no, no. Toglilo da lì!

Un Titolo che possa attirare l'attenzione del professore! Curioso... bello... significativo... sensato... sull'argomento: RIVOLUZIONE RUSSA (1917) Grazie dieci Punti al migliore!!! <3
Se la Rivoluzione russa ci vuole Breathe Right®.

Si puo' spiegare con una formula matematica il sesso?
Certo! Con questa: M = C + I (lascia stare gugòl, è la formula del montante).

Qualcuno conosce qualche sito di fantacalcio in cui si può giocare in questi giorni anche se il campionato è già iniziato? grazie a tutti.
Amico, mi sto disintossicando. Vade retro Santana!

Ragazze sono molto preoccupata, da 3-4 giorni ho delle perdite di muco biancastro abbastanza dense che mi macchiano gli slip. nn credo sia l'ovulazione xke le altre volte nn era così tanto. cosa può essere? Aiutatemi x favore.
È muco biancastro.

E' da settembre che sono innamorata pazza di un ragazzo a scuola mia, tramite amicizie varie sono riuscita a parlarci ci siamo presentati ecc..
Lui è carino e piace a tantissime ragazze, quando mi saluto riesco a malapena a digli ciao..
Più che timida sono insicura, troppo!!
Parlando così con delle mie amiche fa: Si è carina, ma per me è troppo timida, quando la saluto a malapena mi saluta, su facebook non mi parla...
Ho paura di prendermi poi troppa confidenza... Siamo in tante che ce lo stiamo contendendo, ma non lo voglio perdere...
Come comportarmi?? Consigli seri...

Sono serio: glie-la-de-vi-da-re.

Mi dite le diferenze e il caratere di un husky femmina e mashio voi kuale dei 2 preferite maskio o femmina e il perche
Valutare l'opzione di tornare al paese tuo. Con o senza husky.

Aiuto!!! Mi sapete dire cosa significa scheda grafica shared?
Vai su Youporn, cerca wife shared e magari cominci a farti un'idea.

Mi fate una riassunto non troppo lungo della trama di Modern Warfare 2. Perchè devo iniziare il terzo...? e non ricordo bene tutto
Lui muore e lei scappa in America. E tu vai a 'fanculo.

6 dicembre 2011

Novantanove e Cento

I consigli di lettura si raccolgono in giro, come i funghi.
Alcuni son deliziosi, te li porti a casa, li cucini e te li sbafi all'istante. Se vuoi, però, puoi surgelarli e tirarli fuori quando non è stagione, quando ti prende la voglia.
Altri son così, diciamo mangerecci, ma niente di più, magari a qualcuno che non sei tu piacciono o son piaciuti parecchio, ma non riscontrano i tuoi di gusti. Manco se li fai fritti.
Altri sono marci, è meglio se li cacci via senza nemmeno metterli nel paniere.
I peggiori sono quelli che all'apparenza sembrano buoni e invece risultano velenosi, se hai fortuna però te ne accorgi dopo un morso e li sputi, male che vada puoi sempre sottoporti a una lavanda gastrica riparatoria.
Solitamente quando si consiglia un libro a un amico, se questi inizia la lettura ci piace sapere l'effetto che fa. E se l'amico storce la bocca non convinto appieno da ciò che gli abbiamo suggerito ecco che giochiamo il jolly:
   - Guarda, devi solo superare le prime cento pagine, poi va via ch'è una bellezza.
È un consiglio che di recente mi hanno dato per Pastorale Americana e anche per Le Correzioni. È un consiglio che qualche volta ho buttato là anch'io, lo confesso.
Magari possiamo aspirare a un mondo ideale dove vengono proprio stracciate via le cazzo di cento insulse pagine iniziali. Chissà mai!
Ma intanto, scrittori, abbiate voi il coraggio di tagliarle. E voi, maestri dell'editor, sforbiciate!
Certo, così facendo, resterà fortemente penalizzato il metodo scientifico suggerito qui che consiglia di valutare la bontà di un libro, in merito al suo eventuale acquisto, dalla lettura di pagina 99.
Riporto lo stralcio decisivo dell'articolo:
Perché non c'è bisogno di essere Herman Melville e di attaccare con Chiamatemi Ismaele (Moby Dick) per scrivere un incipit comunque decente: la prima frase di un romanzo è una specie di trappola attira lettori, uno scrittore non completamente disastroso avrà messo molto tempo ed energie per produrre un attacco che di solito, alla fine, è almeno accettabile. Il difficile viene dopo. A pagina 99 si è generalmente, più o meno, arrivati a un terzo del libro e si può quindi capirne il ritmo (posto che ne abbia uno), i personaggi sono già tutti o quasi entrati in azione, la storia è ormai nel suo pieno svolgimento e allo stesso tempo sarà difficile incappare in un colpo di scena decisivo che rischi di rovinare la suspense. È il punto perfetto per capire se c'è tensione, e se l'argomento ci interessa.

Nel caso che  le prime cento pagine siano state cassate, fatalmente non ci sarà una pagina 99 e ci accontenteremo della 101.

3 dicembre 2011

Punizioni alla Baggio

I fratelli Smercia, al paese mio, son dei miti.
Ma ancor di più lo erano quand'eravamo ragazzi.
Smercia il grande giocava a pallone in varie squadre dei dintorni, Smercia il piccolo giocava a pallone nella squadra del paese. Giocava col 10 sulle spalle, quando ancora i numeri contavano qualcosa, e si sarebbe detto che calciava le punizioni alla Baggio se il Divin Codino fosse nato giusto un decennio prima.
I due Smercia, insieme, facevano la raccolta figurine calciatori Panini ed erano imbattibili.
Non ce n'era per nessuno. Ogni anno fetente, e mesi prima di tutti gli altri, i fratelli Smercia annunciavano al mondo di aver terminato la raccolta.
Noi, se andava bene, avevamo finito una squadra.
Un anno completarono l'album consegnando un mazzo alto quindici cm a un ragazzo che in cambio staccò via l'ultima figurina che mancava agli Smercia dal suo album.
Insomma per dire che gli Smercia, ma di più il piccolo, da noi erano vips.
Io avevo qualche anno meno dello Smercia piccolo e lui non mi conosceva, non mi salutava e niente sapeva della mia esistenza anonima.
Andò che attorno ai trent'anni/trentacinque mi allenavo con la squadra di calcio a undici amatori del circolo e per un paio di volte venne a sgranchirsi le gambe anche lo Smercia piccolo.
Cosicché, dopo, incontrandomi fuori cominciò a salutarmi.
E questo sarebbe stato fantastico se si esclude che il buon Smercia non aveva correttamente memorizzato il mio nome.
Mi vede e mi fa "Ciao Fabio". "Ciao" gli fo io di rimando, pensando wow mi ha salutato.
Anche le volte dopo mi saluta, ma ormai son ribattezzato. Fabio.
Vabbè, per lo meno mi saluta. Lo Smercia piccolo mi saluta!
Sarebbe bastato anche un "Ciao", ma invece lui è uno di quelli bravi che salutano pure col nome se gli stai simpatico. "Ciao Fabio".
No, non me la sono sentita di fermarlo e dirgli sai grazie che mi saluti, complimenti per le punizioni alla Baggio che battevi, epperò mi chiamo Furio.
No, mi son detto, magari se la piglia e poi smette di salutarmi. Mi accontenterò, poi se una volta capita pure che ci scambio due chiacchiere, ecco allora lo informo.
Un giorno, in piazza, cammino con mio figlio e lo Smercia viene verso di noi sullo stesso marciapiede. Eccolo.
- Ciao Fabio.
- Ciao.
- Ma salutava te? (mio figlio)
- Sì.
- Ma ti ha chiamato Fabio!? (mio figlio strabuzzando gli occhi)
- Già, è una storia lunga.

2 dicembre 2011

Cicero pro domo sua

Diciamo subito che il titolo non c'entra un cazzo.
Volevo solo avallare gli studi sul fenomeno di riverberazione dei post.
Si dice che se uno tira un sasso nello stagno, un sasso che parla, chessò, di Belen Rodriguez, ecco che l'argomento si promana come i cerchi nell'acqua e contamina cento, mille blogger che di colpo si mettono a dire la loro sulla stangona argentina. Direte con Belen è facile, ma pare che funzioni allo stesso modo anche con argomenti meno strafighi. Parli della ribollita, del levriero Greyhound, del grano saraceno o dei preraffaelliti ed ecco che entro qualche giorno fioriranno post a raffica nella blogosfera.
Ora, se leggo in giro di gutta cavat lapidem o di libera nos, beh allora mi butto anch'io, che cavolus!
Poi però parlo d'un'altra cosa anche se, visto che col latinismo cerco di attirare dei gonzi che pensano di venire qui ad acculturarsi sull'ennesima citatio latina da spendere a cena dai cugini della moglie, alla fine il titolo è pure azzeccato. Ma senza volere. O_o
Faccio del metablogging come dice la mia mentoressa di riferimento.
Come trovano il mio blog quelli che vengono da Gugòl? Quali sono le parole più gettonate che portano degli sconosciuti a battere il capo su un testo de La Linea?
Al 5° posto "crema spalmabile" che porta al decalogo per difendersi da TuSaiCosa®; "Cinesi / gruppi di Cinesi"  al 4° posto che porta più o meno qui; al 3° "logo Apple"; al 2° posto "anti captcha" a supporto e incentivazione della lotta intrapresa dalle BACH.
Ma al 1° posto ci sta "Grugnino / maialino Grugnino" che duce al post su Damia'.
Che dire affinché in questo sproloquio egocentrico possa trovare una lisca d'utilità anche qualcun altro che non son io?
Non vi affannate a scrivere sui massimi sistemi, su Scarlett Johansson, su Obama, su X Factor, sull'iPhone 4s, sull'ultimo disco dei Coldplay o sul nuovo romanzo di Camilleri. Prima che il motore di ricerca venga a pescare il vostro post, tra i milioni di altri taggati uguale, mostrerà decine di altre pagine.
Invece, se dedicate i vostri scritti all'Amaro Cora, alla moglie zoppa di Giampagolo, a Spadino di Happy days, al Bruno Cirino di "Diario di un maestro" o, magari, a  maialino Grugnino, ecco che i pazzi scriteriati che lanciano queste ricerche cadranno dritti dritti nelle vostre fauci statistiche.
oink oink

(nella foto ansa-autogrill suino non griffato - no Grugnino)

30 novembre 2011

Frasi Celibi - n. 1

(ovvero le tesi che nessuno ha mai sposato)

LA LEGGE DI MUFFIN
Se un soffice dolcetto può andar a male lo farà.
Preparate i muffin seguendo una ricetta che potete facilmente trovare in rete.
Una volta fatti gustateveli tutti, tranne uno che lascerete da una parte, fuori dal frigo.
Dopo qualche tempo diventerà immangiabile.
Allora vi sarà chiara anche l'origine del suo nome.

DUE PETI E DUE MISURE
Secondo la classificazione che Fibonacci, prima di occuparsi di stravaganti sequenze, volle applicare ai peti, questi si suddividono in tre Ordini primari, sulla base di udito, olfatto e misurabilità.
All'interno degli Ordini, le Classi: rumorosi e silenti; maleodoranti e neutri; lunghi e brevi.
Fibonacci provò anche che, riguardo alla misurabilità, a peto lungo segue quasi sistematicamente un peto breve, da qui il celebre modo di dire.

FARSI IN QUATTRO
Cinque amici blogger in partenza per l'Iran per un seminario dal titolo "come sbattere le persiane" si iscrivono a un corso per apprendere i primi rudimenti della lingua farsi. All'ultimo momento però, uno di loro preferisce optare per il creolo-haitiano, cosicché affronteranno il corso di farsi in quattro.

29 novembre 2011

Guido Catalano Poeta

Io sono l’ultimo che può parlare di poesia con cognizione di causa, ma potete pure andare avanti a leggere visto che sto per presentarvi qualcuno che di poesia ne sa a pacchi. Io penso di non capire la poesia, temo persino che non mi piaccia la poesia. Avrò comprato volontariamente tre o quattro libri di poesie in vita mia. E non mi hanno convinto, non così tanto da ricordare qualcosa, nemmeno tanto da soffermarsi sul mio comodino. Magari però hanno assolto ugualmente la loro funzione.
Poi capita che m’imbatta in poesie che mi consegnano una vista straliciata, versi che squartano il mondo, i suoi misteri e le sue carni e te li servono su un vassoio, sminuzzati e comprensibili oppure amalgamati in un succulento sformato.
E poi mi capita d’inciampare nella poesia, quella non scritta, la vedi in giro, la respiri, ne ascolti il fruscio o il tuono. Se solo ti fermi un attimo e ti lasci invadere la senti che, con un processo quasi chimico, inzuppa anima e cervello.
E sempre rischio di restare affascinato quando s’indugia su un filo d’erba, su una discussione, su una torta alle fragole o su poco più del nulla.
Riesco a proferirne di cazzate, eh?
Comunque il caso che mi ha portato sul blog di Guido Catalano, il titolo di una sua poesia (I bambini non baciano vengono baciati), è stata la frustata che serviva al mio incancrenito scetticismo verso le liriche.
Del maestro Guido Catalano, vorrei segnalare tutta l’opera: pigliatevi, quando avete voglia, cinque minuti e pescate a casaccio, non rimarrete delusi.
Intanto però potete conoscerlo meglio tramite questa: teniamoci stretti che c’è vento forte, che il maestro, che ho avuto il piacere di sentire e che straringrazio, ha scelto per noi.
E poi questa. Com’è questa?
Ah, e tra qualche giorno uscirà un suo nuovo libro, statevi in guardia.
Chiudiamo con il decalogo dettato da Guido, proprio sulla poesia, che riporto per intero.

non scrivere poesie

se ti viene da scrivere poesie non scrivere poesie
fai altro
tipo masturbazione, pesca, decespugliazione, gocard, guarda la tele, dormi

se proprio non ce la fai a non scrivere poesie
una volta scritta la poesia
cancellala subito dal compiuter
e se l’hai stampata
appallottolala e mangiala

se proprio non riesci a distruggerla
evita perlamordiddio
di andare in giro a leggere la tua poesia in giro
anche se ti invitano a farlo non farlo
mentono
ti pigliano per il culo
sono sadici o pazzi

se qualcuno ti dice, che bella questa poesia!
non credergli
ti piglia per il culo
oppure è sadico
oppure è pazzo

non fare amicizia con i poeti
i poeti non esistono
fare amicizia con qualcuno che non esiste
è sintomo di follia

se qualcuno ti si presenta dicendo, sono un poeta
colpiscilo con tutta la forza che hai sulla fronte
col palmo aperto della mano
urlando SUCA!

evita assolutamente i raduni di poeti
se per disgrazia ti trovi a un raduno di poeti
non andarci armato

uccidere un poeta a un raduno di poeti
sarà quasi certamente considerato dalla legge italiana
un eccesso colposo di legittima difesa

non usare mai una fiamma ossidrica
per accenderti una sigaretta

28 novembre 2011

La cella del povero Maffei ®

C'era questa tabella che era appannaggio del Maffei.
Non si seppe come fosse finita tra i suoi compiti, fatto sta che mensilmente lui la gestiva, lui ne curava l'input e lui la quadrava.
Considerate che quest'affare elaborato in excel era un vero e proprio rompicapo e non a caso era da tutto l'ufficio conosciuto come la Tabella delle tabelle.
Una roba che quadrarla era come fare tredici, al tempo in cui c'era il tredici, e si parla di quei tempi là.
La tabella incrociava dati a doppia entrata, tanto per spiegare un minimo senza stancare con i dettagli, da una parte dati di origine tecnica e dall'altra dati di origine amministrativa, organizzati per province e tipologia.
La sua quadratura sistematica, operazione non consona ai comuni mortali, aveva fruttato al buon Maffei, oltre alla stima dei capi e all'invidia dei colleghi, pure 3 o 4 categorie, che alla fine dei salmi son soldi.
Al rinfresco per la pensione il Maffei ci salutò con calore e glissò amabilmente, con sorrisetti intrisi di falsa modestia, sulle mozioni che alcuni di noi avanzarono riguardo alla famigerata quadratura tabellare.
Ci puntavamo con odio, noi superstiti, i nostri sguardi lampeggiavano frasi immaginarie del tipo "adesso me la cucco io la Tabella delle tabelle e rilancio la mia carriera alla grande".
Di fatto fummo accontentati tutti, per così dire, in quanto il capo ufficio la fece girare amabilmente tra di noi perché nessuno pareva in grado di risolvere il rebus della quadratura.
La figura del Maffei, che a vederlo un genio non era mai sembrato, assunse sempre più una valenza mistica, uno spirito da evocare nei momenti di crisi quando, nonostante l'impegno profuso ai massimi livelli, le due celle che dovevano riportare totalizzati i due importi identici fatalmente squadravano, se andava bene, di centinaia di migliaia di lire.
Ci arrendemmo tutti, uno a uno, sfiniti. Vinti per sempre dal ricordo del nostro collega e della sua infallibile opera di calcolo.
Il Maffei aveva dolorosamente raggiunto il mondo dei più da un paio d'anni, quando mettemmo casualmente le mani su un floppy blu da 3,5 pollici.
Come nelle migliori spy story lo cacciammo al volo nel primo piccì libero alla ricerca dei segreti dell'ormai povero Maffei.
Ci volle un bel po' per capire che a uno dei due importi veniva aggiunto un numero, all'apparenza frutto di un qualche calcolo empirico, a mano. Controllammo più mesi, era sempre così. Finché un file si aprì non sulla tabella ma su una porzione del foglio all'estrema destra, dove una cella solitaria e sperduta riportava in un grigio appena visibile l'inevitabile scarto che ogni mese i due totali accusavano.
E lui, con semplicità, lo ributtava dentro, sommandolo all'importo più piccolo e raggiungendo con facilità la quadratura cui tutti ambivano. Quello volevano e quello avevano.
Nessuno era stato in grado in tanti anni di sgamare l'ingegnoso artefizio del povero Maffei che giustamente non fu sputtanato, anzi divenne il vero mito, l'eroe che aveva sconfitto la Tabella delle tabelle e pure i suoi capi.
Ieri andava così ma, sarebbe inutile negarlo, la Cella del povero Maffei ® ci salva spesso il culo ancora oggi.

27 novembre 2011

La Coca Cola con la cannuccia

Per noi fiorentini sarebbe una goduria girare l'Italia, in ferie o per lavoro, se non finissimo fatalmente per incontrare dilettanti appassionati linguisti che ci chiedono, con l'originalità di una mosca sulla merda, di pronunciare la frase che campeggia nel titolo del post. E che io non voglio più ripetere, e nemmeno scrivere.
Comincia che hai sedici anni e alle ragazzine di Varese che trovi al campeggio di Orbetello, quando scoprono che sei di Firenze, s'illuminano gli occhi di una luce vivida e porcina. Qualche secondo di pia illusione che ci possa scappare una slinguazzata e poi la realtà dei fatti: si vogliono solo fare una risata godendo della tua "c" aspirata.
E tu le accontenti, e loro ridono, e pensi "ganzo". Non ti rendi conto che sei entrato in un vortice dal quale non uscirai forse più.
La C aspirata a noi non piace, non è che ce la portiamo appresso per esibirla come un trofeo, ce la siamo ritrovata sottopelle e non ce ne possiamo affrancare se non a costo di sacrifici di dizione intensi e spesso insostenibili.
Quando parliamo tra fiorentini non ci accorgiamo di usarla ma con gli altri, beh, la cosa può creare imbarazzo. Non è che dovete proprio ficcare giù il coltello nella ferita e ravanare con 'sta menata della bevanda di Atlanta e del suo tubicino atto a suggerla, spesso afflitto da scarsa lunghezza.
La C aspirata è una piaga della società fiorentina e come tale si cerca di limitarla, visto che debellarla appare improbo e che non un Sabin, non un Jenner s'è mai dedicato alla questione.
Alcuni non fiorentini sostengono che in fondo la nostra parlata è simpatica e che non dovremmo cercare di trattenerci, anzi, ci rende persone più interessanti.
La peggiore trovata dello straniero al cospetto d'un concittadino di Dante è quando il tipo cerca di proferire una qualsiasi frase in fiorentino. E dire che sembrerebbe facile, non è che il nostro non-dialetto ribolla di vocaboli strambi e intorcinati o tronchi o sbilenchi. Basta buttare lì un po' di parole e aspirare le cazzo di C. E no! E no che non va bene!
Ecco le frasi tipiche di chi tenta di parlare in fiorentino ma è nato a Tarvisio, o in altro loco fuor di Toscana per intendersi.
Che vai a hasa? Che è hotta la bistecca? Fa haldo, maremma fa haldissimo.
E no, e no: è una questione di C.
Le suddette frasi in bocca a un fiorentino verace suonano più o meno così: Che vai accasa? Che èccotta la bistecca? Faccaldo, maremma faccaldissimo.
La raddoppiamo la hazzo di C, quando ci va, altro che aspirarla. Non c'è una regola: quando l'aspiriamo, quando la mangiamo proprio, quando la raddoppiamo e quando la nascondiamo sotto il tappeto. Non c'è una regola, ma se anche ci fosse non è che la sappiamo.
La C aspirata ce la tramandano i nostri vecchi, assieme al pane sciocco, all'amore per il Cupolone e ai racconti sull'alluvione del '66 in una fisiologicità mendeliana che non richiede ulteriori spiegazioni.
Tempo fa avevamo sfiorato l'argomento qui nei commenti assieme a Viola (un nome una garanzia per noi), approfondire la tematica mi aggradava anche se magari non era la mia massima... aspirazione.

Il 50% del ricavato di questo post è devoluto all'ACCA (Associazione Contro la C Aspirata)

24 novembre 2011

Se sarei gay (*)

È un periodo che a casa capita di parlare di Ryan Gosling.
-    Chi? (mia moglie)
-    Quello di Drive.
-    Ah ok.
Fino a un mese fa vivevo in pace, all'oscuro della sua esistenza. Poi ho visto, per la prima volta, Ryan Gosling.
-    Chi? (mia moglie)
-    Quello di Drive.
-    Ah ok.
Ammetto la mia ignoranza, era in pigiama ed era qui.
Nella sua spettacolare recensione di Drive, Josef K. asserisce "è un attore talmente figo da farmi rimpiangere di non essermi ammalato di omosessualità all'età di undici anni".
Giusto, ma dirò di più, io sono contento di non essere gay perché sarebbe insostenibile la sofferenza per non poter stare con Ryan Gosling.
-    Chi? (mia moglie)
-    Quello di Drive.
-    Ah ok.
Perché, chiaro come la sambuca, che non toccherebbe a me il Ryan lì. Sempre ammesso che il ragazzo possa in qualche modo interessarsi a individui del suo stesso sesso.
Due settimane fa Drive passa in visione al mio paesello e io penso bene di trascinare mia moglie…
-    Chi? (Ryan Gosling)
-    Mia moglie.
-    Ah ok.
… a vedere la pellicola del regista danese Nicolas Winding Refn (altro nome da tenere a mente) e, al di là del film straordinario, ho potuto ammirare il ragazzo in tutto il suo splendore recitativo. Certo anche il ruolo, tenebroso assai, contribuisce non poco alla sua beatificazione immediata.
Ieri mi è capitato di vedere un altro film con Ryan Gosling…
-    Chi? (mia moglie)
-    Quello di Drive.
-    Ah ok.
… e precisamente Crazy Stupid Love, un film d'amore, sull'amore pazzo e stupido, manco a dirlo. Fortunatamente il titolo non è stato tradotto e ha mantenuto quella simil-dignità di default che un titolo straniero, per quanto banale, detiene.
In questo film Ryan Gosling…
-    Chi? (mia moglie)
-    Quello di Drive.
-    Ah ok.
… dà il meglio di sé da un punto di vista estetico, raggiungendo vette che nemmeno il mitico driver, nel suo incedere misterioso e pulp, aveva sfiorato.
Ma lasciamo stare il film, sto parlando SOLO di lui. A un certo punto in una scena il prode è invitato a togliersi la maglietta, rimane a torso nudo e qui la ragazza di turno non crede ai suoi occhi e, giustamente, esclama:
-    Ma sei ritoccato col Photoshop!?!
Sì, non bastava la sua faccia da angelo sporco, c'ha pure una cazzo di tartaruga scolpita, un bel torace largo e non so cos'altro.
Insomma, alla fine dei salmi, penso di essermi un po' innamorato di Ryan Gosling.
-    Chi? (mia moglie)
-    Quello di Drive.
-    Ah ok.

(*) Aut. Min. Conc.

23 novembre 2011

Quando il dito indica la luna

Quando il dito indica la luna lo sciocco guarda il dito.
Ho amato molto questo proverbio cinese, pur temendo in generale i Cinesi.
L'ho amato perché affetta il mondo in imbecilli e non, e tali semplicistiche suddivisioni, da sempre, esercitano su di me un consistente fascino.  Ultimamente ho cominciato a dubitare, però.
Facevo caso ai commenti che lasciamo ai vari post in giro per la blogosfera; spesso l'argomento trattato dal post viene ignorato ed entriamo in scivolata con un'osservazione su un dettaglio del testo, non dico insignificante, ma fine a se stesso sì. Io per primo.
Siccome ho la prova provata che non siamo tutti imbecilli - ho consultato la Captchomanzia - mi chiedo quale sia l'altra chiave di lettura, perché ce ne dev'essere un'altra per forza. O magari anche più di una.
E allora son salito sulla sedia, e poi sul banco e sulla cattedra nella speranza che gli insegnamenti del professor Keating mi tornassero in qualche modo utili.

Quando il dito indica la luna…
•    lo sciocco guarda il dito
•    l'astuto guarda la luna
•    il timido guarda per terra
•    il poeta guarda il quando
•    il finto timido guarda per terra la luna riflessa in una pozzanghera
•    il regista guarda l’indica
•    l'estroso guarda la luna fingendo di guardare il dito
•    il paroliere guarda la fortuna
•    lo scienziato guarda la distanza tra la luna e il dito
•    l'ottimista guarda la luna (crescente)
•    il pessimista guarda la luna (calante)
•    l'artista guarda la faccia nascosta della luna
•    il pignolo guarda l'unghia
•    lo strabico guarda la luna e il dito.

editing del 24/11 (contributi dai commenti)
Quando il dito indica la luna…





21 novembre 2011

Read Only Memory - n. 2

Ricordate il Read Only Memory n. 1? Beh, che vi piaccia o no, siamo al sequel.
Prendete il libro o qualsiasi altra cosa stiate leggendo (non sia mai che un buono spunto possa venire dai compiti di vostro figlio o dal volantino di Media World) cercate una frase che vi siete segnati oppure prendetene una a casaccio e trascrivetela in commento al post, indicando anche titolo dell'opera e autore.




E se un giorno uscirai di qui, vai da Van Gogh e digli: eccoti i soldi per una scatola di colori e una bottiglia di buon vino, sii felice oggi, non dipingere i Girasoli, i mercanti avranno un argomento in meno, nel museo ci sarà un vuoto nella parete e i miliardari non faranno l'asta per aggiudicarselo. Ma esisterà quel giorno di felicità, il vino e i colori. Il giorno splendido in cui il capolavoro non fu dipinto e il pittore fu felice.

(La traccia dell'angelo - Stefano Benni)

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