30 novembre 2016

Sono seduto in cima a un paradosso



Io ho sempre amato Shakespeare, fin da quando nel lontano 1991, pubblicavo la mia prima battuta su Comix (la rivista caratcea, non l'agenda).

Mi piacerebbe scrivere come Shakespeare, se non altro saprei l'inglese.

Beh, l'inglese ancora non l'ho imparato nonostante Babbel, ma Shakespeare mi garba sempre, anche senza saperlo.
Cercavo infatti l'autore di questa frase Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano, che mi ha folgorato quando l'ho sentita o letta, o boh, ma che non mi ricordavo di chi fosse, e che ti scopro? Che è del Bardo.
Ma ammirate il contesto, forse è ancora più bella incastrata l'ha dove l'ha scolpita l'uomo di Stratford upon Avon:

ROMEO:
Amen, amen. Venga pure qualsiasi dolore, conterà meno della gioia che mi dà un solo minuto della sua presenza. Tu unisci con parole sacre le nostre mani, poi la morte, che divora gli amori, faccia pure ciò che vuole: mi basta poterla chiamare mia.

FRATE LORENZO:
Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco, che si consumano al primo bacio.
Il miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza: assaggiato una volta, ne passa per sempre la voglia.
Amatevi dunque moderatamente, così dura l'amore. Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano.

Ed ecco trovato anche il modo di far (per)durare l'amore.

Bon, ad ogni buon conto, cercavo il paradosso citato perché mi era tornato in mente al sentir quest'altro in tivù.
Un ex-cestista italiano che parla della sua Pesaro, con una limpida naturalezza, e dice:
Se si è troppe cose non si è niente
(Gianfranco Bertini)
Io ne voglio fare un poster, una legge di vita, un verso del vangelo secondo H.
(Bertini con occhiale ante Karim Abdul)



















Mentre il più bel paradosso d'amore pare che sia:
Non sto pensando a te
(Manolo Trinci)




23 novembre 2016

Eccole: le sette fatiche

trail de vie
Intese come le sette giornate della vita più stancanti da un punto di vista fisico. L'ordine di esposizione è cronologico, difficile invece classificarle come intensità, diciamo che non vorrei ripeterne nessuna salvo, forse, il trail di Fontesanta.

12,5 ore di turno al distributore
(16 anni) - Giù a metter benzina nei serbatoi delle auto degli operai delle fabbriche del nord, nell'ultimo sabato di luglio. Ho fatto benzina a uno che era in coda da 11 ore, sì lo so non ci si crede.

L'assalto a Carpegna da militare
(20 anni) - incarico 30A fuciliere assaltatore. Una giornata di assalti dopo una notte trascorsa in bianco a vomitare, preda di attacchi di appendicite (operato pochi mesi dopo d'urgenza). Come intensità è senz'altro il giorno più faticoso della mia vita.

Andorra andata e ritorno in moto
(22 anni) - Una maratona di pieghe con una suzuki 750 di 223 kg e una passeggera. Da Tossa de Mar ad Andorra e ritorno per l'acquisto a prezzo scontato di una Yashica del piffero. Per tre giorni ho camminato parevo la Barbie.

La quadrupla di Natale '87 al forno
(25 anni) - Quando di notte si fa il pane si dice che il sabato è una doppia perché si fa il pane per due giorni. A Natale c'è invece una tripla e si fa il pane per la vigilia, Natale e Santo Stefano. Beh, quell'anno ci fu una quadrupla con la domenica 27 pure festa.

Tracce a profusione
(35 anni) - Scalpello e mazzuolo per un'infinità di ore a diritto a scolpire le tracce per l'impianto elettrico.

Il trail di Fontesanta
(52 anni) - 21 km di salite e discese in mezzo ai boschi a 30 gradi all'ombra in una torrida domenica di giugno. Ho ancora il suo ricordo: la pubalgia canaglia.

Terra da smaltire
(54 anni) - È una roba del mese scorso, 3 metri cubi di terra vangati e portati via un secchio alla volta a 60 passi e 10 scalini di distanza. Si parla di diverse centinaia di secchi. Seconda solo a Carpegna.

21 novembre 2016

La Sedia Enigmistica


Dice qualche mio collega: il decoupage è da donne o da finocchi.
Non ragioniam di lor ma guarda e passa una mano di fondo gesso, dico io.
Ad ogni modo l'ho realizzata, eccola: la Sedia Enigmistica.



Dopo il recente fallimento in bicchieri da bottiglie sono risalito subito in sella per non fossilizzarmi in cadute rovinose di bricolage.
Ho recuperato la sedia a un cassonetto,  prima che se la pigliasse il monnezzaro, ho ricostruito la seduta che era rotta, me la son tenuta tra le palle sei mesi sopportando pure i giustificabili improperi di dolcemetà, e poi, quando ero arrivato sul punto di gettarla via anch'io, l'illuminazione.
Spese? Un vinavil da 2 euro e uno spray fissativo da 10.

16 novembre 2016

Libri da scrivere - n. 5



Se questo è un duomo
Le bonarie prese di ‘ulo tra Brunelleschi e Michelangelo.


La montagna incartata
Maometto riceve un regalo per il suo compleanno, Ma nn gli piace.


I dolori del giovane inverter
Un elettricista gay alle prese con una fastidiosa sciatica.


La coscienza di Zen
Guida per smettere di fumare con il buddismo.


Il grande Grisbi
Un grande biscotto prodotto in un biscottificio della Grande Mela.


Il codice da Linci
Un tizio tiene il pin del bancomat annotato nel portafoglio, ma scritto piccolo.


Siddhartela
Dopo mesi di resistenze una fidanzata decide di lasciarsi andare.


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Altri libri da scrivere: 1 - 2 - 3 - 4

15 novembre 2016

Di bicchieri da bottiglie e referendum

Mi è presa 'sta fissa: ricavare dei bicchieri dalle bottiglie bevute, vino birra coca o quel che è.
Ma niente, nonostante mille tutorial sorbiti giù dal tubo e i mirati consigli di esperti tagliatori di vetro, non riesco a cavar fuori un contenitore degno di essere accostato alle labbra.
Ho anche impiegato risorse economiche e di tempo in quest'impresa che poteva proiettarmi dritto dritto sulla strada di un secondo e redditizio lavoro; non avete idea di quante spose agognino ricevere questi meravigliosi bicchieri di riciclo. Ricordate che per ogni donna, dopo le scarpe e le borse, vengono i bicchieri.
Quello in foto è - finora - il miglior esemplare che sono riuscito a ritagliare ma, devo ammetterlo, fa schifo e dolcemetà mi ha sommerso di sguardi compassionevoli quando me lo sono apparecchiato per la cena.
Tutto nasce da certe bellissime bottiglie che, con tutto che il vetro si ricicla eccetera eccetera, mi dispiace un casino buttare via, tipo quelle dei Mastri Birrai Umbri.


Epperò, nonostante girare per casa con spago, liquido infiammabile e bottiglie mi connota quasi come rivoluzionario e, indubbiamente, faffiga (*), i risultati non si vedono.
Che fare, dunque? Tagliare o non tagliare ancora le bottiglie, questo è il dilemma.
Devo insistere con questa storia cercando di cambiare la costituzione della bottiglia () o devo smettere d'incaponirmi in un'attività per la quale emerge chiaramente che non sono chiavato (No)?
Per decidere ho chiamato gli Italiani alle urne il prossimo 4 dicembre, un personalissimo referendum che mi aiuterà a capire che cosa devo fare.
Non perdete quest'occasione per esercitare il vostro diritto di voto: è la bicchierocrazia.


(*) by Fabio Celenza.

7 novembre 2016

Cronache dal futuro: 4 novembre 2026



Il destino beffardo ha voluto che mentre a Firenze si ricordavano i sessant'anni dall'alluvione del '66, con gli angeli del fango e tutto il resto, un'intero paesino al limitare del capoluogo toscano, Antella, venisse spazzato via da un fenomeno analogo: una piena record del fiume Isone.
Sul banco degli imputati la cementificazione dell'alta valle del torrente avvenuta una decina d'anni fa per liberarsi delle terre scavate per la realizzazione della Terza Corsia dell'A1.
Erano le 9 del mattino quando le acque sono straripate all'altezza del cimitero monumentale e hanno invaso il paese costringendo gli abitanti a riparare ai piani alti delle abitazioni.
Gli Antellesi, uniti già da tempo nel comitato di Cittadinanza Passiva, raggiunti sui tetti delle loro case hanno dichiarato:
- Isone? Non sapevamo che dall'Antella passasse un fiume.
L'ingegnere di Autostrade responsabile del progetto Terza Corsia intervistato in merito ha detto:
- Non potevamo prevedere che piovesse per più di due ore di seguito!
La commissione di geologi ed esperti, che dieci e passa anni fa aveva dato parere favorevole per lo scarico di un milione e mezzo di metri cubi di terra impermeabilizzata, ha preferito rilasciare un comunicato ufficiale:
- Come potevamo immaginare che impermeabilizzare un'area grande solo come 30 campi di calcio e convogliare nel fiume tutte le acque di quella stessa area, impossibilitate a filtrare giù nel terreno, avrebbe potuto avere delle conseguenze? Mica siamo indovini.
Lo storico del paese, Casprini, munito di pinne e di maschera si è precipitato nuotando per le vie invase dall'acqua al fine di girare un avvincente documentario dove viene ripresa, tra l'altro, anche la famigerata salamandrina dagli occhiali che da Franco, all'ottica VederBene, cerca di farsi cambiare la montatura.
L'ex presidente della Commissione Terza Corsia di allora e oggi sindaca, Baragli, ha raccontato che mentre annaspava per tirarsi fuori dal fango che aveva invaso la sua casa gli è rimasto in mano un esemplare di potamon fluviatile; interrogata sull'accaduto ha confessato di aver preso un altro granchio.
Il Morozzi, che al momento dello straripamento era in piazza con il comitato in lotta contro la realizzazione della Nona Corsia, si è salvato a cavalcioni del gazebo. Alle 11:30 è stato avvistato a Pontedera.
L'ex Sindaco Casini, invece, oggi apprezzato Presidente del Consiglio, sceso dalla sua villa di Fiesole per visitare i luoghi del disastro nel suo paese natale, ha avuto parole ottimistiche e rassicuranti per la popolazione:
- Ricostruiremo tutto!

p.s. Questi sono pazzi. Antellesi, andate a vedere quanta acqua scende giù dall'Isone dopo qualche ora di pioggia normale, andate e immaginatela moltiplicata per enne.

3 novembre 2016

Dello stalking al primo contatto in rubrica

(Adone ma non è lui)
Ricordati che quando cacci lo smartphone in tasca può succedere di tutto, compreso l'invio di una foto privata - e non dico altro - a un folto gruppo whatsapp tipo i genitori del calcio o quelli di scuola.
Detto questo, le attività più frequenti svolte da uno smartphone, teoricamente in standby nei vostri calzoni, sono due: foto dell'interno tasca (*) e inoltro di chiamate e/o messaggi al primo nome in rubrica.
Col vecchio telefono, dopo un paio di bonari cazziatoni da parte di Alessio, ho inserito un finto contatto AAA con un fintissimo numero 123456789 cui non inviare per errore msg o chiamate.
Col nuovo niente, anzi ho registrato il contatto di Adone, un tipo qui che gestisce un'impresa familiare di asfaltature e movimento terra.
E il buon vecchio Adone in questi anni l'ho talmente molestato con telefonate involontarie e messaggi (questo ce l'ho ancora su wa: "ma fecce versus xdcc", chissà se l'ha decifrato) che dopo un po' ha capito e ha smesso di rispondermi. Mette direttamente giù.
Va così che succede come nel noto epilogo allupallupico che quando mi serve davvero, Adone, col cavolo che riesco a parlarci.
Dovevo dare una sistemata al giardino tirando via tre metri cubi di terra o giù di lì, un gioco da ragazzi per Adone e le sue infernali macchine, ma lui prima mi ha attaccato sul viso e poi mi ha mandato direttamente in segreteria, che Adone c'ha ottant'anni e figurati se poi la riascolta la segreteria.
Così ho fatto da me e sono quasi morto.

(*) Io ci farei un museo con tutte le foto accidentali scattate nelle nostre tasche dei Jeans, non sono bellissime?


Ma alle donne succede? No perché le foto delle borse devono essere sensazionali.


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