28 settembre 2016

Baggianate alla David Copperfield

(trad. ancora precedente)
Se c’è una cosa che mi piace leggere è Il Giovane Holden (5 carver).
Se c’è una cosa che mi piace rileggere è Il Giovane Holden.
Se c’è una cosa da cui mi piace piluccare delle pagine è Il Giovane Holden.
Se c’è una cosa che da lettore odio sono le traduzioni successive all’originale.
Almeno per i romanzi che ho già letto :)
Ora, c’era bisogno di una seconda traduzione per il capolavoro di Salinger?
Per me è no.
Con tutto che Matteo Colombo è sicuramente bravissimo, chissà mai il migliore, e magari è lui il pescebanana in grado di percepire il vero senso della storia scegliendo un lessico più appropriato, forse più giovane, magari più americano, o quello che volete.
Ho letto solo un paio di pagine in libreria, ma mi sono bastate per farmi non piacere questa operazione.
Sarò conservatore, ottuso, o forse solo stronzo incapace di comprendere, ma io mi sono affezionato alle frasi tradotte per noi poveri italioti da Adriana Motti, le ho fatte mie, e ho un rifiuto forte ad accettarne di diverse.
Facciamo due ipotesi:
1) Adriana Motti ha tradotto il libro perfettamente
In questo caso, la persona che si trova a ritradurre un’opera così nota, deve giocoforza ricercare elementi nel linguaggio e nella costruzione delle frasi che contraddistinguano il suo lavoro da quello precedente (altrimenti non ci sarebbe proprio alcun senso, giusto?), e questa necessità porta fatalmente ad allontanarsi dal senso originario voluto, per Il Giovane, da Salinger.
2) Il lavoro di Adriana Motti è considerato migliorabile
Le frasi dell’Adriana sono comunque mattoni cementati e anche, laddove fossero state imprecise, ormai sono quelle e, per quanto mi riguarda, sono più vere del vero.
Tanto varrebbe allora fare uscire un’edizione come Il terzino nella segale o, chessò, Vita da uomo.

p.s. E alla fine? Dopo aver messo tutti i link mi è venuta una voglia matta di leggerla questa nuova versione, è strana la mente umana.
p.p.s. e comunque, se mi chiamasse Einaudi per ri-ri-ritradurre The Catcher in the rye, ve lo dico, non ce l'avrei la statura morale per dire no. E magari potrei fare una versione in fiorentino:

Se vu volehe davvero senti' questa novella, forse pe' pprima 'osa, 'gnerebbe 'he vi dicessi indò so' naho e come faceva onco la mi' infanzia e icchè facevano i' mi' babbo e la mi' mamma prima che mi partorissano, e tutte 'uelle bischerahe alla Davidde Copperfielde, ma a me un mi garbano miha queste ciance.
Per cominciare, l'è roba che la mi fa innervare, e poi a' mi' genitori gli piglierebbe un par di coccoloni per uno se ciaccolassi a sproposito sulle su' 'ose. Se la pigliano un monte a male per queste faccende, speciarmente i' mi' babbo.
Bellini, un diho di no, ma anco di morto permalosi.
(séguita...)

26 settembre 2016

Molti partecipano, uno vince

Quando arriviamo in ufficio al mattino ognuno canta o fischietta la sua canzone, o magari la fa in lallallà.
Chi l'ha sentita in radio, chi ce l'ha in testa dal giorno prima, chi la suoneria d'un telefono, chi sa solo quella e chi vattelappesca perché, ognuno la sua.
Poi, man mano durante la giornata, si avvia uno scontro durissimo, una sorta di cempionslìg a eliminazione diretta.
I motivi si sfidano in battaglie sanguinose.
A nostra insaputa.
Già verso l'ora di pranzo le arie riprodotte in giro saranno due o tre, ma alla fine della giornata ne resterà solo una.
Non c'è una volontarietà in questo, a volte ti si appiccica quella del collega e a volte gli attacchi te la tua, così senza un motivo razionale.
Poi capita che dalla finestra senti un povero diavolo per strada che squarciagola un bella senz'anima, che lo capisci non è Cocciante manco pe' gnente, epperò c'ha un fascino suo e mette i brividi, irresistibile tra i rumori mezzo affogati e noiosi di un lunedì mattina in città.
E alla sera son tutti lì che adesso spogliati!

23 settembre 2016

Mi dono alla scienza, da vivo però

O alla tecnologia, magari.
Io voglio che mi installino un chip sottopelle con tutte ma tutte le mie info e che possa essere decifrato dai vari lettori installati nel mondo mondiale.
Ben venga il grande grandissimo enorme fratello se in cambio mi fa stare sereno.
Intanto il chippettino dev'essere collegato al mio conto corrente o alla mia carta di credito. Devo pagare una cosa? Avvicino il polso al lettore e via pagata e in sicurezza, manco il pin voglio digitare.
E voglio pagare tutto, dalla spesa alimentare alle risalite a sciare, dal meccanico al caldaista, dal carburante ai caselli autostradali, dal dottore ai ticket sanitari, dai libri di scuola alle tasse varie alle multe.
Che poi sono tutte funzionalità già in uso, ma separate. Voglio dire non siamo in grado di raggruppare in una parte del chip quello che serve per attivare il Dolomiti SuperSkipass, il telepass, la carta della Coop, la tessera sanitaria e via e via?
Poi, ovviamente, il chip deve gestire gli sconti, le promozioni e le offerte, le rateizzazioni, tutte cose banalmente già possibili.
Il chip deve essere programmabile, non è che ci mettiamo sottopelle un apparecchietto statico. La domenica mattina vado a correre, lo passo sotto una macchinetta programmatrice (ma non sarebbe nemmeno necessario) e mi piglia i tempi della corsa.
Vado allo stadio? Sanno dove sono e quando ci sono e se tiro in campo una lattina.
Vado a mensa, mi scala direttamente i soldi e magari mi dà pure suggerimenti su cosa prendere visto che avrà in memoria il risultato delle mie ultime analisi.
Vado in un bar? Manco tiro fuori il portafoglio.
Cambio auto, pago il bollo, vado al ristorante o in farmacia? Tutto registrato.
Alla fine io VOGLIO CEDERE COMPLETAMENTE i dati della mia privacy, dei miei spostamenti e delle mie abitudini, voglio essere tracciato e monitorato in tutto, in cambio non voglio fare più settettrenti, Iseei, autocertificazioni e nemmeno voglio portarmi dietro 300 carte plastificate. Nemmeno voglio parlare se non ho voglia.
E queste sono proprio le prime funzionalità che mi sono venute in mente, le possibilità sono infinite.
Mettetemi stocazzo di chippettino e poi non rompetemi più le palle.
È che poi finisco per diventare volgare.

21 settembre 2016

Non cambiare nulla affinché nulla cambi



Alla scuola italiana il Gattopardo non lega manco le scarpe.
Stamani ce l'ho alta, come si dice dalle nostre parti.
Mi son bastati 3 giorni di scuola media di figlio due per restare basito, esterrefatto, stupito e quel che è peggio DELUSO.
Quaranta lunghissimi anni, una vita, son passati da quando facevo le medie io e non è cambiato nulla. Ma nulla!
Parlo del mio comune, dello stesso plesso scolastico di allora, per il resto d'Italia non lo so di preciso, ma non credo che nella maggioranza dei casi sia molto diverso.
Ancora i libri?
Ma cristodiddìo non trovate la cosa vergognosa a livelli assurdi? Io sì.
Nei 40 anni in assoluto più rivoluzionari nel campo dell'informazione  e della comunicazione per la storia dell'uomo, a scuola, in quello che dovrebbe essere il regno, il nucleo fondante. il big bang di tutto ciò che è studio e informazione, non si è fatto un passo avanti uno?
Siamo un paese indegno.
I nostri ragazzi ancora fruiscono delle, peraltro straordinarie, invenzioni di un contadino sumero di 5.000 anni fa e di un tipografo tedesco del tardo medioevo.
Ma se io adesso ho nello spazio dell'unghia del pollice un magazzino di dati equivalente a quello che si poteva ottenere 40 anni fa con un campo di calcio pieno di computer, vorrà dire qualcosa oppure no? (dico a caso, ma è per capirsi)

Cosa deve succedere? Ma subito.

Oggi:
  • Spendiamo 300 euro di libri l'anno
  • I ragazzi vanno a scuola schiacciati dai loro zaini e spesso senza libri dimenticati o volutamente non presi.

Domani:
  • Spendo 100 euro in un tablet/e-reader
  • Spendo 150 euro di libri in formato e-book (salvaguardando la lobby dell'editoria che guadagno più così che vendendomi il libro stampato)
  • Risparmio 50 euro che diamo ai tipografi che si trovino un altro lavoro
  • Dal secondo anno risparmio 150 euro
  • I ragazzi vanno a scuola (leggeri) con un solo apparecchio che sostituisce TUTTI i libri e - IN PIU' E GRATIS - consente accesso al dizionario e al traduttore.

Per i poco esperti ricordo che sull'ebook si può sottolineare, copiare, ritagliare con una facilità estrema.
E non voglio mettermi ad analizzare altri vantaggi, di minore importanza (forse), che comunque ci sono.

E non si sta parlando di una tecnologia del futuro, si tratta di una tecnologia VECCHIA di dieci anni.
Ma cosa stiamo aspettando?
Ma se non riusciamo a realizzare nemmeno le cose semplici, già bell'e praticamente fatte, come questa (perché sarebbe davvero SEMPLICE), ma dove vogliamo andare?
Tristezza.

E la sapete l'ultima? Nei due giorni in cui fanno ginnastica, ancora si devono portare avanti e indietro le scarpe da ginnastica in una busta. Nemmeno un fetente armadietto comune (non mi azzardo a dire singolo) per tenerci le scarpe da palestra sono riusciti ad installare in 40 anni!
Tristezza al quadrato.

Sono i nostri figli, e guardateli il giorno che vanno a scuola con lo zaino sulle spalle, la busta delle scarpe in una mano e la cartelletta di tecnologia nell'altra... vergogniamoci un po' tutti.

Però una cosa, a guardar bene, è cambiata: il diario imposto. Cioè - non sto scherzando! - hanno fatto stampare un diario uguale per tutti, omologando e appiattendo la personalità di ognuno.
Senza vignette, senza curiosità, senza disegni, proprio anche brutto.
Esagero? Non credo, ma vi ricordate la gioia che era scegliere il diario che ti avrebbe accompagnato per 9 mesi?
Epurati anche Charlie Brown e Cocco Bill.
Tristezza al cubo.

12 settembre 2016

email spam 2.0




Ricevo questa mail da mio cognato:

Oggetto: roba estremamente utile
Ho trovato alcune cose estremamente utili ed è stata una vera scoperta per me, dagli una chance! Puoi trovare maggiori informazioni qui... (segue un link francamente NON cliccabile).

Ora, cari spammatori, che dire? bravi, siete riusciti a comporne una senza errori grammaticali (non come gli spammatori di TIM che ogni mese mi scrivono di "scaricare il fattura" e manco sanno ancora accordare un sostantivo con l'articolo rispettivo) evidentemente avete scoperto i correttori ortografici.
Epperò c'è ancora da lavorare. Prima di farmi arrivare una mail alla stracazzo da mio cognato, dovreste un attimo documentarvi sul lessico che mio cognato usa o potrebbe usare (non l'ho mai sentito dire estremamente in vita sua, figuriamoci se lo scrive, per tacere di chance) o sulla specificità degli argomenti di cui potrebbe trattare con me; troppo facile parlar di cose e di roba.
Per capirsi: mio cognato è al mare in questo momento e ha in prestito il mio tagliasiepi, questo è ciò che dovreste sapere se davvero volete farmi cliccare su quel link che mi formatterà il piccì.
Cordialmente vi saluto e resto in attesa di vostra email spam 3.0:

Ciao, mi s'è rotto il tagliasiepi, avevo pensato di ricomprarti questo che è in offerta alla Conad di Donoratico, guarda se ti va bene (segue link da cliccare all'istante).

9 settembre 2016

Carlsberg probably the best beer in the world



And probably the worst slogan in the world.
Ma voi vorreste bere una birra che probabilmente è la migliore del mondo? Io no davvero, io voglio bere la birra migliore del mondo, pure se ce ne sono centomila.
O, comunque, non berrei mai una birra prodotta da qualcuno che palesa incertezze di giudizio e ragiona per probabilità.
Preferirei bere una birra che si propone così:
Carlsberg: la 7a miglior birra nel mondo.
Direi, beh, non è la prima, ma tra le millemila birre prodotte mi sembra un ottimo risultato, me ne dia una cassa! Anzi due.
Io penso che se un creativo della Sterling Cooper Draper Pryce proponesse un tale slogan a Don Draper, Don in persona lo prenderebbe a calcinculo fino nel Wisconsin.
Andrà tutto bene! (Don Draper)

E niente no, non comprerò più una Carlsberg.

8 settembre 2016

Contro i tagli a

(Firenze, via di Ripoli – set 2016)

CONTRO I TAGLI ALLA VERNICE

Ho una vera passione per il coitus interruptus delle scritte sui muri.
No perché ti lascia una speranza.
È una sentenza che rimane sospesa e che apre un ventaglio di possibili chiusure.
Scegli da te l’adeguata conclusione ché nessuno potrà interferire.

  • Contro i tagli alla scuola
  • Contro i tagli alla salute
  • Contro i tagli alla difesa
  • Contro i tagli ai lavori pubblici
  • Contro i tagli al Senato
  • Contro i tagli a una firma per la droga
  • Contro i tagli a Svegliatevi!
  • Contro i tagli alla stracazzo
  • Contro i tagli alle tele di Fontana
  • Contro i tagli alla gola
  • Contro i tagli a Simona
  • Contro i tagli a...

(continua a piacere)

6 settembre 2016

Andiamo a leggiucchiare

C'è un tipo che legge al paese mio.
Leggiucchia camminando per le vie del borgo, e anche fuori.
Passeggia bel bello sui marciapiedi del circondario, diciamo che possa fare anche 5/6 km a seduta, e legge. Tutti i beati giorni.
Legge di solito dei fascicoli della misura dei volantini con le offerte dei supermercati, ma forse son più riviste di varia natura, per lo più di bassa lega, di quelle che ti puoi trovare nella buca della posta aggratisse o tipo informatori coop, per dire. Non libri, insomma.
E ti capita di vederlo spesso e volentieri, estate e inverno, in questo suo rito.
Badate bene che è uno che ha un lavoro, credo faccia il fornaio tra l'altro, una famiglia invece mi sa di no, sta con la mamma. Avrà ormai quasi una cinquantina d'anni ma sembra uno normale seppure potrebbe avvicinarsi come profilo anche a quello di un serial killer.
Una volta di recente l'ho sentito parlare - eravamo dall'elettrauto - e se non l'avessi saputo di mio non l'avrei detto che era uno che legge a quel modo.
Va a finire che è diventato lo scemo del villaggio per definizione.
E alle cene, ai tè, agli apericena e ai giardini va che spesso si parla di lui.
- Ma quello che legge, ma che è grullo?
- Oh, ma lo conoscete quello che legge?
- Ho visto uno che legge camminando sul marciapiede, ma chi è?
E qui salgo in cattedra io, perché diciamo che, sì, lo conosco. È il fratello minore di una mia compagna di classe, colei che mi ha ispirato questa storia qui, tra le altre cose.
A dirla tutta, è anche il figlio di uno che, quando ero piccolo, mi ha in un certo senso salvato la vita inchiodando con la sua Seicento bianca per non investire quel bambino scriteriato che attraversava la strada dietro alla curva cieca delle monache, io appunto.
Così quando viene fuori l'argomento mi vanto che lo conosco quello che legge, anche se non so se faccio bene.
E poi ieri, tornando a casa, o non ne vedo un altro con un giornale in mano che passeggia come un grullo, sotto il sole, sul marciapiede sconnesso dello stradone di fianco all'ospedale?
Occhio ragazzi: è una malattia è pericolosa stategli lontano è contagiosa.

5 settembre 2016

Dimmi che pizza mangi e ti dirò se sei tirchio



La mia pizza preferita è la marinara.
Solo che sta sempre in cima alla lista, è la meno cara di tutte.
Costa solo 4 o 5 euro e io ordinandola ho paura di passare da taccagno.
Già se vai in pizzeria invece che al ristorante sei il pezzente che deve risparmiare, poi se prendi pure la marinara il quadro è completo.
Allora risolvo ordinando la pizza marinara con l'aggiunta di un'aragosta che, appena arriva la pizza, butto via.

1 settembre 2016

A domanda rispondi - n. 13

Quelli di Comix - che carini! - mi scrivono:

Da settembre in poi regalerai sorrisi capaci di alleviare le fatiche scolastiche di tantissimi studenti e studentesse italiane.

Regalerò sorrisi, pare. Non è magnifico?

Quelle nel cartello giallo con la scritta nera:



E quelle invece no:

La schiena a V è antiestetica?
No, se hai le gambe a X.

Oggi ho visto un ragazzo che mi ha colpita, ma non so perché!?
Perché non ti sei scansata.

Se bacio un'altra donna la mia fidanzata mi può accusare di tradimento? 
No, se non viene a saperlo.

Ho le palpebre violacee, cosa può essere?
Te devi strucca'!

Torino-Budapest in statale, quanto tempo ci metto a una velocità media?
Trovare una fidanzata a Vercelli non è meglio?

Un uomo e una donna possono essere migliori amici?
Sì, ma di altri.



p.s. e accatatevilla l'agenda nuova.
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