Il 4 marzo del 1971 è stato un giorno terribile per me.
Ogni anno è un po' un'angoscia.: vivo molto peggio questa ricorrenza, di quanto posso vivere bene i compleanni, ad esempio.
Ed è un
affaire del quale non amo nemmeno parlare, ovvio.
Ritengo che sia stato il giorno che più ha inciso nella mia formazione di ragazzo prima, e di uomo poi.
Indirettamente ha influito sul mio carattere in maniera pesante e di conseguenza sulla mia vita.
Ho dovuto lottare anni, solo per raggiungere una sorta di acquietamento e per combattere le pieghe che la mia socialità aveva preso e
che non andavano per il verso che avrei voluto.
E lo sapevo, l'ho sempre saputo che molto della mia timidezza, della mia insicurezza e, perché no, della mia infelicità di allora dipendeva
dagli accadimenti di quel giorno.
Ne scrivo per esorcizzare questa pena che ancora mi ravana dentro da qualche parte.
Ero vestito da Zorro e facevo il grullo per casa, così narra la leggenda, quando son caduto e mi sono spaccato 3 denti davanti.
Per prima cosa mi son beccato un
Te l'avevo detto io che non dovevi vestirti da carnevale che siamo già in quaresima!
Poi il dentista il giorno dopo che sentenzia: fino a quando non avrà 16 anni e la bocca avrà smesso di crescere è inutile fare un
lavoro definitivo.
Poi mia mamma, che figurati se ci pensa a farmi un lavoro provvisorio. Costa. È un di più.
Così va il mondo, e per 7 lunghi anni lo affronto da
sdentato.
Anche questa parola devo esorcizzare, così infatti mi chiamò Cecilia, la mia innamoratina delle medie - senza cattiveria, è vero,
scherzavamo e ci prendevamo in giro rubando gli epiteti da un dizionario d'inglese - segnandomi per sempre.
Avete presente le cose che succedono ai ragazzi da 9 a 16 anni?
Ci s'innamora, esame di quinta, si va alle medie nuovi amici, ci s'innamora, si va al corso di tennis nuovi amici, ci s'innamora,
esame di terza media, il motorino, si va alle superiori nuovi amici, ci s'innamora, ci si vede con i vecchi amici delle medie che
portano nuovi amici, ci s'innamora, si comincia a uscire da soli e, manco a dirlo, ci s'innamora.
E tutto questo da sdentato.
Aspettando che la bocca del cazzo smetta di crescere.
D'accordo i miei saranno stati ripresi dalla piena e ignoranti, ma manco un amico che abbia detto loro Ma come lo mandate in giro 'sto citto?
Giuro mi salgono ancora le lacrime se mi ripenso davanti allo specchio del bagno, chiuso dentro, a modellarmi i pezzi di denti mancanti con il
chewingum.
Che poi i denti rotti erano scheggiati in obliquo e, obiettivamente, non era un bel vedere. Chi l'avrebbe mai voluta baciare una bocca
così? Che oltretutto non smetteva di crescere.
Ho temuto che non mi sarei mai fidanzato, che non mi sarei mai sposato (forse per questo son diventato un marito seriale), ho temuto che non sarei mai diventato padre.
È stato il mio medioevo.
E sapete anche perché ho sviluppato la mia passione viscerale per Gigi Riva?
Sì certo perché era l'idolo calcistico per eccellenza e perché è un grande uomo. Ma quand'ero piccolo, e sdentato, avrei voluto essere
proprio come lui
anche perché, quando parlava, il suo labbro superiore non scopriva mai i denti.
Guardatelo, che differenza avrebbe fatto averli interi o averli rotti se fossi riuscito a parlare come Gigi?
Ma niente, non era mica facile.
In alternativa a essere come Riva, avrei voluto essere come mio nonno (un altro Gigi, guarda caso) che praticamente non parlava mai e quindi aveva ben poche necessità di mostrare la dentatura.
L'aspetto peggiore di tutta la faccenda riguarda il riso, il sorriso. Quando ridi non puoi fare a meno di scoprire i tuoi
denti.
Bene, ogni volta che ci stava un sorriso, ogni volta nei 7 famigerati anni, c'era l'
omino dei denti rotti dentro di me che mi diceva Ehi fermo, che fai?
Trattieniti! Metti la mano. Che ti sorridi? Non ricordi che c'hai gli incisivi scheggiati?
Eccome se me lo ricordavo! La Cecilia mi aveva chiamato sdentato, come potevo dimenticarmelo?
Ma all'omino dei denti rotti piace mettere il coltello nella piaga.
E forse nasce un po' da qui il mio desiderio per il fatto che a sorridere siano gli altri. Io ho sempre preferito essere il clown
triste piuttosto che il pubblico divertito. Almeno, non ci sarebbe stato da scoprire i denti davanti.
Ma, alla fine, ci voglio vedere l'aspetto positivo anche in questa storia e non voglio lasciare né voi né me con l'amaro in bocca, in
questa bocca che alla fine ha smesso davvero di crescere, cristosanto.
Non potendo sorridere e non potendo parlare liberamente ogni volta che avrei voluto - ed essendomi innamorato quel fottìo di volte -
ho sempre cercato di sviluppare altre qualità da poter mostrare alle mie belle in particolare o agli altri in generale, ho cercato di
migliorarmi laddove il ragazzino bello col caschetto e 64 denti smaglianti magari non ci pensava nemmeno.
Anche se cercare il lato positivo nella sofferenza è una cosa un po' troppo cristiana, un po' troppo di
quel dio cattivo e noioso
preso andando a dottrina, per poterla avvalorare in pieno.