22 dicembre 2016

Per fare un albero

Ormai il cimitero è un luogo desueto e frequentato per lo più da anziani che vanno a vedere che aria tira.
No, occorre cominciare a pensare alla morte in termini più vivi, senza farsi intimorire dalla contraddizione in termini.
Nessuno dei nostri figli verrà a trovarci al cimitero, diciamolo, e non siamo manco quelle rockstar suicide che attirano visitatori da tutto il mondo, ergo meglio cambiare strategia.
Ogni idea è buona se ci distoglie dal nulla eterno e ci infonde nuova speranza.
In questo senso va bene Gesù, o il lampionismo, ma - perché no? - va benissimo anche reinvegetarsi in un albero.
E non è nemmeno caro, 145$.
Ecco qua, accattatevi un'urna bio per le vostre ceneri, ça va sans dire fatevi cremare e scegliete un beneamato albero in cui volete tornare a vivere, per quanto dovrete cambiare un po' le vostre abitudini, basta cinema, basta il calcetto del giovedì e basta pure le domeniche pomeriggio all'Ikea (comunque morire ha i suoi pannelli lati positivi).
Buttate le fronde al cielo, vantatevi degli anelli che vanno a incrementare il vostro girovita e magari fatevi pisciare dai cani. Vedrete, vi piacerà.

Il problema è quale albero. Quale albero vorreste diventare?
Tante volte nella vita ci chiedono gli animali preferiti (cavallo e rondine), quelli in cui vorremmo incarnarci, ma mai ci prospettano una vista vegetale della tematica.

Un leccio secolare? Un ulivo? O un ginkgo biloba?
Magari ci penso un attimo.

21 dicembre 2016

Se dici sedici


Fra dentisti, muri che crollano, gatti investiti, cani in arrivo, giardini da rifare e incidentini d'auto posso tranquillamente archiviare l'anno come il peggiore da un punto di vista economico della mia vita, se si escludono gli anni in cui ho contratto mutui.
Non ho messo da parte nemmeno un balduino.
Pare un po' un controsenso sperare nel diciassette, ma questo è.

Ma voglio ricordarmi delle cose buone di quest'anno, di alcune almeno:


  • Francesco e il calcio
  • Mad Men
  • Metti un giorno a Roma
  • L'agenda di Comix
  • Torino e il Lingotto
  • I foulard per le maestre
  • Il ritorno al rebus
  • Narcos
  • Il Salento e le pittule di Damiano
  • L'arrivo di Juno
  • Le ore in cucina
  • L'opera del Duomo
  • Metti un giorno a Bologna

16 dicembre 2016

Mannequin challenge a Marassi

(Milic -in bianco- in una perfetta mannequin marcatura)

Cos'altro deve fare un cristiano?
Cose d'ieri:
  • Mi hanno fregato il casco, questo casco;
  • E le moffole che stavano dentro;
  • Ho trascorso ore dalla mamma in sostituzione badante, e non è tutta quella passeggiata;
  • Sono stato pure dal dentista a farmi trapanare!!!
  • E ho ripulito i pozzetti delle acque chiare (si fa per dire) con una pompa e una bacinella, una roba che chi non l'ha fatta non la può manco immaginare;
  • Non ho toccato una donna che fosse una;
  • Niente fumo, niente alcol e niente rock&roll.

E tutto questo per cosa?
Quali altri sacrifici avrei dovuto fare per garantire una vittoria, o un pareggino, alla mia squadra del cuore?
Il dio del calcio non c'è dai, anche se si sapeva.


9 dicembre 2016

E per Natale panettone Motta a sfare



Non lo so chi sia il genio che sta dietro alla pubblicità di quest'anno del Panettone Motta (forse Don Draper?) ma, sta di fatto, che è una piccola opera d'arte.
Uno di quegli spot che vale da solo le notti dei pubblivori insonni dei miei vent'anni.
Ho riso di gusto, ecco, mi capita di rado e come tutte le cose che mi capitano di rado tendo a mitizzarle.
Poi preferire Le Tre Marie è fin troppo facile cavillando sul gusto, ma io voglio premiare chi ha avuto 'sta pensata?
Che poi sapendo che i vegani - i cui fondamenti alimentari vengono bonariamente presi in giro nello spot - sono per loro natura alquanto irritabili, se si è cercata volontariamente la loro reazione (che non si è fatta attendere) allora chapeau proprio.

p.s. e una cosa devo dirla anche alla crociata anti-canditi: i canditi nel panettone sono come il cetriolino di McDonald.

2 dicembre 2016

Italia Sì Italia No Italia gnamme

Mi fanno paura con le loro certezze.
Mi fate paura con le vostre certezze.

Io sono ancora sullo gnamme.
In ogni caso sono qui per il pronostico, non si sa mai l'azzecco e mi pigliano come oracolo in qualche tivù.

Sì   - 53,7%
No - 46,3%






Se volete potete commentare con il vostro di pronostici referendari.

30 novembre 2016

Sono seduto in cima a un paradosso



Io ho sempre amato Shakespeare, fin da quando nel lontano 1991, pubblicavo la mia prima battuta su Comix (la rivista caratcea, non l'agenda).

Mi piacerebbe scrivere come Shakespeare, se non altro saprei l'inglese.

Beh, l'inglese ancora non l'ho imparato nonostante Babbel, ma Shakespeare mi garba sempre, anche senza saperlo.
Cercavo infatti l'autore di questa frase Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano, che mi ha folgorato quando l'ho sentita o letta, o boh, ma che non mi ricordavo di chi fosse, e che ti scopro? Che è del Bardo.
Ma ammirate il contesto, forse è ancora più bella incastrata l'ha dove l'ha scolpita l'uomo di Stratford upon Avon:

ROMEO:
Amen, amen. Venga pure qualsiasi dolore, conterà meno della gioia che mi dà un solo minuto della sua presenza. Tu unisci con parole sacre le nostre mani, poi la morte, che divora gli amori, faccia pure ciò che vuole: mi basta poterla chiamare mia.

FRATE LORENZO:
Queste gioie violente hanno fini violente.
Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco, che si consumano al primo bacio.
Il miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza: assaggiato una volta, ne passa per sempre la voglia.
Amatevi dunque moderatamente, così dura l'amore. Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano.

Ed ecco trovato anche il modo di far (per)durare l'amore.

Bon, ad ogni buon conto, cercavo il paradosso citato perché mi era tornato in mente al sentir quest'altro in tivù.
Un ex-cestista italiano che parla della sua Pesaro, con una limpida naturalezza, e dice:
Se si è troppe cose non si è niente
(Gianfranco Bertini)
Io ne voglio fare un poster, una legge di vita, un verso del vangelo secondo H.
(Bertini con occhiale ante Karim Abdul)



















Mentre il più bel paradosso d'amore pare che sia:
Non sto pensando a te
(Manolo Trinci)




23 novembre 2016

Eccole: le sette fatiche

trail de vie
Intese come le sette giornate della vita più stancanti da un punto di vista fisico. L'ordine di esposizione è cronologico, difficile invece classificarle come intensità, diciamo che non vorrei ripeterne nessuna salvo, forse, il trail di Fontesanta.

12,5 ore di turno al distributore
(16 anni) - Giù a metter benzina nei serbatoi delle auto degli operai delle fabbriche del nord, nell'ultimo sabato di luglio. Ho fatto benzina a uno che era in coda da 11 ore, sì lo so non ci si crede.

L'assalto a Carpegna da militare
(20 anni) - incarico 30A fuciliere assaltatore. Una giornata di assalti dopo una notte trascorsa in bianco a vomitare, preda di attacchi di appendicite (operato pochi mesi dopo d'urgenza). Come intensità è senz'altro il giorno più faticoso della mia vita.

Andorra andata e ritorno in moto
(22 anni) - Una maratona di pieghe con una suzuki 750 di 223 kg e una passeggera. Da Tossa de Mar ad Andorra e ritorno per l'acquisto a prezzo scontato di una Yashica del piffero. Per tre giorni ho camminato parevo la Barbie.

La quadrupla di Natale '87 al forno
(25 anni) - Quando di notte si fa il pane si dice che il sabato è una doppia perché si fa il pane per due giorni. A Natale c'è invece una tripla e si fa il pane per la vigilia, Natale e Santo Stefano. Beh, quell'anno ci fu una quadrupla con la domenica 27 pure festa.

Tracce a profusione
(35 anni) - Scalpello e mazzuolo per un'infinità di ore a diritto a scolpire le tracce per l'impianto elettrico.

Il trail di Fontesanta
(52 anni) - 21 km di salite e discese in mezzo ai boschi a 30 gradi all'ombra in una torrida domenica di giugno. Ho ancora il suo ricordo: la pubalgia canaglia.

Terra da smaltire
(54 anni) - È una roba del mese scorso, 3 metri cubi di terra vangati e portati via un secchio alla volta a 60 passi e 10 scalini di distanza. Si parla di diverse centinaia di secchi. Seconda solo a Carpegna.

21 novembre 2016

La Sedia Enigmistica


Dice qualche mio collega: il decoupage è da donne o da finocchi.
Non ragioniam di lor ma guarda e passa una mano di fondo gesso, dico io.
Ad ogni modo l'ho realizzata, eccola: la Sedia Enigmistica.



Dopo il recente fallimento in bicchieri da bottiglie sono risalito subito in sella per non fossilizzarmi in cadute rovinose di bricolage.
Ho recuperato la sedia a un cassonetto,  prima che se la pigliasse il monnezzaro, ho ricostruito la seduta che era rotta, me la son tenuta tra le palle sei mesi sopportando pure i giustificabili improperi di dolcemetà, e poi, quando ero arrivato sul punto di gettarla via anch'io, l'illuminazione.
Spese? Un vinavil da 2 euro e uno spray fissativo da 10.

16 novembre 2016

Libri da scrivere - n. 5



Se questo è un duomo
Le bonarie prese di ‘ulo tra Brunelleschi e Michelangelo.


La montagna incartata
Maometto riceve un regalo per il suo compleanno, Ma nn gli piace.


I dolori del giovane inverter
Un elettricista gay alle prese con una fastidiosa sciatica.


La coscienza di Zen
Guida per smettere di fumare con il buddismo.


Il grande Grisbi
Un grande biscotto prodotto in un biscottificio della Grande Mela.


Il codice da Linci
Un tizio tiene il pin del bancomat annotato nel portafoglio, ma scritto piccolo.


Siddhartela
Dopo mesi di resistenze una fidanzata decide di lasciarsi andare.


---------------------------
Altri libri da scrivere: 1 - 2 - 3 - 4

15 novembre 2016

Di bicchieri da bottiglie e referendum

Mi è presa 'sta fissa: ricavare dei bicchieri dalle bottiglie bevute, vino birra coca o quel che è.
Ma niente, nonostante mille tutorial sorbiti giù dal tubo e i mirati consigli di esperti tagliatori di vetro, non riesco a cavar fuori un contenitore degno di essere accostato alle labbra.
Ho anche impiegato risorse economiche e di tempo in quest'impresa che poteva proiettarmi dritto dritto sulla strada di un secondo e redditizio lavoro; non avete idea di quante spose agognino ricevere questi meravigliosi bicchieri di riciclo. Ricordate che per ogni donna, dopo le scarpe e le borse, vengono i bicchieri.
Quello in foto è - finora - il miglior esemplare che sono riuscito a ritagliare ma, devo ammetterlo, fa schifo e dolcemetà mi ha sommerso di sguardi compassionevoli quando me lo sono apparecchiato per la cena.
Tutto nasce da certe bellissime bottiglie che, con tutto che il vetro si ricicla eccetera eccetera, mi dispiace un casino buttare via, tipo quelle dei Mastri Birrai Umbri.


Epperò, nonostante girare per casa con spago, liquido infiammabile e bottiglie mi connota quasi come rivoluzionario e, indubbiamente, faffiga (*), i risultati non si vedono.
Che fare, dunque? Tagliare o non tagliare ancora le bottiglie, questo è il dilemma.
Devo insistere con questa storia cercando di cambiare la costituzione della bottiglia () o devo smettere d'incaponirmi in un'attività per la quale emerge chiaramente che non sono chiavato (No)?
Per decidere ho chiamato gli Italiani alle urne il prossimo 4 dicembre, un personalissimo referendum che mi aiuterà a capire che cosa devo fare.
Non perdete quest'occasione per esercitare il vostro diritto di voto: è la bicchierocrazia.


(*) by Fabio Celenza.

7 novembre 2016

Cronache dal futuro: 4 novembre 2026



Il destino beffardo ha voluto che mentre a Firenze si ricordavano i sessant'anni dall'alluvione del '66, con gli angeli del fango e tutto il resto, un'intero paesino al limitare del capoluogo toscano, Antella, venisse spazzato via da un fenomeno analogo: una piena record del fiume Isone.
Sul banco degli imputati la cementificazione dell'alta valle del torrente avvenuta una decina d'anni fa per liberarsi delle terre scavate per la realizzazione della Terza Corsia dell'A1.
Erano le 9 del mattino quando le acque sono straripate all'altezza del cimitero monumentale e hanno invaso il paese costringendo gli abitanti a riparare ai piani alti delle abitazioni.
Gli Antellesi, uniti già da tempo nel comitato di Cittadinanza Passiva, raggiunti sui tetti delle loro case hanno dichiarato:
- Isone? Non sapevamo che dall'Antella passasse un fiume.
L'ingegnere di Autostrade responsabile del progetto Terza Corsia intervistato in merito ha detto:
- Non potevamo prevedere che piovesse per più di due ore di seguito!
La commissione di geologi ed esperti, che dieci e passa anni fa aveva dato parere favorevole per lo scarico di un milione e mezzo di metri cubi di terra impermeabilizzata, ha preferito rilasciare un comunicato ufficiale:
- Come potevamo immaginare che impermeabilizzare un'area grande solo come 30 campi di calcio e convogliare nel fiume tutte le acque di quella stessa area, impossibilitate a filtrare giù nel terreno, avrebbe potuto avere delle conseguenze? Mica siamo indovini.
Lo storico del paese, Casprini, munito di pinne e di maschera si è precipitato nuotando per le vie invase dall'acqua al fine di girare un avvincente documentario dove viene ripresa, tra l'altro, anche la famigerata salamandrina dagli occhiali che da Franco, all'ottica VederBene, cerca di farsi cambiare la montatura.
L'ex presidente della Commissione Terza Corsia di allora e oggi sindaca, Baragli, ha raccontato che mentre annaspava per tirarsi fuori dal fango che aveva invaso la sua casa gli è rimasto in mano un esemplare di potamon fluviatile; interrogata sull'accaduto ha confessato di aver preso un altro granchio.
Il Morozzi, che al momento dello straripamento era in piazza con il comitato in lotta contro la realizzazione della Nona Corsia, si è salvato a cavalcioni del gazebo. Alle 11:30 è stato avvistato a Pontedera.
L'ex Sindaco Casini, invece, oggi apprezzato Presidente del Consiglio, sceso dalla sua villa di Fiesole per visitare i luoghi del disastro nel suo paese natale, ha avuto parole ottimistiche e rassicuranti per la popolazione:
- Ricostruiremo tutto!

p.s. Questi sono pazzi. Antellesi, andate a vedere quanta acqua scende giù dall'Isone dopo qualche ora di pioggia normale, andate e immaginatela moltiplicata per enne.

3 novembre 2016

Dello stalking al primo contatto in rubrica

(Adone ma non è lui)
Ricordati che quando cacci lo smartphone in tasca può succedere di tutto, compreso l'invio di una foto privata - e non dico altro - a un folto gruppo whatsapp tipo i genitori del calcio o quelli di scuola.
Detto questo, le attività più frequenti svolte da uno smartphone, teoricamente in standby nei vostri calzoni, sono due: foto dell'interno tasca (*) e inoltro di chiamate e/o messaggi al primo nome in rubrica.
Col vecchio telefono, dopo un paio di bonari cazziatoni da parte di Alessio, ho inserito un finto contatto AAA con un fintissimo numero 123456789 cui non inviare per errore msg o chiamate.
Col nuovo niente, anzi ho registrato il contatto di Adone, un tipo qui che gestisce un'impresa familiare di asfaltature e movimento terra.
E il buon vecchio Adone in questi anni l'ho talmente molestato con telefonate involontarie e messaggi (questo ce l'ho ancora su wa: "ma fecce versus xdcc", chissà se l'ha decifrato) che dopo un po' ha capito e ha smesso di rispondermi. Mette direttamente giù.
Va così che succede come nel noto epilogo allupallupico che quando mi serve davvero, Adone, col cavolo che riesco a parlarci.
Dovevo dare una sistemata al giardino tirando via tre metri cubi di terra o giù di lì, un gioco da ragazzi per Adone e le sue infernali macchine, ma lui prima mi ha attaccato sul viso e poi mi ha mandato direttamente in segreteria, che Adone c'ha ottant'anni e figurati se poi la riascolta la segreteria.
Così ho fatto da me e sono quasi morto.

(*) Io ci farei un museo con tutte le foto accidentali scattate nelle nostre tasche dei Jeans, non sono bellissime?


Ma alle donne succede? No perché le foto delle borse devono essere sensazionali.


27 ottobre 2016

L’arma impropria di ripiegare i lenzuoli


Mariti, compagni, figli che siete chiamati dalle donne di casa a dare una mano per ripiegare i lenzuoli – ve lo dico – non ce la potete fare.
Quello che per un maschio è perfettamente indifferente – lo piego di qua / lo piego di là – per la femmina è una questione di vita o di morte.
Tu metti la mano destra in alto e la sinistra in basso? E non va bene, era il contrario.
La volta dopo, memore del fatto, inverti la mano ma non va ancora bene, era il contrario del contrario.
E non provare a chiedere spiegazioni, probabile che Ella ti rifili una pappardella sul diritto/rovescio, sul ricamo o più probabilmente la smorfia del che te lo dico a ffa’ tanto poi non capisci.
Ma perché? Perché non c’è una regola. Anzi sì, ce n’è una e solo una: come fai sbagli, esatto.
E indurti in errore, sbatterti in faccia la tua incapacità in lenzuoleria la fa stare meglio. Ergo, lascia perdere.
E non fare lo spiritoso impuntandoti sul tuo senso di piega come fosse imposto dal divino, magari scuotendo il lenzuolo bello che intrecciato e cercando di far cambiare mani a lei, è un’ironia che ti si ritorcerebbe presto contro.
Abbozza! Non darle spago.
Devi solo allenarti a cambiare mano velocemente, solo questo: TAC TAC, quella che era giù va su e viceversa, così la lascerai allibita e, suo malgrado, disarmata.


p.s. per estremo atto di misericordia taceremo sulle regole che dovrebbero determinare la piegatura dei lenzuoli con gli angoli.

19 ottobre 2016

Alla fine aveva ragione lui

(chissà se lei ha lo stesso problema)
Il Leo, il mio amico del cuore, che quando comprai 400 lire di elastici alla Upim - avevamo 15 anni - mi disse: O che te ne fai di tutti questi elastici? Son soldi buttati.

C'era sempre stato un problema di reperibilità elastici a casa mia, fin da cuando era pequeño.
È andata che gli elastici dell'Upim non li ho finiti mai, erano davvero una paccata, ma a un certo punto sono come scaduti, mezzo imporrati e mezzo induriti. Inservibili.
Fu così che a trent'anni mi ritrovai in una selva oscura e priva di elastici. In più mi martellava il pensiero di avere buttato della pecunia con un acquisto davvero poco oculato.
Fatto sta che non ho più comprato elastici a chili, c'era la vocina di Leo che mi si ripresentava in testa, a mo' di coscienza elastica.

Epperò il problema non l'ho risolto e ogni volta che mi serve un elastico, ancora oggi nella mia casa di adesso, devo raschiare il fondo di mille cassettini svuotatasche nella spesso vana e casuale ricerca di questi anellini dalla varia circonferenza e dalla forma estensibile.

18 ottobre 2016

One St3pNy Beyond

(noto youtuber al Piazzale Michelangelo)
C'è sempre un momento nella vita di un uomo (padre o figlio che sia) in cui la forbice delle aspirazioni paterne e dei desideri filiali si apre a V in una feroce premonizione di lontananza che non lascia intravedere la possibilità di una richiusura ma, più facilmente, quella di una fatale resa.
Per me - da figlio - è stato quando ho comunicato a mio babbo che sarei andato a lavorare di notte a impastar farina, quando lui mi avrebbe sempre visto in banca a contar soldi, benché di altri.
Per me - da padre - è stato stamani.
- Babbo, sai cosa voglio diventare?
E lì il tempo collassa e un secondo reale si veste da infinito con la mente che scandaglia a mo' di Terminator tra tutte le possibili risposte:

- Astronauta?
- Ingegnere?
- Medico della mutua?
- Biologo marino?
- Nutrizionista
- Calciatore?
- Velina?



Fine del time collapse.
- No, cosa?
- Voglio diventare il duemilionesimo iscritto di uno youtuber: St3pNy (la grafia l'ho gugolata adesso).

Ora premesso che youtuber è chi lo youtuber fa ma che non ho niente contro tali mitologiche creature delle quali fino a ieri praticamente ignoravo l'esistenza o almeno ne sottovalutavo la loro dimensione come forza-lavoro mi chiedo se non sarebbe meglio puntare almeno a scalzare 'sto St3pNy e a buttare giù nel tubo roba che induca non due ma tre milioni di pischelli a cliccare sul tasto iscriviti di un canale tuo. (in questa frase ho avuto difficoltà a posizionale le virgole, ve ne lascio alcune qua: ,,,,,, mettetele un po' dove vi pare)
Ma diventare uno youtuber non è una priorità, pare, solo essere il duemilionesimo iscritto ha un valenza al momento.
E c'è tutto un algoritmo che il France ha studiato - almeno quello! - e che gli fa prevedere, con ragionevole certezza, un tempo di un paio di giorni per il raggiungimento dei 2 milioni di iscritti  al canale del nostro (adesso: 1.997.633) e quindi niente di più facile che stare lì attaccato allo smartcoso in attesa dell'ora ics.

Comunque questa dello youtuber io me la segno e l'aggiungo alla lista di cose che si possono fare anche da vecchi, lista che per adesso contiene: Leggere / Nuotare / Guardare la Premier League.

13 ottobre 2016

Hombre zafferano


(modellate la polpetta come se fosse una parte di voi)

Questo non è un blog di ricette, no.
Tuttavia ci piace cucinare a noi della Linea.
E ci piace anche l'effetto ratatouille e la folgorante intuizione che può scaturire da una madeleine in quella ricerca di noi stessi, o di noi stessi imbevuti in un tè o in un periodo della nostra vita nostalgicamente migliore di oggi.
Arrivo così al pastel de bacalhau, che mi aiuta a rivivere, nella decadente ma vigorosa rinascita di Lisbona, un momento di ferie, burroso e felice.
Ora, se siete a Lisbona, andate al Museu da Cerveja in Praça do Comércio e mangerete i migliori pastel della galassia, oppure seguite queste mie dritte e... Andrà tutto bene (cit. Don Draper).

Ricetta x 4 persone
400 gr di baccalà
500 gr patate
2 (o quante ne servono) uova
1 cipolla piccola
olio extravergine di oliva
un mazzetto di prezzemolo
pepe
noce moscata
olio per friggere (girasole)
formaggio (taleggio)

Metti a mollo il baccalà (24/48 ore prima)
Cuoci le patate intere con la buccia in acqua bollente salata per 40-45 minuti (o in pentola a pressione per 10). In un’altra pentola lessa il baccalà in acqua (non salata) per 15 minuti.
Soffriggi la cipolla tritata fina con un filo d’olio EVO. Se serve aggiungi un po' d'acqua calda perché la cipolla resti morbida e non bruciacchiata.
Scola le patate, sbucciale e schiacciale.
Scola il baccalà, spellalo e togli le lische, se le trovi, sfilacciandolo finemente con le dita.
In una ciotola mescola insieme il baccalà sfilacciato, le patate schiacciate, la cipolla rosolata, il prezzemolo tritato, un po’ di pepe e la noce moscata. Aggiungi un uovo alla volta e mescola bene prima di aggiungere il successivo (se devi ammorbidire di poco aggiungi solo il tuorlo).
L'impasto deve risultare morbido ma non troppo umido, passalo in frigo per una mezz'ora per compattarlo meglio.
Assaggia e aggiusta di sale.
Forma le polpettine con l’impasto aiutandoti con due cucchiai e inserendo in mezzo un listello di formaggio che si possa fondere durante la friggitura.
(certo Lei era più brava)
La ricetta ufficiale parla di queso de serra (formaggio di montagna), io ho messo il taleggio, ma si può osare anche con un cacio più forte (gorgonzola arrivo!).
Friggi in abbondante olio, scola e mangia.

p.s. leggenda vuole che per cucinare il baccalà in Portogallo esistano 365 ricette, una per ogni giorno dell'anno, e che una ragazza in cerca di marito le debba conoscere tutte. Dài, bimbe, cominciamo da questa.
(guardali dentro bellini)


6 ottobre 2016

E quando Il Dormiglione si sveglierà saranno cazzi per tutti

La contraddizione radicale pare diventata un'arte in tutti i luoghi in tutti i laghi.
E non mi riferisco nemmeno a ipotetici pontidimessina e ai loro opportunisti fan o detrattori.

I miei figli per esempio, da neonati metterli giù in carrozzina per dormire era un momento delicato con tutto l'ambaradan delle morti bianche a incombere. Ebbene, il primo andava rigorosamente poggiato a pancia in giù e faccia leggermente girata, nel caso vomitasse, per evitare il soffocamento; ma solo 16 anni dopo le regole dettate dai pediatri e dai vari vangeli della materia tipo "Insieme" spiegavano di come fosse caldamente consigliato poggiarlo a pancia su. Misteri della nanna!

Qualche anno fa in ufficio da noi venne fuori che fare le scale era pericoloso e ancora i cartelli son lì a intimidirti.

Allora vado in ascensore, ingenuamente pensi, ma ecco la sorpresa: nell'elevatore ti trovi un bell'adesivo che ti consiglia le scale:.

Il classico can per l'aia che non abbaia e si morde la coda con la convivenza di due comportamenti auspicati ma antitetici. Va a finire che il modo più sicuro per spostarsi da un piano all'altro diventa la tuta alare.


Comunque resto in attesa del 2173 e del risveglio del dormiglione, con i dettami che usciranno dal pool dei migliori scienziati del mondo, quando scopriremo che l'olio di palma è un toccasana, che il fritto è consigliabile quelle tre quattro volte a settimana, che la verdura è puro veleno e che i pocket coffee sono diventati obbligatori per legge.

4 ottobre 2016

Svelata l'identità di Anonimo Italiano

In questi giorni tutti la trovano una scusa per parlare di Elena Ferrante, e la Linea non è da meno.
Pure Bettarini la rammenta al suo confessore pugile Clemente Russo infilandola nell'elenco delle signore con le quali si sarebbe fatto beffe di Simona sua sposa:
- Aho, Clemente, e poi me so' fatto pure Elena Ferrante.
- E chi è?
- Questo non lo so davvero.
- Ma magari era Domenico Starnone? (*)
- Ora che ci penso... ci sta.

Certo che al cospetto della misteriosa autrice de L'amica Geniale fanno sorridere i patetici tentativi di occultamento d'identità nel panorama musicoleggeriale italiano di qualche decennio fa.
Poco resse l'imitatore mascherato di Baglioni di cui al titolo, e meno ancora gli Audio 2 che per un pomeriggio si vociferò che fossero nientemeno che il figlio di Mina e il figlio di Battisti messisi assieme per un probabilissimo LP dal titolo Figlio di Mina canta Figlio di Lucio.

(*) Pole Clemente Russo conoscere Domenico Starnone? No! Sì! S'apre i' dibattito!

28 settembre 2016

Baggianate alla David Copperfield

(trad. ancora precedente)
Se c’è una cosa che mi piace leggere è Il Giovane Holden (5 carver).
Se c’è una cosa che mi piace rileggere è Il Giovane Holden.
Se c’è una cosa da cui mi piace piluccare delle pagine è Il Giovane Holden.
Se c’è una cosa che da lettore odio sono le traduzioni successive all’originale.
Almeno per i romanzi che ho già letto :)
Ora, c’era bisogno di una seconda traduzione per il capolavoro di Salinger?
Per me è no.
Con tutto che Matteo Colombo è sicuramente bravissimo, chissà mai il migliore, e magari è lui il pescebanana in grado di percepire il vero senso della storia scegliendo un lessico più appropriato, forse più giovane, magari più americano, o quello che volete.
Ho letto solo un paio di pagine in libreria, ma mi sono bastate per farmi non piacere questa operazione.
Sarò conservatore, ottuso, o forse solo stronzo incapace di comprendere, ma io mi sono affezionato alle frasi tradotte per noi poveri italioti da Adriana Motti, le ho fatte mie, e ho un rifiuto forte ad accettarne di diverse.
Facciamo due ipotesi:
1) Adriana Motti ha tradotto il libro perfettamente
In questo caso, la persona che si trova a ritradurre un’opera così nota, deve giocoforza ricercare elementi nel linguaggio e nella costruzione delle frasi che contraddistinguano il suo lavoro da quello precedente (altrimenti non ci sarebbe proprio alcun senso, giusto?), e questa necessità porta fatalmente ad allontanarsi dal senso originario voluto, per Il Giovane, da Salinger.
2) Il lavoro di Adriana Motti è considerato migliorabile
Le frasi dell’Adriana sono comunque mattoni cementati e anche, laddove fossero state imprecise, ormai sono quelle e, per quanto mi riguarda, sono più vere del vero.
Tanto varrebbe allora fare uscire un’edizione come Il terzino nella segale o, chessò, Vita da uomo.

p.s. E alla fine? Dopo aver messo tutti i link mi è venuta una voglia matta di leggerla questa nuova versione, è strana la mente umana.
p.p.s. e comunque, se mi chiamasse Einaudi per ri-ri-ritradurre The Catcher in the rye, ve lo dico, non ce l'avrei la statura morale per dire no. E magari potrei fare una versione in fiorentino:

Se vu volehe davvero senti' questa novella, forse pe' pprima 'osa, 'gnerebbe 'he vi dicessi indò so' naho e come faceva onco la mi' infanzia e icchè facevano i' mi' babbo e la mi' mamma prima che mi partorissano, e tutte 'uelle bischerahe alla Davidde Copperfielde, ma a me un mi garbano miha queste ciance.
Per cominciare, l'è roba che la mi fa innervare, e poi a' mi' genitori gli piglierebbe un par di coccoloni per uno se ciaccolassi a sproposito sulle su' 'ose. Se la pigliano un monte a male per queste faccende, speciarmente i' mi' babbo.
Bellini, un diho di no, ma anco di morto permalosi.
(séguita...)

26 settembre 2016

Molti partecipano, uno vince

Quando arriviamo in ufficio al mattino ognuno canta o fischietta la sua canzone, o magari la fa in lallallà.
Chi l'ha sentita in radio, chi ce l'ha in testa dal giorno prima, chi la suoneria d'un telefono, chi sa solo quella e chi vattelappesca perché, ognuno la sua.
Poi, man mano durante la giornata, si avvia uno scontro durissimo, una sorta di cempionslìg a eliminazione diretta.
I motivi si sfidano in battaglie sanguinose.
A nostra insaputa.
Già verso l'ora di pranzo le arie riprodotte in giro saranno due o tre, ma alla fine della giornata ne resterà solo una.
Non c'è una volontarietà in questo, a volte ti si appiccica quella del collega e a volte gli attacchi te la tua, così senza un motivo razionale.
Poi capita che dalla finestra senti un povero diavolo per strada che squarciagola un bella senz'anima, che lo capisci non è Cocciante manco pe' gnente, epperò c'ha un fascino suo e mette i brividi, irresistibile tra i rumori mezzo affogati e noiosi di un lunedì mattina in città.
E alla sera son tutti lì che adesso spogliati!

23 settembre 2016

Mi dono alla scienza, da vivo però

O alla tecnologia, magari.
Io voglio che mi installino un chip sottopelle con tutte ma tutte le mie info e che possa essere decifrato dai vari lettori installati nel mondo mondiale.
Ben venga il grande grandissimo enorme fratello se in cambio mi fa stare sereno.
Intanto il chippettino dev'essere collegato al mio conto corrente o alla mia carta di credito. Devo pagare una cosa? Avvicino il polso al lettore e via pagata e in sicurezza, manco il pin voglio digitare.
E voglio pagare tutto, dalla spesa alimentare alle risalite a sciare, dal meccanico al caldaista, dal carburante ai caselli autostradali, dal dottore ai ticket sanitari, dai libri di scuola alle tasse varie alle multe.
Che poi sono tutte funzionalità già in uso, ma separate. Voglio dire non siamo in grado di raggruppare in una parte del chip quello che serve per attivare il Dolomiti SuperSkipass, il telepass, la carta della Coop, la tessera sanitaria e via e via?
Poi, ovviamente, il chip deve gestire gli sconti, le promozioni e le offerte, le rateizzazioni, tutte cose banalmente già possibili.
Il chip deve essere programmabile, non è che ci mettiamo sottopelle un apparecchietto statico. La domenica mattina vado a correre, lo passo sotto una macchinetta programmatrice (ma non sarebbe nemmeno necessario) e mi piglia i tempi della corsa.
Vado allo stadio? Sanno dove sono e quando ci sono e se tiro in campo una lattina.
Vado a mensa, mi scala direttamente i soldi e magari mi dà pure suggerimenti su cosa prendere visto che avrà in memoria il risultato delle mie ultime analisi.
Vado in un bar? Manco tiro fuori il portafoglio.
Cambio auto, pago il bollo, vado al ristorante o in farmacia? Tutto registrato.
Alla fine io VOGLIO CEDERE COMPLETAMENTE i dati della mia privacy, dei miei spostamenti e delle mie abitudini, voglio essere tracciato e monitorato in tutto, in cambio non voglio fare più settettrenti, Iseei, autocertificazioni e nemmeno voglio portarmi dietro 300 carte plastificate. Nemmeno voglio parlare se non ho voglia.
E queste sono proprio le prime funzionalità che mi sono venute in mente, le possibilità sono infinite.
Mettetemi stocazzo di chippettino e poi non rompetemi più le palle.
È che poi finisco per diventare volgare.

21 settembre 2016

Non cambiare nulla affinché nulla cambi



Alla scuola italiana il Gattopardo non lega manco le scarpe.
Stamani ce l'ho alta, come si dice dalle nostre parti.
Mi son bastati 3 giorni di scuola media di figlio due per restare basito, esterrefatto, stupito e quel che è peggio DELUSO.
Quaranta lunghissimi anni, una vita, son passati da quando facevo le medie io e non è cambiato nulla. Ma nulla!
Parlo del mio comune, dello stesso plesso scolastico di allora, per il resto d'Italia non lo so di preciso, ma non credo che nella maggioranza dei casi sia molto diverso.
Ancora i libri?
Ma cristodiddìo non trovate la cosa vergognosa a livelli assurdi? Io sì.
Nei 40 anni in assoluto più rivoluzionari nel campo dell'informazione  e della comunicazione per la storia dell'uomo, a scuola, in quello che dovrebbe essere il regno, il nucleo fondante. il big bang di tutto ciò che è studio e informazione, non si è fatto un passo avanti uno?
Siamo un paese indegno.
I nostri ragazzi ancora fruiscono delle, peraltro straordinarie, invenzioni di un contadino sumero di 5.000 anni fa e di un tipografo tedesco del tardo medioevo.
Ma se io adesso ho nello spazio dell'unghia del pollice un magazzino di dati equivalente a quello che si poteva ottenere 40 anni fa con un campo di calcio pieno di computer, vorrà dire qualcosa oppure no? (dico a caso, ma è per capirsi)

Cosa deve succedere? Ma subito.

Oggi:
  • Spendiamo 300 euro di libri l'anno
  • I ragazzi vanno a scuola schiacciati dai loro zaini e spesso senza libri dimenticati o volutamente non presi.

Domani:
  • Spendo 100 euro in un tablet/e-reader
  • Spendo 150 euro di libri in formato e-book (salvaguardando la lobby dell'editoria che guadagno più così che vendendomi il libro stampato)
  • Risparmio 50 euro che diamo ai tipografi che si trovino un altro lavoro
  • Dal secondo anno risparmio 150 euro
  • I ragazzi vanno a scuola (leggeri) con un solo apparecchio che sostituisce TUTTI i libri e - IN PIU' E GRATIS - consente accesso al dizionario e al traduttore.

Per i poco esperti ricordo che sull'ebook si può sottolineare, copiare, ritagliare con una facilità estrema.
E non voglio mettermi ad analizzare altri vantaggi, di minore importanza (forse), che comunque ci sono.

E non si sta parlando di una tecnologia del futuro, si tratta di una tecnologia VECCHIA di dieci anni.
Ma cosa stiamo aspettando?
Ma se non riusciamo a realizzare nemmeno le cose semplici, già bell'e praticamente fatte, come questa (perché sarebbe davvero SEMPLICE), ma dove vogliamo andare?
Tristezza.

E la sapete l'ultima? Nei due giorni in cui fanno ginnastica, ancora si devono portare avanti e indietro le scarpe da ginnastica in una busta. Nemmeno un fetente armadietto comune (non mi azzardo a dire singolo) per tenerci le scarpe da palestra sono riusciti ad installare in 40 anni!
Tristezza al quadrato.

Sono i nostri figli, e guardateli il giorno che vanno a scuola con lo zaino sulle spalle, la busta delle scarpe in una mano e la cartelletta di tecnologia nell'altra... vergogniamoci un po' tutti.

Però una cosa, a guardar bene, è cambiata: il diario imposto. Cioè - non sto scherzando! - hanno fatto stampare un diario uguale per tutti, omologando e appiattendo la personalità di ognuno.
Senza vignette, senza curiosità, senza disegni, proprio anche brutto.
Esagero? Non credo, ma vi ricordate la gioia che era scegliere il diario che ti avrebbe accompagnato per 9 mesi?
Epurati anche Charlie Brown e Cocco Bill.
Tristezza al cubo.

12 settembre 2016

email spam 2.0




Ricevo questa mail da mio cognato:

Oggetto: roba estremamente utile
Ho trovato alcune cose estremamente utili ed è stata una vera scoperta per me, dagli una chance! Puoi trovare maggiori informazioni qui... (segue un link francamente NON cliccabile).

Ora, cari spammatori, che dire? bravi, siete riusciti a comporne una senza errori grammaticali (non come gli spammatori di TIM che ogni mese mi scrivono di "scaricare il fattura" e manco sanno ancora accordare un sostantivo con l'articolo rispettivo) evidentemente avete scoperto i correttori ortografici.
Epperò c'è ancora da lavorare. Prima di farmi arrivare una mail alla stracazzo da mio cognato, dovreste un attimo documentarvi sul lessico che mio cognato usa o potrebbe usare (non l'ho mai sentito dire estremamente in vita sua, figuriamoci se lo scrive, per tacere di chance) o sulla specificità degli argomenti di cui potrebbe trattare con me; troppo facile parlar di cose e di roba.
Per capirsi: mio cognato è al mare in questo momento e ha in prestito il mio tagliasiepi, questo è ciò che dovreste sapere se davvero volete farmi cliccare su quel link che mi formatterà il piccì.
Cordialmente vi saluto e resto in attesa di vostra email spam 3.0:

Ciao, mi s'è rotto il tagliasiepi, avevo pensato di ricomprarti questo che è in offerta alla Conad di Donoratico, guarda se ti va bene (segue link da cliccare all'istante).

9 settembre 2016

Carlsberg probably the best beer in the world



And probably the worst slogan in the world.
Ma voi vorreste bere una birra che probabilmente è la migliore del mondo? Io no davvero, io voglio bere la birra migliore del mondo, pure se ce ne sono centomila.
O, comunque, non berrei mai una birra prodotta da qualcuno che palesa incertezze di giudizio e ragiona per probabilità.
Preferirei bere una birra che si propone così:
Carlsberg: la 7a miglior birra nel mondo.
Direi, beh, non è la prima, ma tra le millemila birre prodotte mi sembra un ottimo risultato, me ne dia una cassa! Anzi due.
Io penso che se un creativo della Sterling Cooper Draper Pryce proponesse un tale slogan a Don Draper, Don in persona lo prenderebbe a calcinculo fino nel Wisconsin.
Andrà tutto bene! (Don Draper)

E niente no, non comprerò più una Carlsberg.

8 settembre 2016

Contro i tagli a

(Firenze, via di Ripoli – set 2016)

CONTRO I TAGLI ALLA VERNICE

Ho una vera passione per il coitus interruptus delle scritte sui muri.
No perché ti lascia una speranza.
È una sentenza che rimane sospesa e che apre un ventaglio di possibili chiusure.
Scegli da te l’adeguata conclusione ché nessuno potrà interferire.

  • Contro i tagli alla scuola
  • Contro i tagli alla salute
  • Contro i tagli alla difesa
  • Contro i tagli ai lavori pubblici
  • Contro i tagli al Senato
  • Contro i tagli a una firma per la droga
  • Contro i tagli a Svegliatevi!
  • Contro i tagli alla stracazzo
  • Contro i tagli alle tele di Fontana
  • Contro i tagli alla gola
  • Contro i tagli a Simona
  • Contro i tagli a...

(continua a piacere)

6 settembre 2016

Andiamo a leggiucchiare

C'è un tipo che legge al paese mio.
Leggiucchia camminando per le vie del borgo, e anche fuori.
Passeggia bel bello sui marciapiedi del circondario, diciamo che possa fare anche 5/6 km a seduta, e legge. Tutti i beati giorni.
Legge di solito dei fascicoli della misura dei volantini con le offerte dei supermercati, ma forse son più riviste di varia natura, per lo più di bassa lega, di quelle che ti puoi trovare nella buca della posta aggratisse o tipo informatori coop, per dire. Non libri, insomma.
E ti capita di vederlo spesso e volentieri, estate e inverno, in questo suo rito.
Badate bene che è uno che ha un lavoro, credo faccia il fornaio tra l'altro, una famiglia invece mi sa di no, sta con la mamma. Avrà ormai quasi una cinquantina d'anni ma sembra uno normale seppure potrebbe avvicinarsi come profilo anche a quello di un serial killer.
Una volta di recente l'ho sentito parlare - eravamo dall'elettrauto - e se non l'avessi saputo di mio non l'avrei detto che era uno che legge a quel modo.
Va a finire che è diventato lo scemo del villaggio per definizione.
E alle cene, ai tè, agli apericena e ai giardini va che spesso si parla di lui.
- Ma quello che legge, ma che è grullo?
- Oh, ma lo conoscete quello che legge?
- Ho visto uno che legge camminando sul marciapiede, ma chi è?
E qui salgo in cattedra io, perché diciamo che, sì, lo conosco. È il fratello minore di una mia compagna di classe, colei che mi ha ispirato questa storia qui, tra le altre cose.
A dirla tutta, è anche il figlio di uno che, quando ero piccolo, mi ha in un certo senso salvato la vita inchiodando con la sua Seicento bianca per non investire quel bambino scriteriato che attraversava la strada dietro alla curva cieca delle monache, io appunto.
Così quando viene fuori l'argomento mi vanto che lo conosco quello che legge, anche se non so se faccio bene.
E poi ieri, tornando a casa, o non ne vedo un altro con un giornale in mano che passeggia come un grullo, sotto il sole, sul marciapiede sconnesso dello stradone di fianco all'ospedale?
Occhio ragazzi: è una malattia è pericolosa stategli lontano è contagiosa.

5 settembre 2016

Dimmi che pizza mangi e ti dirò se sei tirchio



La mia pizza preferita è la marinara.
Solo che sta sempre in cima alla lista, è la meno cara di tutte.
Costa solo 4 o 5 euro e io ordinandola ho paura di passare da taccagno.
Già se vai in pizzeria invece che al ristorante sei il pezzente che deve risparmiare, poi se prendi pure la marinara il quadro è completo.
Allora risolvo ordinando la pizza marinara con l'aggiunta di un'aragosta che, appena arriva la pizza, butto via.

1 settembre 2016

A domanda rispondi - n. 13

Quelli di Comix - che carini! - mi scrivono:

Da settembre in poi regalerai sorrisi capaci di alleviare le fatiche scolastiche di tantissimi studenti e studentesse italiane.

Regalerò sorrisi, pare. Non è magnifico?

Quelle nel cartello giallo con la scritta nera:



E quelle invece no:

La schiena a V è antiestetica?
No, se hai le gambe a X.

Oggi ho visto un ragazzo che mi ha colpita, ma non so perché!?
Perché non ti sei scansata.

Se bacio un'altra donna la mia fidanzata mi può accusare di tradimento? 
No, se non viene a saperlo.

Ho le palpebre violacee, cosa può essere?
Te devi strucca'!

Torino-Budapest in statale, quanto tempo ci metto a una velocità media?
Trovare una fidanzata a Vercelli non è meglio?

Un uomo e una donna possono essere migliori amici?
Sì, ma di altri.



p.s. e accatatevilla l'agenda nuova.

31 agosto 2016

Ho detto due


Ero in farmacia per comprare un collirio a mia mamma, stavo per pagare - una transazione normalissima tra un libero uomo e una libera azienda - quando a un certo punto ho detto “due”.
Ma senza un motivo, così, pescando da chissà dove e chissà cosa.



 - Due.
 - Allora gliene do due?
 - No, perché due?
 - È lei che ha detto due.
 - Io?
Qui ho fatto mente locale e mi sono reso conto che la farmacista era nel giusto, avevo appena detto due.
 - Ah, sì ma mi riferivo…
Ho provato a dire mentre pensavo ora mi viene perché ho detto due così glielo spiego e passo meno da bischero.
Tra l'altro ad ascoltare c'erano pure due altri dottori nullafacenti che se la ridevano sotto le barbe mettendomi una determinata pressione e rendendomi incapace di articolare alcunché.
E invece nulla, l’ho dovuta chiudere così, dicendo boh speriamo che mi torni in mente cos’era questo due.
E niente, con tutto che è passata qualche ora dall'episodio, ormai ho rinunciato a capire. Probabile un brutto sintomo d’invecchiamento o magari, rileggendo il dialogo nonsense, un abnorme omaggio a Gene Wilder.

30 agosto 2016

Dimmi come mangi il cocomero e ti dirò chi sei


Eh sì perché dalla tecnica, dai tempi e dai modi in cui ti fai fuori l’anguria, il melone rosso o come diamine vogliamo chiamarlo, si capiscono un sacco di cose.
James Hunt in un’intervista su Grand Hotel nel 1977 (la mia bibbia di allora) dichiarava che per capire le donne le faceva guidare… io nel mio piccolo, vi consiglio, se volete saperne di più su una persona, di portarla a mangiare il cocomero.

1 – Lo taglio prima in tanti piccoli pezzi, tolgo tutti i semi e solo dopo me lo gusto in santa pace, magari con una forchettina perché mi sono anche già sciacquato le mani e il contatto mi dà pure un po’ fastidio. (profilo Rain man)

2 – Mi prendo la classica fetta tagliata a mezzaluna e l’affronto solo ed esclusivamente a morsi, dal centro verso l’esterno; mi fermo solo quando vedo il bianco. (profilo Ronald Reagan)

3 – Coltello e forchetta, taglio la fetta via via, da un lato verso l’altro, come viene senza pormi troppe domande. Non faccio più caso nemmeno ai semi. (profilo Siddharta)

4 – Mangio prima la parte che sta più vicina all’esterno (ci sono varie tecniche adottabili allo scopo) e mi lascio in fundo la parte più dulcis, quella che sta al centro del frutto. (profilo Furio di Magda)

5 – Inizio dalla parte più dolce e penso di mangiare solo quella o poco più, poi però mi piace e vado un po’ più a fondo, e poi continuo ancora e gli ultimi bocconi sono in parte rossi e in parte bianchi.(profilo Pinocchio).

6 – Tolgo i semi lo frullo e lo bevo. (profilo Beatrix Kiddo)

7 – La tua tecnica non è prevista tra le precedenti. (profilo Ecce Bombo)


Profilo Rain man
La precisione e la puntualità sono il tuo punto forte. E il tuo punto debole. Probabilmente da piccolo facevi passare il tempo contando nella tua testa da uno a...
Sei metodico, pieno di te e anche un po' misantropo. Troppo spesso, quando servirebbe davvero, non riesci a lasciarti andare.
Odi i ritardatari, ma di più odi chi tollera i ritardatari.




Profilo Ronald Reagan

Quando senti che il mondo finirà le sue risorse nel 2050 pensi chissenefrega tanto morirò prima. Ti godi la vita senza troppe preoccupazioni, odi la politica e i politici.
Sei come un bimbo alla scoperta del mondo, il problema più grande è che non sei più un bimbo.
In coda in auto sei il primo che suona il clacson. La sera nel tuo letto però però ti accorgi che niente ti sta dando davvero soddisfazione.
Tirare il freno a mano e vivere un po' la noia, questo ti sarebbe davvero utile.



Profilo Siddharta
La pigli così, anche se non è stato facile. In anni passati hai mangiato cocomeri seguendo altre tecniche ma alla fine hai capito che non valeva la pena arrovellarsi sul metodo, ciò che contava davvero era il succo.
La tua forza sta nella pacatezza e nella riflessione. Sei arrivato, potrebbero dirti che muori domani e continueresti a fare quello che stai facendo adesso.
Sei vegetariano, almeno potenzialmente.





Profilo Furio di Magda
Il tuo cervello è un labirinto, tu sei il topo e sai che per arrivare al formaggio c'è una e una sola strada. E quella vuoi percorrere. Gli altri ti possono seguire o abbandonare, poco importa, non riusciranno a distoglierti dai tuoi abiettivi.
Obiettivi che puntualmente raggiungerai tutti, ma guardali bene... ne valeva davvero la pena?
Un paio d'ali, anche di cera, per volar via dal labirinto, questo ti servirebbe, ma non lo ammetterai mai.




Profilo Pinocchio
Sei il classico sfacciato che sta sulle palle un po' a tutti, quello che ha il coraggio di fare nella vita solo ciò che gli piace.
O almeno ci provi. La tua forza vera sta nel riconoscere un errore, nell'ammetterlo, e nel riuscire a salire sul cazzoso sgabello per guardare la vita, o quel che è, da un'altra prospettiva.
Nell'intimo sei un tenerone ma non ti piace che si sappia in giro.




Profilo Beatrix Kiddo
Venire al punto. La concretezza è il tuo mantra. Poche ciance, fai quello che serve quando serve.
Sei forte e debolissimo. Controllare le emozioni e metterle al servizio dei tuoi pensieri questa è la tua filosofia di vita.
Finché non esplode il frullatore può anche funzionare.








Profilo Ecce Bombo
Il tuo ego confina con l'Austria. Anche meno, verrebbe da dire. Sei il bastian contrario per definizione, ami il paradosso fine a se stesso.
Il classico bambino da infanzia felice che ha imparato ad allacciarsi le scarpe a dodici anni, cresciuto nella bambagia e con il cordone ombelicale ancora attaccato a mammà..
Per te conta solo distinguersi dagli altri quando invece spesso ti converrebbe nasconderti.

3 agosto 2016

Dei mestoli in silicone


Hai inventato i mestoli in silicone?
Game, set, match!
Il nobel è tuo, cazzo.
Il pulitzer, l’oscar, il bancarella e il premio regia televisiva.
Caro cristo, chiunque tu sia, sei un fottuto genio e ogni giorno ti mando un pensiero.
Mi spiace solo che mi sa che non ce l’hai dei diritti su questa idea meravigliosa - non so perché ma mi sembra complicato (qualcuno ha notizie più precise?) - mi spiace perché se c’è uno che si merita una villa con piscina a Beverly Hills, quello sei tu!

6 giugno 2016

50 sfumature di cancello grigio


L’altro giorno ho visto un cancello bianco panna che mi faceva molto film della Archibugi, molto liberty.
(Che poi non so quasi nulla dell’Archibugi né dello stile liberty)
Bello, ho pensato. Lo voglio anch’io, ho pensato.
A casa ho un cancellino pedonale e un cancellone, entrambi grigi.
Mi chiedo perché.
Allora ci fo caso, mi guardo attorno con attenzione nei giorni seguenti e vedo solo e soltanto cancelli grigi.
Mi richiedo perché?
Ma siamo stati invasi dai cancelli grigi? Ci hanno colonizzato?
Non me lo spiego.
Fantastico di ritinteggiare il tutto, di bianco panna.
Oppure - perché limitarsi? - di giallo, o di rosso. Magari di azzurro vivo.
Mi è tornato in mente quando, da piccolo, mio padre mi faceva verniciare la ringhiera (eh sì, caro Tom, ho avuto anch’io la mia bella staccionata da dipingere): prima mano di minio in sfolgorante arancio e poi, ça va sans dire, seconda mano di grigio.
E mi chiedevo perché coprire quello splendido arancio con dell'anonimo grigio.
Non sarebbe un mondo migliore se l’antiruggine fosse grigio e tutti i cancelli arancioni?

25 maggio 2016

Terre di scavo nella valle dell'Isone


Non nel mio nome.
Oggi sono serio, oltreché avvilito.
Se me lo raccontassero non ci crederei.
Dalle mie parti stanno per cominciare i lavori di ampliamento all'Autostrada del Sole con la realizzazione della terza corsia (tratto Fi Sud - Incisa).
Iniziamo col dire che il lavoro è stato programmato sulla base di uno studio sul traffico datato 1997 e che adesso, dati certificati alla mano, non sarebbe più necessario, ma i soldi dice sono già stati stanziati (si parla di 400 milioni) e il mondo degli appalti reclama la sua fetta promessa.
La realizzazione di quest'opera porterà - tra lo scavo della nuova Galleria sotto San Donato in Collina e sbancamenti vari - a dover smaltire terre di scavo per un totale di 1 milione e 300 mila metri cubi.
L'idea geniale di Autostrade, dolosamente appoggiata dall'amministrazione locale (nonché nascosta ai cittadini per 4 lunghi anni), è quella di smaltire queste terre seppellendo una valle incontaminata: è la valle da dove sorge il fiume Isone, che poi attraversa l'abitato di Antella (la ridente cittadina della foto che non ha per niente voglia di ridere).
Domani, in Conferenza dei Servizi, a Roma, sarà definitivamente varato questo scempio ambientale che, giocoforza, porterà all'ennesimo dissesto idrogeologico italiano.
Le terre di scavo saranno trattate con calce, rese inerti a possibili presenze di agenti inquinanti, conseguentemente impermeabilizzate e gettate a murare e seppellire per sempre una bellissima area del nostro territorio che diventerà, per ben 24 ettari, pertinenza autostradale recintata.
Una Pompei dei giorni nostri, però fortemente voluta dall'uomo.
(Anche se "uomo", in questo caso, mi sembra sinceramente esagerato, visto che non c'è niente di razionale in questo progetto)
Come se Genova, o anche Firenze (vedi il crollo del Lungarno di stamani), fossero città di altri pianeti proprio, di altre galassie.
Come se non dovessimo rendere conto di quello che combiniamo ai nostri figli, ai nostri nipoti o anche solo a madre natura stessa.
Mi permetto di linkare un prezioso documentario (grazie a Massimo Casprini) su questa valle che scomparirà per sempre, un filmato che - ahimè - diventerà STORIA e testimonierà alle generazioni future cosa c'era laddove la bellezza fu sepolta per sempre.
E no, se me lo raccontassero non ci crederei.

19 maggio 2016

Canzoni stondate - (2)


Canzoni stondate
Smussiamo gli angoli dei più noti brani musicali ricavandone una versione deviata che, per fortuna, non è mai stata scritta.
(Canzoni stonate - Gianni Morandi)

Amarsi in Po
Una giovane coppia si ferma con la sua auto ad amoreggiare sulle rive del Po. Sul più bello si accorgeranno di non aver tirato il freno a mano.
(Amarsi un po’ - Lucio Battisti)

Senza tek o con tek
La tormentata scelta del parquet angoscia una giovane coppietta che sta progettando  il proprio nido d'amore.
(Senza te o con te - Annalisa Minetti)

S’oli!
…le briciole nel letto. E basta con la bruschetta prima di alzarsi!
(Soli - Adriano Celentano)

Silvia, la Sai!
Un tipo s'incazza a morte con sua moglie rea di essersi scordata di pagare l'assicurazione sulla casa. Un incendio li manderà in rovina.
(Silvia lo sai? - Luca Carboni)

Com’è bello far l’amore da Vieste in giù
Sempre meno italiani dimostrano di saper apprezzare le gioie del sesso.
(Com’è bello far l’amore da Trieste in giù - Raffaella Carrà)

Eppur mi son scordato di ten
Un ragazzetto interrogato ad inglese sui numeri, passa inspiegabilmente da nine a eleven. La maestra gli darà five.
(Eppur mi son scordato di te - Formula Tre)

Ho messo IVA
Un ligio artigiano spiega ad un suo cliente il perché dell'inaspettato sforamento del preventivo. D'altra parte se quello si ostina a volere la fattura…
(Ho messo via - Ligabue)

Il bullo di Simone
L’evoluzione criminale del bullo della scuola che dopo qualche anno si darà alla rapina a mano armata. Suo il tipico "Butta in aria le mani!"
(Il ballo di Simone - Giuliano e i Notturni)

Ad Esso tu
Fermati pure a questo distributore, io vado all'Agip che c'ho la tessera per la raccolta punti premio.
(Adesso tu - Eros Ramazzotti)



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...