30 novembre 2014

Del diario vissuto di Giovanna (10)

Una sera tu mi dicesti così abbracciandomi: "Sai Gianna quando per la prima volta atraversai la tua grande aia, che mi portava sotto il tetto dell'amore", e abbracciandomi ancora più forte; "Gianna tu sei tutto per me se io non avessi te anche per confidarmi tante cose Gianna io io..."
Sì Neno forse ai ragione, perché anchio o provate tante gioie che ai provate te amore mio.
"Ma Gianna quando atraverserò la tua grande aia il giorno che ti porterò a vivere con me per sempre all'ora sarà la gioia più bella, perché all'ora sarai per sempre mia e non ti lascerò mai più".
E parlando di queste cose era commosso come lo ero io, pensando a quel giorno che sarà il più bello della nostra vita "Le Nozze".
Molti dicono chi va a sposarsi va a impiccarsi, in vece non deve essere così per noi, il nostro matrimonio deve essere pieno d'amore per tutta la vita.
Vero! Tesoro caro.

Come a fatto presto a passare questi mesi, mi pare ieri che ti o imparato a conoscere e invece è passato tutto l'estate, in un soffio, perché il cardo non si è neppure sentito quest'anno, forse gli avremmo fatto paura noi.
Ecco di già passata anche la vendemmia ed è incominciato il mese di ottobre e così finisce le belle giornate, si incomincerà a vedere gli alberi spogli, e le giornate brutte che non farà che piovere.
Insomma lasciammo stare la pioggia, l'inverno, e parlammo di noi due che ci si vuol tanto bene e mai ci verremo a noia perché ci si saprà amare e comprendere, che il nostro amore straboccherà dalla felicità.
E quando Neno saremo in casa e siamo di già sposati e le giornate non faranno che piovere, tu mi terrai nelle tue braccia stretta stretta e lì sogneremo insieme il nostro avenire, e parleremo dei nostri baci più belli, della nostra casa, dei nostri bimbi, e così via.
Come sarà bello all'ora amarsi ed amare, e farsi amare anche dai nostri bimbi, come abbiamo amato i nostri genitori.
E la nostra felicità sarà grande quando sognando raggiungeremo la realtà vera e all'ora forse ci parrà di sognare ancora.
Ma tu mi risveglierai coi tuoi baci e le tue parole e tu mi dirai "Gianna guarda non sognammo più il nostro sogno si è avverato, dopo tanti sospiri ti o sposata, tu sei veramente mia tutta mia".
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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno
- Se un giorno mi avverasse
- Mi bacia sulla bocca e baci e baci 
- Quando non c'è la partita di calcio manca tutto 
- Perché l'amore sarà al centro di tutto
- Qui intrecciammo la lilla 
- Montaccino si chiamava il posto dove tu stavi

27 novembre 2014

Convertitevi!

Ogni volta che ho avuto bisogno, lui c'era. C'era sempre.
Era con me ogni sera, prima che mi addormentassi, ad ascoltare le mie preghiere e le mie riflessioni, talvolta i miei ringraziamenti.
C'era per illuminarmi la via.
C'era ogni volta che mi sono innamorato e ne ho parlato con lui.
C'era ogni volta che ho pianto, per un tradimento, un dolore, una perdita.
Era lì, rassicurante, nelle notti dei giorni duri.
Era lì mentre cullavo i miei propositi di vita, ed era lì quando li ho disattesi.
Era lì durante le notti insonni dalle infinite discussioni.
Ed era lì nelle notti delle coccole ai cuccioli tormentati dalla febbre.
E c'era negli attimi sfocati a cavallo tra la veglia e il sonno, quando ho messo a fuoco progetti travolgenti in grado di cambiare la mia vita e il mondo, gli stessi progetti già così falliti solo la mattina dopo.
E c'era senza farsi notare nei pomeriggi afosi di sesso e sudore.
Mi ha osservato silente tutte le volte che ero davvero troppo convinto di una scelta. Mi ha lasciato sbagliare e mi ha fatto crescere.
Mi ha incoraggiato e mi ha dissuaso, spinto e frenato.
C'era per darmi una dritta, tutte le volte che la mia anima si era persa per un sentiero troppo buio.
Sapeva tutto di me, ogni mio sogno, ogni rimorso e ogni rimpianto.
Conosceva le mie donne e ogni libro che ho letto.
Anche quando non potevo vederlo direttamente non ho mai dubitato che fosse lì, al di là della tapparella, a fare il suo lavoro.
C'era, e non ho mai sentito il bisogno di andare a scriverlo sui ponti autostradali.
Poi niente, una mattina grigia e nebbiosa son venuti gli operai del Comune e l'hanno sostituito, ne hanno messo uno a led a luce fredda, più basso, che non riesco a vedere quando sono sdraiato a letto, un nuovo lampione che non sa niente di me.

Affàcciati alla finestra e trova il tuo lampione... prima che lui trova te. Convèrtiti al Lampionismo, continuerai a dormire in santa pace la domenica mattina, a innaffiare di birra le tue salsicce e nessuno che vorrà farti una predica.

25 novembre 2014

La Morte Sospesa - Touching the Void

Qui si spoilera, ve lo dico, una vera e propria pioggia di spoiler come dio, o chi per lui, la manda.
Se hai intenzione di leggere il libro ti do due consigli. Uno, inizia direttamente dalle parole di Joe Simpson saltando tutte le varie copertine, la prefazione e la premessa; secondo, smetti di leggere ADESSO questo post.

Dalla Seconda di copertina
Nel giugno 1985, due alpinisti britannici, il venticinquenne Joe Simpson e il suo compagno di cordata, Simon Yates, hanno appena raggiunto la vetta del Siula Grande (6536 metri) nelle Ande peruviane, salendo per la prima volta la parete Ovest. Colti, sulla cima, da una violenta bufera, i due scendono lungo una ripida parete innevata, ma Simpson perde un appoggio e precipita su una roccia rompendosi una gamba. Yates cerca di calarlo per seracchi di ghiaccio con laboriose manovre di corda. Nonostante il gelo e l'oscurità tutto sembra procedere fino a quando non accade l'imprevisto: la parete è interrotta da uno strapiombo sotto il quale Joe si trova appeso, inerme. Simon non riesce a issarlo e rischia di venire trascinato anche lui nel vuoto…

Mi fermo, anche se il testo prosegue, qui mi è già venuta voglia di posare il volume se sono in libreria.
L’ebook non ha la seconda di copertina, almeno quello.

Dalla Prefazione di Mirella Tenderini (aprile 2011), 4 pagine
La morte sospesa è un libro diverso che si colloca tra i libri di alpinismo soltanto perché quando Joe Simpson, già infortunato, precipitò nel vuoto atterrando miracolosamente su una cengia di neve soffice…

per poi insistere con un vero e proprio riassunto di tutta la vicenda con una dovizia di particolari inquietante.

Dall’Introduzione di Chris Bonington (1988), 2 pagine
... una delle storie di sopravvivenza più straordinarie che abbia mai letto… Dal momento in cui Joe cadendo si rompe una gamba, fino alla fine della sua solitaria odissea, quando arriva strisciando al campo base…

Ed ecco che anche l’ultima sorpresina se ne va, e la lettura del testo dell’autore ancora non è cominciata.

Poi – FINALMENTE – prende il via La Morte Sospesa di Joe Simpson, ma è tardi, in eccezione al meglio rispetto al mai.

Davvero non riesco a comprendere una scelta editoriale così decisa e così - come dire? - SBAGLIATA. È l’unico aggettivo con il quale riesco a qualificarla.
E non che presentare una storia vera debba introdurre una sorta di tolleranza allo spoiler o, peggio, auspicarla. Non è un articolo di cronaca che per esigenze giornalistiche deve essere sintetizzato già nelle poche parole usate per il titolo, qui si tratta di vendere più copie possibili di un libro, nell’interesse di Simpson e dell’editore (Corbaccio), e l’assurda zappata che si danno sui piedi ferisce fatalmente anche il lettore.

Su Repubblica del 26 ottobre scorso esce Non dirmi come va a finire, un pezzo spregiudicato ed ironico di Gabriele Romagnoli sulla questio spoiler.
SPOILER alert: al termine di questo articolo, in Brasile, una donna morirà. E quindi, che si fa: si smette di leggere perché la fine è nota? O si prosegue per scoprire che cosa c'entra una casalinga di Recife con l'anticipazione di una trama?

Cominciamo col dire che l’incipit scelto da Romagnoli è furbescamente fuorviante e tende a generare empatia per lo spoiler, però truccando le carte. Lo spoiler è tale perché anticipa qualcosa sull’oggetto di discussione (romanzo, film, o articolo di giornale in questo caso) non perché propone divinazioni più o meno scontate su fenomeni che magari si realizzeranno sì, ma in tutt’altri contesti.

Detto ciò il pezzo prosegue:
Due amici si incontrano uno ha già visto la nuova stagione di True Detective l’altro no. Cosa succederà? Ecco l’era dello spoiler. Un tempo, da Star Wars a Psycho si riusciva a proteggere il colpo di scena. Ora viviamo in una ucronia(*) collettiva. Libri, film e serie tv fluiscono in uno spazio-tempo che elude i confini, rimbalza da satelliti, cade nella rete. La fruizione non è più guidata ma libera.
...
... chi non sa che Ulisse torna a casa e fa un massacro?

Ma anche il paragone con l’Odissea non è rispettoso di un’analisi oggettiva, perché spoilerare un classico non ha e non può avere la valenza di spoilerare un film che ancora deve uscire o il finale di una serie TV.
Ci sono da fare considerazioni sui tempi anche. Si parla, ad esempio, de Il Sesto Senso e di come la produzione impose l’assoluto riserbo sulla pellicola per preservare l’effetto sorpresa allo spettatore, ma paradossalmente adesso lo spoiler su quel film è depenalizzato e se incontri qualcuno che non l’ha ancora visto sei quasi autorizzato e tenuto a spifferarglielo, a mo’ di punizione.
Romagnoli chiude con una riflessione sulla vita…
...poiché la nostra esistenza soggiace all’unico spoiler ineludibile, viviamo eludendo il quando e il come ma non il se.

Particolare anche la visione di Guia Soncini, sulla pagina accanto, che scaglia un vero e proprio attacco contro i lagnoni dello spoiler, oltre a esporre la sua teoria di ideale lettura:
L'estate della seconda media la passai a leggere tutti i romanzi di Agatha Christie. Tutti con lo stesso metodo: prima la lista dei personaggi che c'era all'inizio; poi le ultime cinque pagine, quelle in cui miss Marple o Poirot svelavano l'assassino; infine il libro dall'inizio: sapendo già chi erano i cattivi e a chi dovevo fare attenzione, potevo godermi la storia senza concentrarmi sui personaggi sbagliati.

Ma qui siamo all’eresia pura, lascio ad altri il compito di santinquisire.

In definitiva sarei davvero curioso di conoscere le motivazioni che hanno portato Corbaccio a confezionare la storia di Joe Simpson così, magari chiedo.

(*) ucronia, devo dire, è bello.

p.s. Simpson e Yates a tutt’oggi restano gli unici alpinisti ad avere scalato la parete ovest del Siula Grande.
edit p.s. avete provato a intonare Touching the void al ritmo di Pump up the volume? Secondo me funziona.

24 novembre 2014

Twittura mista: #cinerima

Prendete un titolo di film e mettetelo in rima senza alterarne il senso, non più di tanto almeno, ed ecco quello che può saltare fuori:

Smetto quando ho detto

L'uomo che diceva: "Psss psss... lo sai?" ai cavalli bai

127 orette

Non è una frazione per chi è già in pensione

Lo troveremo 'stocazzo di Nemo

Pensavo... amore, pol'esse'? Invece era un calesse.

Indagine su un cittadino adamantino

Figli d'un creato subordinato

C'era una volta nella terra natia di John Travolta

Di nuovo niente sul fronte d'occidente

L'uomo che non diede chance a Liberty Valance

Anche i cherubini mangiano i fagiolini

Chi ha incastrato il coniglio animato
L'ultima tentazione del Figlio del Padrone
@overlooki

Il postino suona sempre un casino
@mxtrulli

Atto coatto
@Zu_Janu

Il ritratto di Dorian disfatto
@caro_viola

Profondo rubicondo
@fiorenzosss

Agrume meridionale dal funzionamento non manuale
@TizianoMinuti

L'affettivo il brutto e il cattivo
Il fascino discreto dell'alto ceto
@ninninedda

20 novembre 2014

P'anda' 'n Cina

Ma ve la ricordate quella pazza della mi' nipote, no che quella l'è pazza davvero... la piglia e la parte, spesso da sola, e gira il globo terracqueo come non ci fosse un tra cinque minuti.
In capo a un anno l'è stata nella Terra del Fuoco a vedere il Perito Moreno, nel Sudest asiatico un paio di volte perché aveva perso le foto del primo giro, in gabbia con le tigri, a mangiare grilli e cavallette, sperduta in Scandinavia a caccia dell'aurora boreale, in Lettonia non chiedetemi a far che, a catafiondarsi giù in un bungee jumping artigianale che mammamìa, in cima a Punta Penia sulla Marmolada.
Ora l'è in Cina e ci uozzappa robe meravigliose che van dalle muraglie ai pandi, situazioni anche un po' surreali per uno come me che ha vissuto il doppio dei suoi anni ma ha girato meno dellaa metà.
Diciamo che sulla qualità delle foto si può ancora lavorare, deve aver usato il filtro dagherrotipo.
Quanto ai testi, riceviamo e fedelmente pubblichiamo, in anteprima assoluta anche rispetto ai suoi aggiornamenti di stato su Faccialibro che restano in attesa di connessioni migliori.

Dalla Cina con uozzap: "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita..." come il sommo poeta anche questo viaggio principia dai gironi più bassi per arrivare alle somme rote... treni, sputi, bambini che pisciano nelle piazze e cagano nei bus nelle buste di plastica, colazioni con zampe di gallina -unghie comprese- lesse e teste di pesce con salsa piccante, sputi, bagni intasati, di nuovo treno per molte ore, troppe, vicoli bui, cani che ti ringhiano e inseguono nelle risaie, uomini impolverati di terracotta, noodles, hot pot, riso alla cantonese, miele da sgranocchiare, noodles, lumache, ravioli al vapore, maiale, riso e fagioli con banano, biscotti con uovo sodo e miele, bacchette, sacchetti di plastica come piatti, pannocchie nere, succo di cocco, succo di bambù e soprattutto succo di mais, noodles, thè, e poi che dire... chilometri... non so quanti ma tanti in treno, aereo, piedi, bus, bici, metropolitana, macchina, treno, motorino, sempre e solo treno, fare di prima mattina yoga al tempio con le cinesi, balli in riva al fiume con altre cinesi, innamorarsi della muraglia cinese ed avere una voglia irrefrenabile di volerla fare tutta, scalini, macchina con sconosciuti, Hua Shan con la neve, scalini, 2 gradi...22 gradi, risaie, galline, cascate, rocce, musica cinese, luci strobo e fluo, candele, lanterne, buio, caos, il silenzio, il suono della natura, biglietti d'amore lasciati accanto a te sul treno con traduzione della dedica in inglese, vedere e toccare un panda - la realizzazione di un sogno, città proibite, templi sui monti, sudore, brividi, guanti, occhiali da sole, infradito, scarponi da trekking, la bellezza di una doccia a fine giornata, la carica di una doccia a inizio mattina, la mancanza di una doccia, lonely planet scarabocchiata, strappata, sgualcita, vissuta. L'indimenticabile mia compagna di viaggio la musica -quella giusta-, il mio fedele compagno di viaggio: lo zaino, amato e odiato, lanciato e messo nei posti peggiori per poi abbracciarlo in treno per addormentarmi... odi et amo, incenso, comunismo, bamboo, taichi, kung fu, hutong, gente che gira in pigiama e che fa trekking in ciabatte anzi pantofole per la precisione, aquiloni al parco, addormentarsi e svegliarsi tra le rocce di yangshuo, svegliarsi e addormentarsi nel parco delle sette stelle, perdere asciugamano e sciarpa, perdersi e non ritrovarsi... perdersi nella bellezza di questo paese per non ritrovare la via di casa "...e quindi uscimmo a riveder le stelle."

19 novembre 2014

Libri vs ebook in 10 round

PESO
Il kindle (o l'ebook reader che ti pare) è leggero, è fine di spessore, te lo ficchi nella tasca dietro dei jeans, lo porti in borsa, non grava il tuo bagaglio e, qualsiasi cosa tu stia leggendo, è sempre dello stesso peso/dimensione.
Con i libri può capitarti lo smilzo o un bestione tipo Infinite Jest e in quel caso son cavoli, te ne devi uscire attrezzato se vuoi portartelo dietro.
(ebook 1)

ODORE
Il kindle non odora, quindi niente profumo di carta, ed eviterei di comprare le bombolette che lo riproducono, ma neanche odore di muffa, ad esempio.
Confesso che odoravo gli Alan Ford appena presi in edicola, ma era una ragazzata, non ricorderò Libertà perché l'ho letto cartaceo ma per i contenuti.
In ogni caso la materia disponibile, toccata, odorata, sentita fa pendere la bilancia a favore del cartaceo.
(libri 1)

MANEGGEVOLEZZA
Con il kindle impugnato bene (non ho il touch) ti gestisci il cambio pagina con una mano sola, in bus, a letto, in sala d'attesa. Se sei fortunato puoi usare la mano libera per accarezzare un gatto.
Il libro ha dalla sua l'abitudine consolidata, ma generalmente il sorreggerlo e lo scorrerlo generano un impegno maggiore rispetto al digitale.
(ebook 1)

SOTTOLINEATURE / RICERCHE
Quanto a efficacia il kindle è fenomenale, tu sottolinei e lui mette via, alla fine se vuoi ti scodella pure un bel file txt da gestire come credi.
Il libro però è più poetico, riaprire un volume letto anni prima ed andare alla ricerca di parti evidenziate o sottolineate è tenero, ti permette di riscoprire tesori dimentcati. Il libro vissuto, nella mia visione, acquista valore.
Un ebook non è mai vissuto: puoi anche averne sottolineato il 30% del testo, ma lui resta lì asettico e immutabile in un imprecisato luogo/non luogo.
(1-1)

PRIVACY
Il kindle la tutela, nessuno può sbirciare fra le tue dita per vedere che libro stai leggendo.
D'altro canto può capitare che non sai più cosa legge il tuo partner e se dovessi partecipare a una di quelle trasmissioni sulle affinità di coppia, sai tipo quelle che teneva Columbro, la domanda specifica ti metterebbe in difficoltà; diverso è vedere un libro sul comodino per un mese.
(ebook 1)

COSTO (se voglio possedere)
L'ebook è più economico, ma solo in teoria. Intanto non è così economico come dovrebbe, secondo me. Non lo so se è una scelta per tenere in vita la carta ma, facciamo un esempio con un libro che vorrei leggere adesso (Morte di un uomo felice - Giorgio Fontana) il cartaceo viene 12€ e il digitale 10€. Il disagio di non poterlo poi sistemare in libreria vale molto di più dei 2 euro non spesi. Vedrei più adeguato un costo del libro digitale di circa la metà rispetto alla versione su carta.
Il libro di carta lo puoi leggere, ma anche far leggere alla moglie, prestare a un amico o persino regalarlo alla biblioteca. È molto più flessibile in questo senso e in relazione alla rigidità del kindle (mi risulta ancora non utilizzabile la funzione del prestito, invece attiva negli USA da kindle a kindle) diventa persino più economico.
Il discorso con i classici, che puoi trovare a pochi centesimi o gratis, ovviamente non regge e non si fa.
Edit: Anche l'IVA fa la sua parte in questa valutazione, purtroppo, 4% sui libri e 22% sugli ebook.
(libri 1)

COSTO (se voglio solo leggere)
Qualche ebook lo si trova libero da DRM (in realtà poca roba e magari non quella che vorresti leggere, e va bene così), in quel caso spendi zero, se la tua coscienza ti lascia un pertugio sgombro dai sensi di colpa per poter leggere senza rimorsi.
In biblioteca trovi tutto quello che può valere la pena di essere letto, e GRATIS.
(libri 1)

SOTTOBOSCO LETTERARIO
Ormai un ebook non si nega a nessuno.
Con il kindle puoi fruire facilmente di libercoli che nessuna casa editrice avrebbe avuto l'ardire di imprimere su carta.
Con il kindle puoi subire facilmente certi libercoli che nessuna casa editrice avrebbe avuto l'ardire di imprimere su carta.
(0-0)

FRUIBILITA'
Il possesso del libro in digitale ti consente di portarne avanti la lettura anche su uno smartcoso o su un tablet grazie all'applicazione gratuita che puoi installare. Questo può avere una valenza perché la volta che te lo scordi o non hai previsto che ti si sarebbe aperta una mezz'ora di tempo libero in una serata altrimenti programmata puoi sopperire con un altro dispositivo.
Il libro o ce l'hai dietro o ciccia.
(ebook 1)

FACILITA' DI ACQUISTO
Sono le 22, hai appena terminato un libro e non vedi l'ora di buttarti su un altro. Se leggi digitale puoi avere a disposizione in pochi minuti il nuovo libro senza doverti spostare, al limite, nemmeno dal letto.
Con il cartaceo, devi organizzarti prima. È chiaro che qualcosa in casa c'è sempre, a qualunque ora, però la voglia specifica di un testo può capitare che resti inevasa nel tempo brevissimo.
(ebook 1)

Il match si chiude con un combattuto 6-4 degli ebook sui libri, anche se il risultato va interpretato perché alcuni dei punti messi a segno dai libri sono belli pesanti. Fate voi, io una scelta definitiva non l'ho fatta e penso che la convivenza sia la soluzione ideale.

16 novembre 2014

Interstellar Sì Interstellar No


Cinque più cinque considerazioni personali, essenzialmente spoiler free, sull'ultima opera cinematografica di Christopher Nolan.

C'è Matthew McQuelcheè, e in questo momento il ragazzo è in grado di reggere sulle sue sole spalle qualsiasi boiata (non che Interstellar lo sia); 

Ha una fotografia poderosa sia sulla Terra che nello Spazio;

La parte parascientifica è sviluppata supercazzolisticamente bene. Se ti accontenti della superficie o anche di non comprendere proprio tutto, per volontà o per manifesta ignoranza, direi che il grado di soddisfazione supera la sufficienza;

L'Amore, ecco è forse la blabblata sull'amore, la stilla d'inchiostro che potrebbe rimanere tatuata sulla mia pelle di fruitore di cine;

Ci recitano attori - parlo di quelli non di primissimo piano, in particolare Jessica Chastain, la splendida crista di Zero Dark Thirty, e John Lithgow - in grado di fornire un'elevata illuminazione anche nel planetario che gira attorno al Sole Matthew.

La trama, lasciatemelo dire, è trita. Non pervenuto il germe dell'originalità. Dispiace perché su una tematica così spaziosa e da un progetto così ambizioso, ci si poteva aspettare qualcosa che lasciasse il segno, un'idea, un dialogo, una scena;

Si chiacchiera troppo, troppe spiegazioni, controspiegazioni e dialoghi creati ad arte per lo spettatore, ma che in un'ipotetica realtà reale non avrebbero avuto luogo o, almeno, non in termini così didascalici;

C'è Matt Damon che da DiCaprio ma bravo si è infilato giù per un warmhole involutivo che ci vorrà Tarantino per cavarlo fuori da lì (poi a me non piace manco la Hathaway, ma dev'essere un problema mio);

La commozione di certi passi del film io non l'ho percepita. C'è un gran dispendio di esplicitazioni sentimentali che restano intrappolate nella pellicola senza riuscire a penetrare lo spettatore. Ed è il contrario che sarebbe auspicabile;

Solo un capolavoro (non che Interstellar lo sia) dovrebbe potersi arrogare la licenza di durare 169 minuti.

13 novembre 2014

Del diario vissuto di Giovanna (9)


Domenica 12 luglio
Fu una giornata in pieno sole, come i nostri cuori. Facemmo la strada di Bagno a Ripoli che ci conduceva dalla mia zia e mia cugina e fu una giornata allegra e serena, per stare insieme una giornata intera con te, Nicodemo, amore mio.
Stammo sdraiati sul il greto dell'Arno come era bello, poi andammo in barca, ero tanto felice tanto.
Quanta felicità c'è in questo quaderno, forse se qualcuno leggesse non ci crederebbe.

Camminando stamani per la strada che conduceva a casa tua Neno. Era prestissimo quando è sonato le quatro eravamo al Pianigiani ero con i miei fratelli alle quatro era buio di già perché essendo il 27 luglio.
E così arrivammo a Montaccino si chiamava il posto dove tu stavi. C'era un gran silenzio, e ci si mise ascoltare e si senti fare tac tac ogni tanto. E quando spuntammo alla cantonata della capanna, ti vidi Nicodemo, eri col il tuo padre a fare i fili per battere il grano che avresti battuto quella mattina.
Ed aiutando la tua sorella per mettere a tavola tutti i battitori e fui tanto contenta di fare quello che un giorno farò quando saremo nella nostra casa.

Stamani quando è spuntata l'alba del 4 settembre '53 il giorno del mio compleanno, è stato come il giorno della mia nascita per me benché sono passati ben 22 anni.
Quest'anno non posso dimenticarlo mai.
È un giorno caldo, che alle 14 del pomeriggio correndo per prendere il tram, perché ci conducesse a Firenze, per fare una passeggiata insieme, e difatti fu proprio una passeggiata fantastica, facendo tutto il Viale dei Colli Fiorentini. Com'ero felice quando entrammo nella Chiesa delle Porte Sante che insieme ci inginochiando davanti all'Artare, pensai quando saremo davanti così! Quando ci uniremo per tutta la vita, che dalle nostre labra uscirà quel Sì! sincero come tante volte lo desidero e lo penso.
E così facendomi in dono la catenina d'oro in segno di legarci per tutta la vita. Il mio giorno finì con baci e abbracci pieni di gioia.

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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno
- Se un giorno mi avverasse
- Mi bacia sulla bocca e baci e baci 
- Quando non c'è la partita di calcio manca tutto 
- Perché l'amore sarà al centro di tutto
- Qui intrecciammo la lilla

12 novembre 2014

Canzoni Stondate

Canzoni stondate – Smussiamo gli angoli dei più noti brani musicali ricavandone una versione deviata che, per fortuna, non è mai stata scritta.
(Canzoni stonate - Gianni Morandi)

Una canzone per Tex - Il tormentato amore gay di Kit Carson per l'amico Willer si svela una sera davanti a un falò e grazie a qualche tequila di troppo.
(Una canzone per te - Vasco Rossi)

I muschi - Una ragazza perde la bussola per dei ragazzoni completamente esposti a nord.
(I maschi - Gianna Nannini)

L’importante è frinire - La cicala ancora non ha imparato la lezione dalla formica. Una volta di più si concentra esclusivamente sul suo canto che, tra l'altro, rompe anche un po' i coglioni!
(L’importante è finire - Mina)

Vivo per Lay - Un appassionato del tenente Sheridan setaccerà tutti i negozi di video alla ricerca dei VHS disponibili dei vecchi telefilm con Ubaldo Lay. Spenderà somme spropositate che paradossalmente lo ridurranno nulla-tenente.
(Vivo per lei - Andrea Bocelli)

Tanta voglia di sei - La dura caccia alla sufficienza a scuola: Roby Facchinetti la scrive dopo essere stato ai colloqui con i professori di DJ Francesco.
(Tanta voglia di lei - Pooh)

Sei io sei lei - Un ragazzo e una ragazza si sfidano su un campo da tennis. La partita risulterà quanto mai equilibrata. Se la giocheranno al tie-break.
(Se io se lei - Biagio Antonacci)

Chiedi chi era inibito - Chi è stato timido in gioventù? Alla ricerca di ragazzi introversi che si sono poi aperti.
(Chiedi chi erano i Beatles - Stadio)

Il gelo in una stanza - Una serata particolarmente fredda passata a leggere le istruzioni del nuovo termostato. Incomprensibili.
(Il cielo in una stanza - Gino Paoli)

Chechi dice no - Yuri respinge con fermezza la proposta della federazione di ginnastica che vorrebbe partecipasse all’ennesima Olimpiade.
(C’è chi dice no - Vasco Rossi)

Bella se s’anima - Un tipo abborda una ragazza esteticamente piacevole che però si rivelerà mortalmente noiosa. La sera dopo prova a portarla al karaoke.
(Bella senz’anima - Riccardo Cocciante)

Andavo a Cento, allora - Poi ho smesso di fare il pendolare perché ho trovato lavoro a Ferrara.
(Andavo a cento all’ora - Gianni Morandi)

Fader and son - Le urla di un bambino casinista in auto vengono attutite dalla regolazione mirata del fader.
(Father and son - Cat Stevens)



10 novembre 2014

Sumeri per sempre

Parlo ai miei coetanei... gente che si ricorda di Tenco, dello sbarco sulla Luna e di Ali-Frazier dal vero.
Ma i Sumeri che c'erano ai nostri tempi a scuola? Io non me li rammento mica.
Assiro-Babilonesi l'era pieno, fitto di giardini pensili un si girava, ma i Sumeri boh?
O di dove son spuntati questi? E poi, oh, hanno inventato tutto loro, dalla ruota alla barca a vela, dalle canalizzazioni dell'acqua alla scrittura in sillabe, com'è non si sapeva quarant'anni fa che c'erano stati 'sti cristi di Sumeri intelligentoni?
È dovuto venire a dircelo Alberto Angela che avevan fatto sfracelli, perché babbo Piero non ne sapeva una mazza manco lui.
No, ma mica ce l'ho con loro, bravi davvero, solo mi stanno un po' sulle scatole perché non me li hanno fatti studiare.
Non ce l'ho più il libro ma sarei curioso di controllare, per me se c'era una paginetta l'è grassa.
Sì, la Mesopotamia quella la c'era anche negli anni settanta, ma Sumeri politeisti nemmen l'ombra.
E invece ora son protagonisti assoluti, l'è due mesi tra poco che ci siam sopra con France e chissà per quanto ancora ci si tireranno dietro, mancano davvero solo i nomi.
E poi trovare Gilgamesh sui libri di storia, andiamo, lui non c'era perdìo sul nostro sussidiario.
I soldi che ho speso per leggere la sua epopea su Lanciostory! E ora te lo sparano a lezione di storia, ha fatto carriera pure lui.
Grande Wood su Lanciostory, avanti anni luce.
Ora mi aspetto solo di beccare Dago quando arriveremo alla Repubblica di Venezia.

8 novembre 2014

Del diario vissuto di Giovanna (8)

"la lilla" intrecciata (originale '53)
Mentre sono nella mia cameretta lavorando, è qualche giorno siamo tutti riuniti i fratelli e i genitori che ci stanno osservando quando lavoriamo. Io penso sempre alla nostra famiglia quando sarà riunita così! Sarà una piccola casa calda di gioie e baci dei nostri figli che ci faranno passare dei giorni tristi, ma ce ne faranno passare tanti e poi tanti belli.
Mi par di vedermi già in quella casa dove sarò tanto felice. Neno quando il tuo braccio mi cinge la vita e la tua bocca mi copre di baci, e il tuo sguardo mi penetra nel cuore non so dire più parole. Ma quella che ti vorrò sempre bene sì! Quella la saprò sempre dire, perché il mio cuore è pazzo di te. Perché...
Noi siamo due cuori
ma un'anima sola
nessuno ci può separare
due cuori felici d'amore.

E così essendo due cuori in un'anima sola oggi 5 luglio nel mio giardino abbiamo intrecciato la lilla, per fare anche di lei un'anima sola. Così quando ritorneremo in quel giardino la ricorderemo e così dirremo: qui intrecciammo la lilla e le nostre anime insieme a lei che nessuno ci potrà dividere, perché il nostro amore sarà più forte di tutte e di tutti.
Non passa notte che non ti sogni o ti pensi, il mio pensiero vola sempre nella tua cameretta accosto al tuo guanciale e ti dice così: Dormi tesoro ci sarò sempre io che ti veglierò. Poi ti guardo dormire poi ti do un bacio piano piano che non ti svegli poi un sorriso e poi lascio la camera in punta di piedi, per non destare il mio sognio che è tanto bello.
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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno
- Se un giorno mi avverasse
- Mi bacia sulla bocca e baci e baci 
- Quando non c'è la partita di calcio manca tutto 
- Perché l'amore sarà al centro di tutto

7 novembre 2014

Gigi Riva Settanta

- Biglietto d'auguri aperto a Gigi Riva -

 
Mi sento un po' come Schroeder e il compleanno di Beethoven.
Del resto la mia infantile passione per Gigi Riva calciatore, passione appesantita dalla stima e dall'assoluto rispetto per il Gigi Riva uomo, è cosa nota.
Gigi non se la tira e lo potevi già vedere da come esultava dopo un gol o da come abbracciava un compagno che aveva segnato.
E non è che servano tante smancerie per fargli sentire che ci siamo, alla fine è un uomo semplice non sarà organizzata una fottuta festa di una decina d'ore con la Raffa in sottofondo che intima a far l'amore comincia tu.
Basta meno: Auguri Gigi.
E scusa se mi sono biecamente approfittato di mio figlio per rappresentarti in un disegno. È probabilmente il disegno che ti avrei inviato quando avevo la sua età se solo avessi saputo dove spedirtelo o fossi stato un filo più intraprendente.

La foto da copiare l'ha scelta France, è tratta da un Io Proprio Io dell'Intrepido, e i ragazzi di allora sanno di cosa parlo. La ricordi?
È la finale mondiale di Messico '70 - sì settanta - e tu stai volando per colpire di testa.
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Gigi Riva - La Saga
Indovina chi è venuto a cena
BEI TEMPI
Pollice verso Pollice recto
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edit
Dal profondo del cuore voglio ringraziare tutti coloro che con tanto affetto mi hanno dedicato un pensiero augurale in occasione del mio 70° compleanno: dal vertice dello Stato al comune cittadino avete voluto farmi sentire la vostra vicinanza con intensità commovente e inaspettata. Immensamente felice vi stringo tutti in un forte abbraccio.
(Gigi Riva)

5 novembre 2014

Mobili d'autore

Dante Alighieri è la cassapanca con il corredo, con le lenzuola di cotone grezzo cifrate e le federe ricamate con le rose.

Charles Bukowski è il mobiletto bar giradischi basso impiallacciato in noce lucido. Ti fornisce la più fastidiosa musica del locale, graffiata e stridente, e tutti gli strumenti per poterla dimenticare in fretta.

Andrea Camilleri è un letto sfatto, la mattina dopo una notte di sesso e di sonno. Un'arruffio apparentemente incomprensibile e poco desiderabile di lenzuola e odori, un centrifugato di vita per il quale si può morire d'invidia.

Raymond Carver è un'expedit, l'arte nella sua forma più raffinata ed essenziale, elaborata meticolosamente fino all'eccesso, tanto da risultare semplice, pura.

Agatha Christie è uno scrittoio con la ribalta che non finiresti mai di esplorare. Con dentro tutta una serie di cassettini chiusi a chiave.

Don DeLillo è una vetrina di arte povera profumata di cera che mostra il servito di calici decorati in oro della nonna accanto ai bicchieri griffati CocaCola e alle salsiere di Richard-Ginori.

Charles Dickens è la poltrona Frau, quella rossa, dalle linee inconfondibili e simmetriche. È qualcosa che tutti vorrebbero essere e qualcosa che tutti vorrebbero avere. Punto di arrivo e di partenza di ogni stupida cosa.

Roddy Doyle è il mettitutto scalcinato e tarlato schiantato in garage, lo sai che quando ti deciderai a lavorarci per bene diventerà il più prezioso di tutti, e allora lo tieni lì gelosamente, un po' nascosto, affinché non sia alla portata di tutti.

Umberto Eco è un cassettone barocco, affascinante e rigoglioso ma del quale non comprendi mai fino in fondo il significato. È tanto, è tutto, a volte è anche un filo troppo.

Jonathan Franzen è una madia piena di pane appena sfornato, sembra impossibile che dietro a quelle pagnotte profumate, sublimazione perfetta di odore, sapore e vista ci siano mani che lavorano, faticano e impastano ingredienti che presi singolarmente poi non sono niente.

Ernest Hemingway è il tavolone in massello al centro della sala del castello. Tutti quelli che arrivano lo trovano lì e sembra ci sia da sempre. Nessuno può fingere che non esista ma, soprattutto, nessuno ha la forza o l'ardire di spostarlo di un centimetro.

Nick Hornby è la panca di una birreria artigiana, forse un po' scomoda senza braccioli e senza spalliera ma, cristo, non ti alzeresti mai da lì.

Stephen King è un comodino di apparente e auspicata utilità capace di cullare e vegliare il tuo sonno ma anche di conservare segreti inconfessati e oscuri, laggiù, nell’intimo del terzo cassetto, tra vecchie lettere e regali dimenticati.

Marco Malvaldi è la libreria Billy betulla, viene il momento che per mancanza di soldi o di fantasia ti capita tra le mani e te ne innamori. Poi passa, però restate amici.

Alessandro Manzoni è un armadio a sei ante, ci trovi di tutto dentro, ci trovi la tua storia, la tua geografia, i vestiti che non hai osato buttare e persino quelli che avevi smesso di cercare.

Alice Munro è una toeletta per la zona notte, bianco lucida, leggermente bombata, illuminata da una luce fuoritempo e rilassata. Non ci vuole fretta, lo sgabello è comodo.

Daniel Pennac è il cestone dei giochi di tuo figlio, colorata e indisponente miscellanea dall'improbabile logica spazio-temporale e impossibile da mettere a posto.

Philip Roth è il tuo divano preferito, non quello buono incellofanato sul quale non ti puoi manco sedere, ma quello un po' sdrucito, macchiato, che conserva gelosamente la forma delle tue chiappe e che ha un colore indefinito che non sapresti nemmeno dire.

Jerome D. Salinger  è una sedia a dondolo su una veranda di legno della provincia americana in un'aria di fine serata, davanti a una strada dove sviaggiano i ragazzini, chi rincorso da un cane, chi in bici, chi tirandosi dietro un carretto.

George Simenon è un vecchio baule borchiato ritrovato in soffitta e pieno di tesori. Devi solo aprirlo e ficcarci il tuo curioso naso.

David Foster Wallace è il catologo stesso di Ikea però posseduto carnalmente da un negozio antiquario, sbattuto attraverso Maisons du monde e rifinito in una bottega artigiana di falegnameria di un paese sull'Appennino.

Irvine Welsh è l'armadietto dei medicinali nel bagno. Lo apri sapendo esattamente quali pillole ci troverai dentro, e prenderle non ti aiuterà a stare meglio.

2 novembre 2014

Del diario vissuto di Giovanna (7)

Essendo già alla fine di giugno che il caldo si è fatto sentire, e la sera a far l'amore stiamo al fresco dove le stelle e la luna ci stanno osservando, e così siamo circondati da un cerchio azzurro, come il nostro amore, pieno di felicità sincera.
E pensando al giorno che entrerò nella camera che riuniti in matrimonio, mi parrà di aver raggiunto lo scopo più bello della mia vita. Quando ci troveremo a letto insieme.
Neno, amore mio, cambierà le nostre vite, io diverò la madre della casa e tu il padre ed insieme dobbiamo difenderci e difendere.
Perché l'amore sarà al centro di tutto.
Tu sei Neno l'amore mio, l'uomo che ò sempre desiderato di trovare, un uomo che mi volesse bene e comprendere e ti ò trovato.
Ieri avvenne non so come che parlando dei nostri genitori io diedi in un dirotto pianto e capii che per lui fu un grosso colpo che non avendo la madre. So quanto bene si vuole a una mamma, lo comprendo che è un grande dolore.
E piangendo entrambi mi disse: Gianna ti anno abituato bene i tuoi genitori. Gianna vorrei che tu sapessi abituare anche i nostri bimbi se gli avremo.
Certo amore gli abitueremo insieme e faremo tutto il possibile. Perché se avremo dei bimbi saranno quelli che compreteranno la nostra felicità.

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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno
- Se un giorno mi avverasse
- Mi bacia sulla bocca e baci e baci 
- Quando non c'è la partita di calcio manca tutto
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