10 dicembre 2011

Gianni il cinese

Licenziato in tronco, questo è.
Alla MUG facevamo monitor di ultima generazione. Improvvisamente sono diventati di penultima generazione e dopo ancora di una generazione perduta nel Pleistocene o giù di lì. Erano quelli a cassettone, per intenderci, erano italiani, erano perfetti. Alla fine ingombranti.
I monitor piatti quando arrivarono sul mercato costavano troppo e il danno per noi non fu immediato. Certo erano strafighi e tutto il resto, ma all’inizio i nostri si vendevano ancora bene. Poi in azienda deliberarono di buttarsi sui nuovi modelli, ma la tecnologia per costruirli non ce l’avevamo mica. Allora li compravamo all’estero per piazzarli qua. E a molti di noi questa strategia ha portato dritto sull’avambraccio il tatuaggio con scritto esubero. Niente più straordinari, molta cassa integrazione e spirito di sacrificio a palate, questo ci chiedevano per la rinascita. Quella rinascita però s’è fermata a Taiwan.
Non l’ho manco aperta la lettera, mi son bastate le parole del capo del Personale.
-    Come si sarà certamente reso conto anche da solo…. Blabblà blabblablà blabblà.
Guardatevi attorno, è tutto un blabblà senza costrutto. In ginocchio non mi ci sono messo nemmeno alla messa di Natale, figuriamoci per un posto di lavoro di fatto evaporato da tempo.
Ho aspettato la mia ora, ho preso le mie cose, poche, e sono uscito da lì. Per sempre.
Non ho pranzato, ma adesso sento lo stomaco protestare per l’assenza di cibo. La fame arriva comunque. Il perdurare dei bisogni è in qualche modo consolatorio.
Mi fermo sulla via di casa in una specie di paninoteca, forse una friggitoria. C’è un cinese al bancone, salve, mi fa. Guardo al di là del vetro: tranci di pizza, panini, patate fritte, schiacciatine. Ordino un salsiccia e cipolla.
Leggo un cartello appeso accanto a un orologio barocco inchiodato sulle 19 e 20 minuti, c’è scritto “Cercasi aiuto in cucina”.
Il panino è sfizioso, soprattutto il pane molto ben lievitato e caldo di forno. Mangio con gusto e seguo vagamente le ordinazioni di un gruppo di ragazzini urlanti al banco, fanno razzia di patatine e pizza.
-    Cerchi sempre? – gli fo al cinese mentre con una mossa del capo indico il cartello.
-    Sì, sì. Per cucina.
Non ce l’ha la erre/elle cinese, la sua parlata ha un’inflessione buffa, tende al fiorentino, ma lo sfiora e basta, poi va per la sua strada.
-    E se vengo io?
-    Va bene.
Non mi guarda e non batte ciglio, la sua faccia resta impassibile come scolpita nella pietra.
-    Però non sono cinese.
-    Sì… ho notato.
Cala giù le chips dentro a dei coni di carta gialla costruiti all’istante con pochi e rapidi movimenti delle mani.
-    Quando si comincia?
-    Anche ora va bene.
Scuoto la testa piano in senso affermativo. Mando un messaggio a casa, faccio tardi, scrivo.
-    Io sono Chen, ma mi puoi chiamare Gianni.
-    Gianni andrà benone.
Continuo a dondolare la testa come un cretino, mastico e dondolo. Poi faccio per andare di là.
-    Finisci pure panino.
Ecco, magari sugli articoli c’è un po’ da lavorare.

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Questo testo partecipa all'EDS del ponte ideato e proposto dalla vulcanica mente de La Donna Camèl che, evidentemente, non aveva niente di meglio da fare in questo lungo weekend.

Altri racconti partecipanti:
Scrivere - di Lillina
La petite danseuse - di Dario 
La settima repubblica  - di Mai Maturo
Tronco lo spirito... - di La Carta 
Grande pino e terre rosse - di La donna Camèl

22 commenti:

  1. @conte per rispettare tutti i costumi, faremo un pechinese allo Speedo. Solo pe'tte.

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  2. quante situazioni simili conosco, mannaggia.
    cmq bella storia, bravo.

    (OT veloce: per associazione il titolo m'ha fatto venire in mente gimmi i. ecco.)

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  3. Ricominciare... :-)

    ----

    Notevole il testo :-)

    Ciao, Dario

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  4. Da Standing ovation!!!
    Ma che bello, c'ho i brividi!
    Dev'essere per forza il post perchè non ho mangiato il pechinese allo Speedo.
    Approposito: Dato che Chen il cinese non tornerà, vengo io a aiutarti.

    Compliments!!

    ps: il la le lo un una gli ... daglieli tu, per favore, si sa mai che servano.

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  5. Complimenti per l'opera.
    Sarà uno dei possibili effetti di un eventuale perdurare della crisi, scoprire che il mondo ti può guardare a testa in giù e con gli occhi a mandorla, senza per forza recarsi in Estremo Oriente.
    Nuove prospettive sono sempre utili.

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  6. OT-Signore perdonami perché ho gravemente peccato: non ho giocato il risultato che mi hai dato.

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  7. Ops! Sono talmente scosso che ho dimenticato di farti i complimenti per il racconto che per un po' ho creduto vero, vabbe' la dico tutta: ho capito che non lo era più o meno alle parole "Questo testo partecipa..."
    Furbo come un fagiano.

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  8. @lillina glazie

    @ciku ok, grazie, poteva andare peggio. Elio è sempre Elio.

    @dario ciaoooo

    @mm ho già il tuo iban, vero? (cit.)

    @kisciotte sarà?

    @gio 1 volevo vedere se non venivi a baciare il bambino!

    @gio 2 fagiani si nasce.

    Adesso però vorrei le stroncature, grazie, almeno qualche critica. O devo ricordarvi cosa diceva Wolf?

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  9. Se vuoi le stroncature scrivi male, che te lo devo dire io?

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  10. Questo lacconto devo dile in tutta velità fale ploplio cagale.
    Pel plima cosa palla di uomo di mulaglia molto lispettabile senza sua libelatolia, e uomo di mulaglia potlebbe fale causa ma lui essele tloppo coltese.
    Poi l'autole plende in gilo gente di mulaglia con l'elle nella plonuncia senza pensale a nostla glande tlistezza pel non potel dile palole bene e pel non potele aspilale la c come il fiolentino pulosangue.
    Applofitto pel fale piccola pubblicità mio locale dove può gustale plelibati ginocchi sbucciati bolliti, ottimo pechinese allo speedo, clepapelle di comici alla nutella*, sclittula di lillina in salamoia e cime di scalpette di piccola ballelina in salsa soia.
    accollete numelosi!

    * Uomo di mulaglia può dile pule nome di TuSaiCosa(L).

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  11. Caro Gianni non ti fo critiche, perchè stasera ho riservato un tavolo per trenta nel risto in cui ti hanno umanamente preso a lavoro,non vorrei che avvelenassi me e tutta la compagnia.
    Ma come che d'un tratto il locale è diventato tuo? Che fine ha fatto il vero proprietario? Lo dico sempre che i toscani con la loro finta simpatia in realtà sono dei cannibali,l'hai forse mangiato perchè non ti piacevano i piatti che serviva...ginocchi, pechinesi, scarpette...scrittura...ahhahah

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  12. @gianni il cinese: peR favoRe, avResti un BicchieRe di Rum RiseRva ORo tRent'anni?
    E inoltRe, puRtRoppo, dovResti chiaRiRe cos'è libelatolia: non compRendo.

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  13. @lillina (che bel nome senza elle!) tu ha tlavisato, io essele gianni pel italiani, mio nome velo è Chen e sono di Nanchino.

    @MaiMatulo libelatolia essele quella lettela che io metto mia filma pel autolizzale a pallale di me medesimo. tu usale tloppe elle tu essele ELLANTE.

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  14. ahhahha Caro Gianni non tlavisato sono stata attenta a non dire ciò che temo..ma se insisti...
    Soffri di sdoppiamento della personalità , poichè sul mio blog ti sei sostituito ad Hombre nei commenti. ;)

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  15. Forse ci provo anch'io a scrivere qualcosa...

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  16. E il passo da cinese on the road a kebabbaro è breve :-)

    Tanta salsa e verdure, glazie.

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  17. Concordo con tutti, davvero molto bello.

    Non so cosa diceva Wolf, non so nemmeno a quale Wolf ti riferisci (Virginia?), ma per non fare brutte figure (troppo tardi) dico che il racconto è scritto da cani. Anzi da lupi.

    (a questo punto gradirei sapere cosa diceva Wolf)

    laviolialvapole

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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