Ci son dei giorni che arrivi a sera e ti sembra di non aver fatto niente.
E probabilmente non hai fatto niente.
Niente di significativo che va oltre la routine.
Niente che tu abbia programmato prima e niente che si possa ricordare poi.
Niente che va per il verso sbagliato da raddrizzare e niente che va per il verso giusto da festeggiare.
Sono giorni che di solito finiscono su un divano manovrando un telecomando nella vaga ricerca di succose - e false - notizie di calciomercato.
Se hai fortuna e stai abbastanza attento però te ne accorgi prima e ti resta uno sputo di tempo per infilarci dentro qualcosa di buono.
E allora essicchi i peperoncini e li triti, raccogli il basilico e fai il pesto, dai una mano di cementite al nuovo tavolo da giardino ricreato da un bancale o magari fai 5.800 punti in una manche a ruzzle e ti porti al comando del torneo settimanale.
Ci sono dei giorni in cui non hai scritto una riga, in cui non hai letto manco l'1% di Shantaram.
Ci sono giorni in cui non hai dato un bacio uno, ecco quelli sono i peggiori.
p.s. la retorica contenuta in questo post può avere effetti collaterali, nel caso consultare un medico.
27 agosto 2015
19 agosto 2015
A domanda rispondi - n. 12
(The answer, my friend) |
Senti se passa lui.
Per allenarsi a sparare… come si chiamano quei posti?
Stati Uniti.
Rimedi naturali per la cellulite?
Pantaloni lunghi.
Qualcuno ha trovato benefici nella pressoterapia?
Almeno è vicino a casa.
Come convincere una donna (io 20 lei 40) che l'età non conta in una relazione?
Con una bugia.
La mia ragazza da 0 a 10 mi ha dato 4 di bellezza, perché?
Perché ti vuole bene.
È legale chiamare una figlia con il proprio nome?
No, se sei Ugo.
Qual è l'ordine dei libri di Dan Brown?
Primo, secondo, terzo, quarto, quinto e sesto.
Come far correre di più il mio quad 50cc?
Imbocca il discesone.
Qual è la differenza tra un chiavetta wifi e una chiavetta wifi con antenna?
L'antenna.
Sono incinta, devo fare un test?
No, devi fare un bambino.
Ditemi un solo motivo valido per continuare a vivere in un posto orrendo come l'Italia?
Tipo se stai agli arresti domiciliari.
Chi è per me il cugino di mio cugino?
Sei te.
_____________________________________
17 agosto 2015
La vita a GR
(Malù - Silvio Zanchi) |
E lì non devi fare niente, solo ascoltare la nostra.
La ragazza, che va per i 94, originaria di Grosseto, ha frequentato il Liceo in compagnia di Luciano Bianciardi del quale fatalmente abbiamo finito per parlare tutta la sera. Da La vita agra a La vita a GR il passo è breve.
Dopo quattro anni di buongiorno e buonasera Luciano va dalla compagna di classe Malù e le chiede di poter incontrare sua mamma che, caso voleva, fosse la vicepreside del Liceo che frequentavano.
E lì, il buon Luciano chiese alla mamma di Malù di poter anticipare di un anno l'esame di maturità ché comunque era il primo della classe e aveva tutti nove, perché in odore di chiamata alle armi e puntava a intrupparsi come allievo ufficiale.
Solo che il buon Luciano, figlio di una maestra molto esigente, in greco aveva solo sei perché sua madre non ci arrivava col greco. Per il resto era in grado di svolgere tre temi e di fare altrettante versioni dal latino in una mattina.
La madre gli aveva sempre risentito la lezione anche al mattino mentre lo lavava e lo preparava per la scuola. L'assillo della madre era tale che Luciano spargeva dei chicchi di sale in corridoio nei lunghi pomeriggi di studio, giusto per sentire in anticipo quando arrivava la madre in ispezione e mettere via il giornalino che ogni tanto si concedeva di leggere.
Va che l'esame in qualche modo riesce ad anticiparlo, seppure a valle di diverse ripetizioni di greco fruite a casa di Malù, per l'appunto.
Ma anche a Malù, in uno di questi incontri nello studio della mamma vicepreside - uno studio con tre pareti scaffalate e stipate di libri - chiese una cosa:
- Me lo presteresti un libro?
- Sì va bene, ma quale?
- Dammi il primo da sinistra, tanto li voglio leggere tutti.
E poi la nostra e Luciano si son scambiati delle gran lettere mentre lui studiava alla Normale di Pisa e lei a Firenze. Lettere che la nostra (quelle che Luciano aveva mandato a lei) ha poi donato alla figlia dell'amico (Luciana), molti anni dopo, quando questa è venuta a cercarle e che adesso stanno in un museo a Grosseto (forse alla fondazione che porta il suo nome).
Le lettere di Malù erano attese da Luciano e dai compagni di Università perché troppo divertenti, questi contavano i giorni che mancavano all'arrivo della nuova epistola e Luciano raccontandole queste cose la consigliava così:
- Tu scrivi troppo bene, dovresti scrivere un libro.
- Un libro? Ma un c'ho mica voglia.
13 agosto 2015
BIUMOR 2015 - Tolentino
Non s'è vinto ma però ci si loda e ci s'imbroda.
Pare proprio che uno dei nostri lavori sia stato selezionato dalla prestigiosa giuria e sia entrato a far parte della prestigiosa short list per l’esposizione della 28a Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte.
Il prestigio cola a fiotti in quel di Tolentino.
E quindi dal 28 agosto al 27 settembre 2015 siamo esposti (noi come FurFra con l'opera Election Dei) e pure pubblicati sul catalogo della mostra.
La suddetta opera, scelta tra le tre da noi inviate, non è ancora pubblicabile qui, vi mostro pertanto l'altra su cui puntavamo: considerate che era realizzata a terra con una nastratura adesiva a formare la sagoma bidimensionale e con i cartellini gialli e le patatine reali in 3d.
Il titolo è: Rocco morto sul lavoro.
Ah, il tema a cui ispirarsi quest'anno era: Morire dal Ridere.
E se il 28 agosto passate da Tolentino venite a salutare, magari ci scappa un selfie con Rocco.
(Fur di Furfra)
p.s. C'eravamo anche nel 2011 con il Mucche di Piet Mandrian.
Pare proprio che uno dei nostri lavori sia stato selezionato dalla prestigiosa giuria e sia entrato a far parte della prestigiosa short list per l’esposizione della 28a Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte.
Il prestigio cola a fiotti in quel di Tolentino.
E quindi dal 28 agosto al 27 settembre 2015 siamo esposti (noi come FurFra con l'opera Election Dei) e pure pubblicati sul catalogo della mostra.
La suddetta opera, scelta tra le tre da noi inviate, non è ancora pubblicabile qui, vi mostro pertanto l'altra su cui puntavamo: considerate che era realizzata a terra con una nastratura adesiva a formare la sagoma bidimensionale e con i cartellini gialli e le patatine reali in 3d.
Il titolo è: Rocco morto sul lavoro.
Ah, il tema a cui ispirarsi quest'anno era: Morire dal Ridere.
E se il 28 agosto passate da Tolentino venite a salutare, magari ci scappa un selfie con Rocco.
(Fur di Furfra)
p.s. C'eravamo anche nel 2011 con il Mucche di Piet Mandrian.
7 agosto 2015
Dieci anni sfruttati al massimo
(dove la s è privativa)
Sono dunque già passati 10 (dieci) anni da quando un gruppo di biologi nutrizionisti dell'Università di Stanford in California elaborò una dieta assolutamente priva di frutta.
Per la sperimentazione del progetto fu scelto un bambino italiano che nasceva in quei giorni e che, per dieci lunghissimi anni, si sarebbe nutrito senza ingerire l'ombra di una frutta una: PAZZESCO!1!!!!11!
Ma di più, manco ne avrebbe toccata una con mano, per non rischiare d'inficiare l'esperimento e per evitare le seppure accidentali contaminazioni.
Ora, trascorso questo decennio sfruttato, la famiglia del piccolo si sarebbe anche rotta un po' i coglioni.
Ergo, biologi nutrizionisti del cavolo, vedete di riportare il soggetto sulla retta via di una dieta completa ché l'esperimento è bello quando dura poco.
Ai suoi genitori, anch'essi sofferenti nel vedere il loro piccolo privato dai piaceri della frutta, piacerebbe davvero che da ora in poi il ragazzino se ne andasse a rubare un po' di ciliege come fan tutti, s'ingozzasse d'albicocche ancorché transgeniche, si spremesse le arance direttamente in gola o si tuffasse di faccia in un cocomero.
E poco male se al Louvre dovessero vietargli l'ingresso per paura che si mangi un Arcimboldo.
Sono dunque già passati 10 (dieci) anni da quando un gruppo di biologi nutrizionisti dell'Università di Stanford in California elaborò una dieta assolutamente priva di frutta.
Per la sperimentazione del progetto fu scelto un bambino italiano che nasceva in quei giorni e che, per dieci lunghissimi anni, si sarebbe nutrito senza ingerire l'ombra di una frutta una: PAZZESCO!1!!!!11!
Ma di più, manco ne avrebbe toccata una con mano, per non rischiare d'inficiare l'esperimento e per evitare le seppure accidentali contaminazioni.
Ora, trascorso questo decennio sfruttato, la famiglia del piccolo si sarebbe anche rotta un po' i coglioni.
Ergo, biologi nutrizionisti del cavolo, vedete di riportare il soggetto sulla retta via di una dieta completa ché l'esperimento è bello quando dura poco.
Ai suoi genitori, anch'essi sofferenti nel vedere il loro piccolo privato dai piaceri della frutta, piacerebbe davvero che da ora in poi il ragazzino se ne andasse a rubare un po' di ciliege come fan tutti, s'ingozzasse d'albicocche ancorché transgeniche, si spremesse le arance direttamente in gola o si tuffasse di faccia in un cocomero.
E poco male se al Louvre dovessero vietargli l'ingresso per paura che si mangi un Arcimboldo.
4 agosto 2015
La tribù dei Cefaloni
Ovvero 10 cose da sapere se andate a Κεφαλονιά
(e sullo sfondo Itaca) |
- Cefalonia è in Grecia e fate conto che vige la grecitudine (*). Non è facile da spiegare la grecitudine, ma proviamoci. Per prima cosa il ritmo è rallentato, la gente non si affanna diciamo, si sorride spesso e volentieri anche per cose che vanno meno bene. La grecitudine è una scarpa in mezzo a una strada che dopo una settimana è ancora lì, la grecitudine è un caffè che per berlo ci devi mettere un'ora altrimenti prendi un'altra cosa. La grecitudine è il parcheggio selvaggio ma inconsapevole. La grecitudine è che tutto può succedere ma dopo tre giorni che sei lì lo sai anche tu e va bene così. La grecitudine è svoltare a destra senza freccia ma segnalando semplicemente con la preventiva invasione della corsia opposta, e va bene così. La grecitudine è la gioia di stare a tavola fino a mezzanotte ad aspettare un conto che non arriva e a rimpinzarsi invece di cocomero e dolci offerti a profusione;
- Lo spettacolo di Itaca dalla collina che sovrasta Antisamos (dove sorge il monastero della Madonna di Agrilia) ti fa sentire davvero il signor Nessuno di ritorno da Troia. Fai un respirone e ti viene voglia di andare a prendere i Proci a calcinculo;
- Cefalonia ha una trentina di spiagge tutte meritevoli e dalle caratteristiche più diverse, tra queste almeno dieci sono di straordinaria bellezza;
- Le spiagge più affini al paradiso forse non sono le più note, ma toccherà a voi scoprirle, non è che dobbiamo scrivere tutto qui, teniamole ancora un po' per noi (in pvt volendo sì);
- Se c'è una strada a Cefalonia considerate che è franata, sta franando oppure franerà;
- A Cefalonia puoi parlare a una capra pure se non sei Saba;
- Se hai culo culo ti puoi trovare a fare un bagno bagno con una caretta caretta che ti nuota accanto accanto;
- La storia della brigata Acqui andrebbe un po' saputa anche senza scomodare Corelli e il suo mandolino scordato;
- Il Retzina, i dolcetti canditi, il caffè greco, l'ouzo... diciamocelo, non son proprio questa delizia, ma se ti lasci permeare dalla grecitudine ne potrai apprezzare il gusto vero;
- La sicurezza è l'unico vero neo da me riscontrato. Cioè, Cefaloniti che non siete altro, non si possono vedere i lampioni fissati con dei bulloni che sporgono rugginosi di 20 cm, per di più sul marciapiede. Non più. Per quest'aspetto l'isola ricorda molto l'Italia anni settanta, quella delle note mail che periodicamente girano e in cui ci chiediamo come abbiamo fatto a cavarcela.
(*) La Grecitudine è rigorosamente intonata sulle note de La Solitudine di Laura Pausini.
3 agosto 2015
Tre generazioni in Uno
(Uno Neno 1993 - 2015) |
In principio fu il Neno, che la comprò e sì che era la sua macchina con la targa che riportava l'iniziale del suo nome + giorno e mese di nascita. Ci andò un po' al lavoro (poco) un po' in vacanza (pochissimo) e un po' scorrazzando moglie e nipoti in giro (di più).
Al massimo mi sa che sia stato a Passignano sul Lago a mangiarsi una frittura o forse a Bologna dagli amici storici.
Poi, nelle vicissitudini della vita, toccò a me portare in giro l'auto dell'anno millenovecentoerrotti. Si andò a Gardaland ed ella, la Uno, cercò di abbandonarci a Carpi, ma per quanto bella (Carpi) la riparammo e via.
La performance più di livello fu una ricca vacanza a Palau nel 2002 quando, sempre ella, ci portò tra le altre cose in quel di Porto Rotondo e Porto Cervo.
Poi in un cantiere, abbandonata a se stessa per anni, in attesa dell'età guidereccia di figlio uno - uno dei nipoti scorrazzati da i' Neno - che, come da programma, se l'è pigliata sotto l'ala anche se ragione voleva non fosse così prudente allontanarsi molto da casa.
E così il suo servizio più lungo negli ultimi anni è stato un bel Firenze-Lucca Comics e ritorno.
Infine niente, è arrivato il suo momento e dispiace un po', sì, sono uno che si affeziona anche alle cose.
L'unica consolazione è il fatto che l'autodemolizione si chiama "Paradiso" e mi sa che non è un caso.
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