30 gennaio 2017

Fino al Connemara


Alla fine poi uno stracazzo di lavoro me lo sono pure trovato. O lui ha trovato me, parola del signore.
È che mi sono fottuto i venerdì sera. D’altro canto, non ci piscio su cento euri di pappa scodellata.
Va che passo da zia bella alle case del comune per la tombolata, me ne sto lì il tempo della prima vincita e poi vado al cesso come da accordi con Oliviero.

   - Io sono Oliviero - mi aveva abbordato un po’ di tempo fa 'sto vecchio che decrepito è decrepito però è sveglio – mi sembra che stai in bolletta.
   - E a te che cazzo?
   - Venire qui a spillare 50 euro a tua zia, porella, ma non ti vergogni punto?
Stavo per mettergli le mani su i’ viso e buttargli giù pure i denti finti ma son galantuomo e non m’azzuffo coi vecchi.
   - Fatti trovare qui anche venerdì prossimo e tu buschi cento euro senza ingrullire.
Di dubbi ero pieno, non sai mai con chi vai a infrascarti a questi chiardiluna, ognimodo ci vo, mi ero pure rileccato a garbo.
Piglio una cartella e aspetto.
32 ‘e cose che nun saccio dicere
Il tipo che tira su i numeri, quello di Compiobbi che s’atteggia a Masaniello, mi sta sempre sui coglioni, non è che è migliorato.
21 o’ guercio ‘e vedetta
Zia bella mi tiene a braccetto, non so se sa, se sa tiene la parte.
64 ‘A neve n’goppa a Monte Morello
Poi, a una certa, Oliviero mi fa un cenno e s’alza, io lo seguo come si conviene e davanti al cesso mi consegna Bibì e Bibò, ovvero due omarini cha avevan d’andare al cimitero a trovare le spose cadaveri.
6 a’ cazzuola ‘ro muratore
   - Questo l’è Mario e questo l’è Antonello, tu li porti al camposanto di sant’Agata, tanto l’è aperto, mettan du fiori alle su' spose, poi tu li riporti qui e cento euri un te li leva nessuno.
1 l'omm'e merd
Unn’era proprio un posto fisso, ma per cominciare poteva anche andare. ‘Sti vecchi son zeppi di soldi questo l'è poco ma l’è sicuro.

Stasera pare più tosta, però.
   - Senti caro, questo l’è Benito e questa l’è la Pia, voglian senti’ della musica, pensaci te, portali in un locale, sonagli qualcosa te, sai sonare?
   - I campanelli, so sonare.
   - Vabbè, son tutti tua, fai un po’ come ti pare. Alle 11 qui però, mi raccomando.
Così parto con questo reflusso gastroesofageo degli anni venti, il Benito, e questa nonnina sorda come un panchetto che l’è la Pia.
- Ma che state insieme? – gli fo, così per fa’ du’ chiacchiere.
- Insieme a chi? - mi fa lui, lei mi guarda e sorride come dire l’è grullo. Allora mi cheto subito.
Avevo pensato quasi quasi di portarli al Red Garter che lì conosco uno, magari mi fa passare per una mezz’ora ma poi ho avuto un’idea meglio.
Ho parcheggiato dietro al campeggio al piazzale Michelangiolo che a quell’ora di solito l’è banda.
L'ho sistemati su una panca di quelle nel controviale dove la gente la viene a correre, Benito e la Pia guardavano passare le macchine che l’era un piacere.
   - Ecco una Lancia, fa Benito.
   - Macché, l’arancia di sera la mi fa venire i fortori, un la voglio.
   - Bada l’Ibiza!
   - La pizza? Ma tu sei sfondato… un s’è di già preso il brodino?
Poi Benito mi guarda a me
   - O la musica?
   - Ora l’arriva, state boni.
Un finisco di dirlo che da dietro, dalla zona anfiteatro del campeggio, parte il pulcino pio come pezzo riempipista della baby dance, poi vai con il salto del canguro e il cazzo del coccodrillo che son trent'anni e ancora un si sa come fa.
Li racqueto per un altri venti minuti e poi attacca una tipa.
   - Eccola la musica Benito, senti bella.
Il cielo d'Irlanda si spulcia i capelli alla luna
Il cielo d'Irlanda è un gregge che pascola in cielo
  - O che musica l’è, un la conosco mica.
Dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
Il cielo d'Irlanda si muove con te
   - L’è una della Mannoia, Il cielo d’Irlanda.
   - Noé, un ce l’ho la ghirlanda, un so mica morta - fa la Pia.
   - Unnè mica morta - mi fa Benito, che unnò ancora capito se ci fa o ci è.
Dal Donegal alle isole Aran
E da Dublino fino al Connemara
   - E quella se un mi sbaglio l’è una Toyota.
   - Un po’ idiota mi sembra anche a me, ma con chi c’ha mandato Oliviero?
   - L’è i’ nipote della Piera, quello passa il convento - Benito mi strizza l’occhio.
Il cielo d'Irlanda si muove con te
Il cielo d'Irlanda è dentro di te
Non è che ci si passa tutta la sera su quella panchina intendiamoci, il tempo di vagabondo chi son io e di con le mani posso finalmente bere e via, li ricarico in macchina.
   - Ma questa macchinina icché l’è - mi fa Benito. Unné sta zitto un secondo.
   - Una Ka.
   - Ecco, bravo, parla più forte sennò un capisco un’acca!
Si rientra al bingo quatti quatti, Oliviero pare in pensiero ma non sono nemmeno le dieci e mezzo, manco fossero i su' figlioli.
29 a' frittur’e calamare
La zia mi fa un sorrisone e mi fa cenno di sedermi.
   - Ora guarda di non perdere anche questo di lavoro - e mi verga una gomitata nelle costole.
65 o’ nipote mascalzone
‘Sto figlio di bonadonna di Compiobbi un giorno l’agguanto e lo piglio a calcinculo fino alle Sieci.
22 e' ragazz’e Sanfrediano
Tombola, fa un cristiano di fondo alla sala e tutti a bociare: “Controllo, controllo!”

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Per EDS in fuga:


27 gennaio 2017

La La Land (nessun balbuziente è stato maltrattato nella creazione di questo titolo)


Ieri sera per alzare il mio indice di QV (*) sono andato a godermi La La Land con il mio vecchio amico Giacomone, non senza prima passare da Pizzaman per i preliminari, intesi come una margherita dop che lèvati.
Seppure la tipa da Pizzaman mi fa: "Mangiate quà?" io capisco "Fate a metà?" e c'è mancato poco che la menassi.
Questo post tra l'altro è anche un ottimo pretesto per pubblicare un'altra immagine del mio uomo ideale (ryanello lì), ma vogliamo parlare del film?
Sinceramente no, lo fanno già in tanti e tutti più titolati di me, non aggiungerò trite banalità che potrebbero essere usate contro di me.
Emma Stone è fenomenale anche se il suo maggior pregio è sfoggiare due sopracciglia normali.
Ryan Gosling canta balla e suona il piano anche se il suo maggior pregio è invecchiare 5 anni e non mettere su nemmeno una ruga.
A me mi dovete solo spiegare come è stato girato quel mirabolante unico piano sequenza iniziale in autostrada, dove cacchio stava la cinepresa? Su un drone? Boh.

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(*) QV è l'indice di Qualità della Vita, generalmente si calcola su base settimanale e si ottiene con la seguente semplice formula:

     Ore di vita in Qualità
   ______________________
       Ore di vita vissuta

Facciamo un esempio: una settimana ha convenzionalmente 112 ore di vita vissuta (8 ore al giorno dedicate al sonno e scorporate, e chi dorme meno meglio per lui), sommate le ore della settimana che vi dànno vero piacere:

  • passeggiate: 5 ore
  • cinema: 2 ore
  • pizza: 2 ore
  • cena e caffè con amici: 4 ore
  • partite Fiorentina: 4 ore
  • sesso: 17 minuti 

Per un totale di 17 ore e 17 minuti dai quali vanno sottratte le ore terrifiche, gli imprevisti, le cose che vanno male proprio (non la spesa o il pulire casa che sono routine, però):

  • passare in banca/posta: 1 ora
  • aspettare al campo allenamenti: 2 ore
  • partite Fiorentina: 4 ore


Per un totale di 7 ore. Restano 10 ore e 17 minuti che rapportati alle 112 ore di cui sopra danno un indice QV di 9,2 e vi posso garantire che non è affatto male, fossero tutte settimane così!

24 gennaio 2017

La cultura a giorni alterni

Va così che, con la testa che ci si ritrova a una certa età, può considerarsi un privilegio bello e buono dare una mano ai figli con la scuola.
Capita di riscoprire succosi particolari storici, rinfrescare sopite regole di semplificazioni algebriche e stupirsi ancora davanti agli spicchi meridianici. E non è male.
Però se siete organizzati come da me, non lo sapete cosa vi tocca. In pratica io e dolcemetà ci alterniamo - un po' in base a voglia e disponibilità ma, molto più spesso, a caso - negli impegni familiari, che siano legati allo studio di France, agli allenamenti, al dentista, al cucinare o ai bisogni di Juno (ma è femmina).
E quindi finisce che questa nuova istruzione che ci si fa, di riflesso a quella dello studente deputato, sia costruita a salto del canguro con i vantaggi e le controindicazioni del caso.
E al fin della fiera sono il massimo esperto di dittonghi e iati ma di Carlo Magno e di Aquisgrana non so un cazzo (*).


(*) A parte che Aquisgrana contiene un dittongo.

18 gennaio 2017

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma


Temo che l'umanità abbia preso un po' troppo alla lettera l'illuminato postulato del chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier.

Perchè se, com'è vero iddio, o chi per lui, le schuko non si sa mai dove stanno, le patatine mancano sempre, e i calzini si spaiano irrimediabilmente, è altrettanto vero che stiamo assistendo a una pericolosa invasione di trasformatori (chiamateli alimentatori, chiamateli Ismaele o chiamateli come volete...).
Gran parte dei ritrovati tecnologici che agevolano le nostre vite ci sono venduti accessoriati di un rassicurante trasformatore.
Cellulari, harddisk esterni, laptop, cordless, consolle, tablet, fotocamere, giocattoli e tutta una serie di apparecchi dall'aspettativa di vita tendenzialmente molto breve.
Va così che passano gli anni, la tecnologia progredisce, i meccanismi si rompono e giocoforza vanno rimpiazzati con nuovi modelli.
I vecchi si buttano. Ma non il trasformatore, che può sempre tornare utile! (mi par di sentirvi).
C'è comunque una piccola fetta dell'umanità, studiata dalla Nasa, che riesce a gettare via il trasformatore - funzionante - assieme all'apparecchio di riferimento non più funzionante o fatalmente obsoleto. Beh, non sto dicendo a voi, iatevenne!

Noi gente normale raccogliamo i trasformatori in contenitori generalmente plastici di provenienza vagamente svedese etichettati alla meglio come "materiale elettrico", seppure negli anni si genererà l'esigenza di un'archiviazione più esclusiva e dignitosa in uno scatolone riservato marchiato "trasformatori".

Poi capita che devi comprare una tastiera elettrica per il figlio e la sua buona scuola - non sai mai ti diventi un Roby Facchinetti o un dio delle città - e che il prodotto in questione sia venduto con il trasformatore A PARTE.
Boni! Fermi tutti! Ce l'ho io il trasformatore!
Finalmente hai l'occasione per tirar giù il cavolo di contenitore zeppato negli anni di fior di trasformatori che potevano tornare utili.
E cominci a vagliare i volt e gli ampere, che non ci capisci una cippa, ma non vogliamo certo fulminare la tastierina nuova con una scarica inadeguata.
E niente, pare che il cartello mondiale dei trasformatori sia riuscito a destinare alla tastiera dei tuoi desideri un trasformatore dalle caratteristiche tecniche diverse, anche mezzo volt non di più, da tutti quelli che hai zelantemente messo via negli anni.
In ogni caso prendo quello dalle specifiche più simili all'originale e mi faccio consigliare dagli espertoni della materia che qui da me abbondano. Mi fanno: va bene lo stesso, e compro la tastiera senza alimentatore.
Va così che il cartello degli spinotti ha dotato la femmina di quel cazzo di sintetizzatorino di un buco di diametro avverso e il mio trasformatore, vanamente auspicato di riutilizzo, torna di filato nel cestone dei dimenticati.

A casa mia ce n'ho almeno venti di questi cosi. Ora... ipotizzando che il 30% delle famiglie mondiali sia messo come me, nei garage/cantine del pianeta dormono 6 miliardi sei di cazzosi trasformatori funzionanti.
Negli anni '70, ve lo dico, eravamo avanti: noi avevamo un coso rosso a cui bastava spostare un'interruttore per infondere alla pista polistil il voltaggio che volevamo. Un vero spasso.

E per la serie invenzioni da realizzare non ditemi che non sia possibile varare il trasformatore universale, ché non vi credo.

Poi, se il potere verrà preso dai trasformatori, che una notte senza luna decideranno di uscire dalle nostre scatole e pigliarsi il mondo, non lamentatevi se per salvarvi dovrà scapicollarsi qui Schwarzenegger direttamente dall'anno tremila.

11 gennaio 2017

Istruzioni per mangiare 2 (due) mandarini


Assodato che, come recita il secondo paradigma di Zeng Guofan - se mangi due mandarini il secondo sarà comunque peggiore del primo; queste le istruzioni da seguire:
  • sbucciare mandarino Uno
  • mangiare metà mandarino Uno
  • sbucciare mandarino Due
  • mangiare metà mandarino Due
  • attenzione a non confondere le due metà rimanenti
  • valutare succosità e dolcitudine delle due parti appena mangiate
  • mangiare la seconda metà del mandarino identificato come peggiore
  • mangiare la seconda metà del mandarino identificato come migliore
  • fare "Ah"

4 gennaio 2017

Obiettivi 2017 in cifre


Ed eccolo il crescendo rossiniano da perseguire nell'anno.
(I numeri obiettivo, escluso il primo, vanno intesi come almeno)


  1. Beccare 0 (zero) multe
  2. Dimagrire 3 (tre) chili
  3. Vedere 5 (cinque) serie TV
  4. Uscire 12 (dodici) volte con gli amici
  5. Pubblicare 15 (quindici) rebus
  6. Leggere 20 (venti) libri
  7. Cucinare 30 (trenta) nuovi piatti
  8. Accarezzare 44 (quarantaquattro) gatti o cani
  9. Vedere 50 (cinquanta) film
  10. Scrivere 55 (cinquantacinque) post sulla Linea
  11. Fare 69 (sessantanove) volte l'amore
  12. Correre/camminare per 2000 (duemila) chilometri
  13. Arrivare al 2018 (duemiladiciotto) da vivo


2 gennaio 2017

Lui è tornato, e anch'io!

Eccomi qua, reduce da un'appassionante lettura: Lui è tornato (*) di Timur Vermes (trad. Francesca Gabelli).
Purtroppo non l'avevo sul kindle, quindi ho pochi ritagli facilmente riportabili.
L'ho preso in biblioteca e l'ho diligentemente orecchiato dal basso nelle pagine contenenti i brani più pregevoli, ma niente, l'ho restituito senza trascrivere gli stralci.
E allora, direte, cos'è 'sto post inutile?
Gnente, è solo uno spottone per il romanzo che, se siete appassionati di storia - ma non solo -, non potete perdervi.
E stasera mi guardo magari il film.

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Mi guardai intorno. Sotto la panchina scorsi qualcosa che assomigliava a un giornale, anche se la stampa mi parve subito un po' troppo vistosa. Il foglio era a colori e non l'avevo mai visto: si chiamava "Media World".
Nonostante i miei sforzi, non riuscii a ricordare di aver autorizzato una simile pubblicazione. Conteneva informazioni incomprensibili.

E dopo poco tempo constatai che qualsiasi cosa scrivessi, finivo sempre allo stesso indirizzo protogermanico, chiamato Wikipedia; era chiaro che quel nome derivava dalla combinazione di "enciclopedia" e di "vichinghi", una stirpe germanica ben nota per il suo spirito esploratore.

Quante bombe avremmo dovuto gettare sulle loro città per fargli capire che eravamo amici?
(riferita agli Inglesi)


(*) 3,4 carver
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