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22 dicembre 2016

Per fare un albero

Ormai il cimitero è un luogo desueto e frequentato per lo più da anziani che vanno a vedere che aria tira.
No, occorre cominciare a pensare alla morte in termini più vivi, senza farsi intimorire dalla contraddizione in termini.
Nessuno dei nostri figli verrà a trovarci al cimitero, diciamolo, e non siamo manco quelle rockstar suicide che attirano visitatori da tutto il mondo, ergo meglio cambiare strategia.
Ogni idea è buona se ci distoglie dal nulla eterno e ci infonde nuova speranza.
In questo senso va bene Gesù, o il lampionismo, ma - perché no? - va benissimo anche reinvegetarsi in un albero.
E non è nemmeno caro, 145$.
Ecco qua, accattatevi un'urna bio per le vostre ceneri, ça va sans dire fatevi cremare e scegliete un beneamato albero in cui volete tornare a vivere, per quanto dovrete cambiare un po' le vostre abitudini, basta cinema, basta il calcetto del giovedì e basta pure le domeniche pomeriggio all'Ikea (comunque morire ha i suoi pannelli lati positivi).
Buttate le fronde al cielo, vantatevi degli anelli che vanno a incrementare il vostro girovita e magari fatevi pisciare dai cani. Vedrete, vi piacerà.

Il problema è quale albero. Quale albero vorreste diventare?
Tante volte nella vita ci chiedono gli animali preferiti (cavallo e rondine), quelli in cui vorremmo incarnarci, ma mai ci prospettano una vista vegetale della tematica.

Un leccio secolare? Un ulivo? O un ginkgo biloba?
Magari ci penso un attimo.

7 novembre 2016

Cronache dal futuro: 4 novembre 2026



Il destino beffardo ha voluto che mentre a Firenze si ricordavano i sessant'anni dall'alluvione del '66, con gli angeli del fango e tutto il resto, un'intero paesino al limitare del capoluogo toscano, Antella, venisse spazzato via da un fenomeno analogo: una piena record del fiume Isone.
Sul banco degli imputati la cementificazione dell'alta valle del torrente avvenuta una decina d'anni fa per liberarsi delle terre scavate per la realizzazione della Terza Corsia dell'A1.
Erano le 9 del mattino quando le acque sono straripate all'altezza del cimitero monumentale e hanno invaso il paese costringendo gli abitanti a riparare ai piani alti delle abitazioni.
Gli Antellesi, uniti già da tempo nel comitato di Cittadinanza Passiva, raggiunti sui tetti delle loro case hanno dichiarato:
- Isone? Non sapevamo che dall'Antella passasse un fiume.
L'ingegnere di Autostrade responsabile del progetto Terza Corsia intervistato in merito ha detto:
- Non potevamo prevedere che piovesse per più di due ore di seguito!
La commissione di geologi ed esperti, che dieci e passa anni fa aveva dato parere favorevole per lo scarico di un milione e mezzo di metri cubi di terra impermeabilizzata, ha preferito rilasciare un comunicato ufficiale:
- Come potevamo immaginare che impermeabilizzare un'area grande solo come 30 campi di calcio e convogliare nel fiume tutte le acque di quella stessa area, impossibilitate a filtrare giù nel terreno, avrebbe potuto avere delle conseguenze? Mica siamo indovini.
Lo storico del paese, Casprini, munito di pinne e di maschera si è precipitato nuotando per le vie invase dall'acqua al fine di girare un avvincente documentario dove viene ripresa, tra l'altro, anche la famigerata salamandrina dagli occhiali che da Franco, all'ottica VederBene, cerca di farsi cambiare la montatura.
L'ex presidente della Commissione Terza Corsia di allora e oggi sindaca, Baragli, ha raccontato che mentre annaspava per tirarsi fuori dal fango che aveva invaso la sua casa gli è rimasto in mano un esemplare di potamon fluviatile; interrogata sull'accaduto ha confessato di aver preso un altro granchio.
Il Morozzi, che al momento dello straripamento era in piazza con il comitato in lotta contro la realizzazione della Nona Corsia, si è salvato a cavalcioni del gazebo. Alle 11:30 è stato avvistato a Pontedera.
L'ex Sindaco Casini, invece, oggi apprezzato Presidente del Consiglio, sceso dalla sua villa di Fiesole per visitare i luoghi del disastro nel suo paese natale, ha avuto parole ottimistiche e rassicuranti per la popolazione:
- Ricostruiremo tutto!

p.s. Questi sono pazzi. Antellesi, andate a vedere quanta acqua scende giù dall'Isone dopo qualche ora di pioggia normale, andate e immaginatela moltiplicata per enne.

25 maggio 2016

Terre di scavo nella valle dell'Isone


Non nel mio nome.
Oggi sono serio, oltreché avvilito.
Se me lo raccontassero non ci crederei.
Dalle mie parti stanno per cominciare i lavori di ampliamento all'Autostrada del Sole con la realizzazione della terza corsia (tratto Fi Sud - Incisa).
Iniziamo col dire che il lavoro è stato programmato sulla base di uno studio sul traffico datato 1997 e che adesso, dati certificati alla mano, non sarebbe più necessario, ma i soldi dice sono già stati stanziati (si parla di 400 milioni) e il mondo degli appalti reclama la sua fetta promessa.
La realizzazione di quest'opera porterà - tra lo scavo della nuova Galleria sotto San Donato in Collina e sbancamenti vari - a dover smaltire terre di scavo per un totale di 1 milione e 300 mila metri cubi.
L'idea geniale di Autostrade, dolosamente appoggiata dall'amministrazione locale (nonché nascosta ai cittadini per 4 lunghi anni), è quella di smaltire queste terre seppellendo una valle incontaminata: è la valle da dove sorge il fiume Isone, che poi attraversa l'abitato di Antella (la ridente cittadina della foto che non ha per niente voglia di ridere).
Domani, in Conferenza dei Servizi, a Roma, sarà definitivamente varato questo scempio ambientale che, giocoforza, porterà all'ennesimo dissesto idrogeologico italiano.
Le terre di scavo saranno trattate con calce, rese inerti a possibili presenze di agenti inquinanti, conseguentemente impermeabilizzate e gettate a murare e seppellire per sempre una bellissima area del nostro territorio che diventerà, per ben 24 ettari, pertinenza autostradale recintata.
Una Pompei dei giorni nostri, però fortemente voluta dall'uomo.
(Anche se "uomo", in questo caso, mi sembra sinceramente esagerato, visto che non c'è niente di razionale in questo progetto)
Come se Genova, o anche Firenze (vedi il crollo del Lungarno di stamani), fossero città di altri pianeti proprio, di altre galassie.
Come se non dovessimo rendere conto di quello che combiniamo ai nostri figli, ai nostri nipoti o anche solo a madre natura stessa.
Mi permetto di linkare un prezioso documentario (grazie a Massimo Casprini) su questa valle che scomparirà per sempre, un filmato che - ahimè - diventerà STORIA e testimonierà alle generazioni future cosa c'era laddove la bellezza fu sepolta per sempre.
E no, se me lo raccontassero non ci crederei.

26 gennaio 2016

Non ci vuole un genio

Non ci vuole un genio per regolare un semaforo a senso unico alternato.
Eppure ultimamente, quelli in cui m'imbatto, sembrano impostati dall'imbecille degli imbecilli.
Non è che mi voglio mettere io a pontificare di cose matematiche che poco ne so, però due conti due si possono fare.
Dato x il tempo del verde di una direzione di marcia e y il tempo del verde della direzione opposta, e ammesso che siano uguali, per chiudere il ciclo temporale serve l'elemento z e cioè il tempo in cui entrambi i semafori sono rossi ed è necessario affinché le vetture che transitano per ultime al verde arrivino dall'altra parte.
Per fare un conto semplice, ipotizzando
x = 25"
y = 25"
z = 10"
Si ha, ogni minuto, un tempo morto in cui tutti stanno fermi di 10 secondi. Che in un'ora sono 600, cioè 10 minuti, cioè 1/6 del tempo totale.
Ora z è un tempo tecnico, che varia a seconda della situazione e della lunghezza del tratto stradale a senso unico alternato quindi, una volta stabilito, non può variare. Ma x e y ovviamente sì.
Basta allungare il tempo di x e y per vedere dissolversi al vento ogni tipo di coda sulla strada.
Portiamo x e y, per esempio, a 55" e con lo stesso tempo morto di 10 secondi - ma questa volta in un ciclo di 2 minuti - sarà solo 1/12 del tempo totale quello in cui tutte le vetture stanno ferme.
Fatevelo da soli il calcolo di quante auto in più al giorno potrebbero transitare da quell'imbuto.
E non sto nemmeno a introdurre un ragionamento su tempi differenziati tra x e y a seconda dell'orario della giornata.
Ah, comunque io passo in motorino.

24 febbraio 2014

RunEnergy [Filippidea]

C'è che a lavorare da me abbiamo questa sorta di bacheca digitale delle idee grazie alla quale possiamo proporre le nostre. Bon, io ci ho appeso questa... non è geniale?

Progettazione di piste di atletica o tratti di strada pedonale a pressione dove ogni passo sviluppa e produce energia grazie all'installazione di generatori sotto il manto della pista stessa (tecnologia esistente). Energia eventualmente immagazzinabile in batterie da riutilizzare, ad esempio, per l'illuminazione pubblica.
L'idea tende a sfruttare anche l'enorme crescita del fenomeno della corsa amatoriale in questo periodo e può essere promossa adeguatamente incentivando le società podistiche ad allenarsi in tali impianti.
Potrebbero poi essere organizzate gare ad hoc, tipo maratona su pista, in grado di produrre energia "pulitissima" e di pubblicizzare il progetto con un bel ritorno d'immagine per chi la promuove e la mette in atto.

Il runner può scegliere se donare l'energia prodotta oppure, grazie all'applicazione di un chip alla scarpa in grado di quantificare passi e conseguentemente energia prodotta, può recuperare parte dell'energia sviluppata dalla sua corsa con l'assegnazione di Certificati RunEnergy, tali Certificati possono essere convertiti comodamente in sconti sulla bolletta elettrica o sulla bolletta del gas, o anche in sconti sui carburanti presso marche convenzionate o per il pagamento dei ticket sanitari.

Chiaramente da voi non è che mi aspetto un sostegno all'idea ma, volendo, dei consigli o delle critiche costruttive per migliorarla. Grazie.
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