La stendipannologia non è una scienza esatta.
E tuttavia esiste una tecnica formalmente corretta nella stenditura, seppure empirica e frutto di anni di esperienza e cazziatoni: è la tecnica universalmente riconosciuta con il nome di come li vuole tua moglie.
Eppure piazzare gli acchiappini all'estremità superiore dei pantaloni, da rovescio, mica mi convince, io pinzerei la molletta proprio al cavallo dove se fa la pieghetta ma chi la vede?
E le magliette? Le accavallerei altezza ascella con molletta proprio sulla cucitura sotto braccio, e invece non va bene: maglietta appesa quasi tutta a testa in giù con mollette sui fianchi.
E gli accappatoi, magari col cappuccio? Non venite a dirmi che esiste un metodo codificato per stenderli! Le gonne proprio mi spiazzano, le appoggio senza acchiapparle perché dovunque lo metto, il cazzo di acchiappino, è un posto sbagliato.
Colgo l'occasione, da vero stenditore semi-professionista quale sono, per ringraziare FoppaPedretti nella persona dello stendino Gulliver che mi coadiuva da sempre in maniera efficiente e decisiva nell'operazione panni stesi.
E comunque, come forse si deduce anche dal fatto che alla fine ne abbia confezionato un post, tutta questa iperattività di stenditura non mi fa bene. Nell'ultima sessione mi sono scoperto maniacale: le due mollette che tengono lo stesso capo devono essere uguali per colore, forma e materiale.
31 agosto 2012
28 agosto 2012
Il più grande difetto del Kindle
Mi piace sbirciare le copertine dei libri letti dagli sconosciuti.
Al mare, a bordo piscina, dove capita.
In altri e più giovanili tempi avrebbero potuto anche fornirmi un'indicazione valida per argomentare un approccio con una lei, adesso no, è solo curiosità.
Ad ogni modo, non siamo a dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei, ma l'indizio è prezioso. Potete scovare le differenze tra individui se leggono Volo piuttosto che Carver o Sparks piuttosto che Calvino anche senza aguzzare troppo la vista.
Il Kindle e gli altri ebook reader tutelano in maniera esosa la privacy del lettore. Non sarebbe male se il dispositivo sul dorso presentasse il baco di una piccola lavagna luminosa dove scorrono titolo e autore.
Magari ci potrebbe stare pure la percentuale di lettura, visto che le pagine già scorse sono note solo dal cartaceo, e la % potrebbe evitarci l'esordio con spoiler con la strafiga vicina d'ombrellone.
- Bel libro, eh? E Tom, quella sagoma di Tom il costruttore, è sempre vivo?
Al mare, a bordo piscina, dove capita.
In altri e più giovanili tempi avrebbero potuto anche fornirmi un'indicazione valida per argomentare un approccio con una lei, adesso no, è solo curiosità.
Ad ogni modo, non siamo a dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei, ma l'indizio è prezioso. Potete scovare le differenze tra individui se leggono Volo piuttosto che Carver o Sparks piuttosto che Calvino anche senza aguzzare troppo la vista.
Il Kindle e gli altri ebook reader tutelano in maniera esosa la privacy del lettore. Non sarebbe male se il dispositivo sul dorso presentasse il baco di una piccola lavagna luminosa dove scorrono titolo e autore.
Magari ci potrebbe stare pure la percentuale di lettura, visto che le pagine già scorse sono note solo dal cartaceo, e la % potrebbe evitarci l'esordio con spoiler con la strafiga vicina d'ombrellone.
- Bel libro, eh? E Tom, quella sagoma di Tom il costruttore, è sempre vivo?
26 agosto 2012
Tutti volevano fare l'astronauta
Io per primo.
Le imprese legate alla conquista dello Spazio e della Luna ci affascinavano, e non c'era bambino che non volesse fare l'astronauta, anche perché avevamo capito che nessuno ci avrebbe pagato per fare Dick de La Freccia Nera che forse, ma dico forse, era l'unico che avremmo preferito emulare rispetto ad Armstrong.
E la mia lunare passione non sfuggì alla mia profe d'italiano di terza media che un bel giorno (ma non per dire, proprio un BEL giorno) portò in classe un numero speciale di Epoca che le apparteneva e che mi regalò, sorprendendomi non poco. Piacevolmente.
Ora capite anche da soli quanto sia difficile conservare - bene - per così tanto tempo, salvarla dai traslochi, dalle mogli incazzate, dai figli, dai repulisti, dai mercatini e, non ultimo, da eBay, una tale pregevole reliquia, ma sono orgoglioso di avercela fatta.
E ho anche brillantemente superato la dura prova imposta dalla prima legge sull'archiviazione che recita: se non sei in grado di trovarlo in un minuto, non serve.
Un pensiero stasera va al mio esame di terza media in cui ho potuto spaziare parlando di Luna, grazie anche a Neil e alla professoressa Moretti.
Le imprese legate alla conquista dello Spazio e della Luna ci affascinavano, e non c'era bambino che non volesse fare l'astronauta, anche perché avevamo capito che nessuno ci avrebbe pagato per fare Dick de La Freccia Nera che forse, ma dico forse, era l'unico che avremmo preferito emulare rispetto ad Armstrong.
E la mia lunare passione non sfuggì alla mia profe d'italiano di terza media che un bel giorno (ma non per dire, proprio un BEL giorno) portò in classe un numero speciale di Epoca che le apparteneva e che mi regalò, sorprendendomi non poco. Piacevolmente.
Ora capite anche da soli quanto sia difficile conservare - bene - per così tanto tempo, salvarla dai traslochi, dalle mogli incazzate, dai figli, dai repulisti, dai mercatini e, non ultimo, da eBay, una tale pregevole reliquia, ma sono orgoglioso di avercela fatta.
E ho anche brillantemente superato la dura prova imposta dalla prima legge sull'archiviazione che recita: se non sei in grado di trovarlo in un minuto, non serve.
Un pensiero stasera va al mio esame di terza media in cui ho potuto spaziare parlando di Luna, grazie anche a Neil e alla professoressa Moretti.
17 agosto 2012
Non voglio mica la luna - 2
In materia di semi non sono un esperto, anzi, sono il classico semi-analfabeta.
Però ero ragazzo quando venne fuori che gli americani avevano coperto d'oro un gruppo di scienziati genetisti giapponesi perché facessero sparire dalla faccia della terra gli esiti del lavoro delle loro zucche pensanti: il cocomero senza semi.
A parte che la notizia, letta su Panorama, aveva un'attendibilità pari ai 32 gradi fahrenheit, si diceva che, per evitare il tracollo dell'economia americana i nippo vennero corrotti e della prelibatezza asemica niente più s'è saputo.
Qui però arrivo io, o chi per me, a salvare la capra, rappresentata dai coltivatori d'anguria, e i cavoli, nelle persone dei consumatori, da sempre alla ricerca di un cocomero semi free.
Perché mi c'incazzo quando una cosa è realizzabile ma nessuno ci s'applica e anche perché non mi sento di appoggiare la corrente di pensiero che vuole equiparare un mandarino senza semi a un uomo senza pisello.
Visto che il forno a crioonde tarda ad arrivare sul mercato, torniamo all'invenzione da sviluppare a questo giro, voglio dire, non è che tutti dovete buttarvi sull'ennesimo teorema di Fermat, o tentare di trovare la strada per la trasposizione cellulare o per la fottuta macchina del tempo; quelle son robe difficili, magari si fanno più in qua, lasciate qualcosa anche ai nostri figli e nipoti, perdìo!
Fior di luminari son lì che hanno calcolato la lunghezza dell'equatore, la distanza esatta tra il Sole e la Terra, il milionesimo decimale del bastardo numero che definisce il rapporto irragionevole tra la circonferenza del cerchio e il suo diametro, ma nessuno che si sia dedicato allo studio della distanza tra i semi di cocomero e il centro dello stesso, o tra i semi e la buccia.
Avrete notato che i semi sono posizionati in una fascia suppergiù mediana del frutto in questione, basterebbe delimitare con esattezza la posizione e la misura di questa fascia semosa e tirarla via con una sorta di desemificatore.
Non si può forse asportare il torsolo ad una mela o snocciolare un'oliva con attrezzi meccanici financo banali nel loro utilizzo, vuoi che non si possa ripulire un cocomero? Non ci voglio nemmeno pensare.
Mi figuro una sorta di gabbia, tipo l'urna per l'estrazioni del lotto, nella quale ci puoi cacciare l'anguria e che è provvista di due lame rotanti - uforobò aiutami tu! - che vanno ad asportare con precisione più o meno chirurgica la catena di semi interna.
Ta-tlac. Fatto.
p.s. tranquilli, c'è anche rotonda.
Però ero ragazzo quando venne fuori che gli americani avevano coperto d'oro un gruppo di scienziati genetisti giapponesi perché facessero sparire dalla faccia della terra gli esiti del lavoro delle loro zucche pensanti: il cocomero senza semi.
A parte che la notizia, letta su Panorama, aveva un'attendibilità pari ai 32 gradi fahrenheit, si diceva che, per evitare il tracollo dell'economia americana i nippo vennero corrotti e della prelibatezza asemica niente più s'è saputo.
Qui però arrivo io, o chi per me, a salvare la capra, rappresentata dai coltivatori d'anguria, e i cavoli, nelle persone dei consumatori, da sempre alla ricerca di un cocomero semi free.
Perché mi c'incazzo quando una cosa è realizzabile ma nessuno ci s'applica e anche perché non mi sento di appoggiare la corrente di pensiero che vuole equiparare un mandarino senza semi a un uomo senza pisello.
Visto che il forno a crioonde tarda ad arrivare sul mercato, torniamo all'invenzione da sviluppare a questo giro, voglio dire, non è che tutti dovete buttarvi sull'ennesimo teorema di Fermat, o tentare di trovare la strada per la trasposizione cellulare o per la fottuta macchina del tempo; quelle son robe difficili, magari si fanno più in qua, lasciate qualcosa anche ai nostri figli e nipoti, perdìo!
Fior di luminari son lì che hanno calcolato la lunghezza dell'equatore, la distanza esatta tra il Sole e la Terra, il milionesimo decimale del bastardo numero che definisce il rapporto irragionevole tra la circonferenza del cerchio e il suo diametro, ma nessuno che si sia dedicato allo studio della distanza tra i semi di cocomero e il centro dello stesso, o tra i semi e la buccia.
Avrete notato che i semi sono posizionati in una fascia suppergiù mediana del frutto in questione, basterebbe delimitare con esattezza la posizione e la misura di questa fascia semosa e tirarla via con una sorta di desemificatore.
Non si può forse asportare il torsolo ad una mela o snocciolare un'oliva con attrezzi meccanici financo banali nel loro utilizzo, vuoi che non si possa ripulire un cocomero? Non ci voglio nemmeno pensare.
Mi figuro una sorta di gabbia, tipo l'urna per l'estrazioni del lotto, nella quale ci puoi cacciare l'anguria e che è provvista di due lame rotanti - uforobò aiutami tu! - che vanno ad asportare con precisione più o meno chirurgica la catena di semi interna.
Ta-tlac. Fatto.
p.s. tranquilli, c'è anche rotonda.
14 agosto 2012
Il ferragosto più sfigato
Ovvero Vinci un'agenda di Comix - 3.
Tempi duri per tutti con questa crisi, anche per la Madonna che, per effetto della spending review, da quest'anno, non sarà più assunta in cielo, ma soltanto contattata per un colloquio. Le faranno sapere.
Tornando a noi, stavolta serve una storia strappalacrime.
Fatevi avanti, descrivete il vostro Ferragosto, finzione realtà, passato futuro, poco importa, fondamentale è che riusciate a ispirare pena e compassione così, magari, sarete eletti e riceverete l'agenda in premio.
Chi pensa che l'agenda di Comix faccia cagare è meglio se evita di parlarci dei suoi istinti suicidi perché l'arrivo del pacco a casa potrebbe infliggergli il colpo di grazia.
Mi raccomando l'ironia, ragazzi, non è detto che il 15 agosto al bagno 78 di Rimini, da Guido e Luca, trascorso tra un mojito e un gavettone sia migliore di un Ferragosto in città, imboscato al fresco di un divano con un libro di Bukowski tra le mani.
La base d'asta sarà il mio Ferragosto:
Due ore e mezza di macchina all'andata, pranzo coi parenti, rompimenti di balle da destra e da manca mentre invano tento di ritagliarmi una pennica su una sdraio, due ore e mezza di macchina (se va bene) al ritorno.
Chi offre di più?
Tempi duri per tutti con questa crisi, anche per la Madonna che, per effetto della spending review, da quest'anno, non sarà più assunta in cielo, ma soltanto contattata per un colloquio. Le faranno sapere.
Tornando a noi, stavolta serve una storia strappalacrime.
Fatevi avanti, descrivete il vostro Ferragosto, finzione realtà, passato futuro, poco importa, fondamentale è che riusciate a ispirare pena e compassione così, magari, sarete eletti e riceverete l'agenda in premio.
Chi pensa che l'agenda di Comix faccia cagare è meglio se evita di parlarci dei suoi istinti suicidi perché l'arrivo del pacco a casa potrebbe infliggergli il colpo di grazia.
Mi raccomando l'ironia, ragazzi, non è detto che il 15 agosto al bagno 78 di Rimini, da Guido e Luca, trascorso tra un mojito e un gavettone sia migliore di un Ferragosto in città, imboscato al fresco di un divano con un libro di Bukowski tra le mani.
La base d'asta sarà il mio Ferragosto:
Due ore e mezza di macchina all'andata, pranzo coi parenti, rompimenti di balle da destra e da manca mentre invano tento di ritagliarmi una pennica su una sdraio, due ore e mezza di macchina (se va bene) al ritorno.
Chi offre di più?
13 agosto 2012
Qualcuno dovrebbe dirglielo
Forse un tempo è stata un'idea originale.
Forse un creativo sarà stato premiato per questo.
Forse l'insegna dell'esercizio commerciale avrà portato ennemila nuovi clienti, forse, ma 20 anni fa.
Adesso è finita. C'è un momento per tutto.
Se aprite uno straccio di negozio per vendere, chennesò, fiori, evitate con cura di chiamarlo Non solo begonie.
Il Non solo ha fatto il suo tempo, è obsoleto, scaduto, puzza di muffa.
Ispira giusto compassione per il fiacco tentativo di replicare un'idea che un giorno è stata - forse - vincente.
Non solo pellet, l'ultimo visto in ordine di tempo.
Esimio titolare di Non solo quelchecazzovendi, ti prego, metti allo studio il cambio della ragione sociale.
Te lo chiede La Linea: non solo post.
11 agosto 2012
Vinci un'agenda di Comix - 2
Lettori indefessi e lettrici ostinate ecco a voi una prova cucita sulla vostra passione.
5 brani 5 tratti da famosi libri di noti scrittori... li riconoscete?
Ho lavorato duramente per rendere il quiz a prova di motore di ricerca ma, sinceramente, non so se ce l'ho fatta. Ci sono romanzi che san google motore martire trova in ogni loro singola frase, anche la più insulsa, e così diventa difficile...
Comunque proviamoci: tutto ammesso!
1
Ogni sua parola mi feriva come un dardo avvelenato. La mia lingua era diventata un sasso mentre pensavo alla vita senza di lei. Come uomo libero sarei stato escluso per sempre dalla sua presenza.
2
Ho cominciato a vedere il suo nome sui giornali. Ho trovato il suo indirizzo e gli ho scritto, gli scrivevo una lettera ogni pochi mesi, mai ricevuto una risposta. Si è candidato come governatore ed è stato eletto, ormai era diventato famoso. Ed è allora che ho cominciato a preoccuparmi.
3
Mi chiedevo se, magari, non avrei dovuto ridere, nonostante la faccia impassibile con cui aveva parlato, della sua descrizione della propria giornata, se non avrei dovuto interpretarla alla luce della graffiante ironia lonoviana.
4
Anziché rischiare di aprire le tende, preferì accendere solo la lampada da lettura e mettersi a brancolare in cerca degli occhiali scuri. Aveva già in mente il primo posto dove guardare.
5
- Di che cosa sono fatti i bastoncini di pesce?
- Di pesce.
- Che tipo di pesce?
- Di tutti i tipi.
- Merluzzo - disse mamma - pesce bianco.
- E perché?
- Basta con le domande finché non hai finito.
Questo lo disse papà.
- Mangia tutto quello che hai nel piatto - disse - e poi potrai fare le tue domande.
P.s. aiutino: nessuno di questi romanzi è stato scritto da Calvin. Né da Hobbes.
Cambio alle regole: solo il primo che indovina lo scrittore si aggiudica quel punto, ergo azzeccarne 3 porta matematicamente all'agenda.
La prima Comix è stata vinta da... sì, proprio da lui.
5 brani 5 tratti da famosi libri di noti scrittori... li riconoscete?
Ho lavorato duramente per rendere il quiz a prova di motore di ricerca ma, sinceramente, non so se ce l'ho fatta. Ci sono romanzi che san google motore martire trova in ogni loro singola frase, anche la più insulsa, e così diventa difficile...
Comunque proviamoci: tutto ammesso!
1
Ogni sua parola mi feriva come un dardo avvelenato. La mia lingua era diventata un sasso mentre pensavo alla vita senza di lei. Come uomo libero sarei stato escluso per sempre dalla sua presenza.
2
Ho cominciato a vedere il suo nome sui giornali. Ho trovato il suo indirizzo e gli ho scritto, gli scrivevo una lettera ogni pochi mesi, mai ricevuto una risposta. Si è candidato come governatore ed è stato eletto, ormai era diventato famoso. Ed è allora che ho cominciato a preoccuparmi.
3
Mi chiedevo se, magari, non avrei dovuto ridere, nonostante la faccia impassibile con cui aveva parlato, della sua descrizione della propria giornata, se non avrei dovuto interpretarla alla luce della graffiante ironia lonoviana.
4
Anziché rischiare di aprire le tende, preferì accendere solo la lampada da lettura e mettersi a brancolare in cerca degli occhiali scuri. Aveva già in mente il primo posto dove guardare.
5
- Di che cosa sono fatti i bastoncini di pesce?
- Di pesce.
- Che tipo di pesce?
- Di tutti i tipi.
- Merluzzo - disse mamma - pesce bianco.
- E perché?
- Basta con le domande finché non hai finito.
Questo lo disse papà.
- Mangia tutto quello che hai nel piatto - disse - e poi potrai fare le tue domande.
P.s. aiutino: nessuno di questi romanzi è stato scritto da Calvin. Né da Hobbes.
Cambio alle regole: solo il primo che indovina lo scrittore si aggiudica quel punto, ergo azzeccarne 3 porta matematicamente all'agenda.
La prima Comix è stata vinta da... sì, proprio da lui.
10 agosto 2012
Oggetti misteriosi ma nemmeno tanto
Grazie a quelli di Comix mi ritrovo con agende 2012/13 in numero superiore rispetto al mio fabbisogno annuo di diari/agende (ZERO), ho deciso perciò di metterne in palio alcune con dei giochini, quando e se avrò tempo e voglia.
E siccome stasera ce l'ho, la voglia, ecco a voi il primo concorsino Vinci un'agenda.
Si tratta di n. 5 particolari di altrettanti oggetti di uso più o meno comune, per intendersi potreste trovare un paio di forbici, ma non una pinza per raccogliere le pietre lunari.
Chi ne azzeccherà di più si aggiudicherà l'agenda, semplice no?
A parità di oggetti indovinati vince chi posta il commento per primo.
Per non facilitare chi risponderà successivamente non darò responsi parziali sull'esattezza o meno delle vostre supposizioni.
Via!
________________
edit 11 agosto: gli oggetti son cliccabili. Rullo di tamburi, la prima agenda la vince Giovanni.
OM2:
OM3:
OM4:
OM5:
E siccome stasera ce l'ho, la voglia, ecco a voi il primo concorsino Vinci un'agenda.
Si tratta di n. 5 particolari di altrettanti oggetti di uso più o meno comune, per intendersi potreste trovare un paio di forbici, ma non una pinza per raccogliere le pietre lunari.
Chi ne azzeccherà di più si aggiudicherà l'agenda, semplice no?
A parità di oggetti indovinati vince chi posta il commento per primo.
Per non facilitare chi risponderà successivamente non darò responsi parziali sull'esattezza o meno delle vostre supposizioni.
Via!
________________
edit 11 agosto: gli oggetti son cliccabili. Rullo di tamburi, la prima agenda la vince Giovanni.
OM1:
OM2:
OM3:
OM4:
OM5:
9 agosto 2012
A Fiorenza, città d'arte e suocera
Dolcemetà non legge il blog, è cosa risaputa. Anche se a volte le piglia la frenesia e si rimette in pari, anche perché non ama che si parli di lei a sproposito.
Scopro invece, con sorpresa, che sua madre tutti i giorni passa sulla Linea a vedere se è uscito qualcosa.
"E tu lo sai, io feisbucche un ce l'ho, guardo due notizie, icchè l'è successo, e poi se t'hai scritto qualcosa te..."
Che onore! Stare sulla barra dei preferiti con Repubblica e il Corriere.
Considerate che la Fiorenza è una che a sessanta e dieci anni s'è catapultata in un corso per piccì e la sera, tornando a casa, è passata a comprarsi un portatile, così, come fosse un pacchetto di patatine.
"Certo però che tu ne dici di bischerate!"
E qui bisogna riconoscere che ha pure compreso appieno lo spirito del blog, per quanto anche Repubblica e il Corriere...
Almeno io lo dichiaro.
Scopro invece, con sorpresa, che sua madre tutti i giorni passa sulla Linea a vedere se è uscito qualcosa.
"E tu lo sai, io feisbucche un ce l'ho, guardo due notizie, icchè l'è successo, e poi se t'hai scritto qualcosa te..."
Che onore! Stare sulla barra dei preferiti con Repubblica e il Corriere.
Considerate che la Fiorenza è una che a sessanta e dieci anni s'è catapultata in un corso per piccì e la sera, tornando a casa, è passata a comprarsi un portatile, così, come fosse un pacchetto di patatine.
"Certo però che tu ne dici di bischerate!"
E qui bisogna riconoscere che ha pure compreso appieno lo spirito del blog, per quanto anche Repubblica e il Corriere...
Almeno io lo dichiaro.
8 agosto 2012
Battuta di caccia
Se il cervo rappresenta la maestosità e il cinghiale la forza, il capriolo è il simbolo della grazia e della delicatezza. È l'animale più diffidente del bosco: l'udito il suo senso più sviluppato, poi l'olfatto, quindi la vista. Il capriolo appare all'improvviso, come un fantasma, e bisogna decidere nello spazio di un solo secondo se valga la pena di abbatterlo...
O di fotografarlo.
Nella prefazione de Il mistero di Mangiabarche (*) si parla del capriolo e la descrizione casca a fagiolo. Infatti, è da qualche sera che con France si va passeggiando in una riserva a 500 metri da casa, poco prima dell'ora di cena, solitamente a caccia di lepri e fagiani.
La nostra caccia è incruenta e i nostri proiettili sono gli avvistamenti. Lepre vista = lepre abbattuta.
I fagiani sono i più facili da beccare, poi vengono le lepri.
Una lepre corrisponde a due fagiani nel nostro manuale d'equivalenze delle prede. Lo scorso anno fu mitica una serata in cui abbattemmo ben 13 lepri.
Da quest'anno la caccia s'è fatta più grossa perché in giro hanno fatto la loro comparsa dei caprioli.
E un capriolo vale almeno 3 lepri, come si può dedurre anche dal romanzo di Carlotto.
Se il frastuono di un aereo lo lascia del tutto indifferente, il "crac" di un ramo spezzato lo mette immediatamente in allarme.
Noi ci appostiamo pazienti, al limitare del campo di grano, in attesa della nostra preda e quando possiamo sentire solo quella lisca di vento che arruffa le spighe, finalmente arriva, elegante e preciso preciso per lo spritz.
(*) 2,3 Carver.
O di fotografarlo.
Nella prefazione de Il mistero di Mangiabarche (*) si parla del capriolo e la descrizione casca a fagiolo. Infatti, è da qualche sera che con France si va passeggiando in una riserva a 500 metri da casa, poco prima dell'ora di cena, solitamente a caccia di lepri e fagiani.
La nostra caccia è incruenta e i nostri proiettili sono gli avvistamenti. Lepre vista = lepre abbattuta.
I fagiani sono i più facili da beccare, poi vengono le lepri.
Una lepre corrisponde a due fagiani nel nostro manuale d'equivalenze delle prede. Lo scorso anno fu mitica una serata in cui abbattemmo ben 13 lepri.
Da quest'anno la caccia s'è fatta più grossa perché in giro hanno fatto la loro comparsa dei caprioli.
E un capriolo vale almeno 3 lepri, come si può dedurre anche dal romanzo di Carlotto.
Se il frastuono di un aereo lo lascia del tutto indifferente, il "crac" di un ramo spezzato lo mette immediatamente in allarme.
Noi ci appostiamo pazienti, al limitare del campo di grano, in attesa della nostra preda e quando possiamo sentire solo quella lisca di vento che arruffa le spighe, finalmente arriva, elegante e preciso preciso per lo spritz.
(*) 2,3 Carver.
5 agosto 2012
Olimpic gheims
Salto col Last
Chi salta più in alto è esentato dal lavare le stoviglie al rientro al villaggio olimpico. Garantito al limone.
Tremila serpi
Pericolosa gara ad ostacoli che si corre in un rettilario.
Cento metri piano
La medaglia d'oro va a chi fa segnare il tempo più alto.
Okay su prato
Più che altro una scampagnata sull'erba, dove tutti sono d'accordo con tutti.
Cavallo con maniglioni antipanico
Gli atleti più fifoni se la possono svignare, basta spingere.
Juda
Prima si bacia l'avversario e poi si cerca di batterlo in terra.
Tiro assegno
Si lancia un traveller cheque più lontano possibile, sperando magari di corrompere un giudice.
Nuoto: 400 mesti
La sfida tra tutti i nuotatori più tristi.
Dekathlon
Una sfida a colpi di espresso senza caffeina.
Giochi OlimpiAmici (alessandra - kisciotte - bianca - magnetico - orsa):
Lancio del pesto
Prima si mazzuola l'avversario e poi lo si scaglia il più lontano possibile.
Salto tripla
Durante la fase aerea bisogna infilare nell'apposito macchinario una schedina Totocalcio con almeno una tripla.
Paratona
I partecipanti devono percorrere l'intero percorso di 42 chilometri e rotti rigorosamente in costume da parata e mantenendo l'allineamento con almeno altri tre partecipanti.
La sciambola
Uno sport divertente ma un po' costoso, vince chi riesce a infilzare più banconote da 10 euro (junior) da 50 euro (senior) da 500 euro (politici).
400 piani
Il tutto senza ascensore.
Bitch volley
Sono ammesse solo donne con spiccate doti amatorie.
Vince chi guadagna di più.
Chi salta più in alto è esentato dal lavare le stoviglie al rientro al villaggio olimpico. Garantito al limone.
Tremila serpi
Pericolosa gara ad ostacoli che si corre in un rettilario.
Cento metri piano
La medaglia d'oro va a chi fa segnare il tempo più alto.
Okay su prato
Più che altro una scampagnata sull'erba, dove tutti sono d'accordo con tutti.
Cavallo con maniglioni antipanico
Gli atleti più fifoni se la possono svignare, basta spingere.
Juda
Prima si bacia l'avversario e poi si cerca di batterlo in terra.
Tiro assegno
Si lancia un traveller cheque più lontano possibile, sperando magari di corrompere un giudice.
Nuoto: 400 mesti
La sfida tra tutti i nuotatori più tristi.
Dekathlon
Una sfida a colpi di espresso senza caffeina.
Giochi OlimpiAmici (alessandra - kisciotte - bianca - magnetico - orsa):
Lancio del pesto
Prima si mazzuola l'avversario e poi lo si scaglia il più lontano possibile.
Salto tripla
Durante la fase aerea bisogna infilare nell'apposito macchinario una schedina Totocalcio con almeno una tripla.
Paratona
I partecipanti devono percorrere l'intero percorso di 42 chilometri e rotti rigorosamente in costume da parata e mantenendo l'allineamento con almeno altri tre partecipanti.
La sciambola
Uno sport divertente ma un po' costoso, vince chi riesce a infilzare più banconote da 10 euro (junior) da 50 euro (senior) da 500 euro (politici).
400 piani
Il tutto senza ascensore.
Bitch volley
Sono ammesse solo donne con spiccate doti amatorie.
Vince chi guadagna di più.
2 agosto 2012
Il valore di una persona
Sovente il dolore ha le fauci spalancate di un lupo, che ti assedia, ti mette all'angolo e ti azzanna. E tu sei solo.
Oggi no, quel dolore si è addensato sopra di noi in una nube materica che grava sulle teste di tutti e di nessuno.
È il dolore collettivo, quello di un paese intero che piange un suo simbolo.
C'eravamo al funerale di Pippo, tutti.
Gli invincibili, noi, i ragazzi degli anni settanta, quelli che si scambiavano le figu, quelli che si prendevano a calci al campino, quelli che ogni occasione è buona per una pizza al circolo.
L'impressione era quella di essere immortali, che sarebbe stato anche difficile trovare un modo per distaccarsi dalla vita terrena. Eravamo ragazzi ieri, coperti di polvere in estate e di fango in inverno, e siamo ragazzi oggi con meno capelli in testa e con qualche figlio da mantenere.
Un manipolo di ragazzi invincibili e fortunati che attraversava il tempo senza sentirne l'odore.
Con Pippo se ne va un pezzo di storia del nostro paese, un pezzo di paese. E anche un pezzo di noi.
L'abbiamo portata tutti quella bara, ce la siamo caricata addosso insieme e per sempre, affinché potesse farsi più leggera sulle spalle dei suoi cari.
L'abbiamo potuto respirare quel dolore, l'abbiamo dovuto respirare, l'abbiamo
voluto respirare.
Ci guardiamo, ci abbracciamo e lasciamo andare le lacrime, le parole non servono, a quelle ci pensa il prete.
E il prete, nel suo piccolo, la tira fuori una frase da salvare.
Il valore di una persona, dice, non lo si misura dall'affluenza di persone all'esequie. Non la chiesa piena o la piazza stracolma di gente faranno di Pippo una persona migliore.
Il valore di una persona sta nei cuori di chi lo conosce.
E però c'eravamo tutti, tutti nessuno escluso, a dividerci da buoni amici un dolore imprevedibile e fetente.
1 agosto 2012
So far tutto o forse niente
Io me la cavo, me la son sempre cavata un po' in tutto.
Faccio benino tante cose ma benissimo nulla, è questa la mia delizia, ma di più la mia croce.
Non ho il tocco di palla di Baggio ma so cambiare le pasticche dei freni alla macchina; non suono il piano come Bollani ma so creare un cruciverba; non canto come Mina ma sono un professionista della spesa; non fotografo come Newton ma so coltivare un prato; non servo come la Williams ma so usare un trapano; non cucino come Ramsay ma so preparare una lenza; non saprei sopravvivere mangiando schifezze come Bear Grylls ma so ascoltare le persone; non mi tuffo dalla piattaforma da 10 metri ma so cucinare i biscotti di Prato.
Alla fine cavarsela va bene, che non va bene?, però a volte quando sai fare una sola schifosissima cosa, ma la fai da dio, ecco che sei sistemato per la vita.
Pigliamo alle medie... Flavione lanciava il peso a 9 metri, il Licca saltava 1,70 in alto mentre il biondo faceva 4,80 in lungo. L'Angelotti staccava un 11 netto sui cento piani e il Martini era alto 1,90 e schiacciava di già a canestro.
Noi invece, che si era così così in tutto e non si eccelleva in niente ci buttavano sui 1.500, una gara massacrante per un ragazzetto di 12 anni che consisteva in enne giri attorno alla scuola fino al raggiungimento del chilometro e mezzo e, molto spesso, anche del coma vigile.
Anche noi, nel nostro vorticare, avevamo un idolo: il finlandese Lasse Viren.
Ma nel mezzofondo, anche tra i campioni veri, non t'ingrassavi con la fama e, mentre vincendo i 100 piani all'Olimpiade passavi alla storia ed eri conclamato l'uomo più veloce del mondo, vincevi i 5.000 e dopo tre mesi tornavi ad essere il solito signor nessuno. Uno che aveva fatto una corsetta, tutt'al più.
E allora, per assurgere al ruolo di mito, non ti bastava vincere una gara all'Olimpiade, era meglio se la bissavi. L'optimum poi era portare a casa un altro paio di medaglie d'oro all'Olimpiade successiva, come nessun altro aveva saputo fare prima (né dopo n.d.h.).
E nonostante i 4 ori nei 5.000 e 10.000 metri a Monaco e Montreal, nonostante questo, il buon vecchio Lasse Viren non ha mai raggiunto la notorietà di un Borzov, di un Fiasconaro o di uno Stones, tanto per dirne tre.
Lasse, per entrare nella storia, dovette percorrere un giro di campo scalzo, con le scarpette in mano e dopo anche difendersi (o tentare) dalle accuse di aver omaggiato oltremodo lo sponsor, e tutto questo parecchi anni prima dell'avvento di Black Mamba.
Oggi sì che sarebbe normale, e pure dovuto, mostrare il logo, mentre meno sarebbe permesso, al buon Lasse, di avvalersi dell'allora non normata emotrasfusione.
Faccio benino tante cose ma benissimo nulla, è questa la mia delizia, ma di più la mia croce.
Non ho il tocco di palla di Baggio ma so cambiare le pasticche dei freni alla macchina; non suono il piano come Bollani ma so creare un cruciverba; non canto come Mina ma sono un professionista della spesa; non fotografo come Newton ma so coltivare un prato; non servo come la Williams ma so usare un trapano; non cucino come Ramsay ma so preparare una lenza; non saprei sopravvivere mangiando schifezze come Bear Grylls ma so ascoltare le persone; non mi tuffo dalla piattaforma da 10 metri ma so cucinare i biscotti di Prato.
Alla fine cavarsela va bene, che non va bene?, però a volte quando sai fare una sola schifosissima cosa, ma la fai da dio, ecco che sei sistemato per la vita.
Pigliamo alle medie... Flavione lanciava il peso a 9 metri, il Licca saltava 1,70 in alto mentre il biondo faceva 4,80 in lungo. L'Angelotti staccava un 11 netto sui cento piani e il Martini era alto 1,90 e schiacciava di già a canestro.
Noi invece, che si era così così in tutto e non si eccelleva in niente ci buttavano sui 1.500, una gara massacrante per un ragazzetto di 12 anni che consisteva in enne giri attorno alla scuola fino al raggiungimento del chilometro e mezzo e, molto spesso, anche del coma vigile.
Anche noi, nel nostro vorticare, avevamo un idolo: il finlandese Lasse Viren.
Ma nel mezzofondo, anche tra i campioni veri, non t'ingrassavi con la fama e, mentre vincendo i 100 piani all'Olimpiade passavi alla storia ed eri conclamato l'uomo più veloce del mondo, vincevi i 5.000 e dopo tre mesi tornavi ad essere il solito signor nessuno. Uno che aveva fatto una corsetta, tutt'al più.
E allora, per assurgere al ruolo di mito, non ti bastava vincere una gara all'Olimpiade, era meglio se la bissavi. L'optimum poi era portare a casa un altro paio di medaglie d'oro all'Olimpiade successiva, come nessun altro aveva saputo fare prima (né dopo n.d.h.).
E nonostante i 4 ori nei 5.000 e 10.000 metri a Monaco e Montreal, nonostante questo, il buon vecchio Lasse Viren non ha mai raggiunto la notorietà di un Borzov, di un Fiasconaro o di uno Stones, tanto per dirne tre.
Lasse, per entrare nella storia, dovette percorrere un giro di campo scalzo, con le scarpette in mano e dopo anche difendersi (o tentare) dalle accuse di aver omaggiato oltremodo lo sponsor, e tutto questo parecchi anni prima dell'avvento di Black Mamba.
Oggi sì che sarebbe normale, e pure dovuto, mostrare il logo, mentre meno sarebbe permesso, al buon Lasse, di avvalersi dell'allora non normata emotrasfusione.
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