Serve tempismo nella vita. Per nascere, per esempio. O per sposarsi. Sicuramente per morire.
Voglio dire, siete liberi di nascere quando vi pare, ma se per caso vedete la luce il 10 gennaio 1980, il giorno dopo nessuno parlerà più di voi. Nemmeno i vostri parenti stretti si ricorderanno che siete nati, perché il giorno dopo, a Bibbiena, nascono i 6 gemelli Giannini. Pure vostra madre se le chiederanno com'è andato il parto dirà "penso lungo, erano in sei!"
E io che mi son sposato la settimana prima di Felipe di Spagna -un cazzo di Borbone-? Nessuna speranza che il mio potesse diventare il matrimonio dell'anno.
Ma pure a morire, cristosanto, è meglio se stiamo attenti.
Te ti puoi pure chiamare Guido Pancaldi, avere fatto la storia della televisione, esserti piegato per un milione di volte su un microfono gridando "Attention: Trois, deux, un" per poi fischiare assieme a Gennaro, puoi avere lanciato seimila fil rouge e pronunciato all'infinito l'epocale frase "Il Belgio gioca il Jolly" ma, che diamine, se vai a crepare il giorno prima di Steve Jobs, beh un po' te la sei cercata.
Chi vuoi che ti ricordi, Guidino? Chi cavolo ti degnerà d'un misero coccodrillo?
Tutti dietro al mister Apple, chi penserà a te?
Giusto io. Io che rammento quelle sere dei giovedì di giugno, fatte di pizza e pasta fritta, fatte di lucciole, di Freccia Nera e di Giochi Senza Frontiere, come gli stralci di un anticipato Paradiso. Giusto io.
9 ottobre 2011
7 ottobre 2011
Moglie e blog 2: Cineserie
SCENA 1 - Interno - Cucina - Mattino
Appena alzati, lei armeggia con la moka e il prontocaffè, è spettinata, forse ha sognato male. Lui dispone le tovagliette, scalda il pane e cava fuori il burro e la marmellata di lamponi dal frigo.
- No perché tu scrivi quelle cose sul blog, anche le nostre faccende private e poi se qualcuno le legge e ci arresta e ci dice "Ah, tu fai questo?"
- Ma chi?
- Che ne so, qualcuno, tipo i Cinesi.
- I Cinesi?
- I Cinesi sì, leggono quello che facciamo noi, poi arrivano e mi torturano, e la mia paura sai qual è? Che mi chiedano di fare i nomi e io i nomi non li so perché se li sapessi li direi subito, ché ho terrore del dolore fisico, ma sono innocente e non li so i nomi.
- Ma i nomi di chi?
- I nomi, i nomi, che ne so quali nomi? E così loro continuano a torturarmi.
- Ma chi?
- I Cinesi.
Lui riesce solo a pensare: "Uhm, Cinesi... i contatti non mancheranno!"
Tutto questo la mattina, prima del caffè.
Appena alzati, lei armeggia con la moka e il prontocaffè, è spettinata, forse ha sognato male. Lui dispone le tovagliette, scalda il pane e cava fuori il burro e la marmellata di lamponi dal frigo.
- No perché tu scrivi quelle cose sul blog, anche le nostre faccende private e poi se qualcuno le legge e ci arresta e ci dice "Ah, tu fai questo?"
- Ma chi?
- Che ne so, qualcuno, tipo i Cinesi.
- I Cinesi?
- I Cinesi sì, leggono quello che facciamo noi, poi arrivano e mi torturano, e la mia paura sai qual è? Che mi chiedano di fare i nomi e io i nomi non li so perché se li sapessi li direi subito, ché ho terrore del dolore fisico, ma sono innocente e non li so i nomi.
- Ma i nomi di chi?
- I nomi, i nomi, che ne so quali nomi? E così loro continuano a torturarmi.
- Ma chi?
- I Cinesi.
Lui riesce solo a pensare: "Uhm, Cinesi... i contatti non mancheranno!"
Tutto questo la mattina, prima del caffè.
6 ottobre 2011
Cronache dall'Autogrill: Grugnino
Il posto più prossimo dove posso pigliarmi un caffè (peraltro pessimo) è l'Autogrill. Diciamo che è come se fosse il mio bar.
Stavo nel reparto giochi cercando di distogliere France dal gormitame e dalle piste elettriche.
In mezzo al passaggio, ancorato a terra, una sorta di ring zeppo di maialini rosa e maialini grigi.
Nello specifico ho verificato trattarsi di Maialino Grugnino ® - un robo in gomma, vuoto dentro e strizzabile, per la gioia dei bimbi piccoli. Lo strizzi e lui grugnisce. Strizzi il rosa, grugnito acuto. Strizzi il grigio, grugnito grave. Ingegnoso.
Bon, France, ne piglia uno, gli dà due o tre strizzate e poi lo ributta nel mucchio. Lo fa e finisce lì.
Poi arriva un tizio, sui 35 anni, alto, grosso, pelato, testa a pera, si ferma e osserva i Grugnino. Quindi ne prende su uno per mano e li strizza in alternanza. E urla:
- Aho, Damia', senti qua... questa cosa è troppa 'na figata, aho!
E ride a profusione. E ride. Damia', se Dio vuole, non si presenta. Non subito almeno.
Gli guardo quella sua testa a pera, per vuota pare vuota, chissà se è anche strizzabile.
Stavo nel reparto giochi cercando di distogliere France dal gormitame e dalle piste elettriche.
In mezzo al passaggio, ancorato a terra, una sorta di ring zeppo di maialini rosa e maialini grigi.
Nello specifico ho verificato trattarsi di Maialino Grugnino ® - un robo in gomma, vuoto dentro e strizzabile, per la gioia dei bimbi piccoli. Lo strizzi e lui grugnisce. Strizzi il rosa, grugnito acuto. Strizzi il grigio, grugnito grave. Ingegnoso.
Bon, France, ne piglia uno, gli dà due o tre strizzate e poi lo ributta nel mucchio. Lo fa e finisce lì.
Poi arriva un tizio, sui 35 anni, alto, grosso, pelato, testa a pera, si ferma e osserva i Grugnino. Quindi ne prende su uno per mano e li strizza in alternanza. E urla:
- Aho, Damia', senti qua... questa cosa è troppa 'na figata, aho!
E ride a profusione. E ride. Damia', se Dio vuole, non si presenta. Non subito almeno.
Gli guardo quella sua testa a pera, per vuota pare vuota, chissà se è anche strizzabile.
4 ottobre 2011
amore - sinfonia n. 1
amo wikipedia
amo il turn-o-matic
amo il prontocaffè
amo le storie
amo le figurine Panini
amo il maalox
amo i pagamenti online
amo il dizionario dei film
amo i cuscini di piume
amo il vino buono
amo il turn-o-matic
amo il prontocaffè
amo le storie
amo le figurine Panini
amo il maalox
amo i pagamenti online
amo il dizionario dei film
amo i cuscini di piume
amo il vino buono
3 ottobre 2011
E più non dimandare
Le riconosci tra mille, sono le donne che lottano da sempre contro gli uomini stravaccati sul divano e fatalmente rapiti dallo sport in tivù. Fateci caso, si nascondono tra le mamme, le sorelle, le fidanzate, le mogli.
Le riconosci perché nonostante abbiano sviluppato una repulsione viscerale verso lo sport in ogni sua forma, in specie quella televisiva, per non sentirsi proprio tagliate fuori, o anche solo per marcare il territorio, loro, che commentare non possono perché ignorano la differenza tra una gomma slick e una gomma per cancellare, loro, pongono una domanda. Anzi pongono La Domanda, sempre la stessa.
- Dove sono?
Io sto alle prese con le mie unghie e con un Valentino mai così attardato nel gruppo - ma sarebbe lo stesso se ci fosse una Ferrari sulla griglia o una Pellegrini alla virata dei 350 metri - e quello che non voglio ancora sentire è proprio La Domanda.
Non ha importanza, “dove sono”!
Mi viene davvero voglia di prendere la donna in questione da una parte per spiegare. Voglio farla sedere e accoccolarmi davanti a lei, voglio finalmente renderla edotta. Anche se sono convinto di averci già provato. Le parlerò con la voce bassa e pacata, quella che fa più presa. La informerò di quanto magari sia importante sapere quale moto cavalca Valentino o con che tipo di gomme parte Alonso. Le parlerò della rivoluzione dei supercostumi nel nuoto e di quanto incidessero sui record mondiali. Le farò capire che persino il tempo, sì il tanto vituperato argomento tempo, ha una sua valenza, che sapere se piove o se ci sono 60 gradi sull’asfalto può essere fondamentale.
Questi sono gli argomenti che hanno titolo a scheggiare l’aurea mistica dell’uomo sportivo stravaccato sul divano. Sarà mio dovere renderglieli comprensibili, servirà pazienza, sarà come insegnare a un bimbo a colorare dentro ai margini, servirà amore.
- Dove sono?
- A Donington.
Le riconosci perché nonostante abbiano sviluppato una repulsione viscerale verso lo sport in ogni sua forma, in specie quella televisiva, per non sentirsi proprio tagliate fuori, o anche solo per marcare il territorio, loro, che commentare non possono perché ignorano la differenza tra una gomma slick e una gomma per cancellare, loro, pongono una domanda. Anzi pongono La Domanda, sempre la stessa.
- Dove sono?
Io sto alle prese con le mie unghie e con un Valentino mai così attardato nel gruppo - ma sarebbe lo stesso se ci fosse una Ferrari sulla griglia o una Pellegrini alla virata dei 350 metri - e quello che non voglio ancora sentire è proprio La Domanda.
Non ha importanza, “dove sono”!
Mi viene davvero voglia di prendere la donna in questione da una parte per spiegare. Voglio farla sedere e accoccolarmi davanti a lei, voglio finalmente renderla edotta. Anche se sono convinto di averci già provato. Le parlerò con la voce bassa e pacata, quella che fa più presa. La informerò di quanto magari sia importante sapere quale moto cavalca Valentino o con che tipo di gomme parte Alonso. Le parlerò della rivoluzione dei supercostumi nel nuoto e di quanto incidessero sui record mondiali. Le farò capire che persino il tempo, sì il tanto vituperato argomento tempo, ha una sua valenza, che sapere se piove o se ci sono 60 gradi sull’asfalto può essere fondamentale.
Questi sono gli argomenti che hanno titolo a scheggiare l’aurea mistica dell’uomo sportivo stravaccato sul divano. Sarà mio dovere renderglieli comprensibili, servirà pazienza, sarà come insegnare a un bimbo a colorare dentro ai margini, servirà amore.
- Dove sono?
- A Donington.
La regola dell'armuà
Ho una regola che recepisce l'ultima direttiva UE sul cambio di stagione: quando metto via gli indumenti li sottopongo a un rapido esame e quelli che nei sei mesi non ho indossato nemmeno una volta li butto.
Adottatela pure o imponetela ai vostri partner se si sono accaparrati la parte più ampia dell'armadio.
È fatto divieto riporre, per esempio, una maglietta che in tutta la primavera/estate non ho mai degnato d'uno sguardo. Evidentemente non mi piace, oppure ne ho troppe o quello che vogliamo, fatto sta che impegnarsi per archiviarla e poi tirarla di nuovo fuori la primavera prossima... non vale la pena.
In questi giorni, con il cambio dell'armadio alle porte, può capitare che mi vediate in giro vestito un po' strano: non sono impazzito, sto solo cercando di salvare dallo smaltimento coatto alcuni capi che non ho avuto la voglia di mettere, ma che mi dispiace buttare.
Adottatela pure o imponetela ai vostri partner se si sono accaparrati la parte più ampia dell'armadio.
È fatto divieto riporre, per esempio, una maglietta che in tutta la primavera/estate non ho mai degnato d'uno sguardo. Evidentemente non mi piace, oppure ne ho troppe o quello che vogliamo, fatto sta che impegnarsi per archiviarla e poi tirarla di nuovo fuori la primavera prossima... non vale la pena.
In questi giorni, con il cambio dell'armadio alle porte, può capitare che mi vediate in giro vestito un po' strano: non sono impazzito, sto solo cercando di salvare dallo smaltimento coatto alcuni capi che non ho avuto la voglia di mettere, ma che mi dispiace buttare.
Iscriviti a:
Post (Atom)