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20 gennaio 2015

The SunComeBack little paper

This is my first text in english posted on The Line.
I'm doing it because it is representative of my real objective of the year (here you can find the fake ones).
Practically I want to learn English because it's never too late, as said the master Manzi.
And how I could join my objective?
In various ways... with Babbel, principally, but also seeing my favourite TV series in english (with italian subtitles for the moment), translating some famous songs from english, reading english books (for example The Little Prince and Sherlock Holmes) and translating the italian songs I usually sing driving in english, as How deep is the see, The Piero's war, Lightblue, The cat and the fox and other ones.
Excuse me for mistakes and for the use of simple words but I bet with myself do not use Gugol Translate or other online help.
And what will say me I shot my target? Which will be the SunComeBack little paper from which it I'll know achieved my objective?
It will be to see an american/english movie in original language, without subtitles, understanding the facts in it happening and avoiding the strong headaches always catch me when I do it now.
At least learning english will help me? This will make my life better?
One never knows.

3 novembre 2012

Lingue e Letterature Straniere

Càpita in libreria che per darmi in tono mi soffermi nel reparto volumi in lingua straniera, inglese per lo più, e inizi a sfogliarne qualcuno. Ho provato con The Corrections di Franzen ma niente, del primo paragrafo ho compreso solo poche parole sparse e certo non il senso delle frasi.
Poi ne ho preso in mano un altro, assai accattivante a vedersi e a toccarsi (una copertina simil pergamenata), e mi supplicava di possederlo. Non so se capita anche a voi, ma io in quei luoghi sento le voci, dei libri.
Aggiungiamo che, leggendo qua e là, qualcosa capivo ed ecco che ho fatto il mio 3° acquisto di un libro in inglese della mia vita.
Il primo fu The Catcher in the Rye che presi e lessi subito dopo aver divorato la versione in italiano e che, grazie a ciò, compresi discretamente. O almeno pensai. La lettura in lingua originale, tra l'altro mi svelò che gran parte delle locuzioni "e compagnia bella" "e tutto quanto" "e via discorrendo" che tanto mi avevano affascinato nella lettura del romanzo altro non erano che una licenza, discutibile? apprezzabile?, della traduttrice Adriana Motti, in quanto, il vecchio Salinger, in chiusura a tanti periodi della storia, altro non aveva scritto che "at all".
Il secondo, acquistato a Londra quest'anno, è una raccolta di proverbi e s'intitola An apple a day, di Caroline Taggart, lo leggo a sprazzi la sera a letto, quando ho troppo sonno per concentrarmi su fasci di parole che sviluppano una trama.
Ma eccoci al terzo, è quello della foto ed è un manuale d'insulti, insulti raccolti per categoria, dalla letteratura al cinema, dalla tivù alla politica, dallo sport al lavoro, dall'amore all'odio.
Insomma, non fatevi ingannare dalle apparenze, è zeppo di materiale sfizioso, può piacere.
E poi, nel caso, potete anche solo accarezzarlo.

Un estratto:

Don't hesitate to speak your mind... you have nothing to lose.

Don't hate me because I'm beautiful... hate me because your boyfriend thinks I'm beautiful.

Of all the people I've meet... you're certainly one of them.

Some folks seems to have descended from the chimpanzee later than others.

9 maggio 2012

Non di solo panuozzo vive l'uomo (purtroppo)

Ci sono esperienze che valgono un post e altre che varrebbero un blog intero.
Tra le prime, le avventure di Grugnino maialino che continua a riscuotere un successo inusitato all'autogrill: su 10 persone che transitano, 5 gli danno una strizzata e 1 se lo compra (il campione era comunque ristretto a 10 elementi).
Tra le seconde, invece, ci sta il panuozzo di Pizza Man.
Pizza Man, a Firenze, è una sorta di mini catena di pizzerie che fanno capo a Pasquale Pometto.
Diciamolo, Pasquale, il nome fa schifo, non ti sei sforzato un granché.
Il man, quello vero, quello anglofono, la pizza non è degno nemmeno di nominarla.
Ogni altro cazzoso nome, magari italiano, meglio ancora meridionale sarebbe andato bene. Pure pizza Hombre si sarebbe guadagnato una sufficienza, seppur stiracchiata.
Ma Pizza Man, non si può sentire, ma tant'è, indietro non si torna.
Epperò Pasquale fa una pizza speciale che dopo 3 o 4 morsi ti fa dimenticare il nome assurdo dell'insegna, come ti chiami e soprattutto che ci siano altri cibi al mondo.
Avete presente quando nelle serate di svacco con gli amici si parte con quelle domande assurde del tipo ma te, te, su un'isola deserta, dovessi portare un solo alimento che ti porteresti?
Finora ho sempre risposto spaghetti al pomodoro, ma ho deciso di cambiare dopo l'esperienza mistica di stasera: il panuozzo di Pizza Man.
Se proprio non abitate ad Auckland, vi consiglio di farci un salto.

p.s. Dukan nei tag l'ho messo a spregio.

7 maggio 2012

Traduttori Selvaggi

- Salve, Agente Stowe, come state? - disse Jack con la sua caratteristica R moscia.
Questo si leggeva nella traduzione di un romanzo inglese degli anni 30. Era la R di How are you, ovviamente, che si era persa, ma chi aveva riportato il testo in italiano aveva tradotto alla lettera, senza prendere in considerazione ipotesi del tipo "Salve, agente Stowe, come butta il raffreddore?".
Leggendo Cavalli Selvaggi, di Cormac McCarthy, mi sono imbattuto in questo dialogo, tra John Grady Cole, americano che sa parlare anche in spagnolo, e un comandante di Polizia messicano che non capisce la lingua di John:
- Dov'è Rawlins?
- Prego?
- Donde està mi compadre?
- Ti sta aspettando là fuori.
- Dove ci mandate?
- Vi mandiamo via, a casa.
- Quando?
- Prego?
- Cuando?


Peccato che il quando italiano abbia una sonorità in tutto simile al cuando spagnolo e il secondo "Prego?" del comandante di Polizia, in quel contesto, diventa superfluo.
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