Ieri giornata campale di lotta, mouse tra i denti, coll'Inps, con la banca, con l'Aci e, ciliegina, pure con l'Enel.
Un intreccio mortale di bolli, fatture, bonifici e telefonate capace di strangolare un toro.
E il livello d'incazzatura tocca vette apicali e va a braccetto con lo sconforto.
Forse è un discorso da vecchio, non lo so, ma è deprimente constatare di come le cose che funzionavano a meraviglia venti anni fa adesso s'incriccano peggio che le mie ginocchia. Un RID, un pagamento automatico, un bonifico online che nel 2014 si perdono manco fossero bambini di due anni ad una fiera mi fanno uscire pazzo.
Tornato a casa sono andato a correre, era l'unica soluzione possibile, e dolcemetà, che stava all'asse da stiro non in panciolle, mi ha accompagnato con uno sguardo che non sarà stato una benedizione ma almeno non era un fulmine di zeus.
Era piovuto e rischiarato, l'aria era fresca e luminosa e i campi pullulavano di lepri.
Ci siamo incontrati con Franco in via del Carota. Questo tizio è un signore con la barba che venti anni fa, quando correvo davvero, beccavo sempre in via Montisoni o giù di lì, dalle mie parti insomma, e dopo un po' che ci s'incrociava avevamo cominciato a salutarci con gran sfoggio di denti, uniti dalla fatica, anche se mai s'era scambiato due parole.
In questo tempo mai più l'ho rivisto in giro, pur se da me il mondo è piccolo proprio: mai a un mercato, a fare la spesa, mai in un bar o in un negozio. Mai. Non lo so dove abiti, né cosa fa. Chissà magari è solo il mio angelo custode. E ci può stare, se dio o chi per lui vedrai è femmina, non metterei limiti ad angeli custodi barbuti e corridori.
In effetti manco il nome so, però c'ha una faccia da Franco, forse potrebbe essere un Mauro o al limite un Pietro se avete capito il tipo, ma di più un Franco, ecco. Già vent'anni fa era un vecchietto d'una cinquantina d'anni a mio vedere.
Non l'ho riconosciuto subitissimo, ma quasi. E anche lui. Abbiamo disteso i nostri migliori sorrisi in un misto di stupore e di nostalgia.
"Andrà a finire si piglia l'acqua" mi fa, indicando il cielo.
"Speriamo di no..." gli rispondo io.
Ma in fondo, che piovesse, che importanza poteva avere?
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11 luglio 2014
27 marzo 2013
Ics Inps Zeta
C'è la NASA e subito dopo c'è l'INPS.
Provare a ottenere il Codice Individuale del contribuente era (è?) una procedura a prova di Mossad e la riuscita del tentativo un'incognita.
Registrarsi online per ottenere i primi 6 caratteri del codice, gli altri 6 ti vengono spediti a casa in busta chiusa, protetta e assicurata. Questi ultimi sono stati scritti su un foglio con lo stuzzicadenti intinto nel succo di limone e li puoi leggere solo al buio e con la candela che illumina da dietro. Fatto? Bene, hai i tuoi 12 caratteri per il login al sito dell'INPS e la prima cosa che ti chiede appena effettui l'accesso qual è? Di segnarti il nuovo codice INPS perché te lo cambiano subito. Fate le virgolette colle dita e pronunciate tutti insieme "questioni di sicurezza".
Poi non basta, però, ti telefonano a casa e vogliono parlare con l'intestatario del codice, pure se questo ha un'invalidità del 100% e alla domanda "Sei tu davvero Tizio Caio" può rispondere, quando va bene, "Papparapà".
E così, mancando l'autenticazione vocale finale, ti bruci anche il codice già acquisito e devi ripetere la procedura dall'inizio assoldando un'anziana vicina in salute che si finga la tua mamma al momento della telefonata di verifica.
Se t'impegni, comunque, sempre che tu sia possessore e skillato fruitore di dotazioni informatiche, alla fine della fiera te lo ritrovi un buon codice individuale INPS. E qui puoi pensare che in fondo il Codice Individuale INPS è per sempre, tipo un diamante. Magari! Non appena ti ripresenti sul sito famigerato, se sei stato inattivo per più di trenta trentacinque minuti te lo fa cambiare il tuo amato codice e parte un nuovo e macchinoso iter.
Poi, se proprio ti dimentichi dell'INPS perché magari per qualche mese non hai bisogno, capace che ti chiamino loro nel mezzo della nottata e t'informino che il tuo codice è nuovamente scaduto e che tu debba rinnovarlo presentando magari l'iride del contribuente intestatario. E lì ti devi attrezzare per l'espianto, perché non t'aiuta certo nessuno.
Ma poi, mi chiedo, perché tutta 'sta sicurezza all'INPS che con una password dispositiva in banca, da 10 anni sempre la stessa, posso gestire il mio c/c o, sempre con una password, disporre pagamenti sicuri online con carta di Credito.
Chi è, mi chiedo ancora, il cazzone che vuole fregare il Codice Individuale INPS di mia mamma per poter versare in sua vece i contributi della badante? Chi è? Che mi telefonasse, glielo detto al volo il codice.
Provare a ottenere il Codice Individuale del contribuente era (è?) una procedura a prova di Mossad e la riuscita del tentativo un'incognita.
Registrarsi online per ottenere i primi 6 caratteri del codice, gli altri 6 ti vengono spediti a casa in busta chiusa, protetta e assicurata. Questi ultimi sono stati scritti su un foglio con lo stuzzicadenti intinto nel succo di limone e li puoi leggere solo al buio e con la candela che illumina da dietro. Fatto? Bene, hai i tuoi 12 caratteri per il login al sito dell'INPS e la prima cosa che ti chiede appena effettui l'accesso qual è? Di segnarti il nuovo codice INPS perché te lo cambiano subito. Fate le virgolette colle dita e pronunciate tutti insieme "questioni di sicurezza".
Poi non basta, però, ti telefonano a casa e vogliono parlare con l'intestatario del codice, pure se questo ha un'invalidità del 100% e alla domanda "Sei tu davvero Tizio Caio" può rispondere, quando va bene, "Papparapà".
E così, mancando l'autenticazione vocale finale, ti bruci anche il codice già acquisito e devi ripetere la procedura dall'inizio assoldando un'anziana vicina in salute che si finga la tua mamma al momento della telefonata di verifica.
Se t'impegni, comunque, sempre che tu sia possessore e skillato fruitore di dotazioni informatiche, alla fine della fiera te lo ritrovi un buon codice individuale INPS. E qui puoi pensare che in fondo il Codice Individuale INPS è per sempre, tipo un diamante. Magari! Non appena ti ripresenti sul sito famigerato, se sei stato inattivo per più di trenta trentacinque minuti te lo fa cambiare il tuo amato codice e parte un nuovo e macchinoso iter.
Poi, se proprio ti dimentichi dell'INPS perché magari per qualche mese non hai bisogno, capace che ti chiamino loro nel mezzo della nottata e t'informino che il tuo codice è nuovamente scaduto e che tu debba rinnovarlo presentando magari l'iride del contribuente intestatario. E lì ti devi attrezzare per l'espianto, perché non t'aiuta certo nessuno.
Ma poi, mi chiedo, perché tutta 'sta sicurezza all'INPS che con una password dispositiva in banca, da 10 anni sempre la stessa, posso gestire il mio c/c o, sempre con una password, disporre pagamenti sicuri online con carta di Credito.
Chi è, mi chiedo ancora, il cazzone che vuole fregare il Codice Individuale INPS di mia mamma per poter versare in sua vece i contributi della badante? Chi è? Che mi telefonasse, glielo detto al volo il codice.
9 aprile 2012
Quasi novemila lire
Sono smaccatamente a favore dei pagamenti online e di tutte le forme di corresponsione che mi affrancano dal muovermi o da intrupparmi in una coda alla posta, in banca o alla biglietteria dello stadio. Semplicemente perché amo il mio tempo libero, che m'ingegno di non sprecare, e poi anche perché mi fido dei metodi di pagamento digitali, ovvio.
Ho paypal da sempre e lo utilizzo tranquillamente per pagare e per riscuotere e ritengo sacrosanto che le tariffe paypal non vadano ad incidere su chi paga.
Pagare un bollettino alle Poste costa un euro, farlo con carta di credito sul sito delle Poste costa 2, ma è una differenza accettabile, le Poste sostengono dei costi d'incasso e li recuperano. Io poi posso scegliere di munirmi di una postepay e cmq spendere 1 solo euro. E va bene così.
Ho un c/c online da dieci anni e in banca mi hanno visto solo per cambiare delle sterline.
Il Telepass non lo comprendo e lo odio. Odio il fatto che utilizzandolo, io debba pagare il servizio. Tu, Autostrade Spa, dovresti mandarmelo gratis a casa il Telepass, mi dovrebbe arrivare recapitato in un pacco dono da una bella ragazza in bikini e dovresti praticarmi pure delle tariffe scontate, nel caso, perché così ti consento di risparmiare un botto sui costi di personale. Magari ti faccio pure introitare di più, perché chi va in giro, se sa che non trova code al casello, si avvale più volentieri dell'autostrada. Invece, usarlo, mi costa e nemmeno mi dà un premio fedeltà, uno sconto, nulla. Per me potete pure cacciarvelo, il Telepass. Io pago col mio bancomat, non faccio code comunque, perdo dieci secondi ed è un tempo ragionevole.
Ma veniamo all'amarezza che ha scaturito il post e le suddette considerazioni: tutto nasce dal pagamento online dei contributi INPS, per i servigi di una badante.
Passando dal classico bollettino al pagamento online sul sito dell'INPS, un servizio offerto da Banca Intesa Sanpaolo, sono rimasto gelato dall'importo delle commissioni: 4,51 euro (e molti di noi pensano ancora: cazzo, quasi novemila lire!). Per fare cosa? Niente, diciamolo, giusto incanalare un flusso di denaro scrivendo 5 righe di codice in un programma di contabilità.
Trattasi di furto autorizzato! Non sono in grado di entrare nel merito delle responsabilità dell'istituto bancario e/o di quello previdenziale, trovo solo scandaloso che possano applicare una tariffa così esosa laddove, per le agevolazioni amministrative e i minori costi che l'automatismo garantisce, dovrebbero praticare una riduzione.
E t'impegni a fare le cose per benino, ma davvero poi ti viene voglia di pigliare qualcuno a nero.
Quando vado a versare i miei 330 euro trimestrali, sul sito, vorrei essere accolto da un messaggio che mi dicesse: cane, grazie intanto che hai pagato e poi, cane, grazie ancora che hai pagato avvalendoti del servizio online, il mese prossimo ti facciamo uno sconto del 5%, cane, e se poi ci porti un amico che fa l'emersione lo sconto sale al 10%, cane.
Invece nulla, maledetti.
Ho paypal da sempre e lo utilizzo tranquillamente per pagare e per riscuotere e ritengo sacrosanto che le tariffe paypal non vadano ad incidere su chi paga.
Pagare un bollettino alle Poste costa un euro, farlo con carta di credito sul sito delle Poste costa 2, ma è una differenza accettabile, le Poste sostengono dei costi d'incasso e li recuperano. Io poi posso scegliere di munirmi di una postepay e cmq spendere 1 solo euro. E va bene così.
Ho un c/c online da dieci anni e in banca mi hanno visto solo per cambiare delle sterline.
Il Telepass non lo comprendo e lo odio. Odio il fatto che utilizzandolo, io debba pagare il servizio. Tu, Autostrade Spa, dovresti mandarmelo gratis a casa il Telepass, mi dovrebbe arrivare recapitato in un pacco dono da una bella ragazza in bikini e dovresti praticarmi pure delle tariffe scontate, nel caso, perché così ti consento di risparmiare un botto sui costi di personale. Magari ti faccio pure introitare di più, perché chi va in giro, se sa che non trova code al casello, si avvale più volentieri dell'autostrada. Invece, usarlo, mi costa e nemmeno mi dà un premio fedeltà, uno sconto, nulla. Per me potete pure cacciarvelo, il Telepass. Io pago col mio bancomat, non faccio code comunque, perdo dieci secondi ed è un tempo ragionevole.
Ma veniamo all'amarezza che ha scaturito il post e le suddette considerazioni: tutto nasce dal pagamento online dei contributi INPS, per i servigi di una badante.
Passando dal classico bollettino al pagamento online sul sito dell'INPS, un servizio offerto da Banca Intesa Sanpaolo, sono rimasto gelato dall'importo delle commissioni: 4,51 euro (e molti di noi pensano ancora: cazzo, quasi novemila lire!). Per fare cosa? Niente, diciamolo, giusto incanalare un flusso di denaro scrivendo 5 righe di codice in un programma di contabilità.
Trattasi di furto autorizzato! Non sono in grado di entrare nel merito delle responsabilità dell'istituto bancario e/o di quello previdenziale, trovo solo scandaloso che possano applicare una tariffa così esosa laddove, per le agevolazioni amministrative e i minori costi che l'automatismo garantisce, dovrebbero praticare una riduzione.
E t'impegni a fare le cose per benino, ma davvero poi ti viene voglia di pigliare qualcuno a nero.
Quando vado a versare i miei 330 euro trimestrali, sul sito, vorrei essere accolto da un messaggio che mi dicesse: cane, grazie intanto che hai pagato e poi, cane, grazie ancora che hai pagato avvalendoti del servizio online, il mese prossimo ti facciamo uno sconto del 5%, cane, e se poi ci porti un amico che fa l'emersione lo sconto sale al 10%, cane.
Invece nulla, maledetti.
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