No, occorre cominciare a pensare alla morte in termini più vivi, senza farsi intimorire dalla contraddizione in termini.
Nessuno dei nostri figli verrà a trovarci al cimitero, diciamolo, e non siamo manco quelle rockstar suicide che attirano visitatori da tutto il mondo, ergo meglio cambiare strategia.
Ogni idea è buona se ci distoglie dal nulla eterno e ci infonde nuova speranza.
In questo senso va bene Gesù, o il lampionismo, ma - perché no? - va benissimo anche reinvegetarsi in un albero.
E non è nemmeno caro, 145$.
Ecco qua, accattatevi un'urna bio per le vostre ceneri, ça va sans dire fatevi cremare e scegliete un beneamato albero in cui volete tornare a vivere, per quanto dovrete cambiare un po' le vostre abitudini, basta cinema, basta il calcetto del giovedì e basta pure le domeniche pomeriggio all'Ikea (comunque morire ha i suoi
Buttate le fronde al cielo, vantatevi degli anelli che vanno a incrementare il vostro girovita e magari fatevi pisciare dai cani. Vedrete, vi piacerà.
Il problema è quale albero. Quale albero vorreste diventare?
Tante volte nella vita ci chiedono gli animali preferiti (cavallo e rondine), quelli in cui vorremmo incarnarci, ma mai ci prospettano una vista vegetale della tematica.
Un leccio secolare? Un ulivo? O un ginkgo biloba?
Magari ci penso un attimo.