17 settembre 2012

Doris Day

Ho portato France a fare una prova di tennis, ché con qualcosa vanno fatti sfogare e forse, dopo due anni passati sotto canestro, vale la pena provare qualcosa di diverso.
Già ai centri estivi aveva tirato qualche dritto e rovescio, ma sempre sul sintetico.
Oggi terra rossa.
E la superficie l'ha distratto. Diciamo che l'organizzazione valeva poco più di zero e i tempi morti tra un colpo e l'altro erano dilatati verso l'infinito, quindi è anche normale che un bambino, piuttosto che starsene composto in coda aspettando il suo turno, qualcosa s'inventi.
E France s'è messo lì, in mezzo al campo, quando non toccava a lui, a fare dei gran cerchi girando su se stesso, disegnandoli con la racchetta.
E la mente non poteva che andare dritta alla banca costruita intorno a te, quella del biscione e del famigerato Ennio Doris.
Oggi poteva essere ricordato come il giorno di un giovane Federer, come esperienza religiosa, e invece mi son chiesto se stavo nel posto giusto o se avrei dovuto spostarmi in filiale.

Foto: Doris Day con il campione di tennis statunitense Pancho Gonzales, cognato di Andre Agassi.

5 commenti:

Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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