C'era questa trasmissione alla tivù dei ragazzi, Giocagiò, e tra le altre cose mostravano i disegni che i bambini all'ascolto mandavano in redazione alla Rai. Un giorno, il conduttore Nino Fuscagni (grazie wiki) si esibì in una divertente scenetta vestito da tartaruga e io ebbi la brillante idea di ritrarlo. Così disegnai questa minuscola tartaruga umanoide al centro di un enorme foglio da disegno e, con l'aiuto della mamma suppongo, la mandai a Giocagiò, casella postale qualche cosa.
No, non mostrarono la mia opera in tivù, non che io sappia, però mi mandarono a casa una bellissima casetta di carta da montare: la strafamosa, nonché ambitissima, casina di Giocagiò. Tipo quella della foto, ma con il tetto rosso.
Considerate anche che, per citare Henny Youngman, io in quei tempi abitavo così lontano che il postino mi spediva le mie lettere.
Immaginate quindi la mia incredula gioia quando ho ricevuto - a domicilio! - la casina da montare.
Beh, l'ho montata e l'ho piazzata sull'armadio, di modo che potessi vederla quando andavo a letto e quando mi svegliavo.
Estremizzo e semplifico, ma è stata quella casina - con la complicità di mia mamma - a farmi capire che nella vita tutto è possibile.
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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...