9 febbraio 2014

o' nipote mascalzone


Stavo al verde quant'è vero iddìo.
E sì che avrei potuto cercare un cesso di lavoro, ma lavorare è al primo posto nella mia personale lista degli status esistenziali da evitare, peggiore anche di stare al verde.
Così andai da zia, che era pomeriggio e sapevo dove trovarla, con la sua stampella e i suoi capelli radi che non coprivano manco per il cazzo le chiazze marroni da vecchia sulla sua testa. Cionondimeno giocava a tombola con i fagioli e le cartellette e poteva spacciarsi per la donna più felice del mondo seppure con tutte le chiazze.
Certo c'era da sperare che infilasse una cinquina o una tombola, almeno, che la mettessero di buonumore predisponendola a sganciare qualche centone.
27 e' zampe e' gallina
Il coglione che tirava su i numeri cercava di fare l'accento napoletano, ma era di Compiobbi e si sentiva.
Io fingevo d'interessarmi alla tombola nel rispetto del ritratto familiare del buon nipote, zia fingeva di non capire che fingevo e le altre vecchie fingevano di non capire che zia fingeva di non capire che io fingevo.
E non so se alla fine il moltiplicarsi di quelle finzioni portasse a un risultato positivo, in un algebrico ribaltarsi di segni, sul fronte della verità.
86 o' cane morto e' stenti
Che poi di smorfia il tizio di Compiobbi ne svendeva una sua, e a ogni giro differente, in barba a Napoli e alla coerenza. Del resto alle vecchie piaceva di più così.
5 o' gobbo e' Nottreddàm
Sorridevo a destra e a manca e ripetevo i numeri estratti a una nonnetta sorda spaccata che sedeva di fronte a me e aiutavo zia coi fagioli anche se era vispa più di me per quello.
77 e' gambe re' spose e' Pontassieve
E così ti lasciava intendere che le aveva bazzicate le spose di Pontassieve, ma quello ci sta.
41 o' sureciello 'nguattato aret o'friggidèr
In due ore di tombolata andò che zia fece un terno e alla fine mi disse che capace le portavo pure merda e mi allungò giusto un cinquantone, ma che faticata.
A ogni modo l'esperienza mi servì per inserire la tombolata al circolo anziani al terzo posto tra gli status esistenziali di vita da evitare, un podio meritato.
Comprai dieci gratta e vinci, che grattai vincendo 20 euro che rigrattai vincendo 5 che rigrattai vincendo zero.
Valutai se tornare da zia e svuotarle la borsetta ma il pensiero d'incontrare magari lo speaker di Compiobbi mi fece passare la voglia: 65 o' nipote mascalzone.
Finii a casa del Benda che era ora di cena e certo non il momento migliore per parlargli dei progetti strafichi che avevo per noi.
La moglie - ché s'era sposato nel frattempo - mi guardava straliciando dalla cucina manco le avessi pisciato sulle rose, sputato che il maritino le avesse raccontato dell'affare che ci aveva visto protagonisti defilati qualche anno prima; si sa che quando si sposano perdono il capo.
Si vedeva lontano un miglio che c'aveva bisogno di soldi: la casa era uno scatolotto da sardine, una creatura era ficcata nel seggiolone, faceva ba-bba ba-bba e sbatteva un cucchiaio nella minestra di verdura con esiti esplosivi, inoltre, a giudicare dalle curve della moglie, un'altra pagnotta stava nel forno.
Non le faccio più quelle robe, mi disse, ho una famiglia adesso, aggiunse, sono un padre responsabile, chiuse.
Bon, dissi, se le cose stanno così buonappetito e saluti alla signora che per come mi guardava l'avrei mandata volentieri affanculo, ma che volete è più forte di me, son galantuomo.
Stavo in fondo al vialetto, avevo appena finito d'innaffiare le rose alla signora quando mi sento chiamare. Ripassa domani sera, mi fa, che sono solo metto a letto la bimba e si fanno due chiacchiere, aggiunse, se hai un piano se ne parla, mi strizzò l'occhio.
La creatura indemoniata era una femmina, dunque, molto bene. Non che questo cambiasse qualcosa.
La serata volgeva al bello quant'è vero iddìo avevo 24 lunghe ore per buttare giù uno straccio di piano un pelo meglio di quello che s'inventò il povero Sandrino pace all'anima sua. Si svoltava, altro che gratta e vinci!
Tornando a casa passai a prendere le paste avanzate al bar della Rosa, te le pago domani le dissi, e allungai solo un po' ripassando dalle case del Comune.
Suonai da zia che saranno state le nove sperando che non stesse già dormendo.
65 e' pastarelle.
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EDS Verde by La Donna Camel:

10 commenti:

  1. Bellissimooooooooooo, mi piace tanto , mi fai sbellicare
    Ciao

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  2. Ottimo, ottimo. Fila che è un piacere, nessuna sbavatura, coerente e azzeccato. Ora ci starebbe la seconda puntata.

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  3. Mi piace il simpaticone che fa l'accento napoletano ma è di Compiobbi. C'è tutto un mondo dietro.

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  4. 57 e 28 ti auguro tanti di entrambi.
    Bravo leggerti ogni volta è un piacere.

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  5. bravo vecchio mio.
    L'inizio è meraviglioso, divertente e scorrevole.
    ti do un 7 e mezzo.

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  6. 77 o' blogg e' l'alleria! Guaglio' comm ssi' bbravo!

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  7. Fantastico 'sto tizio. Non lo vorrei a mano neanche come cugggino di 4° grado, ma la mano la stringo a te. I miei complimenti

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. "Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
    In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori
    lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano
    quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano."

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  10. Splendido, Hombre, splendido il racconto ma soprattutto il personaggio!

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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