Siamo io, l'amministratore e la signora grassa del terzo piano e ancora non l'ho capito come si chiama... Zucchini, Zucchetti, Zuccolini qualcosa d'etimologicamente connesso a ortaggi vagamente oblunghi e insapori. Va da sé che è grassa.
Non sarà una serata come un'altra e non chiedetemi perché lo so.
Degli altri nemmeno l'ombra, manco i panni hanno mandato. Io ho due deleghe e, se ho fatto bene i calcoli, due la signora grassa, non è un gran preludio al prendere delle decisioni a maggioranza.
Guardare la signora grassa, pure se di sottecchi, mi mette a disagio. Sento un moto, indefinibile per natura, punzecchiarmi, ma la presenza di quell'altro, lì, attenua tutto.
Va così, al cristo dell'amministratore gli suona il telefonino e ci pianta in asso. Scusate, fa, e si leva dai tre passi.
Resto in compagnia della signora grassa e di un silenzio pesante più di lei.
Una bolla infrangibile di non suono imbarazzato, con io desideroso solo di buttarmi lungo disteso in un campo d'erba medica con un filo d'avena in bocca e mani dietro la nuca a guardare le nuvole bianche modellate in guisa boteriana dal vento, e lei concentrata sulla probabile torta di mele, un filo troppo caramellata, lasciata a freddare sulla pietra serena della finestra del cucinotto.
Lo sento blaterare fuori dalla porta, l'amministratore, impegnato in inflessioni e toni privi della calata necessaria alla chiusa di un discorso. Ne avrà ancora.
Attorno alla vita la signora si porta due ciambelloni rinsaccati da un abitino mezzo elasticizzato nero ma non aduso a sfinare chicchessìa, nemmeno dietro compenso. Respira a fatica, la senti pigiare l'aria fuori dal naso quasi avesse uno stantuffo su e giù per la trachea, si guarda attorno in maniera pure troppo sfacciata. Non è mai stata in casa mia e la sua curiosità si taglia a fette, da servire assieme al silenzio.
Poteva pure portarla la cazzo di torta di mele. Invece niente, con tutto nemmeno ho cenato e lo stomaco mi canta la marsigliese in re maggiore.
Il mancato rientro dell'amministratore mi rende irrequieto ma, penso, senza un motivo, senza un senso e do la colpa dello sfarfallio alla fame.
Dico qualcosa io o dice qualcosa lei, non si scappa e non si può continuare così. La signora grassa però è tutto fuorché a disagio, l'imbarazzo è solo mio. Probabilmente pensa a come farmi fesso sull'altezza potatura siepe del giardino condominiale o sulla beata vergine della cisterna di raccolta delle acque piovane di botto diventata necessaria più delle spezie per Colombo.
Comincio a respirare più profondo per capire cosa arriva da quella massa lipidica. Sudore misto a mele cotte in forno direi, niente d'imperdibile.
Non riesco a star seduto, mi mangio un metro di unghie, vado alla finestra per vedere se passa il 41, conto i peneri del tappeto finto persiano kilim rug ikea da 169 euro, passo un dito a tirar via la polvere dal bordo di un vaso, spingo dentro un libro finito fuori sagoma nello scaffale.
L'amministratore rientra solo per metterci a parte di un imprevisto: trascinerà le sue chiappe fuori da lì per almeno mezz'ora. Mi aspettate, ci fa. Ci guardiamo io e la signora grassa e facciamo di sì con il capo.
Soli.
Il cuore mi comincia a pompare come un matto, non ci voglio credere nemmeno io, eppure.
Le passo dietro per spiarla e butto un occhio su quei metri quadri di alta schiena, nuda.
Continua a respirare rumorosamente, a emanare fragranze corporee, a starsene ostinatamente zitta e tranquilla. E continua a essere grassa.
Ti viene voglia di ucciderla una così, squartarla proprio come una vacca.
E invece la desidero.
Mi verso da bere, bevo.
Cerco di rifiutare l'idea, o meglio, penso di farlo o forse dovrei ma di fatto mi lascio travolgere.
Sto per farle una battuta sulla siepe da potare, poi mi salvo non so come da inutili accessi di stupidità.
Non sono malato, non li bazzico certi siti in cerca di bigmama, fatty o robe simili, però adesso vado in camera, mi stendo sul letto e aspetto.
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Contributo all’eds della donna Camèl, insieme a:
- Incanto - Dario
- Serenissima - Melusina
- C'era quella cosa - Melusina
- Io non c'entro - Bianca
- Il viaggio - Pendolante
Che roba!!! Mi hai fatto pensare a un telefilm che c'era quando ero piccola, si chiamava "Ai confini della realtà" :-)
RispondiEliminaHai creato un personaggio indimenticabile!
RispondiEliminaNo Furio, non si fa. Io vengo qui e mi aspetto robe..e te mi spiazzi così! E poi..che c'avresti da di sulle signore grasse??? :-):-)
RispondiEliminaIo le amo, cantano tutte così bene!
EliminaGià le riunioni condominili sono terribili, tu ci metti anche il carico. Un finale a sorpresa che lascia la curiosità di un dopo che, date le premesse, non sono certa di voler sapere
RispondiEliminaLa donna è la signora Zucchini (o Zucchetti) delle riunioni di condominio di tutta Italia, l'abbiamo riconosciuta certamente tutti. Per quanto riguarda la conclusione, sono certa che la tua prospettiva dal letto sarebbe cambiata;)
RispondiEliminaMr a sto punto anche se non ho riunioni di condominio a cui presenziare, mi sa che non calcolo più le calorie :)
RispondiEliminaCerti siti "abbondano" di signore Zucchini (me lo ha detto mio cugino) :-)
RispondiEliminaE' ufficiale: sono una tua fan.
RispondiEliminaViva! Che suoni la fanfara, allora :)
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