Pappagallo: una pippa a Vivo o Morto |
Hai più pensato a quel progetto
di esportare la piadina romagnola?
Beh, diciamolo era una grandissima idea e non si capisce perché ci sia voluto così tanto a far arrivare un prodotto decente nei supermercati di tutta Italia.
Io, che sono un piadinofilo della prima ora, per soddisfare il mio smodato bisogno avevo messo su una sorta di piadinodotto composto da persone e passamani vari che dalle Piade della Lella a Rimini portava dritto al mio frigo.
Certo non era una fonte che si alimentava quotidianamente, ma una volta al mese poteva bastare (ne compravo una ventina).
Ora è tutto più semplice, ma lo stesso non si spiega quel buco temporale enorme in cui i non Romagnoli hanno dovuto vivere - sempre che fosse vita quella! - senza piadina.
Una premessa un po’ lunga per introdurre l’inspiegabilità delle cose, di certe cose.
Chi ha una certa età si ricorderà di cosa ha rappresentato il Formaggino Mio per i bambini degli anni ’70. Adesso è solo uno dei tanti formaggi spalmabili, ma allora, grazie a degli straordinari gadget, era un vero prodotto di culto tra i più piccoli.
La confezione da 3 dei formaggini era incellofanata e regalava un pupazzetto plasticoso (crusca piglia nota!) e internamente gommapiumoso (crusca piglia nota 2!) che era la gioia di ogni bambino, oltreché un fortissimo incentivo alle vendite.
Per spiegare ai più giovani i pupazzetti, ovviamente diversi in ogni confezione, diciamo che potevano essere insaponati sul retro e appiccicati alle mattonelle del bagno – questo era ciò che proponeva la reclame – ma, di fatto, potevano (dovevano!) essere collezionati e adoperati per una milionata di altri giochi.
Da me ci si giocava a Vivo o Morto, funzionava così:
Si pigliavano tutti i pupazzetti, ne avevo una borsata, e si lanciavano in aria, quelli che cadevano mostrando il dorso erano morti e si eliminavano dal gioco, quelli che cadevano a faccia in su, dalla parte colorata restavano in vita e venivano di nuovo lanciati per aria fino ad un Ne resterà solo uno highlanderiano ante litteram.
E al vincitore veniva attribuito un punto, su un quadernetto dove erano riportati i nomi di tutti i pupazzetti (e no, non ce l’ho più).
Potevamo anche bonariamente scommettere su chi avrebbe vinto o su chi, come sempre, avrebbe fatto schifo (Pappagallo!).
I personaggi? Erano svariati, si andava dai disneiani a Braccio di Ferro & Co, dagli animali a Tex Willer e Kit Carson, tanto per fare dei nomi.
Pensate che un mio amico e compagno di scuola, ancora oggi quando m’incontra mi dice quanto si divertiva a giocare a Vivo o Morto, aggiungendo che lo farebbe ancora (sì, anch'io).
L’inspiegabilità sta nel fatto che questa cosa non riparte.
Nonostante dietro ci sia ancora tutto un giro di collezionisti e maniaci.
Guardate come hanno corso i bambini dietro ai Rollinz di Star Wars, cavolo, con i pupazzetti del Formaggino Mio impazzirebbero.
Ma niente, i signori del Formaggino Mio non ci sentono.
Ehi, c’è qualcuno in casa? Siete della cazzosa Nestlé? Eppure dovreste essere vispi, si dice in giro, pure troppo!
Vi fanno schifo i soldi? Questo, questo non credo!
Allora dormite proprio, cristosanto… Sveglia!!!
E mi sono interrogato spesso in questi decenni apupazzinici (crusca piglia nota 3!) del perché un fenomeno così mitico non sia stato riproposto. Pure la 500 hanno rimesso in produzione, pure il Winner Taco!1!!!1!1!!!
L’unica spiegazione potrebbe stare nel fatto che fossero pericolosi.
Ehi, bambini degli anni settanta, non è che vi siete ammazzati ingoiando giù pupazzetti come fossero lingue di gatto?
O magari vi ci siete tagliati le vene con quel bordino leggermente in rilievo che saldava il fronte con il retro?
Bastardi, fosse colpa vostra!
p.s. 'zzo c'è pure La Guida Illustrata per i collezionisti a 30 euri. Se non sapete cosa regalarmi a Natale...