Mi ricordo un costume da bagno terribile, rosa con delle margherite gialle, un guru ante litteram, che mia madre non so come non so perché decise di comprarmi.
E io l'ho pure indossato per un paio di estati, al mare, in quel di Caletta di Castiglioncello, pure se mi sfottevano, ma giustamente, un po' tutti.
Lo sapete che a Castiglioncello fanno la schiacciatina più buona del mondo? Sì, al bagno Salvadori.
E le vedo le vostre facce scettiche e li sento i vostri discorsi "ma senti questo! ma vuoi mettere con quella che fa il tizio o quella che fa il caio" e io sorrido benevolo, e vi perdono, perché non sapete quello che dite.
Me lo ricordo bene il costume rosa a fiori perché è immortalato in una foto alla Ninfa (il setter inglese che mi ha tenuto compagnia attorno ai miei quindici anni), Ninfa che in quell'occasione indossava oltre al suddetto costume, un foulard di mia mamma in testa e un paio d'occhialoni in stile Jacqueline Bouvier.
Cambiando discorso, la società che da sempre mi ha affascinato è la società in accomandita. Mi pare tanto utile, quasi geniale, ma io non ne ho mai vista una, boh, o forse non ci ho fatto caso. Io sono l'ideale accomandatario, quello che lavora che ha le idee, nella vita mi è mancato solo il tizio, l'accomandante, che mettesse i soldi e non s'immistiasse, tutte le volte che son stato lì lì per realizzare un mio ardito progetto.
Ma forse l'accomandante non si è mai presentato per non incarnare una figura dal nome tanto brutto.
Dovremmo lavorarci un po' su questi accomandante e accomandatario se si vuole che 'sta forma di società decolli davvero.
E niente, che dire? Pare che La Linea sia un blog di "COSTUME E SOCIETA'" e, beh, ci tenevo a scrivere un pezzo in tema.