5 marzo 2013
Il battesimo del Franchi (*)
Che l'irrazionale deriva cavano-partenopea di France andasse arginata non c'erano dubbi e, visto che le figu non erano sufficienti a recuperarlo al culto della viola, siamo andati allo stadio, per la sua prima volta. Il Chievo era la squadra giusta, tranquilla, da battere facile, una simpatica compagine equipaggiata con una straordinaria maglia gialla e venuta nella culla del Rinascimento, probabilmente in gita, in una splendida e calda giornata invernale di sole.
La terza maglietta posseduta dal ragazzo, dopo la storica 30 di Toni e la 11 del Gila, è la 8 di Jovetic, e quella si metterà sopra un sei sette altre maglie/golf/pile che la premurosa dolcemetà aveva imposto come condicio sine qua non.
'zzo JoJo, non dico che avresti potuto segnare una tripletta, come sarebbe stato giusto per mandare alla storia il battesimo del Franchi, ma almeno un golletto su rigore, un mezzo assist, una rabona, una partita dignitosa... e invece nulla, una prestazione da dimenticare impreziosita da una sostituzione per scarso rendimento.
Vabbè.
E il simpatico Chievo ce l'ha messa tutta per rovinarci la festa, intanto presentandosi con un'insulsa maglia bianca a righine nere, se ho visto bene, e poi impegnandosi alla morte, non finendo mai di correre ed affettando con facilità la difesa viola in più occasioni.
Alla fine l'abbiamo dovuta rubacchiare con un gol viziato da fuorigioco e segnato da Larrondo, mezzo centravanti e mezzo gerundio ma, soprattutto, uno sconosciuto per France e ancora colpevolmente al Siena nell'album calciatori.
Vabbè.
Però è andata dài, la pratica è archiviata e nell'attesa che il Napoli venda Cavani al Colo-Colo allontanandolo dalla vista, dalle cronache e dal cuore di France, vedremo di mettere in cantiere un dignitoso bis.
E per la serie vecchi tempi, lo ricordo il mio battesimo al Comunale (ché Franchi ancora era vivo): fu un Fiorentina Inter 0 a 0, abbastanza insulso se si esclude una parata di Bordon su un tiro al sette a salvare il risultato. Devo ringraziare anch'io qualcuno per avermici portato allo stadio, è Marcello, cugino di mio babbo, che se aspettavo i miei... era il 26 dicembre 1971 (dice san Gugol).
(*) Che questa storia che lo stadio Franchi è pure a Siena mica va bene. O i senesi ce lo lasciano e intitolano il loro stadio magari al Panforte, ai Ricciarelli o ad Aceto, oppure, se proprio lo vogliono tenere a Siena il nome di Franchi, cambiamo noi, dedichiamolo a Julinho, a Montuori, a Bruno Beatrice, a Gratton, a Galdiolo o magari, chessò, può andare bene pure il Conte Mascetti.
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Con l'imperativo di puntare la Champions anche un gerundio va bene per truppa.
RispondiEliminaPiccoli violini crescono bardati da battaglia :D
per me il chievo in maglia bianca (circa) era elegantissimo!
RispondiEliminaInvidio molto i maschi per queste storie di calcio, io che non sono nemmeno tifosa in proprio. Te ne racconto una di sponda: il padre di mio figlio il calcio lo schifava ma al bimbo piaceva, successe che si prese il battesimo all'Olimpico con il marito di una mia carissima amica. Ci credi che è diventato della Roma? Immagino di sì, ci puoi credere. Avava anche la maglietta di Totti. Adesso è diventato grande e il calcio lo schifa, pensa un po'. Guarda e pratica il basket. Ma la maglietta di Totti ha un posticino nell'armadio, non la butta. La tiene per ricordo.
RispondiEliminaCi credo, io ho quella di Zola (vero), perché quella di Gigi era finita. (cit.)
EliminaQuella di Gigi c'è ancora in via Trentino, è un negozietto nascosto, ma c'è ancora.
EliminaZola un giorno parcheggiò di fronte al cancello di casa mia, così da bloccare l'ingresso e la possibilità di uscire in macchina. Si spostò molto cordialmente e scusandosi.
Non gli si può voler male.
Anche al mio battesimo era ancora il comunale. Fiorentina Vicenza 0-0, nel Vicenza ci giocava Paolo Rossi e nella Fiorentina UnicoDieci.
RispondiEliminaE son riuscita a far crescere un tifoso viola a Torino, io. L'altro è per il Toro quindi capisce.
La mia prima partita è stata Cagliari-Juve in una allora gremito stadio Sant'Elia (buonanima). Pareggiammo 2-2.
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