31 gennaio 2012

Corsi e Ricorsi

Questa chicca sulla felicità mi ha riportato alla mente un episodio della mia vita che ho ricordato per anni interi addebitando a mio padre colpe estreme. Mi scuso con Lo Scorfano ma, come diceva Bramieri, il problema con le barzellette è che quando ne racconti una, per quanto buona sia, ne farà venire in mente una tremenda a qualcuno dei presenti. Per le storie mi sa che è uguale.

Andavamo a piedi da mia cugina, io avrò avuto 6 anni circa e da qualche giorno mi ero dato alla corsa. Correvo, e correvo fortissimo. Muovevo quelle gamberelle secche che mi ritrovavo a una velocità frenetica e macinavo la strada con facilità, mi sentivo un campione.
- Facciamo una corsa? – buttai lì a mio padre
- Dai! – E partimmo.
Andavo forte, via veloce sulla stradina in leggera salita, sgambettavo vento in faccia e felicità a portata di mano. Solo che mio padre, pur appesantito nei chili e nei suoi innumerevoli anni  (40), mi stracciò di brutto. Cioè, nemmeno fece finta di starmi vicino o di arrancare, magari restando un po’ indietro e poi sprintando all’ultimo, no, partì proprio a razzo e mi lasciò irrimediabilmente indietro. Sconfitto, abbattuto e allibito. Nella mia testolina di bimbo ricordo la netta sensazione di stupore. Ero convinto che mio padre, foss’anche stato Pietro Mennea, non avrebbe dovuto comportarsi così.
Io non lo farei oggi, non lo faccio. Non mi sono comportato e non mi comporto così con i miei figli. Ma magari sbaglio.
È una riflessione che non mi porta da nessuna parte, non ce l’ho una cartina di tornasole che mi diventa azzurra o rossa a certificare che la mia vita ha preso una deriva basica o acida a seguito del comportamento di mio padre quel giorno. Non lo so se sono una persona migliore o peggiore di quella che sarei diventato se mi avesse lasciato primeggiare nella gara.
Posso soltanto dire che ho sofferto per quella batosta, questo è innegabile ma non è decisivo a classificare l’episodio come negativo in assoluto per la mia crescita, per la mia esistenza.
Magari mi ha insegnato a elaborare una sconfitta, prima rispetto ad altri bambini. Forse mi ha preparato, con una delusione oggettivamente non enorme, ad affrontare quelle eventuali e toste che si sarebbero snocciolate sul mio cammino. Mi ha reso cosciente di non essere imbattibile.
O, chissà, mi ha insegnato a lottare per migliorare, a non dare per scontato un successo, ad arrivare preparato alle battaglie dello sport e della vita.
A capire che Vincere non è tutto, ma lo è il provare a vincere (Vince Lombardi).

18 commenti:

  1. Ogni tanto sarebbe bello prendere da parte i padri e spiegargli un paio di cosette sull'essere educatori. Ma neanche: sull'affetto, diciamo.

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  2. Forse la lezione è arrivata troppo presto, ritengo che a 6 anni bisogna infondere nei piccoli fiducia in se stessi, permettergli di arrivare un passo avanti per non farli sentire ne troppo soli ne troppo controllati.
    Il fatto poi che te coi tuoi figli non l'hai fatto, spiega tutto...

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    1. sì, ecco, il fattore età è sicuramente importante. Anche per comprenderla la sconfitta.

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  3. Non so, non so. La verità è importante in un rapporto padre-figlio. È importante in tutti i rapporti importanti, si sa. Nella vita di un ragazzo, di un uomo, prima o poi arriva un momento in cui può battere suo padre in una qualche attività sportiva, che sia il tennis o gli scacchi, la scopa d'assi o la corsa nei sacchi. Quel momento sarà per entrambi carico di emozioni contrastanti, gioie e dolori, nostalgia, malinconia, consapevolezza di quello che si era e che si è diventati: lo so perché mi è stato raccontato in più di un'occasione, son cose da maschi che non mi appartengono direttamente.
    Se tu fai vincere "sempre" tuo figlio a tutti i giochi, come farà poi a sapere di essere diventato in grado di batterti davvero in uno scontro leale?
    Poi si generalizza eh, tanto per dare un contributo: magari i fatti si svolgeranno in maniera del tutto diversa.

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    1. ecco, magari a memory, lì son più accanito, perché lui già può battermi a memory e quindi posso farlo io, son sdoganato.
      E smemorato.

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  4. Io seguo l'insegnamento che mi ha tramandato uno dei miei maestri di vita: con stile e tatto.

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    1. Ma dai! Avevo la stessa idea, ma io la mattina sono a guadagnarmi il pane mica come questo qui sopra.

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    2. grazie, troppo gentili... sì, azzeccato.

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  5. Non lo so, naturalmente. Non so se tuo padre ha fatto bene o no, se era troppo presto, se ti ha voluto insegnare qualcosa. Forse, per come è la vicenda nei tuoi ricordi, non ha fatto bene. Ma qualunque errore (i miei genitori ne hanno fatti moltissimi, con me) va pesato sulla bilancia dell'amore. Se c'è amore, gli errori sono secondari. A me pare di avere soltanto questo da dire (ed è quello he sempre dico ai genitori dei miei ragzzi, tra l'altro, quando hanno paura di avere sbagliato tutto con i figli).

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    1. Bellissime parole che condivido commossa.

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    2. già, questa ce la mettiamo tra gli adesivi da paraurti:
      Qualunque errore va pesato sulla bilancia dell'amore. Se c'è amore, gli errori sono secondari.

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  6. Io non faccio testo, però mio figlio, quando osava sfidarmi, lo battevo eccome.
    Adesso che fa canottaggio, dopo un paio d'anni di atrezzi, è inarrivabile in ogni attività ginnica. Mi ha sfidato un paio di volte e mi ha stracciato.
    Non si diverte più, così mi sfida a scala quaranta, e perde spesso. Perchè baro.

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    1. c'era una frase bella in giro (formiche?), di un padre che raccontava del suo gusto a sconfiggere il figlio e consigliava di farlo a tutti finché si era in grado... l'ho anche cercata, per arricchire il post, purtroppo però non l'ho trovata. Qualcuno la ricorda? O si ricorda chi l'ha detta?

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    2. no è che mi sto chiedendo se hai usato yahoo answer e cosa hai digitato per la tua ricerca...

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  7. No, papà tuo ha fatto bene. Io a sei anni lo facevo vincere, adesso ne ha 12. È una belva che corre come una lepre, nuota come un pesce, e le mortificazioni che mi infligge con la PS3 meglio non dire. Al mattino, quando ci incontriamo a colazione mi saluta: "Buon giorno, vecchio e cadente genitore". Ma di che stiamo parlando, viva viva il tuo papà.

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  8. Forse tutte le considerazioni che hai fatto dopo, elaborare la sconfitta ecc ecc le avresti affrontate comunque nella vita anche se ti avesse fatto vincere.
    Forse era prestino per darti una batosta.
    La vita ci offre così tante di quelle possibilità per sentirci delle merde, perchè anticipare i tempi?

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