2 aprile 2014

Cose che stazionano in posti

Pur in assenza di derive maniacali, vige un certo ordine a casa nostra, per lo meno rispetto ai miei parametri e alle case di recenti amici - che non leggono il blog! - e che abbiamo avuto occasione di visionare.
Dolcemetà vi direbbe che c'è un casino dell'ottanta, a prescindere.
In ogni modo le cose (tendenzialmente direi, se non cominciassi davvero a odiare questa parola) stanno al loro posto e se non ci stanno, nel giro di un giorno o due, ci vengono ricondotte, di riffa o di raffa.
Poi capita che, in modalità e tempi non prevedibili, qualcosa sfugga alle maglie della sicurezza.
Succede che un tappo, uno straccio, una molla, una vite, o comunque un oggetto non bene identificato e privo di fissa e riconosciuta dimora si trovi abbandonato a se stesso in un luogo della casa e, per non indagabili motivi, ci rimanga per molto tempo. E nessuno che senta il bisogno di ricomporre l'ordine costituito cavandolo dalle palle.
In questi giorni abbiamo un tappo di plastica bianco che staziona sul top della cucina, viene spostato a destra e a manca, nei momenti di pulizia e di preparazione dei pasti, ma resta in zona e vive il suo momento di gloria.
Emblematico, qualche anno fa, Il Caso dei Calzini Neri di cui parlarono anche le cronache regionali: un paio di pedalini, neri appunto, restò per mesi sul termosifone accanto alla porta d'ingresso.
Nessuno aveva voglia di spostare i calzini dell'altro(*).

(*) (erano suoi di lei ella)

4 commenti:

  1. Se mai diventassimo amici a tal guisa da potervi invitare a casa nostra, sono sicuro che diverremmo parametri certi nel classificare i caos altrui: da noi ci sono calzini che si sono conosciuti solo fino allo sconfezionamento. Successivamente persi cosi di vista (tra loro), che anche le più pervicaci cronache regionali hanno abbandonato ogni speranza di riaccoppiarli...

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  2. Qui da noi c'è un cruciverba sul tavolo della cucina da circa due settimane.
    Non mi chiedo di chi sia o come ci sia arrivato. Lo tengo lì, spostandolo di volta in volta da un lato all'altro della tavola.
    Il calzino nero sulla sedia in salone è di uno di LORO, sangue del mio sangue, carne della mia carne.

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  3. L'altro ieri ho cavato fuori da un reggiseno vecchio i ferretti, li ho appoggiati in cucina e non ho voglia di metterli a posto e purtroppo non posso negare che sono miei

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  4. tutte le cose che stazionano in casa nostra "fuori posto" *non* sono mie, e al 98% nemmeno della figlia. E no, non le rimetto a posto, pero' le vedo.
    Ogni tanto ci sono degli oggetti "da metter via e trovare un posto". E, quando succede, e' una bella sensazione. Lo so, troppi pianeti in vergine. Ma sto imparando a prestare meno attenzione ai particolari e di piu' alla meraviglia generale del creato.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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