Lui ha una moglie, dei figli e amici che se ne vanno via dopo una cena.
Porta fuori il cane. Tutte le sere fa lo stesso giro e passa davanti
alla casa con giardino di lei.
Lei è lì che si fuma una sigaretta o che rinvasa la
terra di un geranio rovesciato dal vento. In casa mariti e figli forse
dormienti o chissà mai sepolti in un divano.
E si vedono, lui e lei, e si salutano perché sono gli unici due coglioni
fuori a quell'ora.
È freddo, è caldo, c'è la partita in tivù, o Sanremo, ci son state le
elezioni o un attentato al Papa, loro sono lì.
Si salutano. Non si parlano quasi mai.
Lui va di fretta e lei in cuor suo prega perché non si fermi.
Lei non si cura, dopotutto sono dieci anni di sigarette prima di andare a
letto, dieci anni in cui non ha visto un'anima costeggiare la recinzione.
Prima che comparisse lui, il signore col cane da pisciare.
Lei indossa una tuta sformata sopra a un reggiseno che non c'è, capelli tirati
indietro in una coda fatta di fretta prima di cucinare.
Forse è già tutto scritto.
Il momento in cui lei si lascerà indosso i vestiti dell'ufficio, il momento
in cui si passerà un filo di matita nera e quello in cui si scioglierà i
capelli.
Poi sarà lui a chiederle una di quelle sigarette fuori moda o magari lei ad
uscire fuori, nella stradella, solo per accarezzare il cane.