9 aprile 2017

Del diario vissuto di Giovanna (15)


31 ottobre 1954
Oggi tu mi ai portata a vedere i tuoi posti d'infanzia dove tu sei cresciuto dove ai fatto i primi passi.
Arrivati lassu' al Poggio alla Croce tu mi facesti conoscere tutti i tuoi zii e i tuoi parenti, poi andammo al cimitero a far visita alla tua povera mamma, poi si faceva tardi e si venne via dato che ci saveva la lambretta del tuo zio Memmo, si sarebbe fatto presto a rivare a casa. Pero' prima di venire via passammo dalla casa tua dove tu eri nato, e tu mi dicesti Guarda Gianna quella e' la finestra dove la' dentro sono nato.
Quanta gioia lessi nel tuo sguardo quando mi insegnavi tutti i tuoi posti dove giocavi da bambino.
E mi dicevi Gianna qui o fatto questo qui o fatto quello.
Era bello per me sapere tutte queste cose.
1 novembre (Tutti Santi)
Sono stata a far la sposa in casa tua, forse non ci riuscivo ma imparero' presto vedrai.
Mi pareva davvero di esserlo, mi sentivo grande anche se sono piccola.
Quando eravamo per venir via tu mi ai letto un tuo tema dato che sei ritornato piccolo ritornando a scuola...
Siamo stati a sedere sopra al tuo letto, dove tutte le sere la tua testa riposa tutti i pensieri che a fatto durante la giornata.
Poi tu mi ai presa e abbracciata e baciata e poi ribaciata.
Eppure tu mi dici tante volte Noi Gianna ci troveranno sfiniti dai baci.
Quante volte mi domando perche' ci vogliamo tanto bene, e perche' lontano da te io non so vivere.
Neno amore mio tu mi ai dato tutto e tanta felicita' soltanto a sentirti parlare e quando sono tra le tue braccia e mi stringi forte forte e mi chiami Bambola e bambola per te saro'.
Un giorno verra' anche per me l'amore di Sposa, l'amore di Madre e l'amore per la mia casa.

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Quaderno del diario vissuto di Giovanna
Anema e Core
Dove si va signorine?
Qui vedi dove dormo e ti sogno
Se un giorno mi avverasse
Mi bacia sulla bocca e baci e baci 
Quando non c'è la partita di calcio manca tutto  
Perché l'amore sarà al centro di tutto
Qui intrecciammo la lilla 
Montaccino si chiamava il posto dove tu stavi 
E allora forse ci parrà di sognare ancora
Il nome non te lo scrivo intanto tu lo sai di già
È stato un giorno di sposa, di moglie e di massaia
- Le mie lacrime si confondono con le mie parole
- Dato che ero a tagliare le vestaglie perche' e' il mio lavoro

2 commenti:

  1. io questo diario vissuto lo amo sempre di più.
    Sa di vero come il pane che faceva la nonna

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    Risposte
    1. Ecco un commento di cui mi ricorderò... vero come il pane che faceva mia nonna.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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