15 novembre 2016

Di bicchieri da bottiglie e referendum

Mi è presa 'sta fissa: ricavare dei bicchieri dalle bottiglie bevute, vino birra coca o quel che è.
Ma niente, nonostante mille tutorial sorbiti giù dal tubo e i mirati consigli di esperti tagliatori di vetro, non riesco a cavar fuori un contenitore degno di essere accostato alle labbra.
Ho anche impiegato risorse economiche e di tempo in quest'impresa che poteva proiettarmi dritto dritto sulla strada di un secondo e redditizio lavoro; non avete idea di quante spose agognino ricevere questi meravigliosi bicchieri di riciclo. Ricordate che per ogni donna, dopo le scarpe e le borse, vengono i bicchieri.
Quello in foto è - finora - il miglior esemplare che sono riuscito a ritagliare ma, devo ammetterlo, fa schifo e dolcemetà mi ha sommerso di sguardi compassionevoli quando me lo sono apparecchiato per la cena.
Tutto nasce da certe bellissime bottiglie che, con tutto che il vetro si ricicla eccetera eccetera, mi dispiace un casino buttare via, tipo quelle dei Mastri Birrai Umbri.


Epperò, nonostante girare per casa con spago, liquido infiammabile e bottiglie mi connota quasi come rivoluzionario e, indubbiamente, faffiga (*), i risultati non si vedono.
Che fare, dunque? Tagliare o non tagliare ancora le bottiglie, questo è il dilemma.
Devo insistere con questa storia cercando di cambiare la costituzione della bottiglia () o devo smettere d'incaponirmi in un'attività per la quale emerge chiaramente che non sono chiavato (No)?
Per decidere ho chiamato gli Italiani alle urne il prossimo 4 dicembre, un personalissimo referendum che mi aiuterà a capire che cosa devo fare.
Non perdete quest'occasione per esercitare il vostro diritto di voto: è la bicchierocrazia.


(*) by Fabio Celenza.

3 commenti:

Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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