23 febbraio 2012

Olanda desolata

Se nel calcio esistesse una giustizia, probabilmente, la Fiorentina avrebbe vinto lo scudetto del 1981-82 ma, SICURAMENTE, l'Olanda avrebbe vinto un mondiale, e non mi riferisco all'ultimo, meritato dalla Spagna.
Mi riferisco ai mondiali 1974 e 1978 quando gli arancioni si giocarono la finale con la nazionale del Paese organizzatore, quando ancora al Paese organizzatore erano concessi dei, nemmeno troppo impliciti, favori.
Nel 1974 fu la coriacea Germania di Franz Beckenbauer e Gerd Müller ad alzare la Coppa nonostante il calcio migliore l'avessero indubbiamente espresso gli olandesi, dominatori della scena europea con le squadre di club, ma probabilmente un po' inesperti. Nel 1978 fu l'Argentina di Osvaldo Ardiles e Mario Kempes a vincere, grazie anche a un arbitraggio, duole dirlo, inadeguato e di parte, dell'italiano Sergio Gonella in finale e alla scandalosa marmellata peruviana confezionata per poter raggiungere la finale ai danni del Brasile: un 6 a 0 vergognoso inflitto dai padroni di casa al Perù, la cui porta era difesa dall'oriundo argentino, e indiziato numero uno, Ramon Quiroga.
E così la nazionale olandese, guidata da Rinus Michels nel '74 (eletto allenatore del secolo dalla FIFA) e Ernst Happel nel '78, quella meravigliosa squadra che ha rivoluzionato il calcio moderno proponendo con successo il dispendioso calcio totale, che ha sconvolto ogni tattica con l'applicazione sistematica del pressing e del fuorigioco (assieme all'Ajax e al Feyenord tra le formazioni di club), quella fantastica banda arancione per cui tutti noi negli anni settanta facevamo il tifo, non ha mai conquistato il trofeo più prestigioso.
E i vari Neeskens, Cruijff, Rep e Rensenbrink non possono annoverare nel proprio palmares una vittoria che avrebbero francamente meritato.
Ma ciò che non riesco a togliermi dalla mente è l'azione che avrebbe potuto ristabilire un ordine sacro delle cose, quando al 90° minuto della finalissima con l'Argentina a Buenos Aires, sul risultato di 1 a 1, l'ala sinistra della formazione Orange, Robby Rensenbrink, dopo aver superato il portiere Fillol con un delizioso sinistro, mandò il pallone a incocciare irragionevolmente sul palo della porta argentina. Il palo più stronzo della storia.
Quel pallone avrebbe dovuto gonfiare la rete. E basta.

14 commenti:

  1. Ma scusa non sei troppo giovane per ricordare le partite del lontano '74? Di la verità le hai riviste in videocassetta!

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    1. giovane io? mi confondi con qualcun altro.
      se è per questo mi ricordo anche quelle del 1970, purtroppo, e per fortuna.

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    2. Non ti confondo ...hai l'età di mio marito...devo indagare anche sulla sua memoria.

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  2. La Germania e l'Argentina erano qualitativamente più forti, anche se peggio organizzate. Nel mondiale del 74 era in vantaggio dopo un minuto e ha continuato a giocare come sapeva, attaccando 90 minuti. Avessero avuto in panchina un catenacciaro come Mondonico ,magari sarebbero diventati campioni del mondo; ma senza entrare nella leggenda del calcio.

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  3. mah.
    anch'io ti avrei fatto pi giovane...

    (è l'unico commento sensato che posso mettere. di calcio ricordo solo i mondiali '82...)

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  4. Tutti che stanno lì a chiedersi "Ma è stato più forte Maradona o Pelè?". Mio padre zittisce tutti dicendo "Il più forte di sempre è stato Cruijff".

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  5. E dal campionato 81-82 nacque l'odio per la Giuventus ;)

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  6. Non so come faccio a ricordarmi i mondiali in Argentina, e tutta la storia di Zoff che non ci vedeva da lontano, e le divise meravigliose con le maglie tutte strette e lunghe, che ero piccolissima?! Aggiungo solo: René e Willy Van De Kerkhof, come se fossero una parola sola (con l´accento sulla y). Ma perché ogni volta che leggo i tuoi post mi vien fuori ´sto lato sentimentalone, io che sono una bbestia?? ;-)

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    1. è una cosa buona? direi di sì, dai, gli anni settanta sono pieni stipati di succose ratatouille per i nostri cuori e anche i peggiori Ego crollano.

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  7. Rensenbrink è sempre stato un tipo emotivo. Quel palo è figlio della sua insicurezza, rapportata a personaggi del calibro di Cruyff e Neskeens. E anche un pò figlio della sfiga, ma forse in quegli anni non esisteva ancora.

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  8. Nel calcio non esiste una giustizia quindi lo scudetto 81-82 lo ha meritatamente vinto la Juve (con un rigore di Brady, segnato quando sapeva di essere prossimo al licenziamento).

    Del '78 ho un ricordo vago, dell'Olanda in particolare mi tornano alla mente i due missili infilati nella porta italiana (anche la nostra nazionale avrebbe forse meritato qualcosa in più) e le "difficoltà visive" di Zoff (ribadite, mannaggia, con l'Amburgo nella finale di Coppa Campioni).

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    1. cominciavo a disperare che non arrivasse manco uno juventino per discutere.
      sul "meritatamente" capirai che non posso essere d'accordo, ma tant'è. incasso e porto a casa.
      con un rigore di brady e un non rigore su borghi, aggiungerei.
      Invece baggio, già della juve, contro la sua futura squadra nella finale di coppa uefa del 90 sbagliò un gol fatto e fu infamato a dovere (ma non l'aveva certo fatto apposta). Si rifece ai nostri occhi solo col rigore non tirato e la sciarpa raccolta l'anno dopo a firenze.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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