17 febbraio 2012

Tutto quello che non sopporto

Tutto quello che non sopporto ha un nome.

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro inutilità.
Peggio ancora quando cercano di rendersi utili. La loro dipendenza.
I loro rumori. Numerosi e ripetitivi. La loro aneddotica esasperata.
La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.
Ma non sopporto neanche le generazioni successive.
Non sopporto i vecchi quando sbraitano e pretendono il posto a sedere in autobus.
Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.
La prosopopea dell'invincibilità eroica dei giovani è patetica.
Non sopporto i giovani impertinenti che non cedono il posto ai vecchi in autobus.


Non sopporto le mamme.
Le loro combriccole di shopping e pettegolezzo ai giardinetti, coi figli sperduti tra le altalene.
Non le sopporto quando versano le loro moine smielate sui bambini altrui e quando urlano il nome del proprio figlio, senza muovere un passo.
Ancor più insopportabili i padri fuori quota ingobbiti in una partita di pallone non loro.
E insopportabili i padri separati in pizzeria, sempre la stessa, sempre di fretta e sempre a chiedere se lo vuoi un dolcino.

Non sopporto i gestori della verità.
Quelli che ce l’hanno e si guardano dal rivelarla e quelli che non ne conoscono nemmeno i contorni ma si spacciano per divulgatori incaricati.
Non sopporto i menzogneri che si nutrono di bugie povere, incancrenite dal luogo comune e prive del decoro della fantasia.

Non sopporto i colleghi zelanti, i leccaculo, quelli che arrivano presto e vanno via tardi.
Non sopporto i colleghi che si scusano, quelli che ti calpestano e quelli che tirano dritto. Non sopporto quando ti chiamano, quando ti telefonano e quando ti scrivono.
Non sopporto i colleghi che arrivano e ti salutano, vanno a pranzo e ti salutano, si riuniscono e ti salutano, vanno a casa e ti salutano.
Non sopporto i colleghi che portano i pasticcini e quelli che se li mangiano. Non sopporto i colleghi con la scopa nel culo.

Non sopporto i milanesi che vogliono fare i napoletani e i napoletani che vogliono fare i milanesi. Non sopporto i romani che vogliono fare i romani.

Non sopporto l’artefizio, la credibilità acquistata al mercato, la costruzione alterata di un rapporto, di un discorso, di una vita.
E non sopporto l’anima pura, il senza peccato, il fariseo per vocazione e il pentito per tornaconto. Non sopporto le prediche e non sopporto il pulpito.

Non sopporto le cose che vanno per la maggiore, le mode, le tendenze del momento, l’imposizione di un credo, come quello di una mise o di un programma in televisione.

Non sopporto i sondaggi d’opinione, le ricerche di mercato e gli studi di settore.

Non sopporto i premi, le medaglie, le coppe, le onorificenze, gli attestati di stima, i trofei e i cavalierati.

Non sopporto chi ama, chi assicura, chi te lo dice lui, chi non ha rimpianti, chi ha solo certezze.

Non sopporto chi potendo rinascere farebbe le stesse identiche scelte di vita.

Non sopporto niente e nessuno.

Manco voi. Soprattutto voi.

Solo una cosa sopporto.

Lo stile.

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Il testo partecipa a EDS incipit come anche:

L'incipit in blu è tratto dal romanzo Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino.

27 commenti:

  1. Sopportaci, noi ci sforzeremo di sopportarti, per un unica ragione...il tuo stile!
    Bravo!

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  2. non ne facciamo una questione personale :) ricordate che parla il maestro Mimmo Repetto.

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  3. Bè, si vede che ce l'avevi sulla punta della lingua. Efficacissimo: mimetismo perfetto. Mi stai antipatico ma ti sopporto.

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  4. il classico nonsopportunista

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  5. Niente che non passi con un paio di Alka Seltzer.

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  6. quando scrivi dei post così belli sono io che non ti sopporto.
    sallo.

    :)

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  7. Sicuro di non avere niente altro che non sopporti? Peccato, perché io andrei avanti a leggerti ancora un bel po'.
    Bravo, sempre.

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  8. Ti è piaciuto il libro di Sorrentino? Io non l'ho letto, ma quest'incipit non è che mi attiri molto.

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    1. Pensa io l'ho preso per l'incipit. (quello vero prosegue meglio del mio, ovviamente)
      Del libro ne parlai qui, ci trovi anche un link alla prefazione letta da toni servillo, se hai 10 minuti ti consiglio di ascoltarla.
      cmq i primi 2/3 di libro mi hanno letteralmente entusiasmato, dopo si perde un po' tra personaggi diversi ma simili, e troppi.

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    2. Mmm, magari per sicurezza, me lo prendo digitale. :D

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  9. Io ti stimo!

    Grazie mille per il commento e buon fine settimana :-D

    CIAO!!!

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  10. Mi devi perdonare....vabbè sopportami anche se qui non dico perchè.

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  11. un eds terapeutico :-)forse nell'incipit un po' più "secco" e "circolare"

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  12. Concordo in buona parte, però vorrei aggiungere che adoro quello stivaletto in foto e chi lo indossa mi fa impazzire. Sono un perverso, che posso farci ;)

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    1. L'hai notato, eh? Ci credo che ti fa impazzire... Quello e' lo Stile!

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  13. eh sì, lo ricorda anche a me ;)
    guarda un po'...
    (si consiglia leggere sempre fino in fondo)

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  14. Mi era già piaciuta mapparecchio quella prefazione letta da Servillo e tu hai proseguito percorrendo lo stesso fantastico stile.
    Il mio sembra un attestato di stima, ma è solo un'impressione ;)

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  15. Questo commento applica lo "show don't tell" meglio di come prescrivono tutti i manuali di scrittura creativa americana: fossi te ne andrei fiero, vuol dire che ci hai preso in pieno: bingo!

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  16. beh, sì, magari dentro, ma fuori preferisco volare basso.

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  17. Io non ho sopportato quell'incipit, quello blu, così, a pelle, e il seguito dell'incipit ... fino alla fine!
    Poi, stremata, scrissi un post sul libro di Sorrentino: hanno tutti ragione, ma che fatica!!

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  18. A me ha entusiasmato. Cercherò il tuo post... Grazie

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    1. pss, non l'ho trovato (me lo linki?) però ho trovato un gran bel blog.

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  19. lo trovi qui
    scusa, avrei potuto linkartelo subito, ma autocitarsi è sempre una cosa un po' imbarazzante.
    grazie per l'apprezzamento al blog,
    e ciao.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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