27 dicembre 2012

Il mio babbo è alto e snello

Il mio babbo si chiama Furio e ha 50 anni. (e fin qui...)
Il suo viso è tondo, il mio babbo non ha tanti capelli. (potevi almeno fare un accenno al testosterone)
I suoi occhi sono tondi (ti sei fatto condizionare dal disegno, spero) e il naso è liscio (la nasoliscitudine pare sia uno dei miei maggiori pregi), la sua bocca è fine e morbida.
Il mio babbo è alto e snello. (qui hai toccato le alte vette della poesia e ti sei guadagnato svariate buste pokemon)
Al mio babbo piacciono gli sport e il colore rosso (è una lunga storia) e anche mangiare i funghi e cercarli.
Di lavoro sta in ufficio. (detta così non è proprio qualificante, meno male che il mansionario non lo scrivi tu)
Di solito va a giocare a tennis nel tempo libero e gli piace andare allo stadio.
Con lui vado a cercare i funghi.

(Da "Descrivo il mio babbo" - 11/12/12)


p.s. Però, dài, c'ho un bel colorito.

24 dicembre 2012

Non di solo pane vive l'uomo un anno dopo

Eccoci qua, dopo lo scampato pericolo, a celebrare l'uscita dell'album calciatori Panini 2012/13.
E voi, nel frattempo, avete fatto coming out oppure alimentate ancora la facciata in cui dichiarate che il lato migliore del calcio è quello giocato, o visto in tivù.
Abbiamo aperto già sabato scorso le prime bustine, quando ancora neppure il blister ufficiale era stato diffuso. Prima figu in assoluto: lo scudo del Torino. Prima figu viola: l'immenso Borja Valero. Per la statistica.
Ve lo dico, dovesse capitarmi di stare in coma (spero di no), non lo so se qualcuno si vorrà pigliare la briga di stimolare il mio risveglio ma, nel caso, lasciate stare la musica, manco De André dovete farmi sentire, manco i Led Zeppelin. Provateci solo col rumore di una bustina calciatori aperta a strappo da un bambino dagli occhi luminosi.
Va bene anche un bambino di 50 anni.

p.s. Non di solo pane vive l'uomo, ma anche di Panini.

21 dicembre 2012

Cinquanta, ma di cilindrata

Quelli ganzi c'avevano il Ciao, e magari il piumino ciesse.
Poi c'erano gli sfigati con la giacca a vento e il Garelli. Io ne avevo ereditato uno da sorellona, un Garelli Gulp flex (blu, almeno quello) che stava sempre e comunque tre spanne sotto al peggior Ciao in circolazione, quello marrone. Del perché avessero messo in commercio un Ciao marrone e del perché il mio vicino di casa l'avesse acquistato non ci è dato sapere.
Poi c'era il Boxer, con la sella lunga che ci potevi portare pure uno dietro, anche se l'ideale sarebbe stato una. Un amico da noi viaggiava con un Peugeot, ci credete? Un cinquantino Peugeot, probabilmente realizzato in prototipo e dubito mai messo in produzione.
E poi c'erano quelli col Fifty Malaguti, una razza a parte: erano al di sopra della questio ragazze, gli importava solo del loro scattante ciclomotore senza serbatoio. La miscela, non so come, veniva immessa direttamente nel tubone del telaio. I guidatori del Fifty negli anni 70, secondo me, son quelli che oggi hanno un Suv sotto al culo.
Quest'ultima riga solo perché non mi piaceva concludere il post con la parola culo.
Cazzo.

18 dicembre 2012

Ho una notizia da Darwin

Avevamo un gatto il cui nome era Darwin, in ricordo della via in cui era nato, a Bologna.
Mio figlio piccolo l'ha appena conosciuto, prima che venisse asfaltato dallo stadio involutivo homo in suv, però qualcosa del suo nome presagio gli deve aver passato, infatti France ha ritenuto di espormi la sua scala evolutiva dell'uomo:
  • sei nei pensieri
  • sei in pancia
  • sei un po' cresciuto
  • sei fuori
  • sei un neonato
  • sei un bambino
  • sei un cugino
  • sei un ragazzo
  • sei un uomo
  • sei un padre
  • sei uno zio
  • sei un nonno
  • sei morto
  • e morto stecchito


p.s. Ciao Darwin

13 dicembre 2012

Sognare Sandy Marton, però cattivo

C'era questa creatura infernale dalle sembianze umane che mi cercava con indolenza. Alto e biondo, capello lungo sulle spalle tipo il ragazzone che inneggiava alla gente proveniente da Ibiza, però c'aveva due occhi di colore verde smeraldo innaturale, e fissi nel vuoto.
Fingeva di non essere interessato a me e così mi ero nascosto, ma non troppo bene. Dal mio rifugio spuntavano fuori i piedi che non passavano propriamente inosservati, infatti indossavo dei calzettoni a righe orizzontali bianche e blu in stile Sampdoria di qualche stagione fa.
Succede che il satanasso dagli occhi verdi mi vede e mi costringe a venire allo scoperto, e qui ci apprestiamo a combattere io e lui, che adesso non è più lui ma una specie di hobbit alto quanto Brunetta e dalla faccia pelosona. E però è ancora lui nella mia mente, insomma avete capito la dinamica, quella che comanda i sogni di parecchi immagino.
Fatto sta che mi alzo quasi in volo, giro su me stesso e lo colpisco in piena testa con un calcio rotante degno del miglior Chuck Norris. Qui mi accorgo che i miei guai sono appena all'inizio perché il mio piede - maronna com'ero agile! - nonostante la perfetta mira passa dall'altra parte andando a vuoto e attraversando lo spirito innaturale del demone Sandy hobbittizzato.
Va così che dolcemetà si sveglia preoccupata per il calcione che a lei, materiale com'è l'aveva colpita eccome, e dà una scrollata pure a me, liberandomi dall'incubo.
Son rimasto lì, accucciato sotto al piumone nell'infantile tentativo di resistere a Morfeo e non riprendere il filo onirico interrotto.
È la seconda volta in pochi mesi che mollo un calcio rotante in preda a incubi notturni. Non so se devo preoccuparmi, so solo che quando mi sveglio davvero mi vengono in mente i facts di Chuck e, allora, posso sorridere.
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Chuck Norris ha cambiato il mondo presentando semplicemente lo scontrino.

Chuck Norris ha comprato la borsa di Wall Street da un senegalese sotto casa.

Chuck Norris ha fatto incontrare due rette parallele: ora sono felicemente sposate e con due figli.
 
Chuck Norris ha Magneto degli X-Men attaccato al frigo.
  
Chuck Norris ha risolto il mistero del Triangolo delle Bermuda col Teorema di Pitagora.
  
Chuck Norris ha trovato Atlantide su Google Maps.
  
Chuck Norris ha usato la Cosa dei Fantastici Quattro per ripiastrellarsi il bagno.
  
Chuck Norris non ha l'altra guancia.
  
Chuck Norris può distrarre coccolino concentrato.
  
Durante una partita al Gioco dei Mimi, per far indovinare "Hitler" alla sua squadra, Chuck Norris ha invaso la Polonia.
  
Durante un recente volo da Dallas a New-York, Chuck Norris è riuscito eroicamente a liberare il carrello bloccato semplicemente utilizzando 2 euro.
     
Tempo fa Chuck Norris diede un calcio rotante così forte a Cassius Clay che gli fece cambiare nome e religione.

Un giorno Chuck Norris ha cliccato su "Crea un nuovo gruppo" in facebook: sono nati i Coldplay.

10 dicembre 2012

Delle virgolette fatte con le dita

Non c'è riunione alla quale partecipi da un paio d'anni a questa parte in cui il relatore non citi una frase, una parola, una locuzione virgolettandola a dovere con l'arcinoto gesto di doppio piegamento di dito indice e medio di entrambe le mani.
Spesso a sproposito, senza alcuna correlazione sintattica a motivare la mimica enfatizzante. Spesso abusando di un gesto volatile che non avrebbe tale frequenza se il testo fosse scritto invece che recitato. Spesso credendosi stevejobs.
Pare che se non le usi 'ste virgolette digitali (da dito) non sei nessuno.
Devo dirlo, è una cazzata. Anzi, è proprio passato di moda, siete out con quei ditini flessi ai lati del vostro faccione.
Forse un tempo, nel Pleistocene magari, è stato fico andare in giro a vantarsi: Ehi, Grunf, oggi ho acceso (virgolette con le dita) il fuoco. Ma dopo no, la pratica s'è talmente diffusa che ha incarnato il dozzinale e il prevedibile.
Pure la badante boliviana di mia mamma si pavoneggiava non poco con l'entre comillas, in quello che a me appariva soltanto come un allarmante segno di degrado dei tempi.
Sembra che senza il corsivo, le virgolette, le sottolineature o le parentesi (io son malato di parentisi) non siamo più in grado nemmeno di scrivere, non completiamo l'opera rendendoci ridicoli nel (virgolette con le dita) parlare.
La semplicità è il marchio di chi è forte, di chi non deve ricorrere a mezzucci o a trucchi da quattro soldi e quelle virgolette mimate a chi vi ascolta ricordano tanto le opinabili colorazioni degli scarpini dei calciatori moderni laddove, spesso, si tenta di supplire alla carenza di classe con un accessorio da fighetto.

5 dicembre 2012

La penultima cena (*)

(click to enlarge)
Che io le feste a sorpresa le ho sempre odiate.
Però stavolta, devo dire, dolcemetà si è superata ed è riuscita a coinvolgere una dozzina di miei coetanei famosi che lèvati! Festeggiavamo il mezzo secolo e sfido chiunque a trovare un'annata d'oro come il 1962.
I personaggi e le entità che hanno visto la luce in quell'anno (pure Enel, tra l'altro) sono alla ribalta mondiale e io sono lieto di averli avuti alla mia mensa.
Per l'occasione ho sfoggiato una sorta d'extension biondo rossiccio a metà tra Kim & the Cadillacs e Julianne Moore.
La serata è stata gradevole seppure avversata dai tre cambi di pannolino richiesti da Cicciobello.
La musica, un rock contest improvvisato tra i presenti, seppur che non m'intendo, mi è sembrata all'altezza, anche se è stato un peccato che gli Status Quo non siano potuti venire.
Ha offerto Spiderman firmando lo scontrino della carta di credito con la sua Parker.
E niente, ho voluto raccontarvelo di persona prima che magari a uno dei presenti gli venisse in mente di fare la spia.
Una sola pecca, alla fine, è sparito il calice d'oro decorato con pietre preziose dove inzuppavamo i cantucci di Prato: il VinSanto Graal.
Ginko mi leggi?

(*) l'ultima si organizza per i 100.

3 dicembre 2012

It's (not) the time to make a change

No, dico a Bersani.
Il difficile viene #Adesso, per dirla con il tuittero Renzi.
Il bello di queste primarie è che non dobbiamo aspettare le politiche per mettere alla prova chi si è guadagnato i nostri voti o la nostra fiducia.
In questi mesi che ci dividono dalle elezioni, quelle vere, Bersani dovrà riguadagnarsi tutti i voti conquistati alle primarie e accaparrarsene di nuovi, e lo farà, se lo farà, dando la stura al cambiamento.
L'ha sbandierato e l'ha cavalcato il cambiamento, bravo ci abbiamo creduto, adesso dimostraci che non ci abbiamo la faccia di velluto.
Il cambiamento preso ad esempio, quello per cui il candidato premier del PD ha scomodato nientepapadimeno che Giovanni XXIII, il cambiamento senza spaventare.
All'Italia ci penserai dopo, non mettiamo le macchie davanti ai giaguari, ma alla nomenclatura del PD, mio caro, ci devi pensare da subito, perché il popolo del PD te lo chiede (dove io = popolo del PD).
Fa' che non dobbiamo assistere più a spettacoli penosi come l'intervista a Rosy Bindi d'ieri sera. Mai più.
Renzi ti ha servito un assist su un vassoio d'argento, non sprecarlo calciando a lato.
Credo davvero che tu abbia il coraggio per partire con il piede giusto, altrimenti hai finito, prima di cominciare.
La battaglia di Renzi pur se a volte caciarona, in certi momenti esasperata, vissuta da alcuni come fine a se stessa, quella battaglia, va combattuta con forza e determinazione anche nel rispetto dell'onda renziana.
Non ci spaventeremo, garantito, e il tuo beato Pantheon sarà salvo.
E comunque non ho nulla contro la Bindi e D'Alema. Altrimenti l'userei.


p.s. Un altro posto parapolitico, vabbè, poi tornerà persino la fuffa.
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