Post da NON leggere se non avete visto il film e alimentate ancora il pensiero di farlo.
Premesso che ammiro Sorrentino per i suoi film e anche per come scrive, mi va di levare una voce dissonante dal coro di sperticati elogi che questa pellicola sta riscuotendo in giro.
Lo svolgimento è lento, e va bene, Cheyenne (il protagonista), una specie di Boy George ai giorni nostri, è lento nel muoversi e nel parlare, e va bene. Ma, cristosanto, pure le scene al rallentatore mi devi girare, manca solo il fotogramma per fotogramma.
Poi c’è l’America, decisamente troppo America e troppa America. Troppo, perché i luoghi comuni ci son tutti (ce n’è qualcuno anche extra America, tipo il caffè di Napoli, ma questo mi sa che dobbiamo passarglielo al Sorre’) dal God bless America al pickup, dalle armi facili al genio inventore, dalla comunità ebraica di new York all'amerindio. Troppa, perché l’itinerario che Cheyenne percorre, pur non essendo propriamente un giro turistico, va a toccare un po’ le mete classiche dei tour negli States. Bastava meno.
Mancavano soltanto il tacchino e il monte Rushmore, ma suppongo che per il fatto che non compaiono dobbiamo SOLO ringraziare il montatore.
C’è una banalità estrema in alcuni stralci della trama, anche nei dettagli, degna del peggior B-movie, tipo la mano che pesca nella tasca della pistola e se n’esce con una fotocamera, l’agognata vendetta che si trasforma in uno scontato perdono o la sciroccata alla finestra che aspetta a gloria il figlio Tony per tutto il tempo e alla fine questo arriva, eccolo là col suo giacchetto fico e il capello a omino, solo che non è lui, e questo a metà film s’era già bello che capito.
E poi ci son le stronzate, quelle che con particolare magnanimità – o meglio snobismo – potrebbero anche essere definite perle visionarie alla Tim Burton o, perché no, citazioni felliniane, ma che restano stronzate. Chessò, il pattinatore che batte la musata, il bisonte alla finestra o – su tutte – il demente che passa vestito da Batman in quella notte di pioggia fitta e che si saluta con Cheyenne.
Alla fine il film è un colorato collage di personaggi borderline presi e messi lì al solo scopo di utilizzarli perché ci illuminino su determinate questioni. Aforismi, pensieri e teorie che fioriscono come tulipani a maggio nella composita cervellotica di Sorrentino e che lui desidera fortemente propinarci. Potrei pure apprezzarle, ma in un contesto diverso.
No, non deve essere questo il loro posto.
E comunque, prendete Sean Penn, conciatelo a quel modo e calatelo in una qualsiasi storia del cazzo e lui la terrà su, pure dovesse solo portare la merenda alla nonna.
p.s. Paolo... ti prego: Torna a Sorrentino.
Mi mancava solo la tua di recensione per eliminare ogni flebile residuo di volontà nel vedere questo film! :(
RispondiElimina(quando mi dicono di NON fare una cosa non resisto...)
Non lo so, il film non è certo un capolavoro, però si lascia guardare con piacere. Su Sean Penn hai perfettamente ragione.
RispondiEliminaForse sei stato troppo duro, alcune scene erano simpatiche e i dialoghi seppur ridotti all'osso non erano male.
A quanto pare la fine non l'hai proprio capita, il truccatore si era scordato di travestire Sean.
Ah, il mio captcha era Kisciottetogliilcaptcha!
Ecco, non ho visto il film e ho letto il post.
RispondiEliminaDirai: ti ho avvisato.
Ma è come scrivere "non mangiare assolutamente" su un barattolo di TuSaiCosa.
scrumblr
Adesso che ho letto, devo inviarti i 7 euro come se fossi andato al cinema?
RispondiEliminasenza essere un critico con la tua penna, fino a due terzi del film mi domandavo: perchè sono qui?
RispondiEliminaPoi ho capito: non avevo nulla da fare.
Scherzi a parte, la lentezza delle scene è esasperante, pur non amando quelle pellicole caotiche e al fulmicotone,avrei apprezzato una sequenza meno agonizzante, in sintesi Cheyenne si guadagna la "riconoscenza" di una madre affranta per averle dato l'illusione del figlio che torna.
La riconoscenza -come dice un anonimo personaggio del film- è una cosa importante, ti fa capire che quello che hai fatto è bene.
@obi sono un "critico" da bar... vai pure a vederlo e goditi la partita di pelota.
RispondiElimina@jk è che ho volontariamente parlato solo delle cose che secondo me lo tirano un po' giù da quel trono dove taluni vorrebbero piazzarlo
@mm abbiamo già parlato di questi meccanismi, nel tuo primo commento qui... aspetto ancora l'IBAN :)
@conte mandameli mercoledì, ne bastano 6.
@anonimo ti sarò riconoscente, per il tuo punto di vista, bello. Davvero. Sono serio.
Dai, sei Sorrentino, e dillo!
La penso come la signora orsa.
RispondiEliminaPiu ne parlano male piu mi viene voglia di andarlo a vedere.
Il 23 Novembre avrei speso quattro euro per l'entrata, ora non so.
RispondiEliminaForse dovrei seguire il consiglio del mio captcha: bzgdyu
@LC il 23 novembre di che anno?
RispondiEliminathis must be the time machine.
uhm.. la captchamanzia... potremmo farci dei soldi... la brevettiamo?
@Hombre: purtroppo non sono un gran cinefilo... non mi dilungo intanto ne farò un post.
RispondiEliminaIn effetti non so per quale motivo abbia deciso di lasciare un commento
Ah, il mio captcha era JosefKrimettiilcaptcha!
Di quel film io lamento il fatto che sono state abbozzate troppe storie e mai completate, mai finite.
RispondiEliminaTipo quella del ragazzo che è scappato di casa e non si sa perché o per come...
Però Sean Penn mi ha ricordato Robert Smith... e quel suo lento andare con li trolley faceva molto Ozzy. Però me lo sono goduto... in quella Dublino così popolare.
Sulla parte americana concorco. E' troppo.
Per dirla come Cheyenne "qualcosa mi ha disturbato, non so dire che cosa... ma qualcosa mi ha disturbato"
@Giovy :) giusto, troppo giusto. 'azz avrei dovuto scriverlo io, nel post. Grazie per averlo magistralmente aggiunto.
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