17 giugno 2012

Read Only Memory - n. 7

Gli enigmisti, e non solo, sanno bene che la definizione perfetta che inquadra il bibliotecario è beato coi libri, anche e soprattutto perché si tratta del suo anagramma.
Alla biblioteca dove vado io, ché nonostante il Kindle leggo ancora 'sti cosi cartacei, di solito mi serve un bibliotecario che beato non è di certo. Sempre immusonito, sempre incacchiato con chi lascia la porta aperta, con chi la lascia chiusa, col collega che non gli dà mano o col collega che s'intromette, coi bimbetti che giocano e coi ragazzi che posano il casco nell'armadietto. E poi dorme, per registrare i tuoi noleggi ci sta una vita, guarda in qua, guarda in là, pare sbarcato da Alpha Centauri col diretto delle tre. E penso che quella meravigliosa definizione non regge con lui, non regge se non la modifichi un po'. Alla fine ce la fa, passa i miei volumi e io, sfibrato, posso andarmene, e lo lascio lì: beota coi libri.
 

   Sai perché ho sposato Carol? – Questa volta pronunciò il suo nome, come per rendere a bella posta più brutalmente indiscreto ciò che stava per confessare. Ma non era, in effetti, la brutalità di Henry; era la brutalità della sua coscienza, che lo sorprendeva prima ancora che lui avesse cominciato a violarne i principî.
-    No, - rispose Zuckerman, al quale Carol era sempre sembrata carina, ma noiosa, - no, davvero.
-    Non è stato perché piangeva. Non è stato perché le avevo messo il distintivo all’occhiello e l’anello al dito. Non è stato neanche perché i nostri genitori si aspettavano che lo facessimo… Le avevo prestato un libro. Le avevo prestato un libro, e sapevo che se non l’avessi sposata non l’avrei più rivisto.


(Zuckerman scatenato - Philip Roth)

E voi che state leggendo? A parte le dichiarazioni del Trap, intendo.

20 commenti:

  1. Ho appena finito di leggere Accabadora. E ho pianto tutte le lacrime che mi erano rimaste dopo la lettura di "Amabili resti". Credo che adesso mi rileggerò Tre uomini in barca, ho bisogno di ridere.

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  2. DeLillo DeLillo DeLillo. Poi passerò a Bonvissuto, di cui dicono un gran bene.
    Ah: la mia biblioteca è differente. E spero sia superfluo sottolineare che sono io a fare la differenza :-)

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  3. ale, melu, ma uno stralcio pe' invogliare?

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  4. "Sono passati pochi anni dalla fine di tutto, sembra un millennio.
    Questa storia, quello che abbiamo passato con il Raptor, è lontanissima, come se non ci fosse mai stata, come se fosse capitata a un altro oppure in un’altra dimensione. Durante il giorno me ne ricordo come un sogno. E sto tranquillo: ho dodici anni, una famiglia che ci tiene, vado bene a scuola, tutti mi guardano come uno che si è salvato per miracolo, uno che è tornato da un posto peggiore della morte. Ma certe
    volte mi sveglio di notte e non riconosco la stanza, corro spaventato nella camera dei miei genitori, li guardo mentre dormono e non capisco che ci faccio qui. In quelle notti per un momento mi viene in mente che la vita vera era quella, la nostra con il Raptor, e che questa – la scuola, i genitori, i regali di compleanno, la piscina – è come un giro in giostra, un esercizio finto che non allena a niente."

    Questa volta ti racconto un libro che non ho ancora letto ma leggerò presto. Eravamo bambini abbastanza di Carola Susani, Minimum Fax (che ha la bella abitudine di regalarti un assaggio, di solito il primo capitolo completo, da cui ho tratto questo bell'incipit.)

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  5. Per compensare la leggerezza dell'estate sto leggendo "Uomini e no" Di Elio Vittorini!
    "<>, fischiò lo scudiscio. Fischiò sull'uomo nudo, sulle sue braccia intrecciate intorno al capo e tutto lui che si abbassava, poi colpì dentro a lui. L'uomo nudo si tolse le braccia dal capo. Era caduto e guardava. Guadò chi lo colpiva.
    Sangue gli scorreva dalla faccia, e la cagna Gudrun sentì il sangue. <>, disse il capitano.
    Gudrun addentò l'uomo, strappando dalla spalla.
    <>, disse il capitano"
    Per la traduzione del tedesco confidiamo in Siglemama

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  6. giuro che nel virgolettato avevo inserito le parole...che fine hanno fatto? Bo riprovo le metto sotto
    fscì
    Fange ihn! Beisse ihn!
    An die Gurgel

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    1. i segni di maggiore e minore in html si aspettano un comando di programmazione e, suppongo, non in tedesco.

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  7. "-Non farti prendere dal panico.
    -E chi ha detto che mi sono fatto prendere dal panico?
    Adesso soffro soltanto di uno shock culturale da perdita della civiltà.
    Ma aspetta che mi sia veramente calato nella situazione, che mi sia veramente reso conto di dove sono!
    Allora sì che mi farò prendere dal panico!"

    Guida intergalattica per autostoppisti, Douglas Adams

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  8. La pioggia cadeva a scrosci sulla distesa semivuota di Times Square, con i cartelloni pubblicitari rischiarati da una luce spettrale e le barricate di copertoni quasi rimosse, proprio di fronte, che lasciavano sgombra la Quarantasettesima Strada verso ovest. La pioggia era gradevole. La pioggia era assolutamente perfetta. Ma la minaccia era ancora meglio.

    Don DeLillo, Cosmopolis, Einaudi 2003, pag. 41

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  9. Non sto leggendo nulla, ma la citazione di Roth mi ricorda una copia de Le Cosmicomiche prestata a una collega e mai più tornata indietro (senza alcuna spiegazione a riguardo :-().

    Avrei dovuto sposarla, giusto il tempo della restituzione, per divorziare subito dopo.

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  10. la mia biblioteca spacca, il consorzio a cui appartiene ancor di più. Sto leggendo "Nel libro della vita e altri racconti" Di Stuart Nadler.

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  11. Valerio Evangelisti - Il collare spezzato.

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  12. io leggo quasi sempre roba vecchia che avrei dovuto leggere da piccolo... tipo ora sto leggendo il Signore delle mosche.

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  13. librum meum non praestabo
    si praestabo non abebo
    si abebo non tam cito
    si tam cito non tam bono
    si tam bono perdo amicum
    ergo nolo praestare librum
    (anonimo medievale intelligente)

    ecco il motivo per cui se uno vuole un mio libro se lo deve venire a leggere da me. gli offro pure il caffè coi biscotti, e una poltrona comoda, ma, se volesse, potrebbe pure stare in piedi davanti alla libreria

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  14. Ogni volta che presto un libro in biblioteca mi si spezza il cuore e, nel salutarlo, gli chiedo "Tornerai, vero? Giurami che tornerai!" Può succedere anche un centinaio di volte in un pomeriggio, non so se capite il mio tormento.

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  15. "Lo stato d'animo in cui la signora Tabusso sembrava vivere di preferenza era l'indignazione, e per raggiungere quel suo paradiso artificiale qualsiasi stimolo andava bene, il corpo dei vigili urbani non peggio di un'altra cosa."
    (La donna della domenica-Fruttero&Lucentini)

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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