31 ottobre 2011

Post Mortem

Svolgimento dell'Esercizio di Scrittura di Halloween, come proposto da La Donna Camèl.
 
Tutti in coda per l’iPond, l’ultimo ritrovato tecnologico della Eppòl.
I primi sono arrivati la notte precedente con sacchi a pelo e provviste, hanno bivaccato sul marciapiede. C’è chi giura di aver sentito sfrigolare le salsicce. Altri hanno aperto le Moretti da 66 cl coi denti.
Hanno passato la giornata così, appoggiati alla grande vetrata e distribuendo i numeri, vergati con un tratto-pen nero punta fine, di un artigianale turn-o-matic.
Alle 10 del mattino la fila scompariva dietro l’angolo dell’isolato, a mezzogiorno erano già stati distribuiti 1723 numeri. Alle 16 la coda è sbucata dall’altra parte affiancando e doppiando i ragazzi della mattina. L’idea della Eppòl di lanciare un prodotto rivoluzionario grazie a un messaggio post mortem del buon Stiv Giòbs ha colto tutti di sorpresa. Certo qualcuno ha dubitato, ma il video non sembrava certo taroccato.
Il buon Stiv, ancora in discreta forma spiegava: «Siate affamati!». E qui ci stiamo dentro, infatti non tutti avevano avuto la lungimiranza di portarsi dietro le salsicce.
«Siate folli!». E qui pure, visto che la spirale di 14.658 persone in coda la diceva lunga su quanto il popolo Mac seguisse fino alla follia i consigli del guru riconosciuto.
Pezzi contati, si diceva, pochi dannati pezzi contati si temeva.
Ci s’interrogava su quali fossero le funzioni di quest’iPond perché Stiv certo non l’aveva spiegato, e nessun esemplare - stranamente – era stato dimenticato al bar dal solito progettista distratto, quello con la testa nell’iCloud.
Nel gruppo di quelli in coda dalla prima ora ci stava Don Cielo, un calciofilo della Milano bene, o di quella da bere, o di una qualche cazzo di Milano, fate voi.
«Con l’iPond, ho sentito dire che ci vedi le partite in diretta, quelle della tua squadra…».
«Sai che spasso! Mica è una novità!».
«Già, ma con il touch potrai sospingere i calciatori della tua squadra oppure rallentare gli avversari, tutto in diretta. Roba da pazzi, anzi da Pazzini!».
«Sarebbe la fine del calcio, lasciatevelo dire da chi lo insegna… no no, io ho altre notizie su questa macchina infernale…» disse, sussurrando Don Kappa, un nobile dalle maniere gentili, non foss’altro per il fatto che si girava di lato quando doveva ruttare a Moretti.
Proseguì: «So per certo che l’attrezzo, questo aipond o come diamine s’appella, contiene un software sbalorditivo dove tu immetti una frase di poche parole e lui ti sputa fuori una perifrasi di sei volumi scritti in piccolo: immane godimento».
La contestazione arrivò da un tipo che stava dal lato dove Don Kappa si voltava per ruttare. Forse per vendicarsi delle fetide arie e forse per bastianismo innato, quest’uomo, Don Acca fece risentito:
«Tutt’altro, invece, io so del contrario. Il software sintetizza i concetti, pare che a Cupertino ci abbiano buttato dentro l’intera Divina Commedia e sia uscita solo questa frase: Viaggi dell’altro mondo. Citofonare Dante».
Don Never, che fingeva un’artrosi bilaterale in fase di maturazione avanzata e che invece stava pronto a scattare dentro, con una falsa partenza in perfetto stile Bolt, per accaparrarsi il primo iPond, nonostante avesse il numero 50, disse: «Ragazzi non scherziamo, l’iPond ha su un videogioco del menga, cioè del manga, volevo dire:  Yu-Gi-Oh in 3d che ti immedesimi a tal punto che quando hai finito ti vai a mangiare i pesci rossi crudi al luna park. E poi, comunque, questo numero 50 che cazzo è? Probabilmente è Fahrenheit, io dovrei avere il 10, il 10!»
Don José, che aveva uno zainetto con gli effetti personali e collaterali precisò che l’iPond per quanto ne sapeva lui era in grado di fare dei fotomontaggi vocali, dicevi “monitor” e dicevi “Napolitano” e lui scaricava dalla rete quello che gli serviva e ti sparava il jpg cotto e mangiato. Tempo di elaborazione 0,3 secondi.
Gli altri lo guardarono strabuzzando gli occhi, un tizio del secondo giro della coda, al sentire queste voci se li strappò via proprio e li diede a Don José che disse: «Questa cosa non ha senso. Mi piace».
Ormai era quasi mezzanotte, l’ora prevista per la straordinaria apertura del Supemercamél quando, nel cielo si vide un bagliore e un lampo frastagliato si conficcò proprio davanti all’ingresso lasciando lapilli e una nuvoletta di fumo dalla quale emerse una figura umana, magra e scura.
«Ehi, dolcezza, c’eravamo prima noi, non è che qui siamo a San Siro coi biglietti omaggio!».
Poi lo guardarono meglio e lo videro… anzi lo iVidero. Era proprio lui, un angelico e redivivo Stiv Giòbs.
«Seguitemi» disse Stiv. E lo seguirono, solo in cinque però, tutti gli altri non parevano vederlo.
Don Cielo, Don Acca, Don José, Don Never e Don Kappa presero a seguire il re della Eppòl che li rassicurò:
«Venite ragazzi, venite. In realtà mi potete vedere solo voi perché siete uguali a me».
E qui Don Kappa, che era sicuramente il più scafato chiese:
«Vuoi forse dirci che abbiamo un tumore al pancreas?».
«Mannò, mi riferivo al maglioncino nero».
In effetti, togliendosi le mani dalle tasche e abbandonando gli sfrucugliamenti testicolari, si accorsero solo in quel momento d’indossare praticamente una divisa, blujeans e maglioncino nero.
Poco più in là Stiv tirò fuori 6 iPond nuovi di pacca, ne elargì uno per ciascuno ai cinque Don e prese ad illustrarne le funzionalità grazie a quello che tenne per sé.
«Avevate tutte le ragioni a pensare che il prodotto fosse rivoluzionario. Lo è. Lo è a tal punto che oggi sarà ricordato come il giorno del non ritorno. Vedete Google? Lanciatelo… Non va. E wiki? andate su wiki… niente, morto stecchito».
«Forse non c’è uaifai…» azzardò Don Never.
«Uaifai lo dici a tu’ sorella» lo rimbrottò Don Kappa.
«No, la rete c’è, è proprio l’iPond che è progettato per funzionare così» continuò Stiv «vedete? Andate su quella straordinaria enciclopedia che avete, la ThreeDogs, non va nemmeno questa. E i database sul cinema? Sulla musica? Inaccessibili. Ma, badate bene, tutto questo bendiddìo sarà NON consultabile solo sull’iPond».
«Qui ci starebbe un “porco cazzo”, se non fosse un marchio registrato» chiosò Don José.
Qualcuno stava cominciando a capire.
«Quindi, su quest’affare non ci sarà niente di consultabile, nessun motore di ricerca funzionante, non un help in linea, né un forum, né un blog?»
«No, i blog non sono riuscito a tirarli via, quelli ve li dovete ciucciare, almeno fino all’uscita dell’iPond 2, mi spiace…».
Stiv a questo punto guardò i cinque negli occhi: «Era l’unico modo, ragazzi, per costringervi di nuovo a pensare, a ragionare, a usare la vostra testa, ad essere attivi, a ponderare… a ponderare…»
Poi se ne andò, scivolando via dentro a un alone lumiscente e addentando una pera.
«In verità in verità vi dico: le mele mi hanno sempre fatto schifo!»

7 commenti:

  1. Non ho parole...basisco e m'inchino.
    Sto scrivendo con una mano perchè l'altra è sospettosa e non si fida troppo della rassicurazione sul maglioncino nero :-)
    Sei un grande, sei troooppo avanti.
    Adesso vado a farmi fare una bella TAC.
    Ripeto perchè forse non mi sono spiegato: bravissimo!!!

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  2. Applausi e stending ovescion! Del resto tu e solo tu sapevi tutto...

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  3. La scuola holden ci fa una pippa.
    Bravo. In realtà l ipad che ho io fa vedere i giocatori in 3d.

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  4. bellissimo...sto ancora ridendo per la cosa sulla divina commedia...che qui in ufficio mi hanno presa per scema :))

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  5. :oD

    Esilarante, conoscendo i soggetti.

    Divertente la battuta sul pancreas.
    MM che sclera per il numero Fahrenheit è da antologia.
    La pera di Jobs, dovresti brevettarla!
    Great!

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  6. Non mi parlare di Apple, proprio oggi ho acquistato per sbaglio un iphon.
    Quel che è peggio è che sono calvo.

    (binismaghi)

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  7. stasera prima "the tree of life" poi "la compagnia del fornello", direi che la serata è stata lunga.
    Porcaptcha troia

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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