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22 marzo 2019

Una fetta di vita semplice ma buona

Torni a casa e trovi un cane che scodinzola
Prepari una torta di mele semplice ma buona (*)
Ceni con le persone che vorresti avere accanto quando morirai
Ti alzi all'alba
Corri all'alba
Corri all'alba per sentieri
Corri all'alba per sentieri con un cane accanto
Corri all'alba per sentieri con un cane accanto ed è primavera
Torni a casa e trovi un avanzo di torta di mele che scodinzola.



(*) Torta di mele semplice ma buona
150 gr di farina
100 gr di zucchero
100 gr. di burro fuso
2 uova
4 mele medie
1 cucchiaio di maraschino (o rum)
½ cucchiaio di lievito
scorza grattugiata di 1 limone
un pizzico di sale
Tagliare le mele a cubetti e metterle da parte. Sbattere in una terrina le uova con lo zucchero e il sale, aggiungere la farina, il rum, la scorza grattugiata di un limone, il burro e il lievito (se troppo denso aggiungere 1 cucchiaio di acqua o latte). Aggiungete le mele all’impasto, la consistenza dovrà essere molto ‘melosa’. Mettere l’impasto nella tortiera coperta di carta forno. Infornare a 180 gradi finché dorata e asciutta alla prova stecchino (30-35’ min circa).

4 gennaio 2017

Obiettivi 2017 in cifre


Ed eccolo il crescendo rossiniano da perseguire nell'anno.
(I numeri obiettivo, escluso il primo, vanno intesi come almeno)


  1. Beccare 0 (zero) multe
  2. Dimagrire 3 (tre) chili
  3. Vedere 5 (cinque) serie TV
  4. Uscire 12 (dodici) volte con gli amici
  5. Pubblicare 15 (quindici) rebus
  6. Leggere 20 (venti) libri
  7. Cucinare 30 (trenta) nuovi piatti
  8. Accarezzare 44 (quarantaquattro) gatti o cani
  9. Vedere 50 (cinquanta) film
  10. Scrivere 55 (cinquantacinque) post sulla Linea
  11. Fare 69 (sessantanove) volte l'amore
  12. Correre/camminare per 2000 (duemila) chilometri
  13. Arrivare al 2018 (duemiladiciotto) da vivo


23 novembre 2016

Eccole: le sette fatiche

trail de vie
Intese come le sette giornate della vita più stancanti da un punto di vista fisico. L'ordine di esposizione è cronologico, difficile invece classificarle come intensità, diciamo che non vorrei ripeterne nessuna salvo, forse, il trail di Fontesanta.

12,5 ore di turno al distributore
(16 anni) - Giù a metter benzina nei serbatoi delle auto degli operai delle fabbriche del nord, nell'ultimo sabato di luglio. Ho fatto benzina a uno che era in coda da 11 ore, sì lo so non ci si crede.

L'assalto a Carpegna da militare
(20 anni) - incarico 30A fuciliere assaltatore. Una giornata di assalti dopo una notte trascorsa in bianco a vomitare, preda di attacchi di appendicite (operato pochi mesi dopo d'urgenza). Come intensità è senz'altro il giorno più faticoso della mia vita.

Andorra andata e ritorno in moto
(22 anni) - Una maratona di pieghe con una suzuki 750 di 223 kg e una passeggera. Da Tossa de Mar ad Andorra e ritorno per l'acquisto a prezzo scontato di una Yashica del piffero. Per tre giorni ho camminato parevo la Barbie.

La quadrupla di Natale '87 al forno
(25 anni) - Quando di notte si fa il pane si dice che il sabato è una doppia perché si fa il pane per due giorni. A Natale c'è invece una tripla e si fa il pane per la vigilia, Natale e Santo Stefano. Beh, quell'anno ci fu una quadrupla con la domenica 27 pure festa.

Tracce a profusione
(35 anni) - Scalpello e mazzuolo per un'infinità di ore a diritto a scolpire le tracce per l'impianto elettrico.

Il trail di Fontesanta
(52 anni) - 21 km di salite e discese in mezzo ai boschi a 30 gradi all'ombra in una torrida domenica di giugno. Ho ancora il suo ricordo: la pubalgia canaglia.

Terra da smaltire
(54 anni) - È una roba del mese scorso, 3 metri cubi di terra vangati e portati via un secchio alla volta a 60 passi e 10 scalini di distanza. Si parla di diverse centinaia di secchi. Seconda solo a Carpegna.

17 luglio 2014

Un anno di corsa in numeri



È passato esattamente un anno da quando ho ri-preso a correre, galeotto fu il parco di Rimigliano.
Un anno fa pesavo 83 kg, adesso ne peso 78 Kg.
Ho speso circa 700 € tra certificazione medica (150), abbigliamento tecnico (400) e iscrizioni alle varie competizioni (150).
In un anno sono uscito 121 volte a correre che fa 1 volta ogni 3 giorni. Un quarto di queste attività le ho svolte nei giorni feriali prima di recarmi in ufficio con la sveglia puntata alle 5:45.
Sono stato fuori 129 ore con tre paia di scarpe diverse.
Ho percorso 1.329 km di cui 20 a Barceloneta.
Ho corso su asfalto, acciottolato, strade bianche, sentieri, boschi, sabbia e fango. Ho corso al mare, in montagna, in città.
Ho corso in salita e ho corso al buio con la lampada da minatore sulla testa. Ho corso col sole a picco, con la neve e con la pioggia. Ho visto lepri, fagiani, caprioli, cinghiali. Ho corso ascoltando la natura e ascoltando Radio Capital.
Ho fatto 4 volte le valige sempre includendo le scarpe da running.
Ho sofferto di infiammazione al piriforme, fascite plantare, tendinite, crampi, capezzolo del podista.
Ho scritto 10 post, più questo, che parlano di corsa.
Ho corso 3 mezze maratone con un personale di 1h 44m 28s.
Da quando corro mangio tutto quello che mi va senza l’ombra di un senso di colpa. Niente rinunce a pasta, a pizza, a dolci o a vino.
Sono andato a letto prima e più stanco. Ho dormito meglio.
Ho solo letto meno libri, e direi che questo è l’unico cruccio.

11 luglio 2014

Che piovesse!

Ieri giornata campale di lotta, mouse tra i denti, coll'Inps, con la banca, con l'Aci e, ciliegina, pure con l'Enel.
Un intreccio mortale di bolli, fatture, bonifici e telefonate capace di strangolare un toro.
E il livello d'incazzatura tocca vette apicali e va a braccetto con lo sconforto.
Forse è un discorso da vecchio, non lo so, ma è deprimente constatare di come le cose che funzionavano a meraviglia venti anni fa adesso s'incriccano peggio che le mie ginocchia. Un RID, un pagamento automatico, un bonifico online che nel 2014 si perdono manco fossero bambini di due anni ad una fiera mi fanno uscire pazzo.
Tornato a casa sono andato a correre, era l'unica soluzione possibile, e dolcemetà, che stava all'asse da stiro non in panciolle, mi ha accompagnato con uno sguardo che non sarà stato una benedizione ma almeno non era un fulmine di zeus.
Era piovuto e rischiarato, l'aria era fresca e luminosa e i campi pullulavano di lepri.
Ci siamo incontrati con Franco in via del Carota. Questo tizio è un signore con la barba che venti anni fa, quando correvo davvero, beccavo sempre in via Montisoni o giù di lì, dalle mie parti insomma, e dopo un po' che ci s'incrociava avevamo cominciato a salutarci con gran sfoggio di denti, uniti dalla fatica, anche se mai s'era scambiato due parole.
In questo tempo mai più l'ho rivisto in giro, pur se da me il mondo è piccolo proprio: mai a un mercato, a fare la spesa, mai in un bar o in un negozio. Mai. Non lo so dove abiti, né cosa fa. Chissà magari è solo il mio angelo custode. E ci può stare, se dio o chi per lui vedrai è femmina, non metterei limiti ad angeli custodi barbuti e corridori.
In effetti manco il nome so, però c'ha una faccia da Franco, forse potrebbe essere un Mauro o al limite un Pietro se avete capito il tipo, ma di più un Franco, ecco. Già vent'anni fa era un vecchietto d'una cinquantina d'anni a mio vedere.
Non l'ho riconosciuto subitissimo, ma quasi. E anche lui. Abbiamo disteso i nostri migliori sorrisi in un misto di stupore e di nostalgia.
"Andrà a finire si piglia l'acqua" mi fa, indicando il cielo.
"Speriamo di no..." gli rispondo io.
Ma in fondo, che piovesse, che importanza poteva avere?

19 giugno 2014

E tu chi sei? 1, 2 o 3?

È per non fare la fine di Linus e per non sentirmi dire Parli sempre di corsa che ho smesso di scrivere sul blog, almeno fino a quando non riuscirò ad allargare l'oblò da cui guardo il mondo che, adesso, è puntato solo su scarpette, canotte, sudore, tempi e salite.
Va da sé che ieri (correndo J ) ho chiuso un cerchietto della mia vita per cui può valere la pena spendere due parole. Uno di quei cerchi che fino a che non si chiudono puoi anche pensare che siano archi e che non tendano necessariamente a una conclusione.
Avete presente Educazione Civica? Sul mio libro di scuola delle elementari era ridotta a un'appendice di poche pagine e, tra queste, ne ho sempre ricordata una e solo una.
C'era una scena in due vignette. Prima vignetta: un tizio è alla guida della sua auto e sta per affrontare una curva cieca, in mezzo di strada un pietrone evidentemente caduto da poco. Seconda vignetta il tizio scansa con maestria il sassone.
Poi c'erano tre ipotesi di reazione del tizio scansatore di sassi:
   1 - inizia a smadonnare maledicendo l'ANAS o chi per ella;
   2 - si compiace smisuratamente con se stesso per l'abilità pilotistica dimostrata e se ne va pensando di essere Niki Lauda;
   3 - si ferma poco più avanti, scende dall'auto e torna indietro per spostare la pietra.
Io fino ad ieri non lo sapevo mica se ero civicamente educato, almeno rispetto alla teoria che ci avevano insegnato. Poi su questa stradina che porta a Montisoni, sterrata ma carrabile, sono arrivato a una curva e ho visto il pietrone franato da chissà dove. E l'ho riconosciuto! Era proprio lui, aveva pure la stessa identica forma irregolarmente squadrata e lo stesso colore giallo scuro. Era lui, vi dico!
Fatto sta che mi fermo e con discreta fatica lo sposto sul ciglio facendolo rotolare, per quello che si poteva.
Ergo, sono civicamente educato, adesso lo so.
E non venite a dirmi che il tizio dell'auto si è impegnato più di me perché guidava, si è dovuto fermare, ha parcheggiato, è sceso e tutto.
Vi garantisco che, e chi corre (pure Linus) lo sa, prima d'interrompere una prestazione, con il rischio di abbassare la media a chilometro di due/tre secondi, il podista in trip ci pensa seriamente su se farlo o no.
Ad ogni modo, passate pure adesso, la strada è libera.

22 aprile 2014

Di cosa parliamo quando parliamo d'amore in salita

Di più effimero ed esplosivo dell’amore di un’estate c’è solo l’amore di una salita.
Quando ti capita, in una delle corsette domenicali dove vai a sfrantumarti per la gioia dei tuoi muscoli, d’incrociare sulla tua strada un cristiano che soffre al tuo pari, come nulla scatta la scintilla.
Ti ritrovi ad ansimare di fianco a un tizio, fino ad allora sconosciuto, mentre t’inerpichi soffrendo l’inenarrabile su per un chilometro e mezzo di salita (sotto al chilometro non può essere vero amore!).
È lì che butti una frase come un’altra “Ma si sale ancora?” o “Dai, piano piano” oppure “ ’zzo pensavo che la salita era finita” (è sconsigliable usare correttamente il congiuntivo, non sai mai con chi te la corri) e si genera questa empatia tra moribondi che avevo sperimentato solo da militare.
È un ragazzone alto, lo intravedo con la coda dell’occhio, vestito più o meno di nero, di faccia non so non ci guardiamo, solo corriamo fianco a fianco, nello stesso metro quadro, uniti e solidali contro il mondo.
Vorrei raccontargli di quando ho imparato ad andare in bici, o di quella volta che ho visto Napoli da Castel Sant’Elmo al tramonto, vorrei chiedergli se si era alzato di notte per vedere Alì contro Frazier o se, per lo meno, era nato, e vorrei inondarlo di parole su quanto ho amato Il favoloso mondo di Amelie, vorrei mettergli in mano la mia vita, vorrei portarlo a conoscere i miei, a vedere l’erba del mio prato e a pigliare un mojito fatto con la mia menta. Vorrei abbracciarlo.
E poi vorrei che anche lo spilungone in nero mi dicesse di sé, e sento che anche lui non desidera altro che raccontarmi della gioia di quando ha preso quel pesce enorme e di come lo guardava suo babbo, e di quanto odiava il suo fratellone per le botte che gli dava, e mi vorrebbe spiegare com’è che ha lasciato gli studi e che comunque, alla fine dei salmi, è andata bene anche così. E di quella volta al mare con gli amici quando hanno combinato quel casino e sono sfuggiti ai carabinieri nascondendosi sotto a una barca. Mi vorrebbe abbracciare.
Poi arriva il ristoro “Ehi, c’è il tè!” mi fermo, sorseggio, ma lui tira dritto, forse mi aspetterà, penso, magari in cima al falsopiano, o prima di iniziare a scendere.
Macché, invece accelera e se ne va, ormai intruppato e complice in un nuovo gruppetto, capace che non mi manderà nemmeno una cartolina, come quella crista di Varese conosciuta a Castiglioncello un’estate di trenta cazzosi anni fa.

24 febbraio 2014

RunEnergy [Filippidea]

C'è che a lavorare da me abbiamo questa sorta di bacheca digitale delle idee grazie alla quale possiamo proporre le nostre. Bon, io ci ho appeso questa... non è geniale?

Progettazione di piste di atletica o tratti di strada pedonale a pressione dove ogni passo sviluppa e produce energia grazie all'installazione di generatori sotto il manto della pista stessa (tecnologia esistente). Energia eventualmente immagazzinabile in batterie da riutilizzare, ad esempio, per l'illuminazione pubblica.
L'idea tende a sfruttare anche l'enorme crescita del fenomeno della corsa amatoriale in questo periodo e può essere promossa adeguatamente incentivando le società podistiche ad allenarsi in tali impianti.
Potrebbero poi essere organizzate gare ad hoc, tipo maratona su pista, in grado di produrre energia "pulitissima" e di pubblicizzare il progetto con un bel ritorno d'immagine per chi la promuove e la mette in atto.

Il runner può scegliere se donare l'energia prodotta oppure, grazie all'applicazione di un chip alla scarpa in grado di quantificare passi e conseguentemente energia prodotta, può recuperare parte dell'energia sviluppata dalla sua corsa con l'assegnazione di Certificati RunEnergy, tali Certificati possono essere convertiti comodamente in sconti sulla bolletta elettrica o sulla bolletta del gas, o anche in sconti sui carburanti presso marche convenzionate o per il pagamento dei ticket sanitari.

Chiaramente da voi non è che mi aspetto un sostegno all'idea ma, volendo, dei consigli o delle critiche costruttive per migliorarla. Grazie.

18 dicembre 2013

Corri ragazzo vai


Categorie di runner che partecipano alle non competitive della domenica mattina:

Il veterano
Ha settant'anni compiuti, è un diesel, parte lento e affronta la salita nelle retrovie, per lunghi tratti corre nell'ombra, ma quando meno te l'aspetti ti raggiunge e, se fai l'errore di salutarlo, ti racconta della sua ultima maratona corsa in 3h e 53m. Naturalmente, ti arriverà davanti.

Il vecchio amico
Quello colla pancetta, quello che non vedevi dai tempi del "Divina" disco club. Quello dalle gran pacche sulle spalle e del bisogna organizzare una cena che di correre sembra non gliene possa fregare di meno. Eppure ti arriverà davanti.

Lo sciancato
Lo vedi partire che pensi non arrivi alla prima curva, corre tutto storto, un po' come Pollentier mandava i pedali, butta i piedi in fuori e le ginocchia in alto in un condensato d'ineleganza unico. Non te lo spieghi mica, ma ti arriverà davanti.

Il fighetto
Parte in quarta per farsi notare, ogni tre per due s'aggiusta il ciuffo e la maglietta sulle spalle. Appena la strada comincia a salire accusa dolori addominali o crampi assortiti per portarsi avanti con le giustificazioni, non si sa mai. Soffiandosi via il ciuffo dagli occhi ti arriverà davanti.

L'ex calciatore
Che difatti indossa la maglia viola sbiadita j.d. farrow's di Luciano Miani, che lui viene solo per avere più fiato quando gioca a calcetto e che questo non è certo il suo sport principe che la corsa per lui viene dopo il calcio, il basket, la pallamano e la pallacorda epperò, pure lui, con la maglia numero 10, ti arriverà davanti.

La donna di spalle
Che la vedi, la punti e decidi che sarà il tuo ghost, il tuo obiettivo, il tuo riferimento assoluto nella gara, da seguire e da non perdere d'occhio per poi raggiungerla e staccarla nel finale perché non ce l'ha quest'andatura irresistibile, diciamolo. Ma non la vedrai mai di faccia e ti arriverà davanti.

Il moribondo
È più di là che di qua, ansima come e peggio della locomotiva di Stephenson, eppure osa passarti avanti in salita, ma si capisce che morirà di lì a breve. Comunque preferendo morire a pancia piena, dopo il rifocillo finale, persino lui ti arriverà davanti.

Il salutone
Conosce tutti, quelli di una società e quelli di un'altra, saluta e stringe mani come fosse il leader di una qualche fazione politica. A metà gara supera un vecchio in tuta che arranca nei pressi del coma vigile e che probabilmente è partito mezzo secolo prima di tutti, e gli urla il si presume solito "Buongiorno maresciallo!". Ti arriverà davanti e poi verrà a salutarti.

Il culo
Sì vabbè che c'è anche una donna attorno, pare, della polisportiva Nave, forse, ma tutto quello che conta è che c'è un culo scolpito che corre, si muove sinuoso nella corrente alternando cambi di peso, contrazioni e distensioni della mela destra, della mela sinistra e di tutto l'ambaradàn. Manco a dirlo ti arriverà davanti.

Il chiacchierone
Non si cheta un secondo anche se in realtà non c'ha un cazzo da dire. Niente di nuovo almeno, le solite pippe su Renzi sindaco, Renzi segretario e Renzi però quelle facce lì; oppure sul tale che stava colla tale ma poi si son lasciati che la tale gli ha letto gli essemmesse della talaltra. Parla in circolo solo per dimostrare che a lui il fiato gli avanza e, fatalmente, ti arriverà davanti.

Il maresciallo

15 novembre 2013

Correre con l'altro me

E siccome pare che il forno a crioonde che chiedevo a suo tempo sia stato pensato e realizzato davvero, con il buon Freddy (*), ci riprovo e mi rivolgo ai maghi del software, in specie a coloro che si occupano, o vorrebbero farlo, di app che aiutano chi fa sport.
Tipo chi corre, o vorrebbe farlo.
Avete presente dei videogame di guida, sì? Io pochi in effetti, giusto qualche storica versione di Need for Speed, o di GT, o di V-Rally, ecco in quei giochi, e suppongo anche in quelli di adesso (qualcuno mi può confortare? È ancora così?) c'era una funzione che ti permetteva di correre con la tua vettura vedendo però, in una versione semitrasparente, anche una vettura fantasma che altro non eri che tu al giro prima, o alla gara precedente quando avevi fatto il record. Insomma se c'era una volta che eri stato più veloce ti vedevi lì davanti. Se eri più veloce di sempre, ovviamente, non lo vedevi l'altro te.
Ora, sviluppatori di RunKeeper, Runtastic, o chi per voi, è questa l'utility da offrire al vostro pubblico affinché abbandoni la app in versione free e sganci i soldini per passare a quella a pagamento.
Inventatevi un paio di Runkeeper glass che permettano a me, quando vado a correre nel percorso x, di vedere gli altri me che hanno corso lo stesso percorso, ma più veloce.
Per dire, io corro ancora sulle strade che calcavo a 20 anni, e comunque ho 5 o 6 percorsi tipo sui quali vado a sudare, sarebbe uno stimolo non da poco poter correre con il mio ghost, del giorno prima o magari quello di 30 anni fa.
Non è difficile, d'altro canto i gugol glass ci son di già, al limite usiamo quelli, basterà aggiungere qualche riga di codice, forza, su!

(*) Funzione Raffreddamento bevande: Con Freddy bastano pochi minuti per raffreddare le bottiglie di vino, rinfrescare bibite e offrire freschi aperitivi agli ospiti. Il ciclo raffreddamento bevande permette di rinfrescare le bottiglie alla velocità di circa 1° C al minuto.
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