1 marzo 2016

Il cestino del pane


Una pizzeria la vedi da come fa la margherita, una gelateria dalla crema e dal cioccolato e un ristorante lo vedi dal pane.
Lo so che quasi mai è il ristorante a fare il pane, ma ugualmente la cura con cui dovrebbe sceglierlo è la cartina di tornasole di un’attenzione che troverete poi nella preparazione dei piatti, nell’accoglienza, nella cortesia e nel conto.
Perché quando passi quei dieci minuti da solo con il cestino del pane, in attesa che la pappatoria decolli, è allora che fai le tue prime considerazioni.
Se vuoi giudicare in tempi brevi, devi fare un po' come quando dal cocomeraio ti fai fare il tassello per non rischiare di comprare dieci chili di zucca insapore.
E un persona, però, a parte Nino che il giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia, una persona, da cosa la valuti?
Vige sempre la regola del semplice, sarei tentato di dire da una stretta di mano, ma no, direi che ha senso solo in negativo per quelli che ce l'hanno moscia, tra quelli che stringono è pieno di ti-faccio-vedere-chi-sono-fratturandoti-una-trenina-di-dita e dio, o chi per lui, ce ne scampi.
Come si può giudicare, senza quasi correre il rischio di sbagliare, la bontà di una persona in tempi brevi? Posso capire lo spessore di qualcuno che ho conosciuto da poco, in un tempo limitato?
Forse dallo sguardo, dal sorriso? (dalle poppe?).
No, alla fine torniamo sempre lì. Le persone che stanno un gradino sopra alle altre sono quelle che ascoltano, anzi, che sanno ascoltare. Che non è banale, è una roba complicatissima.
Non devi star lì a oscillare la testa fingendo attenzione in attesa che tocchi a te parlare o, peggio, interrompendo perché tocca a te parlare. E non devi ascoltare filtrando via la monnezza e memorizzare solo quello che ti fa piacere sentire, devi essere in grado di ascoltare, di dedicare la tua attenzione vera a chi ti parla.
La persona che ascolta, che sa ascoltare, è quella che ha il pane migliore.

7 commenti:

  1. Che bello questo post! Hai ragione, hai stra maledettamente ragione su tutto.

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  2. che è un altro modo per dire che si capisce delle persone più dai silenzi che dai discorsi, ma poi non è vero
    diciamo che vale solo in positivo, a parità di tutto il resto, uno che sa ascoltare è meglio... però, ecco... non c'è un modo facile per dirlo...
    ochei, ora lo dico:
    anche hannibal lecter sapeva ascoltare e - se fosse un ristorante - non mi ci fermerei mai a mangiare, credo

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  3. Parli bene, tu, di pane. Qui non esiste. Non al ristorante, perlomeno (perche' al bar esiste, ma nel 98% dei casi e' pane a fette che e' piu' un'integratore di vitamine e minerali che pane, giuro, ho letto l'etichetta di tutti quei pani, al supermercato). Pero' ne ho scoperto uno buono, ma buono, con l'acidino della pasta madre, tondo grande bellissimo e croccante sopra. Lo fa un italiano, di un certo panificio/bar Treviso (anzi, ecco cosa dovevo fare, cercare dov'e' su fb, cosi' risparmio un passaggio).
    Qui perfino nei ristoranti italiani, a volte, devi chiederlo. Di solito ti portano della focaccia (comunque all'Amarcord la focaccia e' buonissima).

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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