24 gennaio 2018

Bulli e dannati

Bullizzato da i' Bulli!
Se vi chiedevate chi avesse dato il nome al fenomeno è perché non eravate con me quella quarantina e spicci di anni fa quando il Bulli, prima mi costrinse dietro una macchina, e poi mi sorbottò di calci e pugni.
Finì che caddi di faccia sull'asfalto e sanguinai pure.
La mi' mamma non fece discorsi... chi è stato? Ah, quello? Lascia fare, son strani.
E fine lì, io mi tenni dolori e croste. Nessuno teneva incontri sul bullismo all'epoca e nessuno aveva tempo per approfondire certe bischerate.
Comunque poi, quando la racconto, così com'è andata, la gente ride, per via del Bulli bullo, e ride e ride.
Non sono forse queste risate esse stesse bullismo?

23 gennaio 2018

La brum del Papa ha un psss nella mmm


Non lo so, mi ha fatto un po' sorridere, intendo il fatto che il Papa abbia bucato.
In altri tempi non sarebbe successo, per definizione.
Il Vaticano si sta rammollendo.
Poteva pure succedere che la brum del Papa forasse, certo, ma quant'è vero iddio non l'avremmo saputo mai.
È un segno di debolezza, suvvia, per tutta la baracca.
Dove stanno i santinquisitori spagnoli, e i censori del terzo millennio? Non ce l'avranno una carta dogma da buttare lì, assieme a santissimetrinità a generatinoncreati e a resurrezioni dai morti?
Io credo a tutto, ci mancherebbe, basta che poi non mi fai vedere che il Papa buca una gomma, ecco.

11 gennaio 2018

Il morbo di quel tedesco là


Negli interstizi dei miei deliri, quando guardo mia mamma, mi capita di pensare a cosa possa aver scatenato il morbo.
Certo, l'Alzheimeir vien così, se te lo becchi te lo tieni, fine.
Epperò chissà magari ci potrebbe essere una relazione con un comportamento tenuto in vita che ne agevola l'insorgere.
E allora penso alle cose di cui mia mamma può avere abusato che, essenzialmente, sono due: i fritti e la chiesa.
Con questo non voglio dire nulla eh... né sfidare i guru della medicina e della ricerca.
Voglio solo dire fritti e chiesachiesa e fritti, poi fate voi.
Ci sta che uno due faccia male, forse anche tutti e due.

p.s. questo post non costituisce materiale medico ufficiale, in caso di sintomi persistenti consultare un medico, sempre che vi ricordiate.

8 gennaio 2018

Il Potere del Cane


Se sei in astinenza da Narcos non ti resta che buttarti su Don Winslow e su questo potente e sanguinoso romanzo (trad. G. Costigliola - 4,1 carver).
Ora un periodo di disintossicazione, poi magari attaccherò Il Cartello.

E forse questa è la cosa migliore che possiamo fare in questo mondo, pensa tra sé mentre si alza e ricomincia a innaffiare i fiori - curare il giardino e continuare a sperare che esista un Dio.

2 gennaio 2018

Obiettivi 2017 - consuntivo

(paella mista)


L'ho toppati di brutto, ma l'ultimo l'ho preso ;)

Ecco cosa mi prefiggevo e cosa ho combinato:
--------------

     1 - Beccare 0 (zero) multe
Col cavolo, ne ho prese 2 per eccesso di velocità (Padova e Provenza)

     2 -Dimagrire 3 (tre) chili
Col cavolissimo, mi sa che li ho messi su invece (dall'otto dieta!)

     3 -Vedere 5 (cinque) serie TV
Ci sto lavorando (Stranger Things - Games of Thrones - Suits - OJ Simpson - Narcos)
     
     4 - Uscire 12 (dodici) volte con gli amici
Bonaaa... forse due o tre

     5 - Pubblicare 15 (quindici) rebus
Qui direi che ci siamo

     6 - Leggere 20 (venti) libri
Qui no, ma vicino

     7 - Cucinare 30 (trenta) nuovi piatti
No, forse una decina, la paella mista quello di più soddisfazione

     8 -Accarezzare 44 (quarantaquattro) gatti o cani
Qui dovremmo esserci

     9 - Vedere 50 (cinquanta) film
A naso no, direi più verso la metà

     10 - Scrivere 55 (cinquantacinque) post sulla Linea
Quasi, ma no

     11 - Fare 69 (sessantanove) volte l'amore
Macché

     12 - Correre/camminare per 2000 (duemila) chilometri
No, ma non mi lamenterei, almeno la metà li ho fatti.

     13 - Arrivare al 2018 (duemiladiciotto) da vivo
Beccato in pieno.

27 novembre 2017

Una cosa in cui sono bravo ma che non mi serve a nulla

Sarà capitato anche a voi di pensare quanto siete bravi a fare questo, a capire quello o a disimpegnarvi in quell'altro.
Nel mio caso c'è un'abilità che ho sviluppato quando da ragazzo saltavo in lungo, o forse l'avevo innata, non lo so. Si tratta della capacità di capire esattamente con che piede arrivo in un determinato punto.
Fate conto, cammino per strada e venti metri avanti a me c'è una pozzanghera, io so immediatamente e con estrema precisione quale sarà il mio piede che ci batterà davanti, se il destro o il sinistro.
Lo sento dentro - capite? -, c'è un momento preciso, camminando, che mi scatta questa cosa e realizzo (appunto intorno ai 20 metri, se è più lontano non funziona). E tutto senza accorciare o allungare in modo fraudolento la falcata.
Questo vale con una riga sul marciapiede, un oggetto, una crepa o qualsiasi riconoscibile segno posso andare a incrociare sul mio cammino: io riesco a capire quale mio piede si stamperà proprio lì davanti, come fosse la fettuccia ideale del salto in lungo.
Vedo tutti i grandi saltatori in atletica punteggiare i loro percorsi di rincorsa con dei segnalini da dove partire o da dove passare, a me non servirebbero.
Però come dicevo non è un'abilità che ci campi, nemmeno ti danno due spicci se ti metti a farlo in Piazza Signoria, ecco.
Ma nel mio intimo sono campione mondiale di sai dove ti batte il piede.

16 novembre 2017

Amici di pin

Una volta c'erano gli amici di pen, poi ci siamo involuti come nostro solito.
La mamma di Paola, la prima volta che vide la figlia ritirare soldi da un bancomat commentò così:
- Mah... vai a dirglielo a quelli del mondo di prima che da un muro esce i' sordi!
Perché quello fa un bancomat, ti dà i soldi. Fine.
Ma poi le cose son migliorate, nella nota ottica che il meglio è nemico del bene, e il bancomat ti offre - immagino e presumo - tutta una serie di succosi servizi accessori.
Fatto sta, c'era 'sto tizio ad armeggiare e io mi metto in coda, un po' di lato per non invadere la sua privacy, ma in una posizione visibile.
Mi ha visto arrivare, ma continua tranquillo, e ci mancherebbe, il bancomat è suo, c'è arrivato prima di me.
Pigia sui tasti che nemmeno Benedetti Michelangeli, fino a che gli esce una strisciata di carta lunga un paio di cento metri, probabilmente fedele diario di tutti i movimenti della vita dell'uomo, non lui in particolare, proprio l'uomo in generale.
Poi l'infernale prodigio gli sputa la tessera ma esso, l'uomo in particolare, non pago, la rinfila immantinente.
È li che comincia pure a parlarci con il macchinario, gli borbotta qualcosa che non capisco bene se sia una preghiera, un insulto o semplicemente un "Metti Insigne".
Poi pigia e guarda, quindi si leva gli occhiali si spiaccica sul monitor e osserva con un'espressione vagamente meravigliata il chissà cosa gli vien mostrato.
Smanetta per altri tre minuti buoni e parla e si confida e probabilmente piange sulla spalla del suo fidato amico di pin.
Poi se ne va - l'era l'ora! - ma tutto questo senza prelevare un dannato euro.
Ma si può passare la vita davanti a un bancomat? Pure la mamma di Paola, che non ne aveva mai visto uno, aveva capito da subito a cosa servisse rivolgersi a quella zona miracolosa di muro.
La solitudine è una brutta bestia - immagino e presumo - ma cristiodiddio pigliati magari un cane, fatti un amico immaginario, sarà sempre meglio di star lì a parlare con il bancomat.
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