20 gennaio 2013

4 Topolini e 4 Sofficini

C'era un giorno del mese, verso la fine, che la signora dove mia mamma andava a sfaccendare le mollava gli ultimi 4 albi di Topolino, da portare a me.
Erano abbonati e non collezionavano, per fortuna, i signori. Quel giorno, tornando da scuola, assieme ai 4 Topolini accanto al piatto, avrei trovato per pranzo 4 Sofficini. Quando ancora i Sofficini non sorridevano e Carletto stava sulla luna. Avevo indottrinato la genitrice per benino. Era il compimento della giornata perfetta. Il prototipo della felicità.
Prima che arrivassero le ragazze a scombinare tutto. Anzi, prima che non arrivassero le ragazze a scombinare tutto.
Potevano avermi fatto il mazzo a scuola o caricato con badilate di compiti, ma nei trenta minuti di abbinata topolino-sofficino niente avrebbe scalfito la mia estasi.
Era una felicità semplice, fatta di paperi sfigati e di formaggio fuso.
John Helliwell, è uno scienziato co-autore del Primo Rapporto Mondiale sulla Felicità e mette in fila i Paesi del mondo sulla base di questo stato d'animo. L'Italia si piazza ventottesima.
"La felicità si può misurare" spiega Helliwell.
Certo, in topolini e sofficini.

12 commenti:

  1. la scienza non sarebbe tale se non misurasse ogni fenomeno che studia ma questa "triste" ricerca per me è una cxxxtx pazzesca :D

    io sofficini però mi regalano bei momenti anche oggi

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  2. La felicità perfetta non è difficile da misurare, il difficile è rendersene conto nel momento stesso in cui si prova, saperlo apprezzare e saperlo preservare nella memoria. Complimenti.

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  3. Nel tragitto di ritorno dalla stazione dove c'era l'edicola, io finivo di leggerlo, per cui a casa non sapevo più che farmene.

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  4. la domenica, da bambino zabaglione e corrierino dei piccoli, due secoli fa

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  5. Io ieri ho pensato che ero felice. Solo perche', sdraiata sul divano con un libro in un sabato pomeriggio di piena estate eppur uggioso manco fosse novembre, ho realizzato che no, non avrei voluto cambiare nulla della mia vita.
    Forse per questo gli italiani son cosi' indietro, in questa classifica:desiderano tanto, troppo. Non sono mai contenti di quel che hanno. Non so se sia una prerogativa di chi in Italia e' nato e cresciuto. So solo che, da quando vivo fuori dall'Italia mi basta davvero molto meno di quello che avrei desiderato prima, per considerarmi felice. La vita dell'emigrante e, soprattutto, il trovarmi a vivere in un luogo dove la maggior parte della gente lotta quotidianamente per la sopravvivenza, ha abbassato di molto la soglia della mia felicita'. O forse sto solo diventando grande ;-)

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  6. beh essendo ai primi posti nella classifica mondiale sulla corruzione e intorno al settantesimo in quella sulla libertà di stampa e non ricordo cos'altro, il fatto che gli italiani siano così felici non fa che sottolieare quanto siano imbecilli.

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  7. Di Hombre questo post mi ha buttato nella malinconia più assoluta, un giorno forse dovrei scrivere un post lunghissimo sui ricordi, sai oggi ho cercato un pensiero felice a partire dai sette anni fino all'età matura , ho analizzato una particolare relazione non dico quale, e...niente nessun pensiero felice, mi sarei accontentata anche di qualcosa di meno che ne so di una risata...vabbè forse non dovevo scrivere neanche questo commento qui...
    Ma mi andava di farlo.
    Di certo so, ed è una cosa che ho maturato solo col tempo, che mi sono sfuggite tante piccole cose, a volte per scelta, a volte per impossibilità di realizzarle o anche solo di averle.
    Ho vissuto quasi in attesa di un momento felice.
    Ho vissuto l'attesa cercando di convincermi a non sperare troppo che arrivasse, quasi come a prepararmi all'eventuale ma certa mancanza.
    Ok non mandarmi a fanculo per la cripticità di questo commento, uff te però te le cerchi, che cavolo vieni a parlare di felicità in queste grigie giornate invernali?
    (oggi qui però faceva caldo 20°)

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    1. 20°? Hai risparmiato di certo qualche euro sul riscaldamento e hai inquinato un po' meno la tua aria, non sei felice di questo? :-)

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    2. com'è quella storia che la felicità sta nel viaggio e non nella destinazione (se gugoli la trovi meglio, magari), forse lilli' devi ragionare su questo, non so.
      Per quanto mi riguarda sono uno che vede il bicchiere mezzo pieno, si sa.
      E le robe che mi danno felicità in questo momento in fondo sono semplici. Camminare, poter prendere infilarmi un paio di scarpe e andare dove mi pare, non è forse meraviglioso.
      Oppure ascoltare di notte il silenzio della casa nei giorni in cui ho entrambi i miei cuccioli a dormire sotto al mio tetto.
      Non la cercare nei massimi sistemi, voglio dire, ecco, solo questo.
      Mi scuso per averti immalinconita, mio malgrado.

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    3. ok ragazzi non parlavo di oggi ma di ricordi...
      Non permetto loro di condizionarmi il presente, ogni tanto tornano ma li faccio stare un po' e poi li rimando via.
      Oggi come te caro Furio, anche io gioisco di piccole cose, guardare i miei ragazzi dormire, camminare col sole e il vento che mi arriva in facciae perchè no anche risparmiare sul riscaldamento cara Bianca.
      Ma visto che te Furio parlavi di vecchie felicità risalenti alla tua infanzia io a quelli ho ripensato e credimi ne ho trovato pochi, e nessuno con mia madre.
      Ho ritenuto opportuno precisare un poco perchè ammetto che nel primo messaggio sono stata fuorviante.
      Di solito apprezzo molto il viaggio forse più che la meta stessa, però c'è stato un lungo viaggio della vita che non riesco ad apprezzare, con la maturità sono riuscita a vedere la cosa anche da altri punti di vista, con la maternità ne ho aggiunto altri...
      Il bilancio? Bah difficile, ho perso molto, ma non tutto, in fondo anche il mio bicchiere è mezzo pieno, potrei dire quasi pieno perchè sono orgogliosa di quello che sono nonostante tutto.

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  8. Pupi Avati ha fatto un film che si chiama "Ma quando arrivano le ragazze?" Sarebbe un film anche decente se non ci fosse Santamaria e non fosse di Pupi Avati.

    Non so perché mi è venuto in mente.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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