27 marzo 2014

Medaglia di legno

Della serie: La pol'esse pure di tecche, ma di legno la rimane.
Nel senso che ho fatto quarto e che premiavano i primi tre. Insomma sì, la soddisfazione resta tutta ma un po' di vil pecunia non avrebbe guastato, magari mi sarei potuto accattare una Underwood nuova, e invece nisba.
Lo conoscete il concorso? È carino se vi piace scrivere in giallo o se anche solo vi volete cimentare per la prima volta.
Sulla rivista Il Carabiniere, sul numero del prossimo aprile, uscirà il mio racconto, titolo: Parole Crociate.
Queste le note della giuria in merito:
Immediatamente nei pressi del podio troviamo invece Parole crociate. Si tratta di una storia tragica, un dramma familiare in cui un militare dell'Arma dovrà indagare su uno dei delitti che più turbano le nostre coscienze: la pedofilia.
Bon, niente, se vi va di partecipare qui trovate il bando, svelti, scade il 15 aprile.

E questo è l'incipit di Parole Crociate:
Il borro di Fontenova scorre in una piccola valle che da Ponte al Drago risale verso la zona collinare ed è costeggiato da una stradella dal fondo acciottolato, poi erboso e poi battuto di terra argillosa, fino alla pescaia del pioppo, quindi prosegue dall’altro lato, dopo l’attraversamento di un ponticino in tavole di legno.
Percorrono il sentiero camminatori e podisti, padroni e cani e, a seconda della stagione, fungaioli e cacciatori.
Dino Cioncolini è un cacciatore, cammina di buon passo lungo la stradella, fucile in spalla scarico, animo sereno e ben disposto verso il mondo, come si confà in questa soleggiata e calda giornata di fine settembre.
Va al capanno a tirare ai tordi o, come spesso capita quando si muove di pomeriggio, a non tirare ai tordi né a nient’altro, ma intanto esce da casa, respira del buono e svuota la mente dai pensieri.
Dino lascia il borro e risale un viottolo sul costone a solatìo verso il capanno, la struttura di legno e frasche tirata su da lui stesso assieme ad altri compagni di caccia. Nel versante opposto della valletta, a bacìo, sul limitare dei campi prende vigore un bosco, e da lì inizia la riserva di caccia.
Giunto a una ventina di metri dal capanno, Dino s’addossa a una macchia di rovi per la pisciata rituale prima d’infrattarsi alla vista delle prede volatili. È lì che gli pare di sentire un rumore, forse la porta del capanno scossa dal vento, o un frusciare più forte di fronde, niente però che lo induca a interrompere la minzione. Così finisce e va.
In effetti, la porticina del capanno è socchiusa, nota arrivando...


Manco a dirlo, un sentito grazie va al mio Gordon Lish di riferimento: TuttiNoiSappiamoChi.

4 commenti:

  1. Il racconto è molto bello e meritava di più (non ho capito come si fa a vederlo nella rivista dei carabinieri :-)

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    1. La rivista credo che sia riservata agli abbonati, ma gli articoli li trovi anche online, magari quando esce il mio metto il link.
      Vuoi dare un'occhiata al vincitore? È questo.

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  2. A parte gli scontati elogi a te, il racconto del vincitore è davvero molto bello.
    Poi chissà perchè nei racconti gialli il protagonista ha spesso dei gatti :)

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...

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