14 aprile 2014

Neve dai pioppi

Sono fermo al rosso di un semaforo complicato.
A due metri da me, anche loro ad aspettare un verde, un ragazzo e una ragazza che corrono e un vecchio.
Il ragazzo indossa una t-shirt bianca e slargata con le fauci spalancate di uno squalo sul davanti, pantaloncini neri da cestista, non dovrebbe correre agghindato così eppure ci prova; la ragazza ha capelli chiari e lisci raccolti in una coda, porta un paio di fuseaux neri sopra al ginocchio e una canotta azzurra.
In effetti è un pomeriggio da canotta con il sole a scroscio e la neve che fiocca giù dai pioppi.
I due giovani corrono sul posto, zampettano come polli in gabbia, votati al neanche un minuto di non allenamento, ma è il vecchio che mi cattura.
Pelato, naso adunco, potrebbe fare il caratterista di Hollywood, uno di quelli che bucano la scena come la vecchia mente della banda dei rapinatori o come futuro suocero del protagonista carino.
Indossa un paio di pantaloni grigi eleganti di frescolana, appena usciti dalla stireria, diresti, e ai piedi mocassini neri. Sopra invece, una strana maglia, il pezzo spaiato di un pigiama.
Da dove sono non riesco a distinguere bene la fantasia, ma ricorda i pesci di Escher, incastrati in un stormo d'uccelli e in viaggio per chissà dove.
Il vecchio si guarda in giro, sventola il suo naso a timone e forse si sente perduto nella vaga porzione di mondo che occupa. Ha tutta l'aria del malato di Alzheimer sfuggito al controllo familiare e in rotta verso l'hic sunt leones.
Forse un cane al guinzaglio, ecco cosa gli servirebbe: potrebbe evocare scenari di una plausibile normalità che però, nel latitare del cane, latita anch'essa.
L'abbigliamento così stridente proietta il vecchio su una immaginifica tela surreale, pronto a dividersi al prossimo bivio: le gambe da una parte verso un probabile convegno di assicuratori, il torso dall'altra alla ricerca di un tubo catodico, una birra svaporita e un divano da sformare.
Il primo verde arriva per i pedoni, i due podisti riprendono la corsa, lui e lei gomito a gomito, diretti verso i giardini e finalmente liberi di sviluppare in distensione la loro potenza.
Si muove anche il vecchio e lo aspetto al varco, ma la partenza incerta, l'andatura sbilenca, e ogni altra e qualsivoglia spia di malessere e disagio io potessi attendermi, in realtà non si accende.
Un passo via l'altro, deciso, le braccia a ricomporre l'equilibrio dell'andatura nel fatidico contrappeso, lo sguardo vivo che scandaglia l'incrocio e poi punta il marciapiede quale prossima e imminente meta.
All'improvviso, ai miei occhi, è l'uomo più normale del mondo, solo per il suo incedere determinato da ex soldato, riacquisisce anche un'insperata dignità nella mise e m'infonde una cristallina pace.
Non c'è più bisogno che mi preoccupi per lui, che venga pure il verde.
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Eds La balena non è un pesce (mi era rimasto un colpo in canna):

  1. Album di famiglia in un interno – bianco come il bagno nel mese dei lucci
  2. Lamento di una giovane morta
  3. Il soffio della vita
  4. Austinu
  5. Caramelle
  6. Una mano di bianco
  7. Chi s’è mai sognato di mangiare una rondine?
  8. L'agosto del pesce volante e del pettirosso timido
  9. Missisippi
  10. La lista
  11. Diffidenza
  12. L'incanutito e la salata immensità
  13. L'occhio del branzino deve essere bianco
  14. EDS in piccolo
  15. Minnie
  16. La favola del pesciolino bianco e del principe pescatore
  17. Le diottrie del sig. Paolo
  18. La solitudine del sabato
  19. Il pesce contacaratteri

8 commenti:

  1. L'abito fa il monaco solo a metà...

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  2. hai fatto bene a spararlo ancora una volta hai centrato il bersaglio.
    Mi sembrava di essere con te al semaforo!

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  3. quelle fantasie fanno tristezza quando le vedo al mercato
    bello ma preferisco le rondini
    la parte che mi piace di piu sono le due parti che se ne vanno per conto loro

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  4. Sparato bene il tuo colpo in canna.

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  5. Anche a me. La cosa che mi ha colpito di piu' pero' e' stato l'appunto sul fatto che il ragazzo non dovrebbe correre vestito cosi'. Quaggiu' una delle cose piu' mervigliose e' che ci si veste tutti come ci pare, soprattutto in uno dei momenti di massima liberta' in assoluto, la corsa. ;-)

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    1. alla fine quest'io narrante dovrò abbandonarlo o penserai che ogni racconto sia il frutto di un episodio che mi è davvero accaduto... uffa però :)
      Invece quelli più o meno veri li camuffo in terza persona :P

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...