18 aprile 2014

Cien años de soledad

Non ho l'attitudine né la competenza per celebrare alcunché.
Tantomeno un personaggio che muore.
Mi limito a trascrivere quello che è per me, e non solo per me (ma non sono geloso), il più bell'incipit della storia della letteratura. Proprio la prima frase, nello specifico.

Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.

Y como escribiò Gabo:
Muchos años después, frente al pelotón de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendía había de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevó a conocer el hielo.

Non è una novità, non è nemmeno un apprezzamento originale, ma ci sono momenti in cui non serve per forza distinguersi, anzi è vivamente sconsigliato: lascia che il tuo cuore ami Cent'anni di solitudine, come il tuo palato un buon Chianti e la tua mano la pelle di lei.

9 commenti:

  1. ...e la smetta di chiamarmi aurelito. da adesso sono il colonnello aureliano buendia.
    questa era la mia..

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  2. Ringrazio GGM di non essere morto prima di avere scritto Cent'anni di solitudine. E anche Il generale nel suo labirinto, e tutti gli altri si intende. Ho letto e amato visceralmente tutti i suoi romanzi, ma i due citati sono i miei preferiti. Chissà che adesso li leggano molte più persone, perché devo dire che - almeno nella mia biblioteca - GGM non tira granché. CAPRE ! ! !

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  3. io devo averli letti tutti, proprio tutti
    i primi disordinatamente in edizione economica e poi man mano che uscivano, ho letto anche le raccolte dei suoi articoli giovanili e l'autobiografia
    anche i suoi meno ispirati erano comunque grandi romanzi, quindi vuol dire che l'ultimo suo libro l'ho letto qualche anno fa e speravo riuscisse a pubblicarne ancora un altro

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  4. Per me è stato il primo incontro con i libri da ragazzino, Cent'anni di solitudine uno dei primi miei romanzi... poi lessi tutto, subito. Ciao Gabo!

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  5. Anzi, distinguersi per forza in occasioni come queste è quanto di più volgare e meno generoso ci sia (su facebook in mezzo a tutte le foto di Marquez, le frasi tratte dai suoi libri, gli addii di dispiacere, la solita "amica intellighente" che per distinguersi pubblica solo la foto con la faccia di Gabo senza didascalie, nome, spiegazioni né niente... come a dire: chi può capisce chi non può è fuori... poi se ti azzardi a dirle che somiglia sempre più a Briatore...)

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  6. Citare l'incipit di un libro amato non sarà originale, ma è certo il miglior omaggio che si possa fare ad uno scrittore

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  7. Pensa che è l'unico libro che non sono mai riuscito a finire (o l'unico che ricordo). E dire che mi ci ero messo, con tanto di foglietto segnalibro con l'albero genealogico di tutti gli Aureliani. Poi circa a metà libro avevo passato il colloquio per l'Irlanda e il librone verde che vendevano con Repubblica non ci stava nella borsa formato Ryan che sarebbe dovuta durare per un bel po' di mesi. Era il 2006, Prodi aveva vinto le elezioni da una settimana e nessuno si aspettava che Grosso, Zaccardo e Gilardino sarebbero riusciti là dove Maldini, Inzaghi e Vieri avevano fallito 4 anni prima. Ora qualche volta ci penso, a ricominciare con mente più stagionata, ma in fin dei conti il realismo lo preferisco meno magico.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...