27 agosto 2014

Tenniche per far succedere le cose (prima)

Ma non tutte, non illudiamoci.
Càpita che nell'arco della giornata vorresti accadessero delle cose, anche semplici, magari prima di quando avverrebbe senza l'adozione di tenniche studiate all'uopo.
Tipo sei pronto per uscire ma la signora oscilla ancora tra la camera e il bagno nonostante fosse già pronta venti minuti fa. Vuoi solo che arrivi!
Prendi il tablet e lanci Ruzzle, una partitina da due minuti, keep calm e al ventesimo secondo eccotela: "Si va? Dàì, o che sei sempre a codesto coso?"
Oppure aspetti che tuo figlio esca dallo spogliatoio della piscina in cui era entrato nel Pleistocene o giù di lì. Cacci fuori lo smartcoso per una spippolata su facebook, ma farai appena in tempo a vedere i cazzilli rossi delle notifiche che il ragazzo giungerà di corsa: "Si va al bar? Ho fame!"
Sei in attesa che termini la sequela di pubblicità in tivù, tra un episodio e l'altro di The Big Bang Theory, e ti sei già dovuto sorbire tre spot di SUV e due di aperitivi. A questo punto ti alzi per farti un caffettino, ma mentre armeggi con la tazzina, spalle alla tivù, eccoti Sheldon che entra in scena con la sua nuova t-shirt che non puoi non guardare.
È da questi esempi di vita vissuta che prende spunto il secondo postulato di John Russell:
Se intendi anticipare l'accadere di un evento tendenzialmente piacevole devi attivare un evento mooolto più piacevole al quale, l'effettivo concretarsi dell'evento originario, tolga ogni patina di gradevolezza.

3 commenti:

  1. funzionava anche prima di celle, reti e piani tariffari:
    "se ti accendi la sigaretta arriva l'autobus".

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  2. non sei il solo:

    ...sono DUE anni che non riesco a star seduto piu' di 5 minuti sul divano.

    E leggo il giornale (solo i titoli...) in piedi, poggiandolo sula spalliera del summenzionato, altrimenti succedono troppe cose tutte assieme!

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...