17 maggio 2019

Ti ho vista che coglievi le more


Non è colpa tua se mi sono innamorato di te. Non è colpa di nessuno.
Forse il tuo vestito a fiori accarezzato dal vento, forse la tua determinazione, forse il continuo alzarti sulle punte per arrivare ai rovi più alti.
Niente sapevo di te e in quell'attimo ho compreso che avrei amato tutto, tutto quello che mi era ignoto mi si sarebbe piano piano svelato e l'avrei accolto come mio.
Lo sapevo e basta.
Sapevo anche che quando ti avrei raccontato questa storia tu avresti sorriso, lusingata ma scettica, e io ti avrei amato ancora di più.
Le more, è buffo no?
All'improvviso mi sembra tutto così banale da raccontare, da leggere.
È talmente difficile srotolare un ricordo capace di scioglierti il cuore e darlo in pasto allo scritto.
Tu che cogli le more è la mia scena della fontana in Espiazione, ricordi? Che meraviglia.
Potessi dare un millesimo di quella forza descrittiva alle parole che spennellano la tua silhouette protesa verso le more più mature, con il tuo braccio nudo che sfida le spine.
Ma non riesco, seppure quell'attimo è stato il seme da cui è germinato il nostro mondo.

2 commenti:

  1. "Non è colpa tua se mi sono innamorato di te. Non è colpa di nessuno." :)

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  2. È talmente difficile srotolare un ricordo capace di scioglierti il cuore e darlo in pasto allo scritto.


    A volte è difficile anche dirle a se stessi ad alta voce.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...