17 febbraio 2019

Il mio migliore amico era un sasso


Poi stupitevi se parlo poco o se sono un po' orso marsicano.
Il fatto è che non ho visto un bambino fino ai sei anni, tranne giusto uno che venne per sbattermi la faccia su uno scalino e rompermi il naso.
Però c'era questo sasso, mezzo interrato in mezzo alla strada, era giallognolo e spuntava quel tanto che bastava per farsi notare da un bambino bisognoso d'affetto e di amici.
Me ne stavo seduto in mezzo alla strada, che di auto non ne passavano, lì presso quel sasso un po' scivoloso. Era articolato, aveva tipo due ripiani, una sorta di gradino e un lato concavo. Solo anche lui, in un selciato disseminato di pietre rossastre.
Era il campo di una battaglia, era il mare in tempesta. Era la radura di un bosco, una piazza, una chiesa.
Era la luna prima dell'uomo sulla luna, era il mondo visto dalle stelle.
Per quanto gli volessi bene - e lui a me - non era certo un gran chiacchierone e averlo frequentato per tanto tempo può non avermi essenzialmente giovato.

1 commento:

Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...