30 marzo 2017
Le storie del frigo
Facile cercarti nell'Alfama, tra le pieghe del fado e i cani randagi o nell'odore del queijo da serra dentro ad un pastel, o magari in una casuale spolverata di cannella, perfetta come un manto stellato su un cielo di crema.
E nelle sfumature di un olio su tela nello spazio bidimensionato e feroce di un bacio infinito, rubato e restituito, ai piedi di una scala che nessuno ha intenzione di salire.
Là dove ogni giorno pioggia e vanagloria innaffiano la storia del mondo e va sempre come per Joe, che ti chiedi se devi restare o devi andare. E alla fine vai, anche se vorresti restare.
Illusorio trovarti nei recessi di un sorriso ammezzato o nelle nebbie di un risveglio frettoloso sotto a una faccia spappolata di frutta e verdura. Indecente e scontato pensare di conquistarti passando attraverso l'origine del mondo.
Come sarebbe tutto compiuto se ti avessi intravisto, riflessa, nel multiverso alterato e convesso della perla senza conchiglia di una ragazza perbene da andare a trovare in treno.
Indomito nel mio cercarti ai piedi delle montagne dal cuore viola, sotto a cieli vertiginosi e a picchi profondissimi, dentro ai dolori di una giornata di pedalate infinite zuppe di pioggia e di lacrime perdute nel tempo.
Talvolta ho pensato di averti sorpresa, correndo su una spiaggia deserta, profumata di ramblas e peperoni verdi, di fianco a miserevoli vite dedite alla rivelazione metallica di uno spiccio o di un anello, gettato via per la rabbia di un amore che amor non è più.
Avrei pensato che fosse più facile cacciarti, come si fa con il tesoro dei tesori, in giro per il mondo, quando invece stavi lì, a due metri da un frigo saccheggiato per una cena messa su in fretta. Lì, attorno a quella tavola dove si ciancia senza costrutto delle anacronistiche torri rotonde nei castelli dell'alto medioevo, di un ostinato mal di stomaco, di cuccioli bavosi dalla coda assassina, di riso bollito e di tè verde piccolo principe, di diete perseguite lo spazio di un respiro. Lì dove si ciancia di capelli da tagliare o del vento che tira da nord, del trapezio rettangolo e di spaventose gru da cantiere.
Dei viaggi da fare e di quelli che non faremo.
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E i vostri frigo, la raccontano una storia?
Grazie a plus1gmt per lo spunto.
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poche storie, hai talento da vendere (e quello che avanza puoi sempre congelarlo per dopo). Felicità!
RispondiEliminadopo aver letto la tua il mio frigo se la tiene per se.
RispondiEliminaNon farci questo! Ci scommetto che sei piena di calamite!
EliminaApperò
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