30 ottobre 2015

Del diario vissuto di Giovanna (12)

Un giorno dei più belli della mia vita oggi - 19 marzo 1954 - giorno di San Giuseppe.
Forse mi domanderete perché un giorno dei più belli e adesso ve lo scriverò.
La giornata non era tanto bella perché mancava il sole, ma per me era piena di sole. Stamani quando sono partita da casa mia erano le nove circa ed ero sola, sola, per la strada che mi conduceva verso la felicità.
Arrivata alla casa dei sogni dove a vissuto e vive tutt'ora il mio amore insieme coi suoi famigliari (domani anche con me), arrivata lassù benché sia un po' distante, ero felice, ero vicina a l'uomo che amo e mi sembrerà anche più bella anche la vita.
Oggi per me è stato un giorno di sposa, di moglie e di massaia.
Mi aggiravo intorno alla casa un po' confusa ma tanto contenta però non io sola contenta, anche te Neno tu eri contento quanto me vero amore, lo visto dai tuoi sguardi dolci e belli.
Neno io sono stata un giorno in casa tua. Ma Neno un giorno sarà per sempre ed all'ora sarà la nostra casa.
Poi tu mi ai portato in camera tua dove tutte le notti dormi e sogni i sogni più belli.
Poi mi ai preso per il braccio e mi ai detto "Gianna guarda quale ti piace di più per far la nostra camera?" ed io ò sorriso ed ò detto, mi piacciono tutte e due però questa mi piace un pochino di più, quella dove ci dorme tua sorella.
Poi mi portasti in salotto e mi dicesti "Guarda Gianna qui proprio qui alla finestra facciamo un ricordo nostro" e scrivemmo i nostri nomi, anche se venisse rimbiancata noi li ricorderemo.
Insomma per me è stato un giorno di felicità completa, anche del tuo babbo che pareva contento di me.
Poi mi dicesti "Ai visto come ti guardavo quando facevi le faccende, con tanta contentezza e felicità di aver trovato te Gianna eri tanto bella e facevi la seria".
Io Neno facevo la seria? Se il mio cuore rideva dalla pazza gioia, mi pareva di esser già la sposa della tua casa, ma presto lo sarò davvero.
Io penso sempre a queste frasi: "Il Si che ti dirò davanti al sacerdote, sarà la più bella delle sette note".
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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno
- Se un giorno mi avverasse
- Mi bacia sulla bocca e baci e baci 
- Quando non c'è la partita di calcio manca tutto 
- Perché l'amore sarà al centro di tutto
- Qui intrecciammo la lilla 
- Montaccino si chiamava il posto dove tu stavi
- E allora forse ci parrà di sognare ancora
- Il nome non te lo scrivo intanto tu lo sai di già

17 ottobre 2015

Un sabato qualunque un sabato italiano

Alle sei mi sveglia la Lizzy la gatta pelosa che salendo sul comodino nazzica con la sveglia fino a farne illuminare lo schermo e menala e cacciala alle sette eccoti dolcemetà nella sua mise da corsa stile la Jennifer quel che è ne Il lato positivo che mi chiede se vado con lei e allora mi alzo che tanto riprender sonno era un'impresa e si esce con la bruma e si cammina e un po' si corre e si chiacchiera che è un bel momento per sfogarsi e aggiornarsi sulle cose scuola lavoro famiglia poi a casa colazione e sgarro a base di TuSaiCosa poi via con un cambio armadio a tempo di record tipo un'ora non di più grazie alla tipa giapponese e al cazzo di riordino e grazie a chi l'ha letto e a chi me l'ha raccontato è presto fatto per me può pure nevicare poi mi spoglio e mi peso 82,2 ma tanto lo so che in questi mesi preletargici non cali di un etto se pure stai a dieta e poi aspetto il parametro della bilancia che mi dà la fat percentual ma il 26,2 è esso stesso peggiorativo mah  sono pronto poi una doccettina apro le ante scorrevoli e mi complimento con me stesso per la centoventisettesima volta per la riparazione fatta al sistema di scorrimento a cuscinetti mi lavo apro le ante e fanno centoventotto e poi mi ripeso non si sa mai in doccia un po' di pipì e non ditemi che non fate pipì in doccia un po' di pipì magari grassa mi faccia non dico calare il peso ma almeno la fat percentual e invece nulla poi mi metto un paio di pantaloni improbabili sbucati fuori non so come da una gruccia nel cambio armadio piglio gli insulti di dolcemetà ma decido di affrontare il pubblico così combinato e vado in paese a spendere 17 euri di medicine per la mamma e 137 euri centotrentasette per quattro borsoni di spesa tra noi e mamma che sono una bella cifra che mah è meglio se controllo lo scontrino e poi siamo pronti per un pranzo a base di tortelli di zucca e pane fresco con burro e acciuga e di virgole ancora non se ne parla anche se il peggio sembra essere passato 

15 ottobre 2015

La vita di pin

Ogni tanto metto dei pin alla mia vita, dei quali puntualmente mi scordo, ma che ho la ferma speranza un giorno possano essere recuperati ed esaminati al mio cospetto.
Quindi mi aspetto che - da morto, ché prima mi sa è difficile - dio, o chi per lui, mi riceva davanti a un banchino, una sorta di postazione, e che, con non so quale artefizio mediatico, mi faccia rivedere/riascoltare e mi spieghi i passaggi della mia esistenza che mi ero appuntato.
Faccio un esempio, quel fiorellino sotto la tazza della colazione alla Pensione Miraggio di Rimini... chi ce l'ha messo? Non lo saprò in questa vita, ma dopo ci conto.
E quel cellulare, prima della cresima di figlio uno, ma chi l'aveva poi rubato?
E quella volta in campeggio, chi mi scambiò il sale con lo zucchero, o fu davvero solo colpa mia?
E con queste, altre mille curiosità irrisolte, ma proprio anche piccole e dimenticabili in vita, altrimenti a cosa servirebbero i pin mentali che metto?
Quando mi capita, basta un pensiero e dio, o chi per lui sta al banco dei pin, già sa quello che deve fare.
Anche dolcemetà c'ha una bella curiosità da soddisfare, ma siccome lei non l'ha aperto il canale preferenziale del pin, me la sono appuntata io per lei, lei che vorrebbe avere tutte le foto in cui è entrata per caso.
Dai, capo, ce la possiamo fare.

5 ottobre 2015

Calcio 2.0

(Roby: Gigi, non te la prendere se Hombre non ti ha mai visto in allenamento)
A te che non ci capisci di questo calcio moderno, a te che sei rimasto all'ala e alla mezzala, a te che credi ancora all'uomo sul palo, a te che ti svegli la notte preoccupato da che fine abbia fatto il libero, a te che il falso nove era il voto millantato a chimica, a te che ogni rigore che vedi tirare dici ma questo è da ribattere, ecco, è a te che voglio dare due dritte per fare bella figura quando stai con gli amici e ti ritrovi a ragionar di pallone.
Continuerai a non capirci nulla ma potrai spacciarti per il giannibrera di turno.

Lascia stare la difesa che non esiste più, nè tantomeno i difensori: c'è la fase difensiva o, meglio ancora, l'organizzazione difensiva, e ci sono i difendenti che sono tutti i calciatori di una squadra quando non sono in possesso di palla.
Attaccare gli spazi, ecco un'altra formuletta magica, che sembrerebbe destinata all'incollatore dei manifesti pubblicitari per strada e invece è roba calcistica: la squadra che vince è di certo quella che ha saputo meglio attaccare i fottuti spazi.
Ripiglia in mano il libro di geometria perché un'altra parola chiave è diagonale, i migliori son quelli che fanno le diagonali, e non sbagliarti con le bisettrici perché non sono la stessa cosa.
Altro concetto di cui puoi impastarti la bocca è il pressing ultraoffensivo che di solito lo fa il giocatore che ha gamba.
Occhio poi che stanno arrivando le transizioni, fai tue le transizioni adesso, eviterai la coda. E non aspettare che te le spieghi Caressa, sarà tardi.
Verticalizzare, ecco una sorta di jolly da usare per le vecchie azioni d'attacco.
Ah, e mi raccomando lascia stare le punizioni e i calci d'angolo, è roba da matusa, esistono solo situazioni da palla inattiva.
Bisogna poi che parli di accorciare e di circolazione di palla.
Il contropiede l'aveva già seppellito Sacchi, ma pure la ripartenza veloce sta perdendo il suo fascino.
Cita un giocatore a caso, portiere escluso, e commenta: Io lo vedo meglio come esterno basso. Caschi sempre da ritto.
E se la tua squadra ha perso non è che ha schierato troppi scarponi, mancava soltanto d'intensità.
Un'altra cosa, quelli che cominciano a parlar di numeri e di moduli, di quattrotretre di quattroquattrounouno di trecinquedue o di qualsiasi altra composizione numerica a somma dieci, ecco, quelli scànsali come un libro di Moccia, sono il classico fumo dell'arrosto.
Ma il concetto imprescindibile di cui devi far sfoggio ogni tre per due è quello del tra le linee. Quando tocca a te butta sul commentario una frase tipo "La chiave della partita è stata Bernardeschi tra le linee" o "Hai visto com'è abile Bernardeschi a farsi pescare tra le linee?".
Io lo so che tu pensi eccierto che Bernardeschi gioca tra le linee, per forza, come tutti gli altri, non è che uno debba giocare fuori dal campo. Ci son le linee apposta a delimitare, è chiaro che uno gioca tra le linee, non ci vuole il mago Herrera per insegnare a un calciatore a giocare tra le linee.
Epperò è così: solo se comincerai a infarcire i tuoi resoconti pallonari con qualche bel tra le linee potrai aspirare a una posizione di rispetto tra tutti i tuoi amici che sanno di calcio.

2 ottobre 2015

Odio - sinfonia n. 5



odio iTunes
odio le cicche per terra
odio iTunes
odio i bolloni della coop
odio iTunes
odio le ditate sullo schermo
odio iTunes
odio il copridivano rinfrinzellato
odio iTunes
odio l'appiccicaticcio fuori dai barattoli di marmellata
odio iTunes
odio le scuse del ritardatario
odio iTunes
odio la polo dentro i calzoni
odio iTunes
odio i motorini a tre ruote
odio iTunes
odio la tramontana
odio iTunes

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Odio, altre sinfonie: n. 1 - n. 2 - n. 3 - n. 4