31 Dicembre 1952
Apro di qui la mia vita, perché propio da questo giorno è iniziata, conoscendo il Vero Amore.
Forse sembrerò un po' stupida ma a me piace così, per avere un piccolo ricordo della mia vita.
E quando sarò nel sonno delle tenebre rimarrà almeno un pezzo di foglio dove legendolo parlerà di una vita vissuta, anzi due vite legate insieme per tutta la vita.
E se avessi dei miei figli e legessino questo diario capiranno anche loro cosa vuol dire Amore.
Con Gioie, Dolori e Sacrificio.
L'ultimo dell'anno del 1952 era un giorno grigio, pioveva, io quel giorno ero incqueta nervosa perché avevo da rifinire il lavoro e anche lavorando arrabbiandomi non ci sarei riuscita a finirlo.
Era le 10 del mattino quando sentii bussare alla porta. Fu aperta la Milia del Catelani e ci disse che avrebbe fatto una veglia essendo l'ultimo dell'anno, se avessimo voluto partecipare avrebbe avuto tanto piacere "dato che di donne ne abbiamo poche".
Ebbene fu acconsentito di andarci.
La sera andammo e la serata cominciò subito bene, partì di volo la malinconia che avevo avuto durante la giornata.
Così subito amica di tutti, così giocammo, ballammo e mi divertii tanto.
Però ero intusiasta di ballare un varser. Ma non lo sapevo ballare e allora che fare? A sedere.
Ma in quel momento mi venne incontro uno dei giovanotti e mi disse:
"Signorina vuole ballare un varser, gne lo insegnerò io se lei è contenta così vuol dire che sarò contento di avere insegnato qualcosa anch'io".
Alzando gli occhi vidi che era un giovanotto biondo con gli occhi neri e una bella bocca di denti bianchi che il suo sorriso faceva toccare il cuore.
Dopo il varser un tango, e che tango era! Un tango che non lo dimenticherò mai, una musica dolce, gentile come le braccia dell'uomo che mi cingevano la vita.
La mia faccia con la sua, sentivo che qualcosa cambiava in me.
Era Anema e Core quel tango che non ho potuto scordare.
E così scoccò la mezzanotte, stapparono le bottiglie e risate, in quel momento eravamo tutti quanti felici.
Ma fuori che cosa faceva fuori? Pioveva ma come pioveva!
Ma noi eravamo tanto felici che nessuno pensava alla stagione.
E così si fece l'ora di andarsene, erano le 3 del mattino.
Quella notte non dormii poco o punto pensando alla serata che avevo passata felice e contenta.
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- premessa
mi piace il Diario Vissuto di Giovanna :)
RispondiEliminati ringrazio di averlo condiviso.
Poi dice che i geni non si trasmettono... ;)
RispondiEliminaBravo.
RispondiEliminami piace moltissimo
RispondiEliminagrazie, poi ti spiego
angie