Non so voi, ma io 'sta storia non la reggo più.
Quando l'ho sentita per la prima volta, ne L'infernale Quinlan - di e con Orson Welles -, ho pensato a un colpo di genio, a una chicca filosofica a un insegnamento nodale di vita.
Poi, davvero, l'abuso della favola, l'ha resa estremamente stucchevole.
Chiedo ad autori, scrittori, sceneggiatori e blogger di dimenticarla, di ignorarla proprio.
Di attingere, se proprio devono
Manca solo che Tarantino la metta in un film o Paolo Conte in una canzone per chiudere il cerchio della banalità ranascorpionica.
Vanno bene le rane e vanno bene gli scorpioni, ma evitiamo di ficcarli insieme nello stesso racconto.
Oltretutto, probabile che lo spunto venga da Esopo addirittura, o forse anche da prima, magari era la fiaba con cui, nella Valle di Neander, un uomo metteva a letto suo figlio.
Insomma, possiamo pensare anche a qualcosa di nuovo.
E no, non mi riferisco all'uovo e alla gallina.
evitiamo anche la cicala e la formica.
RispondiElimina...lupus et agnus?
RispondiEliminache ne dici di il catrame e il macchinario conleruoteformateda unrullocheschiacciailcatrame ?
RispondiEliminavoto Kermit. non fosse altro che senza dubbio si è sentito chiamato in causa. vabè lui è un rospo..ma a che fare con le rane..si le rane...ma come non sai..le rane..mai sentita la storiella della rana e dello sco...ok. ciao.
RispondiEliminaA me basterebbe anche solo non fosse la milionesima citazione di Coelho... in tutte le lingue e in tutte le salse, non ne posso piu'. Sara' anche bravo ma e' peggio del Vangelo per un prete... ;-)
RispondiEliminaE' la classica per chi non sa come giustificare la propria bastardaggine! Con uno spunto metaforisofilo da dignità di letteratura al pezzo di m ... fango ch'è!
RispondiEliminaps: figo sto blog!