3 dicembre 2012

It's (not) the time to make a change

No, dico a Bersani.
Il difficile viene #Adesso, per dirla con il tuittero Renzi.
Il bello di queste primarie è che non dobbiamo aspettare le politiche per mettere alla prova chi si è guadagnato i nostri voti o la nostra fiducia.
In questi mesi che ci dividono dalle elezioni, quelle vere, Bersani dovrà riguadagnarsi tutti i voti conquistati alle primarie e accaparrarsene di nuovi, e lo farà, se lo farà, dando la stura al cambiamento.
L'ha sbandierato e l'ha cavalcato il cambiamento, bravo ci abbiamo creduto, adesso dimostraci che non ci abbiamo la faccia di velluto.
Il cambiamento preso ad esempio, quello per cui il candidato premier del PD ha scomodato nientepapadimeno che Giovanni XXIII, il cambiamento senza spaventare.
All'Italia ci penserai dopo, non mettiamo le macchie davanti ai giaguari, ma alla nomenclatura del PD, mio caro, ci devi pensare da subito, perché il popolo del PD te lo chiede (dove io = popolo del PD).
Fa' che non dobbiamo assistere più a spettacoli penosi come l'intervista a Rosy Bindi d'ieri sera. Mai più.
Renzi ti ha servito un assist su un vassoio d'argento, non sprecarlo calciando a lato.
Credo davvero che tu abbia il coraggio per partire con il piede giusto, altrimenti hai finito, prima di cominciare.
La battaglia di Renzi pur se a volte caciarona, in certi momenti esasperata, vissuta da alcuni come fine a se stessa, quella battaglia, va combattuta con forza e determinazione anche nel rispetto dell'onda renziana.
Non ci spaventeremo, garantito, e il tuo beato Pantheon sarà salvo.
E comunque non ho nulla contro la Bindi e D'Alema. Altrimenti l'userei.


p.s. Un altro posto parapolitico, vabbè, poi tornerà persino la fuffa.

8 commenti:

  1. secondo un analisi non mia ma di qualcuno che ne sa certo più di me che ho letto mesi fa quando il PD doveva scegliere il segretario Bersani è tra gli ex comunisti (posso chiamarlo così) quello più vicino al centro e sarà senz'altro la persona giusta per un governo di coalizione con i vari democristiani sparsi nel panorama politico italiano. il suo "ispirarsi" a papa Giovanni non mi ha stupito per questo.

    RispondiElimina
  2. Condivido al 61% il tuo post :-)

    Le performance di d'Alema e della Bindi sono state in effetti penose (sembravano figure risalenti a una tv in b/n).
    Speriamo bene.

    p.s. però che bello ieri notte coi cosacchi che bivaccavano su Ponte Vecchio!

    RispondiElimina
  3. Ti leggo in piena forma. E me ne compiaccio. :-)

    RispondiElimina
  4. Lunga e tortuosa é la strada riformatrice di chi riformatore non é. Il nostro eroe vincerà le elezioni, e sino a qui ci siamo. Pperò poi non avrà la forza di governare da solo, sarà stiracchiato dalla giacchetta da Vendola, Casini e chissà quanti altri. Lo ritroveremo quindi in maniche di camicia molto presto, a contarsi i brandelli e chiedere ad un Monti di turno se, per favore, ha voglia di fare il presidente del consiglio al posto suo.

    RispondiElimina
  5. ...-sono "contentino" abbia vinto Bersani... è quel "contentino" che mi sta sulle palle... pare sempre di dover votare "per eliminazione"..
    poi se guardo dall'altra parte..a chi ci ha già "governato" (permettimi questo guizzo umoristico...) come si dice in veneto.. VA BEN TUT...

    RispondiElimina
  6. Come non hai nulla contro D'Alema e la Bindi? Usa spranghe di ferro!

    RispondiElimina
  7. preparati ad una lunga stagione di bestemmie . vedrai presto per quanti anni ti hanno imbrogliato e raggirato dalema e la compare finocchiaro . ma scoprilo da te che c'è più gusto

    RispondiElimina

Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...