10 gennaio 2012

Pippo, un coniglio e la strega Nocciola

C'è un buco nella lingua, senza scomodare il piercing estremo.
Mi riferisco a una domanda che mi pose mio figlio grande tempo addietro, quando ancora se ne andava per licei.
- Ma se uso glielo al maschile, perché non esiste un lelo per il femminile?
Me la cavai con stridore di unghie su specchi, proprio come quando mi aveva chiesto lumi sulla questione irlandese.
Beh, è pacifico per tutti che gli=a lui e le=a lei, ma il lelo pare proprio che non sia stato varato.
Evidentemente Dante, o chi come lui ha avuto la possibilità di formare la nostra lingua, non l’ha ritenuto necessario, o non gli (a lui) è servito. Perciò adesso non c’è.
Io però non vedo cause ostative alla sua esistenza, anzi.


        - Rendi il libro a Giulio!
        - Ora glielo rendo.

        - Rendi il libro a Michela!
        - Ora lelo rendo.

È chiaro che se mi togliete il "lelo" non so più rispondere e va a finire che il libro me lo tengo, con buona pace di Michela.
C’è un buco nella lingua, prendiamone atto e colmiamolo. Ehi, della Crusca, muoversi. Linguisti anonimi, sveglia!

La cosa mi ricorda uno storico episodio di Topolino, in cui la Strega Nocciola era, come spesso accade, impegnata a convincere Pippo di essere davvero dotata di magici poteri.
Nocciola aveva, allo scopo, regalato a Pippo un cappello a cilindro, di quelli che usano i prestigiatori, che era stato stregato da lei stessa grazie al contenuto di una sorta di dizionario enciclopedico mondiale, tipo Treccani ma versione Disney. In soldoni, tutto ciò che era definito nell’enciclopedia scelta dalla strega Nocciola si sarebbe potuto estrarre dal cilindro in questione, al semplice pronunciare della parola.
Non c'era oggetto o animale che Pippo decidesse d'estrarre, pensato o suggerito dal pubblico, che non sbucasse fuori dal cappello magico. Pippo cominciava a riscuotere un discreto successo e tendeva a credere che Nocciola avesse davvero "i poteri".
Solo che, per un errore dei curatori, la versione di quell’opera linguistica colossale era stata pubblicata priva della parola coniglio, né si era voluto reintegrarla immaginando che nessuno avrebbe avuto la necessità di cercare il vocabolo sull’enciclopedia.
E così, dopo che tutti i desideri più assurdi degli spettatori erano stati esauditi da Pippo che estraeva dal cilindro l’oggettistica più svariata, ecco cadere il nostro eroe su una richiesta all’apparenza innocua: un classico coniglio.
Uno fetente del pubblico ha la malaugurata idea di chiedere un coniglio e, beh, potete immaginare la fine con Pippo che rincorre Nocciola per gonfiarla di botte (o almeno mi pare).

C'è da dire che lo Zingarelli spiana la questione riportando alla voce "glielo": forma pronominale composta dal pronome gli (come compl. di termine con i significati di a lui, a lei, a loro) e dal pronome personale maschile singolare lo. 
E potevo immaginarmelo, ma se fossi andato a controllare prima, mi sarebbe passata la voglia di scrivere.

6 commenti:

  1. Io avevo un vizietto, scrivevo sempre glie lo, staccato. Poi melanno spiegato, e ho smesso.

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  2. Trovo lelo azzeccattissimo, soprattutto sapendo che... Lelo

    The Life After

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  3. Io mi autocorreggo quando sbaglio i pronomi parlando. Mi autocorreggo e mi autobacchetto

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  4. Io non ci ho mai capito nulla, ho sempre odiato la grammatica tanto che ora se n'è risentita (la grammatica) e mi tocca inseguirla per comprenderla!!! Se avessi studiato a scuola non mi ritroverai a dover farlo ora!?!?!?

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  5. sono spagnola e abito in italia da due anni, ho fatto una gran fatica con la grammatica italiana, sopra tutto con le lettere doppie e i tempi verbali, l'italiano è bellissimo ma davvero complicato.
    Sara M.

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  6. @Sara beh, però scrivi come un libro stampato. E con tute le dopie, bravva.Mis complimentos.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...