Sul mio comodino ci sta una pila di dieci libri.
In basso, a piano terra, gli ultimi tre letti. Attraversano quel limbo temporale che va dal termine lettura fino alla libreria e sono a disposizione come diligenti soldatini pronti ad aprirsi alle pagine evidenziate o a quelle colle orecchiette per riflessioni postume e riletture a stralci.
Subito sopra, al primo piano, tre libri ammezzati. Sono quelli interrotti, sono in attesa di tempi migliori. Aspettano che la mia indole volubile o una nuova condizione mentale, una curiosità irrisolta, una spinta aliena, possa riportarli in vita, in mano mia. O che un vento di sconfitta li scaraventi in uno scaffale anonimo senza passare dal piano di sotto, quello dei libri letti.
All’ultimo piano ci sono i prossimi tre libri che leggerò, sono un perno imprescindibile della mia serenità, il pungolo a ingoiarsi più parole possibili ogni sera, per arrivare, un giorno, a loro. Mi rassicurano, li guardo e so che anche domani, anche tra un mese, avrò qualcosa di cui nutrire la mia pancia di lettore.
Infine l’attico dove ci sta il libro che sto leggendo. Lo leggo la sera, di solito a letto, ma è un angelo custode discreto che si muove piano con me anche durante il giorno. Le sue parole, il suo stile, le sue atmosfere e i caratteri dei suoi personaggi influenzano la mia vita anche solo accompagnandomi in ufficio o a comprare il pane.
I dieci oggi, dall’attico fino al piano terra:
Le Correzioni - Jonathan Franzen
La Traccia dell'Angelo - Stefano Benni
La Fortezza della Solitudine - Jonathan Lethem
Storia della Mia Gente - Edoardo Nesi
La Caduta dei Giganti – Ken Follett
Il Vangelo Secondo Gesù Cristo – José Saramago
Bella Vita e Guerre Altrui di mr. Pyle Gentiluomo – Alessandro Barbero
Trilogia della Città di K. - Agota Kristof - (2,8)*
Pastorale Americana - Philip Roth - (4,3)*
Aria Sottile – Jon Krakauer - (3,6)*
* - Votazioni espresse in Carver
Io non ho un comodino, sto cercando un posto in cui mettere una dannata libreria, vivo di pile.
RispondiEliminaLa mia scrivania è una ricostruzione della Tokio pre-Godzilla ( nel senso che basta un evento inaspettato a far crollare tutto), con fondamenta kingiane, primi piani e terrazze fatte di albi di Dylan Dog e manga giapponesi, Dostoewskij con "Demoni" ( che, tra l'altro, devo decidermi ad iniziare) e Cervantes a fare da pilastri centrali, ultimi piani Vonnegut, Calvino, Bradbury e Orwell.
Blake non so dove metterlo, perché temo l'effetto domino...
Il Vangelo Secondo Gesù Cristo l'ho comprato ormai molto tempo fa, ma non l'ho più toccato. Guarda caso oggi ho finito di leggere un libro, che sia un segno del destino? No. Però magari lo leggo.
RispondiEliminaVedo che hai ben votato anche Pastorale Americana, già mi intrigava, ora ancora di più.
Grazie.
Grazie per aver condiviso con noi il tuo comodino.
RispondiEliminaConcordo con JK: leggerò Pastorale Americana
Eh, io purtroppo ho un rapporto non così disinvolto, naturale e sano con la lettura...
RispondiEliminaSono un poco paranoico, non riesco a leggere più libri assieme e molto raramente non ne finisco uno quando l'inizio.
Ma a parte questo, della tua lista mi incuriosisce soprattutto quello di Saramago.
(purtroppo ho già 30 libri nuovi, perché ho l'occhio più grosso dello stomaco, accumulo e poi leggo lentamente e non smaltisco, uffa!)
io ne ho 5 che mi aspettano da un po'. più alcuni fumetti. c'è però un libro che ogni tanto mi frulla per la testa. è "ritratto dell'artista da giovane". l'avevo iniziato in inglese (illusa...) ai tempi dell'università. poi l'ho mollato. poi l'ho trovato in edizione economica. poi non mi piaceva la traduzione. poi l'ho recuperato in edizione decente. poi l'ho riposto sullo scaffale. ora è là, in sala. ogni tanto mi chiama ma ancora non rispondo. so che quando finalmente mi deciderò a leggerlo, giungerà la mia fine.
RispondiElimina"Le correzioni" lo abbandonai anni fa. Chissà leggerlo adesso.
RispondiElimina"Pastorale americana", be', buon viaggio, sembra non finire mai. E naturalmente non arriva da nessuna parte, quel grafomane di Philip Roth.
Per il resto leggo più libri soprattutto quando ne ho iniziato uno pesante/voluminoso. Infatti, ho iniziato "Infinite jest", che inframezzo con vari libricini più leggeri, tipo "C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo".
@carta pile di libri con in alto il polo positivo? ok ok vonnegut lo metto in cantiere, ho capito... l'avevo capito anche nei commentaire degli altri salotti...
RispondiElimina@jk mm - pastorale direi che è il migliore che ho letto quest'anno, di poco su un altro, italiano, che vi dirò poi...
@k è un bell'argomentare quello di josé, è scritto fitto, quasi senza a capo, niente spazi perduti a fine paragrafo o capitolo... un po' peso. sei l'unico che ce la può fare.
@ciku a me qui a casa ne ho uno che mi chiama da anni, ma forse perché è lì, troppo comodo, a portata di mano... lo lascio chiamare, che si sgoli. Poi quando si zitta lo leggo a dispetto (è Tre uomini in barca)
@sm anch'io in passato ho letto 2 (a volte 3) libri in contemporanea, ma solo perché non riuscivo ad abbandonare quelli che non mi piacevano... poi sono cresciuto, se leggo ne leggo uno, altrimenti lo chiudo e lo metto via, senza rimpianto, ognuno per la sua strada.
RispondiElimina(Hai capito caro Le nozze di Cadmo e Armonia? sono cre-sciu-to! fanculo)
Te lo bisbiglio dopo la mezzanotte che non ci sente nessuno...
RispondiEliminaTrilogia della Città di K. - Agota Kristof
Ero convinto che mi prendessi in giro, con un titolo inventato, attribuendone la maternità al nome storpiato di Agatha Christie.
(ok, so di aver bestemmiato, ma prima ho cercato di individuare altri titoli inventati, poi sono andato a controllare su wikipedia solo per trovare conferma alla burla, invece mi ha sorpreso scoprire che esiste veramente)
Confessione per confessione io l'Agota l'ho letta solo dopo che defunse, da poco peraltro.
RispondiEliminaQuesto è il suo capolavoro, si legge bene, ma a me ha lasciato un po' di dubbi e di malessere.
C'è una cosa però spettacolare, che non avevo mai letto (non svelo niente, il libro inizia così) la prima parte della trilogia è scritta in "noi narranti", in realtà non credo si dica così, probabilmente non si dice proprio, non so.
Hombre non svelare nulla di Agota...ho in cantiere una cosa che la riguarda...
RispondiEliminamerci beaucoup :)
sto andando a contare quanti libri ho sul comodino.
RispondiEliminasono 21. tutti letti, finiti e anche riletti.
Ora non mi sembra il caso di andare a contare anche i libri che tengo nei cassetti del comodino.
Mi ispira molto Benni...
RispondiElimina@S. muto sono.
RispondiElimina@S27 ma qualche dannato titolo?
@G ce l'ho pure autografato (grazie a una mia adorata nipotina), dedicato e corredato del disegno di Lucio Lucertola (da Comici Spaventati Guerrieri)
La Trilodia della città di K. ogni volta son lì lì per comprarlo, ma poi ne subentra un altro e un altro ancora. Tipo IQ84 di Murakami, adesso.
RispondiEliminaAnche a me quando è morta è venuta voglia di leggerla ma non l'ho ancora fatto. Questa cosa del narratore in prima plurale mi spinge e mi frulla. Tempo fa avevo letto un altro romanzo scritto così, Le vergini suicide di Eugenides e mi era piaciuto (più di Middle Sex dello stesso, scritto una decina di anni dopo, e ha pure preso il Pulizer ma io l'avrei tagliato almeno a metà: si vede che non aveva Lish come editor;)
RispondiEliminaIo invece la pratica dei libri in contemporanea la riesco ad usare solo al contrario: da due anni e mezzo leggo "I racconti" di Poe, poco per volta, tant'è che ho superato la metà da poco.
RispondiEliminaForse è perché alcune storie non attecchiscono proprio su di me, mentre altre, come due delle prime, "Senzafiato" e "Bon Bon, mi costringono ad abbandonare le altre letture...
Per quanto riguarda Vonnegut, sei il terzo ( Josef K. e Kisciotte ti fanno compagnia) che getto in pasto a quella folle bestia!
@ldc averne di editor pronti a dare una lishatina ai nostri scritti!
RispondiEliminaanche Hornby in "vita da lettore" cita un romanzo in prima plurale, ma non lo ricordo... devo riprenderlo a mano...
@carta beh, con i racconti è un discorso diverso, è più normale interrompere (tra uno e l'altro dico), qianto a vonnegut, per adesso ho solo chiacchierato... devi misurarmi più avanti... mi hanno parlato di mattatoio n. 5, vado con quello?
Le persone si dividono in due categorie: chi ha letto infinite jest e chi no :-)
RispondiEliminaAvevo scritto un commento molto lungo, molto noioso.
RispondiEliminaQuindi: Mattatoio 5 vale la pena d'esser letto, sono 196 pagine, tutt'al più non avrai perso troppo tempo.
Personalmente: Non c'è una, dico una, pagina che non mi sia piaciuta.
E sebbene possa non sembrare così dagli ultimi commenti che ho scritto in merito a questo autore, io non faccio mai complimenti gratuiti.
Per me Vonnegut se li è sudati dal primo all'ultimo.
Oggettivamente: Mattatoio 5 è ideale, non per la sua brevità, ma perché racchiude in se buona parte dello stile, della follia, del realismo e della capacità di descrivere la stupidità umana dell'autore.
In chiave Josef K.: Se ti fosse capitato di leggere "L'ultimo giorno di un condannato a morte" o "I dolori del giovane Werther" o, meglio ancora, entrambi, potresti preferire "Madre Notte", che è un miscuglio stupendo dei temi principali dei due libri sopracitati, condito dall'assenza più totale di fantascienza e rifinito da una lunga riflessione sull'eticità ( che non finisce assolutamente con il libro).
In chiave La Carta: Ghiaccio-Nove è l'ira di dio.
Giuro, non trovo altro modo per descriverlo.
Allo stesso tempo ti consiglio di evitarlo come la peste, almeno come primo libro.
Io ho letto Mattatoio 5 per primo (incredibile), secondo Madre Notte ( oh dio, o chi per lui!), Ghiaccio-Nove terzo ( occhi spalancati durante le ultime pagine, mascella slogata).
Fine.
P.s.: pensa com'era il commento lungo e noioso...
@carta ancora grazie del tempo (perso?) dedicatomi, ma magari la tua analisi serve anche ad altri... la tua passione è contagiosa.
RispondiElimina@anonimo, nel caso di Infinite Jest farei un'eccezione: Le persone si dividono in TRE categorie: chi ha letto Infinite Jest, chi non l'ha letto e chi ce l'ha ammezzato.
Dimenticavo: ci sarebbe anche "Ricordando l'apocalisse", una raccolta di racconti di 20-30 pagine ciascuno, ma farei lo stesso ragionamento che ho fatto per Ghiaccio-Nove: lo si gusta di più una volta che si è letto un paio di libri prima (in questo caso soprattutto Mattatoio 5, in modo d'avere un'idea di cosa ha visto in guerra e come parla della stessa: non è un'idiota che urla slogan antimilitaristi solo perché gli fa comodo per vendere libri, lui critica la guerra dopo aver commesso anche cose orribili, perché leggendo le sei pagine "Spoglie", mi son chiesto più volte se fosse finzione o ricordo, in virtù di quanto letto in "Mattatoio 5").
RispondiEliminaIn conclusione, cancella tutto ciò che ho detto fino ad ora.
Io a Mattatoio 5 ci sono arrivato tramite una citazione che dura tutta una storia, l'albo di Dylan Dog "Verso un mondo lontano".
Non me ne sono pentito.
La Carta
Grazie troppo gentile, per gli sproloqui sono sempre ben disposto!
RispondiEliminae sproloquiar m'è dolce in questo mare...
RispondiEliminaLa maggior parte ce l'ha ammezzato (io pure). E' una specie di chimera, un desiderio impossibile come un conflitto nevrotico o una canzone di battisti: io vorrei, non vorrei. Come può lo scoglio.
RispondiElimina"I bambini non vedono la Morte. Perché la loro vita dura un giorno, da quando si svegliano a quando vanno a dormire."
RispondiEliminaIl suggeritore di Donato Carrisi